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CHE
ACQUA BEVI ?
Tutto
ciò che beviamo e mangiamo diventa parte fondamentale del nostro corpo e quindi
anche parte della nostra malattia e dei nostri problemi di salute. “Noi beviamo il 90% delle nostre
malattie” L. Pasteur E’
molto significativo il fatto che alla nascita l’uomo è composto al 70-80% di
acqua, mentre nell’età avanzata questa percentuale scende fino al 60%. E
siccome la nostra riserva idrica viene continuamente e giornalmente ripristinata
sia attraverso l’acqua che beviamo e sia in parte anche dagli alimenti di cui
ci nutriamo, fare un paio conti non è troppo difficile. La stragrande
maggioranza del cibo che mangiamo è composta da cereali in gran quantità,
alimenti già cotti, prodotti e sottoprodotti animali; se per di più l’acqua
che consumiamo è poca, non è escluso che il nostro corpo soffra di sete
cronica. A tal proposito consiglio la lettura del meraviglioso libro “il tuo
corpo implora acqua” del dott. F. Batmanghelidj. Vista
inoltre l’importanza che l’acqua riveste nei nostri tessuti, non possiamo
pensare che un’acqua sia uguale ad un'altra; gli italiani per proteggere la
loro salute preferiscono bere acqua in bottiglia, installare piccoli depuratori
domestici oppure utilizzare le brocche depuranti. Però la depurazione domestica
in definitiva serve in minima parte, in quanto difficilmente toglie pesticidi,
nitriti, fertilizzanti e non modifica assolutamente il Ph come nemmeno la
percentuale di eventuali metalli pesanti presenti. Senza contare che sono stati
fatti vari test sull’affidabilità delle brocche depuranti, che non solo hanno
dimostrato che la qualità dell’acqua depurata è pressoché simile a quella
di partenza, ma hanno anche evidenziato come talvolta questi filtri trasmettano
sostanze tossiche all’acqua finale. ACQUA
DEL RUBINETTO Gli
inquinanti più pericolosi vengono dall’agricoltura (pesticidi e
fertilizzanti), dagli scarichi industriali e dalle discariche non
impermeabilizzate di rifiuti. Le falde in Italia sono spesso infestate dai
solventi clorurati usati nelle industrie tessili, chimiche e metalmeccaniche,
oltre che dalle tintorie. La
situazione è aggravata da metalli come cromo, cadmio e rame, che vengono
travasati “legalmente” in fiumi e in discariche improvvisate. Tali metalli
penetrano nel terreno lentamente e lo inquinano irrimediabilmente. Inoltre
l’acqua che proviene dalla pioggia, passa spesso in forma gassosa sopra
fabbriche, industrie, gas di scarico delle automobili e fumi provenienti dai
camini dei riscaldamenti a gasolio delle case. Una
volta arrivata l’acqua nei serbatoi, si passa alla sua potabilizzazione che
avviene con il cloro, che a lungo andare può indebolire il nostro sistema
immunitario: non a caso chi frequentemente si reca in piscina, sviluppa in
percentuale maggiori patologie respiratorie, della pelle (micosi) ed infezioni
virali. La pulizia degli acquedotti avviene usando come flocculante
l’alluminio (di cui ovviamente rimane una traccia nell’acqua) implicato
nella demenza senile, nel morbo di Alzheimer e nei disturbi del comportamento
infantile. Non pensiate che servano grandi quantità di metalli pesanti (come
l’alluminio) per fare dei danni nel nostro organismo: bastano dosi anche
minime, ma costanti, ogni giorno. I metalli pesanti possono arrivare anche dalle
tubature di casa nostra: tubi in rame saldati con piombo, oppure in plastica
contenenti cadmio. Fortunatamente
nella zona di Trieste abbiamo un terreno argilloso che “filtra” l’acqua
piovana, di modo che arriva discretamente pura nei nostri acquedotti. Comunque
in tutta Italia i controlli effettuati nel circuito idrico sono veramente
frequenti: si parla di numerosi controlli quotidiani sia dell’acqua in entrata
che in uscita, e tali controlli sono disponibili sia sulla vostra bolletta, che
sui gli appositi siti internet. Ma quanto possiamo essere sicuri? E soprattutto:
perché non si fanno mai analisi sulla presenza di metalli pesanti nell’acqua
che arriva nel nostro rubinetto? Forse perché i valori possono spaventare? ACQUA
IMBOTTIGLIATA Si
è portati erroneamente a pensare che l’acqua in bottiglia sia più pura e più
sicura di quella del rubinetto, ma la realtà è un po’ diversa. Anche
le bottiglie in plastica possono essere pericolose: infatti la stessa acqua
Lauretana, una delle migliori, segue un percorso diverso a seconda che venga
venduta in un supermercato o in un negozio di alimentazione biologica. Quando
viene venduta tramite i supermercati viene immessa nelle bottiglie previo lo
spruzzamento di un gas disinfettante ma dalle dubbie qualità visto che la
stessa acqua venduta nei negozi biologici viene immessa in bottiglie
disinfettate con altri metodi, più innocui. Inoltre la plastica stessa passa
sostanze tossiche all’acqua che contiene, specialmente se rimane nelle
bottiglie per qualche mese o peggio ancora se viene esposta al sole. Per
di più è risaputo come i controlli effettuati sulle acqua imbottigliate siano
infinitamente minori di quelli eseguiti presso gli acquedotti, e di come spesso
alla fonte dell’acqua imbottigliata vi siano storie di lucro, di sfruttamento
e truffe non da poco (vi ricordate l’acqua di rubinetto venduta come acqua di
fonte?). Ma
allora, cosa possiamo fare di concreto? Quando siete al supermercato provate a
leggere l’etichetta dell’acqua, soprattutto le più famose o “leggere”:
il minimo del residuo fisso, ad esempio, è 200 mg/litro, che è molto alto per
il nostro equilibrio idrico. Ce ne sono certe che arrivano a 1.100 mg/lt ma che
cercano di aggirare l’ostacolo usando l’accortezza di proporre il residuo
fisso in grammi e non in milligrammi: basta moltiplicare per 1.000 per scoprire
che il trucco c’è e si vede. Riassumendo,
i valori ideali dell’acqua potrebbero essere: -
Ph leggermente acido nell’ambito
6 – 6,8 -
Rh leggermente ridotto,
nell’ambito di 25 – 28 -
Residuo fisso minore di 50 mg/litro -
La fonte deve essere ad alta quota,
altrimenti può venir inquinata da scoli di fabbriche o ditte circostanti L’acqua
con queste caratteristiche è molto più salutare delle altre, anche perché in
questo tipo di “terreno” difficilmente i germi patogeni possono proliferare. Quindi,
se proprio scegliete di bere acqua imbottigliata, cercate di preferire buone
acque, come Plose, Lauretana, Monterosa o Eva: La Goccia di Carnia, pur essendo
delle nostre parti e piuttosto buona, ha un residuo fisso alto e un pH forse
troppo alcalino (sopra l’8). Meglio
sarebbe acquistare l’acqua in bottiglie di vetro, ma purtroppo sono molto più
pesanti delle loro sorelle in plastica. SOLUZIONI,
ACCORGIMENTI Qualunque
sia l’acqua che bevete, cercate di variarla più volte all’anno. In aggiunta
cercate di assumere con l’alimentazione una buona dose di elementi che ci
difendono da tutte queste tossine, o perlomeno integrate la vostra dieta con
l’assunzione di alghe (le Klamath ad esempio), uno dei pochi supercibi rimasti
in circolazione. Inoltre
c’è la possibilità di modificarne il pH (nel caso sia troppo alcalino)
mettendoci dentro un po’ di succo di limone: oltretutto è anche molto buono! Susanna Berginc L’associazione Altroconsumo, offre ai
suoi associati la possibilità di eseguire analisi dell’acqua a prezzi modici: http://www.altroconsumo.it/vita-privata-famiglia/acqua/inchieste/analisi-dell-acqua-n255313 Link al libro “il tuo corpo implora
acqua”: http://www.ergoshop.it/acqua/Masaru%20Emoto/Il%20tuo%20corpo%20implora%20acqua.htm Per la zona di Trieste (e nello stesso
sito quella di Padova) trovate la descrizione delle falde e delle risorgive: http://www.gruppo.acegas-aps.it/cms.php?sz=176 E le relative analisi chimiche: http://www.gruppo.acegas-aps.it/qualita_acqua_trieste.php ESTRATTO
DA AIRONE (marzo 2012) In queste zone d’Italia è meglio non bere
dal rubinetto, in quanto l’arsenico supera da 2 a6 volte il limite di legge di
10 microgrammi per LOMBARDIA (8 comuni): Mantova Sondrio e Varese TRENTINO ALTO ADIGE (10 comuni): Trento e
Bolzano TOSCANA (16 comuni): Grosseto, Livorno, Pisa e
Siena LAZIO (91 comuni): Latina, Roma e Viterbo UMBRIA (3 comuni): Terni |
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