Antonio Acampora (Webmaster Napoli Bonsai Club)



 

   

 

La tecnica del rinvaso ha un valore rilevante, sia dal lato della coltivazione, sia da quello della realizzazione del bonsai

Le finalità del rinvaso

1. Disposizione del ceppo radicale
Il bonsai vive nello spazio delimitato di un piccolo vaso: in uno spazio di tempo breve le sue
radici si sviluppano a tal punto da riempire tutta la terra. Quando ciò accade le sostanze
nutrizionali non riescono ad essere più assimilate e la pianta incomincia ad
avvizzirsi. Il substrato del vaso
diviene così consistente e compatto da impedire l’infiltrazione dell’acqua. I bonsai giovani (una volta l’anno o ogni due) e quelli maturi (una volta ogni tre o quattro anni) si rimuovono dal vaso per ordinare e spuntare l’apparato radicale e cambiare il terreno depauperato con un nuovo substrato.

2. Controllo della situazione delle radici
II rinvaso permette di valutare nettamente lo stato delle radici. Se le radici sono sane, devono avere numerose
 radici secondarie ben ramificate. E’ possibile durante il rinvaso scoprire un’aggressione di parassiti nella fase iniziale, in maniera da eseguire subito  un trattamento opportuno. Durante il trapianto si eliminano le radici marce, quelle fittonanti, per permettere la crescita di nuove radici fini e quindi rinnovarle, avendo come conseguenza una crescita sana della vegetazione. Nel rinvaso non è detto che si debba cambiare vaso, si può usare anche lo stesso. 

3. Sostituzione del vaso
Quando l'albero acquisisce un certo livello di formazione è il momento di cambiare il vaso di coltivazione
con un contenitore armonicamente più adatto.

4. Cambiamento della sua posizione in vaso
Con il trapianto è possibile cambiare la collocazione del bonsai in vaso. Osservando accuratamente
si può valutare una collocazione nella quale la struttura del bonsai sarà meglio valutato.  

I momenti del rinvaso 

L'intervallo tra un rinvaso e l'altro dipende da molti fattori: dalla specie, dal vaso, dal tipo di substrato utilizzato
e dalla  vitalità della specie. Le conifere in formazione si trapiantano ogni due anni, mentre quelli ad un
buon livello di realizzazione ogni tre, cinque anni. Per le caducifoglie il rinvaso si opera sugli alberi giovani annualmente e ogni uno, due anni, sugli alberi più maturi. Considerando le stagioni
come riferimenti, i periodi ideali sono inizio  primavera  e l'autunno, intorno alla settimana dell'equinozio. Per i principianti con minore pratica è consigliabile sempre la primavera. 

Come si rinvasa 

Al momento del rinvaso è bene lasciare asciugare, la terra all'interno del vaso. In maniera di potere sgrovigliare il ceppo e non correre il pericolo  di rompere le radici.

Uno



 

 

 


 

 


Si ritaglieranno quadratini di retina di protezione contro

gli insetti, corrispondenti al  numero dei fori del vaso, sui

quali saranno posizionati e fissate con cavallotti di filo

d’alluminio a forma di "8".

 

 

 Attraverso i fori verranno fatti passare uno o più fili

metallici (linee gialle) con lo scopo di ancorare la pianta al

vaso. I fili, fatti passare fuori del vaso sotto la base,

 entreranno attraverso due fori e si fisseranno a grosse

radici o, in mancanza, alla base del tronco.
In caso contrario la pianta tenderà a muoversi nel vaso traumatizzando le radichette o in caso estremo tenderà ad inclinarsi.

 

Questo allestimento va realizzato prima di rinvasare,
 per non permettere alle radici un contatto prolungato
all’aria con il rischio di deidratarle.

 Uno


 

 

 

 



 

 

 

 

 

Si taglia il filo d’alluminio che legava la pianta al vaso.

 



 






 

 
Due

Se le radici sono fitte è difficile staccare il bonsai dal vaso. In questo caso bisogna staccarle delicatamente dalle pareti interne del vaso spingendo un falcetto intorno al
ceppo.
 

 

Il bonsai levato dal vaso va collocato su un piano o
preferibilmente su un tavolino girevole,
per sgrovigliare tranquillamente le radici.
 

 

 

Tre



 



Afferrando con una mano il bonsai dalla parte inferiore del tronco , in posizione inclinata, si rimuove con riguardo il terreno facendo attenzione a non rompere
le radici più sottili.








 

 

 

 



 

 

Di norma, in confronto all' intera massa di radici, si rimuove circa il 50-60% della vecchio terriccio, ma il rapporto differisce molto in base alla specie, all'età e allo stato di realizzazione del bonsai
 

  

 

  

 

 

 

Dopo aver sgrovigliato le radici si tagliano quelle vigorose e fittonanti, lasciandone a sufficienza
per assicurarsi l’ efficienza dell’apparato radicale.
 

 

 

Quattro


 


 

Collocare nel vaso uno strato di terriccio più grande per costituire uno strato di drenaggio. Di solito realizzato da due strati di particelle. Alcuni utilizzano pezzi di carbone sul fondo del vaso, insieme allo strato di drenaggio. Pare che il carbone favorisca la ripresa e la crescita delle radici.
 

 

 

 

Al di sopra dello strato di drenaggio è collocato il substrato  di coltivazione, in funzione della grandezza del ceppo ed alla profondità del vaso

 

Cinque



La corretta disposizione del bonsai nel vaso è molto importante, come il movimento del tronco fino all'apice e la distribuzione dei rami principali. Un altra questione rilevante è la posizione nel vaso. Non si posizioni il bonsai su una delle due linee mediane del vaso: la pianta va in genere posta all'interno di uno dei rettangoli posteriori, formati dalle mezzerie, e spostata più destra o a sinistra in base ai suoi volumi.

 

 

 Una volta stabilito la giusta collocazione in vaso è necessario bloccare stabilmente il bonsai, facendo attenzione a non muoverlo nella fase del fissaggio. In questo caso, sono stati inseriti dei bastoncini di bambù
nel pane radicale ai quali è stato fissato il filo di ancoraggio di alluminio.
 

 

Sei



 Una volta fissato il bonsai si può a poco a poco
riempire di substrato il vaso di terra, facendo attenzione a far entrare í grani tra l'apparato radicale, in modo
che non rimanga dell'aria tra le radici.
 

 

 Per fare entrare i grani di terra tra le radici occorre utilizzare dei bastoncini di bambù, da far ruotare gentilmente tra le radici.

 

Sette



 

Pressando lievemente le dita sulla terra
si accerta che la terra sia ben assestata tra le
radici e che non siano restate zone d'aria
dentro il vaso. Poi, con l'aiuto di una
palettina, si livella la superficie del substrato: per un effetto naturale occorre tenere lievemente più elevata la base del tronco in confronto al bordo del vaso. Per conservare in questa fase una maggiore umidità si può disporre sulla superficie dello sfagno sminuzzato.
 

 

 

 

 

 

 Terminata l'operazione occorre annaffiare abbondantemente finché l'acqua non fuoriesca limpida dai fori di drenaggio. Questo serve ad eliminare completamente la polvere.  

  

Le cure post trapianto

Dopo il rinvaso è fondamentale che i bonsai siano ben riparati dal vento per lo meno per due settimane. Nel corso delle prime due settimane dopo il rinvaso, conviene sistemare le piante all'ombra e in seguito a mezzombra.
Dopo la prima annaffiatura, i bonsai vanno innaffiati come d'abitudine, quando il substrato si presenta asciutto. Ciò nonostante per aiutare la ripresa è utile nebulizzare la chioma almeno una volta al giorno. Gli alberi rinvasati non vanno fertilizzati fino a che le radici non riprendono pienamente la propria efficienza. Dopo quasi un mese, se i nuovi getti si sviluppano bene, di solito si possono riprendere le fertilizzazioni.

 

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