Italiani mammoni?

Da un articolo di "The guardian" GB (della serie nun se fanno mai li ca22i loro!)

Un uomo italiano su tre vede sua madre tutti i giorni.
Sette single su dieci sopra i 35 anni vivono con i genitori. Invece di essere presi in giro sono stimati e rispettati. La responsabilità è anche del sistema educativo. In Italia in media ci vogliono sette anni per laurearsi.

The Guardian, Gran Bretagna

Il sasso nello stagno lanciato da Alessio

Cosa dire?

A parte i sette anni per laurearsi, c'è per i maschietti la forca caudina del servire la patria, poi bisogna trovare un posto di lavoro, sempre che dopo la laurea non ci sia un periodo di praticantato ed un Esame di Stato di abilitazione, come se tanti anni di Università non fossero serviti a nulla (di fatto è così, ma questo ci porterebbe lontano; occorre un forum a parte!).

Poi, quando si decide di fare il gran salto (ci si sposa, si va a convivere o si sceglie semplicemente di vivere da singles) ecco l' alternativa: appartamenti da 4.000 Euro al mq oppure affitti che non hanno nulla da invidiare ad una buona rata di mutuo, con la differenza che dopo aver estinto il mutuo la casa almeno è tua e non ti caccia nessuno (anche se continui a pagare l' "affitto" al comune sotto forma di ICI, perché la casa di abitazione è un lusso, non un diritto costituzionale: altro argomento da forum!).
Dopo tutto questo, ci meravigliamo che i giovani (giovani... ehm ehm) restano in famiglia?
Anche io faccio parte di questa schiera e lo sarò presumibilmente ancora per un po', ma se pensiamo che in passato le giovani coppie sposate vivevano con i genitori, forse oggi non abbiamo fatto un piccolo passo in avanti?
 

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19/05/02 Chiosa di Alessio

Sono emerse alcune contraddizioni da quello che ho letto nei graditi interventi dei miei solerti corrispondenti. Innanzitutto, come ha rilevato Claudia, chi è andato a vivere nell' appartamento "graziosamente" messo a disposizione da mamma e papà cos' ha di diverso in confronto a chi vive a casa? E poi, all' università non si fa un c...o??? Si vede che chi parla non l' ha frequentata o, in caso contrario, non faceva un c...o per davvero e ha dovuto abbandonarla! Per concludere, non penso di essere costato l' equivalente di un mini-appartamento per i miei studi, quindi... VIVA I MAMMONI !!!

Firmato: Cicero pro domo sua

 

18/05/02 Da Claudia

Caro Alessio, ho letto le risposte che ti hanno inviato sull'argomento!! 
sinceramente non le condivido in pieno, perché in fondo anche chi è andato a vivere da solo a 21 anni lo ha potuto fare SOLO perché mamma e papà gli hanno comprato la casetta (senza commenti sull'affermazione che chi va all'università non fa un ca..o !!) -Vedere a questo proposito l' intervento di Marco del 15/05 nota del W.M.-. I giovani (che si sono fatti un gran c..o all'università) in italia non hanno molte possibilità di andare a vivere da soli, perchè non trovano lavoro e non possono, quindi, mantenersi! Vivere a casa con mamma e papà avrà i suoi vantaggi, ma certo non è gratificante, ad una certa età e dopo tanti sacrifici, non potere essere indipendenti, pure avendo tutte le carte in regola! 
Non si può sempre generalizzare !

 

17/05/02 Da Maurizio

Caro Alessio, sei un po’ ottimista nel futuro dei nostri ragazzi, se pensi che con il governo Berlusconi tutti i posti di lavoro diventano precari e poi con l’abolizione dell’articolo 18 diventeranno tutti invertebrati non per colpa loro, questi ragazzi non usciranno più dalla casa dei loro genitori. Mi hai detto che adesso stai ai settori chiedi ha un ragazzo che ha un posto da precario o da interinale la busta paga per dargli un fido o un mutuo, e poi mi dirai se le procedure della banca prevedono la concessione di questi.

La discussione è “ganza” come direbbero in Toscana.

 

15/05/02 da Tony

Caro Alessio, credo che sia in gran parte una questione di diversa mentalità; non mi pare che a Londra un appartamento costi meno che da noi, anche in relazione al diverso reddito medio. I ragazzi vanno a vivere da soli, magari dividendo un appartamento con amici, e sono abituati a farlo subito dopo la fine delle superiori, mantenendosi con lavori anche saltuari.
Ovviamente, sto parlando di nostri "omologhi", cioè di ragazzi che provengono da famiglie che hanno sufficienti possibilità economiche e che pertanto iscrivono i figli all'università.
E' un'altra mentailità, la cui maggiore diffusione anche da noi permetterebbe forse ai ragazzi una maggiore indipendenza psicologica, ancor prima che economica dalle famiglie. Così li si può abituare meglio a responsabilizzarsi e a fare loro capire il vero valore del lavoro e del denaro, oltre che a permettere loro i vantaggi di scelte di vita del tutto personali ed autonome. Ma forse parlo così perché sento che esperienze del genere mi sono mancate in passato ...

 

15/05/02 da Marco T.

Alessio, tutto vero ma dimentichi un fatto FONDAMENTALE !! Noi maschietti italici (ma le femminucce non sono da meno) siamo pigri e mammoni e a casetta ci stiamo comodi. Non ci proviamo nemmeno !!

Io posso dire di averci provato spinto da una necessità ( i miei andavano a Milano e io non avevo nessuna intenzione di farlo) e, a 21 anni, vivevo da solo e lavoravo in banca. Dopo aver fatto decine di lavoretti del ca... Peraltro, vivevo in 32 mq e, ai miei, sono costati meno quei mq che mantenerti a non fare un c...o all'università. Senza contare che i mq ci sono ancora. Quindi, è vero che la società è triste e dura, però in tutto l'occidente è così e tutti gli altri non vedono l'ora di andare e di camminare con le proprie gambe. La mia opinione, che vuole essere anche una esortazione, che bisogna uscire e provarci, senza sedersi a tavola con il pranzo preparato da mammina, la camicia stirata dalla colf, fumando le sigarette comprate da papà...... 

Andate.......andate.......

 

 

15/05/02 da Maria Grazia

In parte sono d'accordo con te... è vero, vivere da soli (o in coppia) è molto faticoso, così come è molto faticoso "entrare" nel mondo del lavoro.
Penso - però - che ci sia anche una componente culturale (e in questo mi trovo molto d'accordo con "il guardiano"). Adesso che ho una famiglia e una casa mie, mi rendo conto di quanto sia faticoso gestirle da sola (anche se devo dire che mio marito è sempre presente ... dalla pasta alla amatriciana al Folletto, al mocio Vileda!).
Penso che sotto sotto ci sia anche una scelta di comodo: noi (e io per prima) siamo stati abituati bene dalle nostre mamme, che non ci fanno partecipare minimamente alla gestione domestica, sia dal punto di vista economico (e questo è un gran vantaggio, viste le considerazioni fatte prima su affitti, mutui & co.), ma soprattutto organizzativo (ragazzi ... stirare è veramente una "palla"!!!).
In questo, penso che siamo molto diversi dai nostri coetanei stranieri. Quanti di noi, se avessero la possibilità di pagare un affitto equo, andrebbero a lavorare in un pub o in un supermercato per vivere fuori di casa e pagarsi gli studi da soli?
Io, personalmente, ricordo con molto piacere il periodo dell'università, quando potevo tornare a casa, trovare una bella cenetta, i vestiti stirati e "i dindini" per poter riuscire subito dopo cena con gli amici.
Forse dovremmo apprezzare un po' di più quello che abbiamo o che abbiamo avuto dalle nostre famiglie pur non essendo più tanto "pischelli"...
Questa è solo la mia idea, sicuramente criticabile.