REAZIONI SUL REFERENDUM (LEGGE 40)

 

 

13/06/2005  

Cari amici,
non poteva andare diversamente: l' esito di questo referendum, quale che
fosse, avrebbe scatenato reazioni più o meno composte. E così è stato.
Vi propongo, dunque, una carrellata di "impatti" sui notabili della nostra
politica.
Gianfranco Fini viene attaccato dai suoi "luogotenenti" per aver lasciato
libertà di coscienza, che, fra l' altro, non è una concessione, ma un
sacrosanto diritto. Viene da pensare che questi ex fedelissimi non
aspettassero altro che la prima occasione per scatenare la fronda contro il
Pater Patratus di AN.
In generale tutti si sentono singolarmente vincitori, anche se, alla
vigilia, i fautori del no o dell' astensionismo venivano tacciati come
oscurantisti e baciapile.
Pannella, stanca ombra del tribuno che fu, rovescia contro il Vaticano il
suo patetico anticlericalismo, attribuendo alla Santa Sede ogni male della
società moderna.
Come se la Chiesa, diversamente dalle altre associazioni umane, non avesse
titolo per dare indicazioni ai propri "appartenenti" riguardo ai temi che
toccano l' etica e la vita umana.
Al di là delle libertà di coscienza e di arbitrio, che restano un fatto
individuale, la Chiesa ha pieno diritto di affermare la propria posizione,
al pari delle altre voci libere che si levano in ogni democrazia degna di
questo nome.
Libera Chiesa in libero Stato, si rivendica. Ma spesso viene minimizzata la
prima parte del brocardo a tutta enfasi della seconda.
Per finire, Prodi chiede che non venga data una valenza politica al
non-esito del referendum. Magari domani in qualche comunello
tradizionalmente di centro-destra eleggeranno una giunta di centro-sinistra.
Allora quello sì che avrà valenza politica e comporterà di necessità le
dimissioni da parte del Governo!

Saluti a tutti

Alessio


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