Materiale di partenza
Visto quale é lo scopo ultimo, " l'albero in miniatura ", visto come dovrebbe essere, prima di realizzarlo facciamo una rapida carrellata sul materiale da usare e come reperirlo. Piante da vivaio Questo è sicuramente il metodo più semplice ed è più consigliato per procurarsi una pianta da lavorare. Il materiale acquistato in vivaio ha di solito una serie di caratteristiche positive che lo fa preferire a quello proveniente da altre fonti. Queste positività sono: La possibilità di trovare una ampia gamma di soggetti differenti sia come specie, sia come forma, sia come dimensioni. La certezza di un pane radicale ben sviluppato e ricco che comporta quindi un attecchimento pressoché sicuro; La possibilità di acquistare durante tutto l'anno il materiale se esso è coltivato in fitocelle di plastica senza aspettare primavera o autunno per zollare l'albero. Come scegliamo l'albero? Nella scelta del soggetto dobbiamo porre particolare attenzione alla zona del colletto dove radici e tronco si raccordano, pertanto: frughiamo con 1e dita, spostando un po' di terra se necessario, per capire dove si dipartono esattamente le radici. Verifichiamo che il soggetto abbia una buona disposizione dei rami in tutte le direzioni e il tronco e i rami stessi non presentino internodi troppo lunghi e cilindrici. Se il soggetto si può estrarre senza danno dal contenitore, una rapida occhiata allo stato e alla consistenza delle radici ci dà qualche informazione in più sulle potenzialità dello stesso. Un buon pane radicale di un albero che vive in vaso da almeno un anno non si sfalda, le radici infatti sono giunte alla periferia e lo trattengono completamente: al contrario, se si sfalda, è probabile un marciume radicale o la presenza di gallerie provocate da ospiti indesiderati come larve, formiche o altri. Infine..sono importanti l'aspetto sano e il bel colore delle foglie.
Fig. 28 La margotta, produzione di radici su di un ramo ancora attaccato alla pianta madre.
Come si
esegue? Si asporta un anello di corteccia alto due centimetri circa nel punto in cui si vogliono ottenere le radici. Su alcuni testi viene suggerito anziché l'asportazione della corteccia, la strozzatura del ramo con un filo metallico. Il risultato è lo stesso, in effetti sia un metodo che l'altro comportano l'interruzione del flusso della linfa discendente, che è ciò che vogliamo. L'asportazione dell'anello di corteccia è più sicuro perché interrompe sicuramente il flusso. Viceversa con la strozzatura via filo, può capitare che il rigonfiamento delle fibre prodotto sia così veloce da emettere un callo che rimette in comunicazione le fibre strozzate, senza produrre radici rendendo inutile l'operazione. L'anello scortecciato viene ricoperto da muschio umido e il tutto viene racchiuso e tenuto assieme da tiri foglio di plastica chiuso accuratamente sopra e sotto con una salda legatura. L'analogia con la talea è evidente; nella margotta abbiamo le condizioni ideali per la radicazione nella regione del ramo scorticata; l'afflusso della linfa grezza è assicurata dai canali interni al legno che sono rimasti intatti. La verifica della presenza delle radici si compie senza disfare il pacchetto; la mancanza di umidità all'interno di esso può significare che le radici si sono già sviluppate e stanno assorbendo l'acqua trattenuta dal muschio. Alcune volte la presenza delle radici nel pacchetto è percettibile anche al tatto.
Propaggine Una variante della talea e della margotta è la propaggine. Lo scopo ultimo anche in questo caso è quello di far radicare un ramo. Operativamente consiste nell'abbassare un ramo sino a terra, incidere o spelare il ramo nel punto dove si desiderano le radici e sotterrarne la porzione; la parte sotto terra produrrà nuove radici. Questo metodo molto facile è del resto naturale per arbusti a carattere strisciante che emettono radici dai rami che toccano terra.
Innesto La tecnica dell'innesto è quella che permette di far vivere una porzione di pianta (la marza) prelevata da un albero donatore eli cui si vuole riprodurre le caratteristiche, su di un soggetto ricevente detto portainnesto, Fig. 29.
Fig. 29: Esempio di innesto a corona, a) Marza con taglio a becco di flauto, b) Portainnesto con lembi di corteccia alzata pronto a ricevere la marza. c)La marza innestata sul portainnesto viene legata fermamente ad esso con una fasciatura di raffia In poche parole possiamo dire che il portainnesto offre il piede e l'apparato radicale e la marza la parte aerea. Portainnesto e marza diventano un tutto unico quando le due parti si sono saldate. Tra marza e portainnesto ci deve essere affinità perché l'innesto possa attecchire.Un buon livello di affinità si raggiunge tra piante della stessa famiglia e stessa sottofamiglia, detta anche tribù. L'innesto deve essere eseguito il più basso possibile, affinché l'eventuale rigonfiamento prodotto dalle cellule di cicatrizzazione non stoni sul fusto. Questa tecnica viene usata quando non è possibile riprodurre una varietà in modo più semplice quale talea, seme o altro. Materiale raccolto in natura
I giapponesi chiamano Araki il materiale raccolto in natura
da utilizzarsi per bonsai.
Già da molto tempo in Giappone hanno smesso di
raccogliere araki e si sono dedicati alla coltivazione di mate
riali per bonsai in vivaio. Sarebbe bello poter fare lo stesso anche da noi.
Dico questo per scoraggiare il neofita, almeno all'inizio, a
raccogliere in natura.
Molteplici sono le difficoltà e gli aspetti negativi del
raccogliere in natura.
Il più delle volte il soggetto è così grazioso e contenuto perché vive in un posto ostile e pertanto è difficile
asportarlo; ad esempio le sue radici si affondano nelle fessure
di una roccia e la loro parte utile chissà dove si trova.
Le condizioni ambientali lo hanno così forgiato da farlo
assomigliare ad un bonsai, e per questo può apparire più bello
di quello che è in realtà.
Una volta portato a casa ci si accorge che le sproporzioni tra
rami e tronco a volte costringono ad un lungo lavoro di
ricostruzione.
A conti fatti, le correzioni da apportare su ciò che rimane
dopo lo sfoltimento iniziale sono così pesanti che torna più
proficuo usare materiale da vivaio per le ragioni prima
esposte.
Se proprio non potete trattenervi dal raccogliere una pianta,
ricordatevi che essa ha un padrone a cui conviene chiedere
prima il permesso.
Per portare a termine fruttuosamente l'operazione è il caso di preparare il soggetto con una zollatura, eseguita magari in
due tempi, in modo da dargli la possibilità di ricostruirsi il
pane radicale vicino al tronco. Le operazioni affrettate
portano solo alla morte della pianta |