NAPOLI BONSAI CLUB (Antonio Acampora)               
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Kobayashi Issa(1763-1828)

        Eretto formale
         CHOKKAN



Lo stile eretto formale rappresenta alberi che crescono ampi e maestosi in zone pianeggianti, dove la luce arriva in eguale misura a tutti i rami. E' la base dalla quale si generano tutti gli altri stili.

Lo stile eretto formale pur essendo concettualmente semplice, non lo è dal lato pratico. Per definizione un bonsai a stile eretto formale deve avere il tronco perfettamente diritto dalla base fino all'apice. Le specie che assumono questo tipo di crescita in natura sono i Cipressi Tassi i Cedri ed in generale la maggior parte delle conifere. Tuttavia anche le specie a foglia caduca possono assumere questo tipo di crescita in condizioni ambientali adeguate: Faggi, Olmi, GinKgo biloba sono le più rappresentative.

 Generalmente lo stile eretto formale è caratterizzato da una crescita rapida e forte dominanza apicale, originata da un ambiente soleggiato e da un terreno stabile. Alcune specie che presentano queste due caratteristiche sviluppano, nei loro primi anni leggere curve nel tronco che, con il passare del tempo grazie rapida crescita e all'ingrossamento del tronco, scompaiono lasciando il passo ad un maestoso tronco eretto e conico. Si tratta dello stile più vincolato da regole, che delimitano e specificano lo spessore del tronco in relazione all’altezza, la posizione delle radici, la posizione in vaso, la lunghezza, l'inclinazione e la densità dei rami.

Tali regole, ripetute centinaia di volte sono certo conosciute da tutti gli amatori.Tutte le arti hanno delle regole, più o meno esplicite per realizzare i propri canoni di bellezza. Nell'arte bonsai il canone di bellezza consiste nell'emulare la bellezza della natura. Per questo, così come accade in natura, è praticamente impossibile che esistano due alberi uguali.

Il clima e gli agenti esterni, fanno in modo che ogni esemplare, pur conservando la tipologia di crescita propria della specie, sia differente.

Le regole per la formazione dello stile eretto formale indicano che: ad ogni centimetro di spessore del tronco devono corrispondere 6 cm di altezza; che il primo ramo deve essere il più lungo e grosso e deve essere situato ad un terzo dell'altezza totale dell’albero; che i rami frontali devono apparire solo nell'ultimo terzo del tronco e che la ramificazione deve essere riunita in gruppi di tre: sul lato sinistro, sul lato destro e sul retro, formando una spirale.

E' certo che quando un albero risponde a queste regole, si può affermare che sia un bonsai perfetto, ma se tutti i bonsai fossero modellati allo stesso modo si contribuirebbe ben poco allo sviluppo dell'arte bonsai. E' proprio quando si riscontrano delle piccole violazioni alle regole che ci si trova ad affermare, che bel bonsai! e lo si può considerare un'opera d'arte. In altre parole, se non si riesce a creare un bonsai che in qualche modo violi le regole, si è prigionieri delle forme.

Tuttavia le regole non vanno dimenticate, perché allora l'albero non avrebbe forma. Per quella sottile linea che divide le regole e la creazione individuale è possibile distinguere i maestri di un'arte. In arte bonsai, in più, l'albero coopera in questo senso, poiché è difficile trovare materiale adatto a seguire le regole di questo stile alla perfezione, a meno che non si inizi da seme.

Per riassumere, anche se è necessaria una certa flessibilità nella modellatura di base, deve esserci qualche elemento che consenta di riconoscere un bonsai come appartenente ad uno stile.

L'elemento essenziale dello stile eretto formale è il nebari o sviluppo delle radici.

Stile eretto formale

Idealmente le radici devono essere forti per sostenere il poderoso tronco conico, ma non eccessivamente grosse. Devono svilupparsi dalla base in tutte le direzioni, ma essere equidistanti, dello stesso spessore, poiché quelle che nascono verso il fronte dovrebbero essere idealmente più corte di quelle laterali, per aiutare l'effetto prospettico.Più difficile da spiegare è il sistema d’ancoraggio al terreno: le radici devono introdursi progressivamente nel terreno, evitando specialmente quelle che si piegano a gomito verso terra. Rispetto al tronco: deve essere perfettamente diritto, verticale e conico (cioè più grosso alla base che all’apice). La corteccia deve essere rugosa nelle conifere e liscia nelle caducifoglie, senza segni di potatura o incisioni dovute al filo. Gli esemplari con tronco grosso daranno un'impressione di stabilità, quelli con tronco sottile sembreranno più alti. E' possibile accentuare questi effetti giocando con la lunghezza dei rami, come si approfondirà più avanti. Per quanto riguarda i rami, quelli primari devono svilupparsi dal tronco seguendo la sequenza a tre gruppi commentata precedentemente. Di particolare importanza sono la lunghezza e l'inclinazione: con un grosso tronco e lunghi rami, che creano una silhouette a base larga, la sensazione di orizzontalità e stabilità sarà più forte, suggerendo l'immagine di un albero vecchio cresciuto in una zona a clima mite.

Se il tronco è grosso ed i rami corti e inclinati verso il basso, l'immagine suggerita sarà quella di un vecchio albero, cresciuto in una zona a clima rigido (si può accentuare quest’impressione creando qualche jin). Se il tronco è sottile ed i rami corti, l'immagine sarà quella di un albero altissimo, maestoso, ma aggraziato e leggero. Se il tronco è sottile ed i rami lunghi, si crea l'immagine di un albero giovane, ancora incapace di mostrare il suo carattere.

La norma generale rispetto alla lunghezza dei rami è che la distanza massima tra i due rami più lunghi sia di due terzi dell'altezza del tronco.

Stile eretto formale

Ma questo pino (prima foto) dal grosso piede, dal tronco diritto con una chioma densa e perfettamente triangolare nella sua perfezione è divenuto un'astrazione ad un certo punto troppo lontana. L'evoluzione dello stile ha seguito altre conclusioni vedendo nell'asimmetria della chioma un avvicinamento al modo di essere della natura, mai così regolare da prevedere simmetrie. Ed ecco che il movimento del tronco diritto si stempera nel movimento delle masse, nel gioco dei pieni e dei vuoti. Il triangolo non è più regolare, ma scaleno, ed anche il chokkan acquista una sua dinamicità. Questa evoluzione, non toglie nulla al carattere ed allo spirito di questo stile che resta il simbolo di quella perfezione della forma con la quale esprimere una forza morale.   

                   Stile eretto formale (Juniperus rigida)                    

                                                      

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