Tante le contraddizioni e altrettanto gli sfruttamenti

 

Nel contratto di lavoro intermittente ( o a chiamata) un lavoratore si pone a disposizione del datore per svolgere prestazioni di carattere discontinuo o intermittente o in determinati periodi nell'arco della settimana, del mese o dell'anno.

Il contrato a chiamata può essere stipulato con qualunque lavoratore per lo svolgimento di prestazioni di carattere discontinuo o intermittente (in attesa delle regolamentazioni dei contratti collettivi). Indipendentemente dal tipo di attività, può essere stipulato con lavoratori con meno di 25 o più di 45 anni, anche pensionati, e per il lavoro nel week-end o in periodi predeterminati.

Al lavoratore intermittente deve essere garantito un trattamento economico pari a quello spettante ai lavoratori di pari livello e mansione, seppur riproporzionato in base all'attività svolta. Per i periodi di inattività, nel caso in cui il lavoratore si sia obbligato a rispondere immediatamente alla chiamata, spetta un'indennità mensile, divisibile per quote orarie.

L'azienda che assume un lavoratore con contratto a chiamata non ha diritto alle agevolazioni contributive previste per i disoccupati di lunga durata (legge 407/1990). Inoltre se il lavoratore nei periodi di non lavoro fruisce dell'indennità di disponibilità non ha diritto all'indennità di disoccupazione. Lo chirisce il ministero del Lavoro con la nota del 22 dicembre 2005, protocollo 3147.

La legge 407/1990 prevede agevolazioni nei casi di assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori disoccupati da almeno 24 mesi o sospesi dal lavoro e beneficiari di trattamento straordinario di integrazione salariale da uguale periodo. Le assunzioni, tuttavia, per essere agevolate non devono essere effettute in sostituzione di lavoratori dipendenti dalle stesse imprese licenziate o sospesi per qualsiasi causa. Il beneficio è pari a una riduzione del 50% dei contributi posti a carico dei datori di lavoro per un periodo di 36 mesi. Il beneficio è totale se l'assunzione avviene nelle aree del Mezzogiorno oppure se il datore di lavoro è un'azienda artigiana.

Ogni ipotesi agevolativa, spiega il ministero del Lavoro, riveste carattere di eccezionalità e in linea di massima sembrerebbe applicabile nei soli casi in cui sia espressamente richiamata. La nota spiega che il decreto legislativo 276/2003, quando intende prevedere una disciplina agevolativa di tipo contributivo, la richiama esplicitamente come avviene per la somministrazione (articolo 25, comma 1), l'apprendistato (articolo 53, comma 3) e il contratto d'inserimento (articolo 59, comma 4).

Tuttavia, la posizione del Welfare sembra in contrasto con la circolare 4/2005 la quale, illustrando la disciplina contrattuale, ha fatto presente che per gli altri istituti normativi e previdenziali non espressamente citati dal decreto legislativo, opera la disciplina del lavoro subordinato, per quanto compatibile. Pertanto, secondo questa circolare non era necessario richiamare espressamente la norma agevolativa.

Inoltre, va rilevato che la legge 407/1990 si limita a stabilire i requisiti soggettivi dei lavoratori e quelli contrattuali, in presenza dei quali scattano gli incentivi alle aziende che li assumono. Insomma non subordina i benefici al richiamo contenuto in leggi successive. D'altronde, l'assunzione a tempo indeterminato di un lavoratore disoccupato da almeno 24 mesi, seppure con prestazioni intermittenti, consegue un obiettivo occupazionale.

Quanto all'indennità di disoccupazione per i periodi di non lavoro essa risulta, per il Welfare, incompatibile con l'indennità di disponibilità. Questo caso non era stato preso in considerazione dalla circolare 4/2005, secondo cui per i lavoratori a chiamata trova applicazione, in via generale, l'indennità di disoccupazione, ove ne ricorrano i requisiti ( ridotti o ordinari), limitamente ai periodi non lavorati.

Bisogna mantenere l'unità ed ampliare la solidarietà con tutti gli altri lavoratori della provincia. Servirà raccontare questa situazione anche ai sindacati, facendoli riflettere su come serve tutto quello che va nella direzione di allargare il fronte della lotta e dei consensi ad essa. Ma serviranno anche appoggi vari per l'obiettivo di ridurre alla ragione questi padroni.

Tutto ciò che ne può danneggiare gli interessi serve. Solo non servirà continuare a far fare loro affari su affari.