Oziorrinco
Nella terminologia comune
quando si parla di "oziorrinco" ci si riferisce ad alcune specie di
insetti appartenenti alla famiglia dei
Curculionidi dell'ordine dei Coleotteri.
Il termine generico "oziorrinco" è
giustificato dal fatto che gli adulti delle
specie appartenenti al genere
Otiorrhyncus sono simili tra di loro e
soltanto un esperto può distinguerli.
Gli adulti si presentano di colore
scuro, con dimensioni, a seconda della
specie, variabili tra 6 e 8-10 mm,
antenne genicolate (cioè piegate a
forma di ginocchio) ed ali che, senza
scendere in particolari per specialisti,
sono modificate e rendono questi
insetti incapaci di volare, per cui
possono spostarsi solo camminando.
Svernano allo stadio di larva e, a
partire da aprile-maggio, compare
l'adulto che rimane presente fino
all'autunno.
Tranne una specie che attacca anche
le conifere, tutte le altre sono parassite
di latifoglie sulle quali l'adulto provoca
dei danni che consistono in erosioni
fogliari che partono dai lembi delle
foglie addentrandosi verso l'interno:
tipicamente la parte erosa si presenta a
torma di mezzaluna.
Se il numero di insetti per pianta è
limitato, il tutto si risolve in un
semplice danno estetico, mentre se il
numero è superiore a 3-4, vengono
erose gran parte delle foglie e la pianta
stenta a svilupparsi.
Qualora si notassero le tipiche
erosioni sulle foglie di un bonsai è però inutile affannarsi ad ispezionare
la pianta alla ricerca del colpevole.
Infatti gli oziorrinchi hanno abitudini
notturne, nel senso che di giorno
vivono nel terreno dal quale poi
fuoriescono durante la notte per
risalire, camminando, il tronco e
portarsi sulle foglie.
Invece ben più seri sono i danni che
provocano le larve degli oziorrinchi,
queste vivono nel terreno nutrendosi
a danno delle radici delle piante con
conseguente deperimento delle stesse
e con un esito che, se il numero di
larve è elevato, può essere letale. Il controllo di questi insetti deve essere effettuato diversamente a seconda che sia rivolto verso gli adulti o verso le larve. Nel caso siano presenti soltanto gli adulti, si può intervenire clinicamente utilizzando un insetticida sistemico (ottimo il p.a.
Dimetoato), oppure si deve utilizzare un metodo, mutuato dall'agricoltura, che consiste nell'applicare sul tronco del bonsai del nastro
adesivo. Infatti, come detto in precedenza, l'insetto non potendo volare, per portarsi sul fogliame deve camminare lungo il tronco e quindi rimane attaccato sul nastro, per cui la mattina successiva può essere catturato.Affinché questo metodo abbia successo, occorre che il nastro sia fortemente adesivo (eventualmente si può cospargere di colla per topi) e che abbia un altezza di almeno 4-5 cm.
Più complicato è, invece, il controllo delle larve (anche le larve di questo insetto
sono dannose. Sono bianche, carnose e con il capo di colore giallo e
rosso, lunghe circa un centimetro, riconoscibili perché hanno una
tipica forma del corpo che ricorda la lettera C (sono tozze e
leggermente arcuate sul dorso). Vivono nascoste nel terreno
nutrendosi delle radici di molte specie e risultano molto dannose.)
Contro le
larve si possono utilizzare degli insetticidi granulari per insetti terricoli che vanno applicati al terreno, prestando molta attenzione alla dose utilizzata per evitare problemi alla pianta, oppure, in alternativa, dei prodotti biologici a base di nematodi zooparassiti reperibili presso centri specializzati.
L'esperienza ha comunque dimostrato che difficilmente nei vasi bonsai vi è presenza di larve (probabilmente per i notevoli sbalzi idrici e termici), mentre è più frequente rinvenirle nei grossi vasi di coltivazione.
Se la stagione lo
permette, per eliminare le larve può essere utile, più che l'utilizzo di prodotti chimici, il cambio totale del substrato di coltivazione.