Siediti qui accanto a me, come fa un bambino quando la mamma promette di raccontare una bella favola, la mia non è una invenzione, e nemmeno qualcosa che valga la pena di raccontare, ma ti chiedo di sederti e fare finta che ti interessi.
Fra qualche giorno compirò quarant'anni, e non ci avevo mai pensato prima, ma è arrivato quasi il momento e sento come un languore in mezzo allo stomaco. Come quando hai mangiato troppo o troppo poco.
Il tempo che corre veloce non ti lascia il tempo di ricordare ogni momento, ma se ti ho chiesto di sedere è perché voglio mostrarti delle fotografie di questi anni passati come un ciclone e che adesso che faccio la prima conta dei danni dopo il devastamento mi sembrano davvero tanti.
Naturalmente sto esagerando, ci sono stati momenti bellissimi, ecco guarda … E' una fotografia in bianco e nero, c'è una ragazza, è bella, ha un viso dolce e triste, sta in un prato e dietro di lei si intravedono i ruderi di un castello in rovina. Tiene la mano sulla pancia, ha un vestitino a fiori, chissà di che colore sarà stato. Sui capelli un foulard allacciato davanti, si può immaginare l'acconciatura gonfia sotto, che buffa però. Quella mano sulla pancia è inequivocabilmente un segno, si, dentro a quella giovane signora ci sono io.
Ecco la prossima, è una culla di vimini, ci sono dei fiocchetti in giro, anche se non si può vedere sono sicura che sono rosa, sbuca fra il bianco delle lenzuola una testolina di capelli neri, e un visino che sta tutto nel pugno di una mano, un angioletto cucito penzola sopra la culla. Avrò qualche giorno in questa foto. Non so perché ma tutto quello che segue stride con questa immagine di amore e perfezione. In questa immagine ho un anno, il succhiotto in bocca, la faccia corrucciata e un ciuffetto con nastrino in cima alla testa, sembro una mela, mi fa ridere la mia espressione, sono in braccio alla mamma che sorride, strano sembra felice … Se non sapessi di essere io con il mio compagno di infanzia penserei ad un'immagine pubblicitaria, siamo seduti sul prato, lui biondo come un piccolo tedesco, occhi azzurri, viso tondo e guanciotte piene, io un fularino allacciato dietro con degli animaletti disegnati, un vestitino tutto a balze, due occhi grandi sotto una frangettina regolare scura. Dietro di noi una costruzione gialla, tipica delle stazioni ferroviarie. In questa foto c'è tutto quello che riguarda la mia infanzia, giochi spericolati con Fabio inseparabile compagno, la stazione: tanto amata da noi bimbi, quanto oggetto di preoccupazione delle mamme, una fontana, scenario di tanti giochi estivi.
Guardo la foto e ricordo Fabio, lui non arriverà ai quarant'anni, li avrebbe compiuti due giorni prima di me, ma se ne è andato molto presto, è un'altra storia questa … una brutta storia. No questa nooo … O Mio Dio ma che faccia ho? Se ci fossero le nuvolette con le parole probabilmente si leggerebbero cose terribili, ho due anni e sto accanto alla culla di mia sorella, mi han detto che ero folle di gelosia, e non faccio fatica a crederci anche solo guardando questa foto. Nonostante il vestitino magnifico e i capelli perfettamente ordinati in due codini con nastrini, non posso fare a meno di pensare che sia la foto di una selvaggia sul punto di colpire per difendersi. Sono davvero ferocissima. Eccoci qui io e mia sorella vestite da carnevale, due vestitini rossi con sbuffi e pizzi bianchi, lei pacioccona con due occhioni da bambola, io ho un dito nel naso e sono incazzata nera (come al solito, aggiungerebbe mia madre) Spero tu non ti stia annoiando, a me comincia a piacere questa visita nei miei anni passati. Questa deve essere la foto di un compleanno, ho i capelli corti alla maschietto, ma c'è una mollettina con un fiocchetto, sono i miei sette anni, ci sono almeno altri 6 bambini che sbucano con la testolina in questa immagine, la mia casa era sempre piena di bambini, mia madre era convinta che per la sua tranquillità valesse la pena di aver la casa sempre all'aria pur di tenermi sott'occhio tutto il giorno. Aveva persino addobbato una stanza intera tutta per me e mia sorella, solo per giocare, era un sottotetto, finestre sigillate, tanta luce e vagonate di giocattoli sparsi dappertutto. Erano giochi semplici, non ci serviva molto, eravamo sempre sei o sette a giocare, e non ci annoiavamo di certo. Giocavamo alla mamma? Io volevo essere la mamma. Si gioca al dottore? Io sono il dottore … si vero, avevo un gran brutto carattere. Questa è mitica, c'è una donna anziana vestita alla maniera della montagna con una schiera di bimbi davanti, è la mia adorata nonna e i la cucciolata di nipoti in montagna con lei.
Ricordo con sentimenti contrastanti quelle vacanze, erano di sicuro ancora spensierate, nonostante non riesca a dimenticare quando il mio "adorato" cuginetto mi abbia cucito un dito con la macchina da cucire e la nonna presa dal sacro fuoco del "ci penso io" mi ha immerso il dito sanguinante in acqua e aceto. Credo di non aver mai più urlato così forte dopo quella pratica selvaggia. Mi rendo conto che la mia vita di bambina, e le fotografie che me la ricordano si interrompono verso i sette anni per ricominciare verso i dieci. Sono stati anni senza infanzia quelli, tanto dolore, troppo direi, sono contenta non ci siano foto.Ma tant'è il fotografo era papà e lui era malato.
La sua macchina fotografica era sacra e non si doveva toccare.
Eccomi a 11 anni, accipicchia come sono in carne, e pensare che ero uno scriciolo fino a qualche foto fa. Capelli lunghi castani, lasciati sciolti e tenuti solo da due pettinati, dietro di me un panorama stupendo, il mare della liguria, ma probabilmente non ero molto felice visto l'espressione. In questa foto sono incredibilmente uguale alla mia secondogenita. Il viso non ostante il broncio è molto bello, gli occhi verdi sull'abbronzatura spiccano come due caramelle alla menta la mia bocca e carnosa, zigomi alti, e se guardo oltre la faccia sembro proprio una mini donnina. Ma come andavo in giro vestita??? Ossantocielo, ma che avevo addosso? Ma era di moda? E se era di moda che razza di moda era? Ho un maxicappotto di similpelle lucida nera, imbottito di pelo bianco, mi arriva fino ai piedi in testa una cuffia con fiori, e vicino a me la mia replica (mia sorella) vestita, sarebbe meglio dire, conciata alla stessa maniera. Sorridiamo, probabilmente non ci vergognavamo, segno che era abituale mettersi quegli specie di sacchi di spazzatura imbottiti addosso.
Il tempo passa, si vede da quanto sono cresciuta, in questa foto sono vestita a festa, i capelli non sono più lisci, avevo già cominciato il supplizio delle permanenti. Sembro un fungo! L'abbigliamento è fine anni settanta, un bel personalino non c'è che dire, in quel periodo la mamma era già partita con le diete ferree, Il segno del seno si comincia a vedere, e il viso si è fatto diverso, sono grande, sembra dica. Caspita in questa sono di nuovo mascherata. Una pirata, noto che ho un bel trucco, ero carina, ricordo che il vestito lo avevamo fatto in casa, la zia lo aveva tagliato e la mamma cucito ed era la mia prima festa in un locale pubblico. Strano ricordare che nonostante sembrassi una donna fatta, in realtà non lo fossi affatto, era il mio cruccio, tutte a sedici anni avevano il ciclo, mentre io lo attendevo inutilmente ancora.
Uh! Che botta … è la foto della mattina in cui mi sono sposata, ero in jeans e giubbotto, stavo andando a vestirmi appena tornata dalla parrucchiera, ricordo che mio padre mi ha fermato sulla porta e mi ha detto:"Ferma!!! Ok! Ho passato la porta come una ragazzina di 19 anni e sono uscita come una sposa che si affretta alla cerimonia. Chissà che cosa sentiva mio padre mentre mi fotografava. Io non ricordo molto, ero persa in mille cose da fare, ma lui, che avrà provato quel giorno. Ti evito le foto del matrimonio, son tutte uguali, e nemmeno mi piaccio, passiamo a questa: viso sognante, abito premamam marrone, sono messa di profilo e si vede già una protuberanza notevole, ho solo 20 anni e sto per diventare mamma. Ehi! Mi sembrano passati pochi minuti da quando guardavo la foto della mia mamma che attendeva me, davvero la vita sta tutta qui? In poche immagini scorse veloci? Qui sono con la mia bimba, oddio che impressione sembro io stessa una bambina, eppure sono sicura di non essermici mai sentita mentre vivevo quel periodo. Mi sentivo già grande e pronta, col senno di poi avrei qualcosa da ridire. Le foto del periodo successivo sono centinaia, in tutte vedo la mia metamorfosi. Quando le mie foto mostrano una donna nel pieno della vita, sono sicura che le foto delle mie coetanee rappresentino ancora ragazze spensierate con tanti sogni in testa. Ho sempre avuto la maledetta propensione di vivere velocemente e voracemente tutto quanto, chissà che maledetta fretta ci sia in me.
Ecco una nuova pancia, ho 28 anni, sono ancora una bella donna, il mio viso è più dolce, sorrido serena, si quello è stato davvero un periodo molto bello della mia vita: una figlia in arrivo, una nuova casa da arredare (sarebbe stato meglio le cose non coincidessero, ma come ho detto prima la fretta è la mia consigliera). Una maternità consapevole e desideratissima, io ero sicuramente pronta questa volta, eccomi in questa foto con altre pancione, ero al corso pre-parto, che bei ricordi. Foto mentre partorisco non ne ho, ho proibito tassativamente di fermare quei momenti, ce li ho nel cuore e nella mente e sono momenti troppo personali per metterli su un pezzo di carta.. Anche qui il tempo corre veloce, centinaia di foto, tutte semplici, ricordi che somigliano ai ricordi di tante altre donne, niente di "speciale", vado avanti non voglio che tu perda la pazienza … Dalla foto precedente sono passati 7 anni, sono sotto una palma con una donna accanto, è la mia prima vacanza da sola, il mio primo passo verso una sorta di emancipazione ritardata, ricordo perfettamente il desiderio di scappare che avevo in quel periodo, non ci sono foto che rappresentino quello che ho vissuto dentro, e meno male aggiungerei.
Un sacco di cambiamenti interiori, tanta fatica di vivere, tanti limiti valicati, tanti sbagli fatti e esperienze nuove, a volte poco edificanti, ma certamente mie, totalmente mie. A cui nessun obiettivo ha potuto assistere, nessuna pellicola carpire l'attimo. Chissà se un giorno inventeranno un'aggeggio che fotografa l'anima? Avrei delle foto incredibili da mostrare se fosse esistito, o forse no, forse mi sarei astenuta dall'usare qualsivoglia macchinario, lasciando che l'anima rimanesse nascosta e in pace con i suoi struggimenti, desideri, speranze …
Le foto che seguono mi vedono cambiare, anno dopo anno. Mi sembra di vedere nei miei occhi tutta la vita trascorsa, sembrano parlare, sembrano voler raccontare gli anni in cui di foto in casa mia non se ne sono fatte molte, troppo presi ad aver a che fare con le avversità della vita, Si è vero qualcuna c'è, ma mostrano immagini che non voglio ricordare di mia figlia in uno stato pietoso, ed io che di rimando appaio vecchia e stanca.
Il tempo a volte è magnanimo, le foto attuali sono piacevoli da guardare, è vero io sono molto cambiata fisicamente e non sono certamente piacevoli per quello che vedo, il cambiamento è anche interno, una crescita incredibile, una presa di coscienza molto profonda, ora mi guardo nelle foto e vedo una donna. Io so che ha passato questa donna in questa foto che ti mostro per ultima, cerca di guardare oltre l'immagine, ci riesci? Ma no che stupida che sono, sei qui per guardare immagini, come posso chiederti di guardare oltre, hai ragione …
Chiudo l'album, fra qualche giorno avrò 40 anni e ho ancora voglia di riempirlo con tanta vita, bella o brutta non importa, non è affatto male quello che ho visto, e quello che non ho visto lo ricordo e quello che non ricordo so che c'è stato. Ora vuoi mostrarmi il tuo? "); //-->