Piante d'accompagnamento o complementari
SHITAKUSA (L'arte dei semplici)
caduto il fiore
resiste l'immagine
della peoniaYosa Buson (1715-1783)
Le piante d'accompagnamento anche se sembrerebbe che accompagnino il bonsai (da cui il nome) svolgono parecchie funzioni nell'uso con i bonsai. La loro funzione principale è quella di accentuare il carattere della pianta che accompagnano nelle seguenti caratteristiche: movimento, profondità, linea, stagione, (rappresentano e accentuano il periodo dell'anno, ad es. composizione estiva, sassifraghe durante la fioritura; o autunnale, gramigne, oppure primavera, osmunda.).
Esposizione
Nell'esposizione, bonsai ed erba di compagnia devono convergere l'uno verso l'altra. Bisogna essere attenti ad alternare i vari tipi d’erba di compagnia durante l’anno. L'aggiunta di piantine d'accompagnamento dona naturalezza all'esposizione di bonsai. Nella maniera tradizionale di esporre i bonsai, un esemplare non è mai esposto da solo ma accompagnato da una piantina e, dal kakemono, un rotolo dipinto. Questi tre elementi formano un triangolo dove il bonsai simboleggia l'uomo, la pittura il cielo e la piantina, la terra. Per tale motivo è sempre presente idealmente il triangolo che equilibra l'esposizione. Il bonsai è il soggetto principale, che deve stimolare un insieme di sentimenti o ispirare una scena in natura. Le piantine o le erbacee, abbinate al bonsai, sono essenze che vivono in natura nelle stesse zone in cui cresce la specie, che abbiamo usato per la formazione del bonsai. Le piante d'accompagnamento testimoniano l'amore, l'osservazione della natura, la scelta delle erbe richiede molta sensibilità e la loro cura tante attenzioni. La combinazione di bonsai, piantine, vasi, pietre e supporti, crea un'atmosfera che trasporta l'osservatore sensibile in un'altra realtà, quella della sua esperienza interiore. Le piante d'accompagnamento sono capaci se ben abbinate al bonsai di rievocare immagini ed atmosfere, sensazioni, stati d'animo. Un modo per evocarli è una giusta composizione in cui i vari elementi sommano la loro forza espressiva tutti in un'unica direzione. Una piccola felce, su un'umida pietra scura, un pino con i suoi rami densi che ombreggiano il suolo: ecco la calma, la dolce malinconia. Un timo ci conduce in luoghi aperti ed assolati, un'alta e ricurva graminacea in un'aperta zona ventosa. La preparazione delle piantine deve essere fatta molto prima dell'esposizione, affinché l'insieme diventi naturale e credibile. La scelta dell'elemento d'accompagnamento al bonsai è legata a ciò che l'uomo vuole esprimere, più che ad un motivo estetico, ma pur essendo soggettiva è legata a delle regole.
Il volume dell'elemento di compagnia deve essere notevolmente più piccolo del bonsai cui è abbinato. Anche per le Shitakusa la patina del tempo è importante e questa è ottenuta solo con lunghi anni di lavorazione in vaso. Tra la dimensione del bonsai e quella dell'erbetta deve esserci un rapporto perfetto: shitakusa non deve mai superare in altezza il bordo del tavolino su cui è posto il bonsai, eccezion fatta, eventualmente, per lo stelo di un fiore che deve, in ogni caso, essere sottile. Le foglie devono essere piccole, cosa che si ottiene levando quelle grandi man mano che crescono. Non ci deve essere un numero eccessivo di fiori. Anche in caso d’erbetta di compagnia con frutti, questi devono essere minuscoli e la loro presenza è vietata in caso il bonsai n’avesse di suoi. Si può esporre una shitakusa anche levandola dal vaso (NEARAI), ma solo quando le radici hanno totalmente ricoperto il pane radicale. Il NEARAI può essere presentato in un SUIBAN dalle dimensioni appropriate; anche un piattino in ceramica può servire a questo scopo, sempre che sia di un colore non troppo appariscente, come pure su un pezzetto di tegola rotta, meglio se vecchia, una radice secca o una vecchia pietra. Anche nelle composizioni in vaso, non si deve mai vedere il terriccio che può essere coperto dal muschio. Ricordiamo in ogni caso che l'erba di compagnia non va collocata direttamente sul tavolo; (sarebbe come presentare un oggetto posto a terra) ma sempre su di un tavolino o su una fetta di legno, a meno che il bonsai non venga a sua volta presentato sul medesimo supporto.Si deve porre una cura particolare nella scelta del vaso che deve avere la patina del tempo. Devono essere evitati gli angoli e quindi sono da preferirsi la forma rotonda oppure ovale. Il vasetto non deve essere troppo appariscente e non deve avere la stessa forma e lo stesso colore del vaso del bonsai a cui si accompagna. Inoltre la posizione, l'inclinazione, e la figura dell'elemento di compagnia deve essere ben definita. Proiettando la figura del bonsai su un piano verticale, le tangenti alla chioma con la linea d'appoggio del piano contenente l'albero, determinano un triangolo scaleno. L'angolo acuto più piccolo interno alla base di tale triangolo è il luogo in cui va posto la piantina, o il suiseki. Il bonsai appare così naturalmente inclinato a guardare verso l'elemento d'accompagnamento, che a sua volta è rivolta al bonsai. Si costruisce una composizione chiusa, ordinata. Un bonsai fiorito richiede un elemento non fiorito, che trasmette tranquillità. Ad una latifoglia è abbinata una piantina da fiore o da frutto. L'elemento d'accompagnamento non deve mai creare un punto focale troppo evidente da distogliere l'attenzione dal bonsai. Ad un bonsai spoglio si accosta per accentuare l'atmosfera stagionale, un'erba secca o al primo risveglio. La piantina complementare può essere formata da una sola essenza, che ricorda il prato di montagna, o di pianura.
I contenitori di queste piantine sono piccoli vasi, bassi vassoi, pietre leggermente concave su cui poggia la massa tondeggiante della terra.Terriccio
La quantità è minima data la dimensione del contenitore. Per le piante che si presume saranno sempre esposte in vaso (Shitakusa), si può usare dell'AKADAMA con altro terriccio, simile a quello originario, sempre tenendo conto dell'importanza di un ottimo drenaggio. Nel caso di NEARAI è da preferirsi il KETO.
Nel momento in cui si richiama un ambiente umido e ricco, la terra in cui affondano le radici di festuche, giunchi, felci, aquilegie, fritillarie, è posta su di un velo d'acqua ed è trattenuta, da una retina sottile, perché non si sfasci, nascosta da muschio. Per questo tipo di composizione, senza vaso, s'inizia da una rete di plastica, dalla quale si fanno passare dei fili che serviranno per legare le piante. Si preparano delle palle di torba e akadama, che saranno il substrato delle piantine. Si mette una palla di terriccio sulla rete, si dispone un gruppetto di piante, e infine si rifinisce con muschio a fibra lunga. In alcuni bonsai è possibile utilizzare piante d'accompagnamento alla base del bonsai, in modo che ricordi un vero e proprio ambiente naturale nel quale crescono gli alberi. Per fare questo è sufficiente raccogliere delle piante selvatiche, scegliere le specie a radici corte che non possono entrare in competizione con quelle del bonsai. Le piante d'accompagnamento si aggiungono prima di mettere l'ultimo strato di terriccio, praticando dei piccoli buchi che le accolgono. Poi si copre con il terriccio e si rifinisce con cuscinetti di muschio dalle differenti tonalità. L'obiettivo non è nascondere i difetti del bonsai, ma aggiungere un tocco di bellezza alla superficie del terriccio, alla quale spesso non si applicano che monotoni cuscinetti di muschio.Lavorazione dei vari tipi d’erbe
Si possono usare erbe perenni, annuali o spontanee, come pure bulbi, felci e piante legnose ma a cespuglio. Occorrono almeno tre anni, in vaso, prima che uno shitakusa o un NEARAI siano esposti:
1° anno
Si lascia vegetare l'erbetta limitandosi a togliere le foglie grosse (mochikomi).2°anno
Si può favorire la ramificazione e la crescita del muschio3° anno
Le foglie si sono rimpicciolite e debordano dal vaso, a questo punto è pronta per venire utilizzata.
La preparazione di un'erba d'accompagnamento, quindi richiede diversi anni, l'elemento di compagnia deve dimostrare di essere stato curato da anni ed esprimere armonia, vigore e fragilità. Generalmente non s'impiegano erbe annuali, perché la loro espressione stagionale è effimera e non può essere perfezionata, ma piante perenni come: pelargonio, Felci, Viole, Bergenia ecc.
Uno degli scopi delle piantine è quello di creare movimento alla composizione, dando un senso di maggiore prospettiva ricreando anche simbolicamente la stagione che rappresentano. Nell'esposizione delle piante bisogna rispettare l'equilibrio fra altezza del supporto su cui si è sistemato il bonsai e lo spazio impiegato attorno. I punti focali sono due: quello principale costituito dal bonsai e quello secondario dalle piante di compagnia, l'aspetto esteriore non sarà mai in competizione. Un principio importante è che le piantine non abbiano mai forma simile a quella del bonsai cui si accompagnano, così come differente devono essere il colore e la struttura delle foglie, la forma, la misura ed il colore del vaso. Il bonsai è collocato di solito su un tavolinetto, per valorizzarne l'importanza, e la pianta di compagnia su una base più bassa (una "fetta" di tronco, una stuoia di canne ecc.). Qualora poste sullo stesso livello, le due piante daranno un senso di staticità, non interessante alla percezione visiva.Posizionamento nel vaso
In caso di posizionamento in un SUIBAN o in contenitori piatti, l'erbetta va posta a destra o a sinistra mentre, in caso di vaso rotondo od ovale, è accettata anche una sua posizione centrale.
Le piantine, in genere vanno sistemate in vasi piatti e la scelta del colore di questi contenitori ha un significato preciso: il blu dà la sensazione dell'acqua, il bianco della neve. Tutto ha un preciso significato evocativo nella composizione col bonsai, niente è lasciato al caso.Composizione formata da erbette diverse
Mentre un bosco viene sempre immaginato visto da lontano, per un boschetto d’erbe di compagnia è il contrario, di conseguenza l'erba più grossa va dietro mentre quelle più piccole stanno davanti. Per queste composizioni si devono usare specie che vivono nello stesso ambiente: montano, marino, lacustre, ecc. In ogni caso, la parola d'ordine è "armonia".
Tra le piantine più usate possiamo ricordare: il narciso selvatico (Narcisus asturiensis) i cui fiori sbocciano alla fine di gennaio, il salice nano (Salix repens) i dianthus, piccoli garofanini, l'aquilegia, con fiore azzurro, l'Erodium chamaedryoides roseum, fiorisce continuamente dalla primavera al tardo autunno, la menta, la lavanda, la salvia, il timo comune. Anche gli arbusti in miniatura possono essere usati come piante complementari, es. il berberis corallina compacta, la betulla nana, erica faxi nana, jasminum parkeri, il rosmarinus prostratus. Per quanto riguarda le piante grasse, ve ne sono d'eccezionali. Bisogna ricordare anche che ricreare un'immagine idealizzata di un albero, significa anche non considerarla staccata dal suo mondo, ma inserirla in esso con gli elementi più caratteristici. Tra le piantine d'accompagnamento che sono di una certa importanza, sono da ricordare:
FESTUCA GLAUCA: (con le conifere), in un vaso beige o azzurro si abbina ad un possente Pino nero, mentre per la morbidezza dei suoi steli si può abbinare ad una caducifoglia come la betulla.
GENZIANA: con il suo colore azzurro, ravviva bonsai di castagno, faggio, leccio.
LUZOLA NIVEA: ricrea un ottimo sottobosco alle caducifoglie.
FELCE: vanno bene con ogni tipo di bonsai.
TIMO: accompagna bonsai di conifere es. pini neri, e caducifoglie quale l'acero palmato.
FRAGARIA VESCA: si coniuga in modo perfetto con olmi e zelkove.
SASSIFRAGA: in vasi verdi o azzurri si armonizza con le conifere, o in fiore nobilita un bonsai d’acero tridente.
GIAGGIOLO (Iris germanica): simbolo di forza e resistenza, in vasi azzurri e bassi si accosta
alle conifere (pino pentafilla) e alle caducifoglie, carpino, gingko
olmo ecc.
SEDUM ALBUM: può accompagnare Abeti e conifere, come il cedro atlantico.
PAPAVERO PERENNE (Papaver alpinum): accompagna conifere e anche bonsai di faggio
MENTA: con le conifere, e forma un bel sottobosco ad una foresta di conifere.
MIRTILLO ROSSO: ricorda i luoghi in cui i faggi crescono vigorosi.
SENECIO: è un degno partner delle conifere.
ARTEMISIA: armonizza con faggi, olmi, aceri.
GERANIO: può abbinarsi, anche quando non è in fiore, a tutte le caducifoglie.Quindi quando si vuole presentare il proprio Bonsai con delle piante d'accompagnamento non si dimentichi i principi che ispirano tale presentazione: massima semplicità, modestia, linearità, movimento, profondità. Ricordando Naka che ha detto " l'uso del minimo, descrive il
massimo ", possiamo ritrovare in queste parole il significato e l'importanza delle piante d'accompagnamento.