SOLIDARIETA' CON GLI AUTOFERROTRANVIERI MONZESI
Lunedì 6 Febbraio, ottanta autoferrotranvieri della T.P.M. (Trasporti Pubblici Monzesi) sono stati convocati davanti al G.U.P. (giudice udienza preliminare) con l'accusa di aver violato la legge 146/90 che limita il diritto di sciopero nel settore pubblico. I fatti risalgono al dicembre 2003 gennaio 2004 quando , dopo mesi di scioperi simbolici, gli autoferrotramvieri di tutta Italia, per ottenere il rinnovo del contratto di lavoro decisero di effettuare scioperi spontanei veri ed incisivi.
Immediatamente per quanto riguarda Milano e Provincia l'allora prefetto Ferrante, ora candidato sindaco tra le file del centro sinistra, non esitò ad emanare un atto di precettazione. In quella occasione gli autoferrotranvieri rompendo le regole anti-sciopero volute dai passati governi e dalle aziende dimostrarono a tutti che solo così è possibile difendere non solo il salario, ma anche la contrattazione nazionale, il mantenimento del trasporto in mano pubblica, la qualità del servizio per tutti i suoi utenti. Un settore, quello degli autoferrotranvieri, un tempo considerato “garantito”, ma che negli anni ha vissuto il comune processo di impoverimento del mondo del lavoro, accelerato da una crisi capitalistica che ha imposto una trasformazione dell'organizzazione del mondo del lavoro nei termini di flessibilità e precarietà della forza lavoro e di smantellamento e dismissione delle aziende pubbliche. Il processo di privatizzazioni non ha risparmiato nessuna azienda del settore dei trasporti ed ha determinato profondi cambiamenti nei vari rapporti di lavoro. Il modello dominante nelle aziende di trasporto è quello della compressione del salario, dello scadimento dei servizi, dell'aumento dei prezzi, dell'assenza di manutenzione, dell'insicurezza e dei disastri crescenti. A distanza di anni e nel totale silenzio dei mass-media la scure repressiva tenta di abbattersi sui lavoratori che con coraggio iniziarono e portarono a termine quella lotta raggiungendo il loro obiettivo. Il giusto significato di quella protesta fu compreso ed apprezzato anche da molti utenti del servizio pubblico.
Evidentemente la rottura della gabbia delle leggi anti-sciopero e le forme efficaci di lotta, come lo sciopero prolungato dovevano essere sanzionate. Evidentemente una solidarietà sindacale e politica di questo tipo doveva essere colpita. In tutto questo tempo i lavoratori della T.P.M. non hanno chinato la testa e non hanno ceduto al ricatto: o paghi 580 euro di ammenda ammettendo in questo modo l'errore e la colpa di aver scioperato oppure rischi 15 giorni di galera (sì di galera perchè di questo si tratta!)
L'udienza di Lunedì si deve chiudere con un proscioglimento!!
E' necessario comunque ribadire che le lotte dei lavoratori non si processano! E' necessario altresì ribadire che se fosse necessario ad ogni ulteriore udienza risponderemo con ulteriori azioni di lotta! È necessario inoltre riprendere il filo rosso di quella lotta che due anni fa parlò a tutto il mondo del lavoro. Lavorando per l'unificazione di tutte le categorie in una vertenza generale attorno alla richiesta di un forte aumento salariale per tutti i lavoratori. Rilanciando la necessità dello sciopero generale prolungato come l'unica lotta che può realmente piegare il padronato e contrastare le politiche antioperaie. Con la consapevolezza che occorre lottare per affermare una vera alternativa : un'alternativa anticapitalistica dei lavoratori e delle lavoratici basata sui loro interessi e sulla loro forza. Un'alternativa incompatibile con quel centro liberale dell'Unione, espressione politica dei banchieri e delle grandi imprese, che proprio quella esemplare lotta dei lavoratori autoferrotranvieri condannò con la voce di alcuni suoi principali esponenti.