Le Cocciniglie
Il bonsai vive nell'oggi, gioiamo
dell'esperienza o, meglio ancora,
sperimentiamone la gioia!
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fig.1 | fig.2 |
Il maschio è di dimensioni inferiori a quella della femmina, ha un corpo allungato e un solo paio di ali, ed è sprovvisto di apparato boccale. Le cocciniglie secernono diverse sostanze con funzione protettiva, che le rende difficilmente raggiungibili da parte degli insetticidi. Esse possono produrre con funzione protettiva: lacca, una specie di vernice che indurisce il segmento dorsale; cere, sostanze lipoidi; e seta, di natura proteica. Le cocciniglie si nutrono della linfa delle piante, attraverso un apparato boccale di tipo succhiatore-pungente, fig.2, parte della linfa viene in alcuni casi filtrata attraverso speciale «camera filtrante» e secreta in forma di melata. La melata ha come componente principale il saccarosio e altri zuccheri oltre ad amminoacidi e vitamine, essa funge da substrato per dei funghi, con conseguente sviluppo della c.d. “fumaggine” di colore scuro che riduce se presenti sulle foglie l’attività fotosintetica. Inoltre la melata imbrattando i tessuti ne limita gli scambi gassosi. In ambito bonsaistico i danni possono essere davvero terribili, oltre alla defogliazione, e alla riduzione dell’attività fotosintetica, si può avere il disseccamento dei rami. Inoltre se l’attacco è localizzato sul tronco e la specie è sensibile (ad es. melograno) si può avere la morte del bonsai. L’infestazione è propagata con l’ausilio del vento dalle neanidi le quali, però non presentano protezione e sono quindi più facilmente soggette all’azione di agenti esterni. In campo bonsaistico il controllo delle cocciniglie può essere ottenuto favorendo la penetrazione delle radiazioni solari all’interno della chioma, e limitare le annaffiature azotate che aumentano la pressione linfatica della pianta. Se l’infestazione è limitata si può effettuare un’asportazione meccanica con l’ausilio di uno spazzolino, o di un batuffolo di ovatta imbevuto di una soluzione di alcool etilico ed acqua (nel rapporto due a uno). Le protezioni presenti sul corpo dell’insetto adulto rendono inutile l’uso di insetticidi per contatto. Si consiglia, l’utilizzo di olio minerale bianco che deve essere distribuito uniformemente per ricoprire il corpo degli insetti determinando la morte per asfissia. Bisogna anche ricordare che l’olio bianco riduce la traspirazione, e quindi anche l’attività fotosintetica, quindi si può usare sia per trattamenti invernali, che primaverili. Prestando però attenzione nei periodi più caldi, in quanto si possono manifestare fenomeni di fitotossicità. Solo in casi estremi è consigliabile miscelare l’olio bianco con esteri fosforici, Basudin, Folithion o Dipel. Cocciniglia di San José o Aspidiotus perniciosus Si ritiene sia originaria del nord della Cina, fu notata per la prima volta in California (in un frutteto di S. José). Si tratta di una specie polifaga, predilige pomacee e drupacee. La cocciniglia supera il periodo invernale come neanide e compie 2-3 generazioni l’anno. Essa si trasmette per trasporto passivo o per contatto tra rami e foglie di piante vicine. Le colonie dell’insetto formano incrostazioni localizzate sulla corteccia. Sui rami gli stiletti dell’apparato boccale dell’insetto raggiungono il cambio, arrestando la crescita e determinando lesioni cui segue il disseccamento della corteccia. Sui frutti oltre alle maculate rossastre si verificano deformazioni. Il controllo di questa specie sui bonsai può essere eseguito con ripetute spazzolature della corteccia, in modo da renderlo sensibili a fattori limitanti dell’ambiente, sbalzi termici, disidratazione, ecc. perché private del loro follicolo. Oppure usare trappole collanti bianche, o altri strumenti al fine di individuare le epoche di sfarfallamento dei maschi. Spesso si usa tra gennaio e marzo, sulle forme svernanti olio bianco emulsionato, sulle neanidi, s’interviene con esteri fosforici (Fenoxycarb). Cocciniglia bianca del gelso e del pesco o Diaspie pentagona . E’ di origine giapponese, è stata identificata come Diaspie pentagona ora Pseudaulacapsis pentagona. Preferisce insediarsi sul gelso e sul pesco, ma è frequente anche su altre drupace (albicocco, mandorlo, susino,ecc.) e pomacee (melo,pero, cotogno ecc.) su vite e piante ornamentali. La cocciniglia forma delle incrostazioni su rami e tronchi provocando deperimento e morte delle piante ripetutamente colpite. Sverna come femmina fecondata sui rami e branche, le femmine sono ricoperte da secrezioni setose. La cocciniglia può formare delle croste compatte costituite da più strati di individui. I bonsai possono deperire fino al disseccamento. Buoni risultati si ottiene con asportazione delle croste follicolari mediante spazzolatura e con applicazione di fine estate di oli bianchi.