REFERENDUM LEGGE 40

 

 

11/06/2005 




Cari amici, domani si terranno i famosi/famigerati referendum sull'
altrettanto famosa/famigerata legge 40.
Nella più piena libertà di pensiero e di voto (nonché di non-voto), ho
raccolto le motivazioni di entrambi gli schieramenti e, del pari, le
ripropongo di seguito.
Con l' augurio di uno splendido week end, vi saluto con sempre immutata
amicizia

Alessio

sito internet: www.nattydread.135.it

e-mail: nattydread_45@email.it


-----------segue rassegna sulle opposte vedute in materia------------






Renato Dulbecco
premio Nobel per la medicina

“Mettiamoci davanti a questo piccolo numero di cellule che viene chiamato
embrione: potergli prelevare una cellula per sapere se è affetto da malattie
gravi a me pare un grande progresso medico, molto utile per l’uomo.
Proibirlo è un insulto alla medicina”.

“Noi lavoriamo per battere le patologie che affliggono l’umanità e molto del
lavoro dei genetisti ha proprio come immediata applicazione la possibilità
di scoprire le malattie ereditarie. Se la legge impedisce di mettere in
pratica questo lavoro, io francamente non capisco perché si continui a fare
ricerca scientifica”.


Fonte: La Repubblica 29 aprile, 2005




Rita Levi Montalcini
premio Nobel per la medicina

«La scienza è degli scienziati, non dei politici e deve essere sottoposta ai
controlli degli scienziati stessi, di quelli più competenti».

«Diciamo sì a tutti e quattro i quesiti. Anche se il quarto, quello sulla
fecondazione eterologa, è un sì con qualche dubbio. Penso al giovane che
presta il proprio seme e scopre un domani di essere padre di decine di
figli. È un punto molto delicato, il mio unico dubbio».

«Non dobbiamo creare embrioni a fini sperimentali, questo non è moralmente
accettabile, ma quelli creati in eccesso che vengono comunque eliminati
devono poter essere usati. Ho cominciato a lavorare sulle cellule staminali
vent’anni prima che venissero alla ribalta. Tutti sappiamo che sono
enormemente più potenti rispetto a quelle presenti in un organismo adulto».

Fonte: Il Giorno 13 maggio, 2005





Umberto Veronesi
oncologo

«Bisogna spiegare a chiunque, a tutti quelli che incontriamo, ci ascoltano,
ci leggono, che bisogna votare e far votare contro questa legge sbagliata. E
piena di contraddizioni. Prendiamo l'articolo che vieta il congelamento
degli embrioni e impone che tutte le cellule fecondate, fino a un massimo di
tre, siano impiantate nell'utero. È un controsenso.
Perché se tutti gli embrioni impiantati attecchiscono, si ha una gravidanza
trigemellare creando un problema per la donna e mettendo a repentaglio la
salute dei futuri feti i quali, per banali motivi geometrici, di spazio,
rischieranno di non vedere mai la luce. Se invece, come auspicabile, ne
attecchisce uno solo significa che gli altri due muoiono, che è proprio
quello che la legge non vuole.»

«Perché è una legge che va contro se stessa: dice di voler proteggere
l'ovulo fecondato ma, imponendo di impiantarli tutti e tre (perché non
ammette il loro congelamento) finisce per condannarne a morte uno o due. E
dire che basterebbe applicare la norma dettata dall'Organizzazione Mondiale
della Sanità la quale dice di inserire nell'utero un solo ovulo fecondato
per volta, mentre gli altri devono essere messi da parte in modo da venir
utilizzati se il primo non attecchisce (…)».








Claudio Risé
psicoanalista

“(…) Credo che i sostenitori della fecondazione eterologa dovrebbero tornare
a rileggersi il mito di Edipo, e Freud, e la psicoanalisi e la filosofia
contemporanea, compreso Foucault e Lacan, che facevano poggiare sul ‘no’ del
padre tutto il sistema normativo e del diritto.
Togliere di mezzo il padre significa togliere di mezzo il punto di
riferimento simbolico dell’organizzazione normativa di tutta la storia dell’
Occidente. Fino a oggi nella vita dell’individuo e nell’esperienza
collettiva l’incontro con il principio d’ordine, con ciò che dà la propria
collocazione nel mondo, è avvenuta nella relazione col padre. Ciò discende d
’altra parte dalla nostra visione religiosa, che è quella della tradizione
ebraico-cristiana (…)”.

“(…) Ora ci sono Paesi come gli Stati Uniti che hanno ormai un’esperienza
assai più lunga della nostra di come funziona questo trittico
aborto-divorzio-procreazione artificiale. Si è prodotta una grande quantità
di malessere affettivo e psichico, e quindi anche di costi economici
rilevanti per la collettività. Il bilancio dei costi sociali di questi
decenni di liberismo familiare non è estraneo, ritengo, al successo
elettorale di Bush, che è stato votato da molti elettori, pure non
favorevoli alla sua politica internazionale, in adesione alla sua svolta in
difesa della famiglia (…)”.


Fonte: Avvenire 17 febbraio, 2005






Don Verzé
fondatore dell’ospedale San Raffaele

“Cosa farò il 12 giugno? Mi asterrò”.

“L’embrione è vita reale sin da quando avviene la fusione dei due gameti che
dà origine a un essere nuovo. Quello che mi meraviglia di questi discorsi è
che si parli sempre degli embrioni altrui. Io vorrei parlare del mio. Sono
geloso della mia individualità personale. Non può una legge stabilire che
cosa io sia, che cosa io debba essere. Il mio embrione è il mio essere
corpo, intelletto, spirito in un unum. Fossi nato cieco o talassemico,
nessuno avrebbe potuto osare sottrarmi il mio esistere, gli avrei spaccato
la testa. Ma tutti i bambini devono poter nascere sani: il San Raffaele ci
sta lavorando, con oltre ottanta linee di ricerca e altrettanti gruppi di
ricercatori”.

“La ricerca è lenta, ma arriva. Stiamo oggi facendo cose che solo cinque
anni fa credevamo impossibili. Sono per la ricerca che non uccida, né
ferisca l’embrione. Quando la scienza sarà in grado di fare ciò – credo
molto presto – allora potremo lavorare anche d’accordo con la vita e per la
salute dell’embrione”.


Fonte: Avvenire 22 maggio, 2005







Giuliano Ferrara
giornalista

“(…) Se io creo - e sbaglio la parola apposta - una ‘cosa’, delle cellule,
con una tecnica per avvalermi della quale ho bisogno di un uovo di donna e
di un seme di maschio, se la creo per impiantarla, perché si sviluppi,
perché si annidi in un utero femminile, perché si nutra, perché crei intorno
a sé una placenta, perché diventi feto, perché arrivi ad avere non solo la
struttura cromosomica che l’embrione ha dall’inizio, ma anche il sistema
nervoso e tutto il resto; se faccio tutto questo perché prenda forma, perché
cresca per nove mesi nel seno di una donna, e perché alla fine nasca, poiché
l’uomo è anche e soprattutto storia, proviamo a tornare indietro a nove mesi
prima, usciamo - perché la tecnica ce lo permette - dal corpo della donna a
prima dell’impianto, guardiamo in un microscopio questa "cosa invisibile",
debole, esposta al primo vento, e siamo costretti a riconoscere che è il
principio, il crisma, il senso e il significato di tutto l’essere umano
successivo. È un uomo; è una donna; è ciò che diventerà un feto e un
bambino; lo è perché la nostra ragione ci dice che lo è”.


Fonte: Tempi 19 maggio, 2005






Beppe Grillo
showman

“ (…) Se penso a un embrione lo penso vivo; ma è vivo un embrione congelato
a 300 gradi sottozero, con il cappottino? Fino al 1968 era la fine del
battito cardiaco a decretare la morte; poi un convegno a Cambridge
introdusse la categoria della morte cerebrale, per consentire l’espianto
degli organi, e oggi a decretare la morte è il sibilo di una macchina. Ma
della vita e della morte deve decidere la filosofia, la politica, non la
scienza”.

“(…) La legge è probabilmente da cambiare, forse solo nei quattro punti
indicati dal referendum, forse tutta quanta come dicono i radicali. Solo che
la gente queste cose non le sa, mentre sa benissimo le cose che non servono.
Infatti vota sempre meno, persino in Svizzera. E se voterà dando retta alle
sigle politiche, non è detto finisca bene”.

“(…) La chiesa non dovrebbe entrare in questa vicenda. Ma se la chiesa è per
la vita, e la vita inizia dal concepimento, per un cristiano non dovrebbe
esserci questione. Anche se il primo caso di fecondazione eterologa è quello
di Gesù...”.


Fonte: Corriere della Sera 17 gennaio, 2005






Giulio Andreotti
senatore a vita

“La scienza sta aprendo orizzonti nuovi e importanti, ma vanno vagliati con
attenzione. Per esempio bisogna sapere che la fecondazione artificiale può
avere effetti collaterali pesanti, dalla rottura dell’utero o delle tube,
alla sindrome da iperstimolazione ovarica. Insomma non è certo una tecnica
amica della donna. Ed è la stessa scienza a dirci che quella non è una
strada da percorrere a cuor leggero”

“(…) Ma non si può volere un figlio a tutti i costi. Il problema sta proprio
in quel ‘a tutti i costi’. Quali costi? Quello di mettere in pericolo la
propria salute? Allora dovremmo difendere anche l’utero in affitto, mentre
su quello tutti sono d’accordo che sia un abuso.”

“Moltissimi studi dimostrano che con le cellule staminali embrionali ci sono
frequenti casi di rigetto, o che si possono creare addirittura delle
metastasi. Mentre ci sono ottimi riscontri con le staminali adulte,
risultati molto concreti che non si possono ignorare”
Fonte: Il Giornale, 16 Maggio, 2005





Carlo Casini
presidente del Movimento per la vita

“Non esiste alcun impegno morale di votare. L'astensione è un comportamento
pienamente legittimo. In ogni caso è importante che quanti sono mossi
dall'obiettivo comune di conservare questa legge facciano, circa
l'astensione o il voto, una scelta identica, e tutti poi vi si adeguino. Se
si decide per l'astensione, come sembra molto probabile, andare poi a votare
no da parte di alcuni cattolici sarebbe una scelta irresponsabile”.

“(…)Non fare scattare il quorum è un meccanismo pienamente democratico, si
usa in Parlamento e si può dunque usare anche in una consultazione popolare.
Il raggiungimento o no del quorum è comunque una questione di democrazia
formale. La democrazia sostanziale invece è, come dice il Papa,
l'uguaglianza fra tutti gli esseri umani. La legge 40 tratta appunto di
questa questione di democrazia sostanziale, il che renderebbe, qualora già
non lo fosse pienamente nell'ottica dei meccanismi della democrazia,
comunque moralmente lecita l'astensione.”

“(…)Personalmente non trovo così criticabile, di fronte a una materia
complessa come la procreazione assistita, chi non se la sente di cancellare
la delega affidata col voto al Parlamento. Dopo un lungo lavoro il
Parlamento ha approvato una legge, e chi non si sente sufficientemente
competente, non votando, può anche significare: mantengo la mia delega, mi
fido.

“(…)L'astensione che abbiamo in mente è astensione militante. Tutto il
contrario che lavarsene le mani. (…) stando le cose come stanno, astensione
significa un profondo impegno a difendere la legge 40.”

Fonte: L’Avvenire, 23 febbraio 2005






Salvatore Mancuso
ginecologo

“Il primo merito della legge 40 è quello di aver messo fine agli abusi. La
Procreazione Medicalmente Assistita ha registrato in Italia una crescente
dispersione di embrioni per gli insuccessi da crioconservazione e le
gravidanze multiple”.

“Allo stato attuale non solo non esistono dati sulle cellule staminali
embrionali, ma vi è il sospetto di percorrere una strada in salita o
sbagliata: si pensi alla loro possibilità di degenerazione tumorale. Molto
più avanzate invece sono le linee di ricerca sulle staminali adulte, in
numerosi casi già applicate in terapia. Inoltre, la produzione di cellule
staminali embrionali può avvenire ‘deprogrammando’ staminali adulte o
attingendo al liquido amniotico”.

Fonte: Repubblica – Inserto Salute 31 marzo, 2005





Cardinal Ruini
presidente della CEI

“Si è scelto di non votare per due motivi. Il primo è la maggiore
probabilità di successo, perché molti si astengono in ogni caso e dunque c'è
già una quota di astenuti alla quale ci si va a sommare. L'altro motivo è la
contrarietà a usare il metodo del referendum in materie così complesse (…)”.

“(…) è il primo grande confronto pubblico, in Italia, sull'uomo, su chi è
l'uomo nell'epoca delle biotecnologie. L'uomo è superiore alla natura, è
l'immagine di Dio, o è solo una particella della natura? Sono in gioco le
radici della fede cristiana e della nostra civiltà. Impegnarsi su questo è
un dovere della Chiesa, prima che un diritto (…)".

“(…) l'astensione ha lo scopo di "far cadere" i referendum e dunque di
impedire i peggioramenti radicali che ciascuno dei quattro quesiti
apporterebbe alla legge 40/2004, se fossero approvati. Quella legge è per
noi un male minore. Per la verità è un male molto minore rispetto al Far
West che c'era prima (…)".

Fonte: Corriere della Sera, 11 marzo 2005



Francesco Rutelli (Ansa)
LA MOTIVAZIONE - «Io mi asterrò - spiega Rutelli - perchè è il modo politico
più efficace per rigettare i quesiti. È la risposta giusta perchè chi vota
no involontariamente aiuta chi vuole il sì e imbalsama la legislazione
attuale delegittimando la possibilità di modificare la legge». Una posizione
che si sovrappone a quella del fronte cattolico e della Cei. Con una
motivazione tuttavia diversa: «Il non raggiungimento del quorum - spiega
Rutelli - lascia la strada aperta a un miglioramento della legge, mentre il
Sì farebbe un macello, producendo una legge inaccettabile. Questa legge non
è perfetta, va migliorata. Ma per migliorarla è indispensabile verificarla e
affinarla». Secondo Rutelli «l'estrema complessità del tema forza i
promotori dei quesiti a delle semplificazioni sbagliate. Sciabolate e
accettate, necessarie per arrivare a coinvolgere il grande pubblico, sono la
negazione della complessità della materia e quindi l'astensione rappresenta
un radicale rifiuto di questa impostazione. In secondo luogo, l'astensione è
il modo politico più efficace per rigettare questa contesa. Chi vota No,
involontariamente aiuta la battaglia del Sì». E a chi critica la scelta
dell'astensione il presidente della margherita replica con decisione: «Tutti
coloro che definiscono in modo aggressivo la scelta dell'astensione, in
passato, almeno una volta, si sono politicamente astenuti su altri quesiti.
È singolare che oggi chi in passato ha promosso l'astensione attiva,
definisca furbesca, miserabile e ipocrita l'azione per l'astensione attiva
su questi 4 referendum».




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