Guerra e pace

 



A bocce semiferme e passata (anche se non del tutto) l' onda di senzazionalismo portaportesco o mentanesco, che dir si voglia, ho deciso di fare qualche riflessione sulla guerra in Irak, meglio conosciuta come War in the Gulf, episode II.

1) Premessa: penso che sia auspicabile essere contro TUTTE LE GUERRE, non solo, parzialmente, questa si perché la fanno gli Americani, questa no perché la fanno i Russi (leggi Cecenia, sterminio dimenticato).

2) E' duro da dimostrare come si possa bombardare la gente per il proprio bene e presentarsi come liberatori a suon di bombe.

3) Un principio di diritto universale sancisce che debbano essere dimostrate le responsabilità prima di irrogare la sanzione. Tradotto: dove sono le armi di distruzione di massa dell' Irak? Corollario: se gli Americani decidono di considerare le Tv di Berlusconi come armi di distruzione (cerebrale) di massa, ne discende che potremmo essere anche noi liberati presto a suon di bombe?

4) Complimenti per il bombardamento dell' hotel Palestinian (forse il solo nome ha avuto l' effetto del colore rosso per il toro...) occupato da feroci giornalisti armati di teleobiettivi scambiati per bazooka. C' è il rischio che qualche uomo superdotato possa essere ucciso perchè sospettato di avere un cannoncino nei pantaloni.

5) Altri Paesi (Corea del Nord, India ad es.) hanno la bomba atomica, altri Paesi sono oppressi da dittatori sanguinari: bombardiamo anche loro (sempre per il loro bene, beninteso)?

6) Fino a qualche tempo fa non era Bin Laden il nemico pubblico n.1 dell' umanità? Dopo la morte di migliaia di civili afghani sembra essere stato dimenticato. Visto l' insuccesso di Rambo contro l' Imam si è deciso di girare Rambo contro il Rais. Ma questo non è un film e gli effetti sono più che speciali: mortali.

7) Vogliamo ricordare chi erano Bin Laden e Saddam Hussein e chi gli ha dato carta bianca fino ai giorni nostri? Il primo capeggiava la resistenza afghana contro la russia e l' altro era il castigamatti di Komehini e dell' Iran, precedenti nemici numero 1 dell'umanità. La classifica dei n.1 più esecrabili sembra seguire l' andamento di quella ATP per il tennis (Borg, Lendl, Wilander, Agassi...).


Detto della guerra, passiamo alla pace.

A) Premessa: qualsiasi persona sana di mente preferisce la pace alla guerra, ma se la guerra è strumentalizzata e politicizzata, nondimeno lo è la pace, al giorno d' oggi

B) Occorre distinguere fra pacifisti e pacifici. Qualcuno ha pensato bene di bruciare qualche macchina in nome della pace. Peccato che non fosse stata la sua.

C) Come per i dittatori e le armi di distruzione di massa, ci sono tante guerre dimenticate (non da chi le subisce!) nel mondo, ma si manifesta solo contro UNA guerra.

D) E' simpatico vedere in queste manifestazioni le bandiere con il Che, noto pacifista.

E) Stride la carità pelosa di chi (leggi Francia) si dichiara contro la guerra, omettendo di elencare gli interessi petroliferi che ha col regime (ormai ex?) del Rais e ancor più l' interventismo di Blair, una volta assiduo ospite di D' Alema.


F) Qualcuno accusa di qualunquismo le posizioni di chi fa notare che le vittime delle guerre "sante" (ma non è questa la traduzione anche dell' arabo "Jijad"?) sono in grande maggioranza civili. Essi obiettano, altrettanto qualunquisticamente: "E allora, diteci voi cosa si dovrebbe fare, anziché la guerra". Per esempio appoggiare, anche con truppe INTERNAZIONALI, l' opposizione interna ai regimi dittatoriali, se si vuole veramente il bene degli oppressi. Ecco una risposta; ora la palla ritorna a voi.


Concludendo:
Piano piano anche questa guerra passerà con la sua scia di sangue e di lutti senza che ne importi più niente a nessuno, rimpiazzata da qualche altra notizia più fresca e di audience più sostenuta.
Tuttavia, oltre alla suddetta, triste, scia, qualcos' altro resterà di questa guerra, come ad esempio il ponziopilatismo di un Governo che aspetta di essere tirato per la giacchetta da opposizione e opinione pubblica, nonché dai primi tuoni di cannone, prima di riferire al Parlamento verso il quale è responsabile (e dunque alla Nazione) la posizione dell' Italia riguardo all' intervento in Irak.
Non importa: ci aveva pensato la Casa Bianca a farcelo sapere qualche giorno prima.

N.B.: A proposito degli aiuti umanitari per la ricostruzione dell' Irak, che vedranno, come al solito, l' Italia in prima linea (l' Italia che non ha denari per la Sanità e per le pensioni...) voglio ribadire, adattandolo, un vecchio adagio: chi rompe paga e i cocci NON SONO I SUOI.

 

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13 aprile 2003 Da Fabio
Fammi sape' che t' hanno detto... in fin dei conti sono in sintonia con tutto ( o quasi...) quel che hai detto, ma il punto D della pace ( el CHE ) m' ha provocato davvero un' orgasmo...


16 aprile 2003 Da Claudia
ho letto con ritardo ma con molto interesse quello che hai scritto!
d'altronde sono pensieri che già conoscevo e che approvo in pieno
come al solito li hai resi con una dialettica da vero scrittore!
bravo sarebbe da inviare al sito di porta a a porta se esiste!

13 aprile 2003 Da Federica F.
appoggio, sottoscrivo.
ciao federica


13 aprile 2003 Da Viola
Ciao Alessio..
tu hai elaborato dopo lunga meditazione le tue riflessioni.. io invece mi accingo a risponderti non appena letto ciò che scrivi, così, senza riflettere troppo, in modo immediato.. anche perché domani parto per tre giorni e al mio ritorno sarebbe passato troppo tempo....
sono d'accordo su quasi tutto ciò che scrivi... la guerra contemporanea non è molto dissimile da quella che si faceva in epoche differenti.. cambiano le armi che vengono usate (spacciate per intelligenti) e cambiano soprattutto i mezzi di informazione che ci fanno apparire la morte come una necessità, la distruzione come un'esigenza, i lutti come sorgenti di "civiltà".. proprio sul concetto di civiltà dovremmo interrogarci.. chi stabilisce cosa è civile e cosa non lo è?? è forse civile vedere in uno dei paesi più ricchi del mondo migliaia di senzatetto sporchi e affamati? è forse civile che gli interessi delle multinazionali e delle grandi concentrazioni capitalistiche abbiano la meglio su tutto il resto, sulla logica dell'umanità.. ciò che penso è che in fondo il più potente, il più ricco, continui ad esercitare la propria prepotenza e la propria arroganza.. così Bush si arroga il diritto di bombardare le città dell'Irak, di affamare e uccidere i civili e hai ragione, la cosa grave è che lo faccia spacciando l'aggressione come una difesa... è assurdo e allucinante eppure lo stiamo vivendo, o meglio, lo vediamo riflesso nelle immagini di chi lo sta vivendo... tutti gli interessi che stanno dietro questa guerra non c'è dato di conoscerli, se non attraverso nostre riflessioni.. i mezzi di informazione si guardano bene di andare più a fondo, di evitare di rimanere allo stato di apparenza superficiale...
sai cosa penso? anche sul concetto di pacifismo dovremmo interrogarci... io mi ritengo pacifista.. ritengo che la violenza generi violenza... e credo che nessuna guerra possa essere risolutrice perché genera odio e risentimenti, morte e dolore... credo anche che certi manifestanti che inneggiano alla pace poi influiscano negativamente sul messaggio che cercano di lanciare, perché si lasciano andare a stupidi, infantili, vandalici gesti (l'incendio alle macchine a cui ti riferivi per esempio)
Ho fatto parte per un lungo periodo di un gruppo di sinistra e quindi ho partecipato spesso ai cortei e quindi so quello che intendi.. a volte queste persone fanno parte di gruppi troppo settari e chiusi in sè stessi, che usano la violenza per inneggiare alla pace, una contraddizione nei termini...
quanto alla tua considerazione sul Che, è l'unica cosa su cui non mi ritrovo d'accordo con te.. non so se tu associ colui che rappresenta la bandiera rossa e colui che la sventola.. non è la stessa cosa.. su alcune degenerazioni del comportamento di tali gruppi "antagonisti" posso essere anche d'accordo ma che il Che Guevara non fosse un pacifista proprio no... una cosa è una guerra come quella in Iraq, un attacco prepotente che uno stato decide di fare ad un altro.. altra cosa è una lotta di liberazione, una battaglia per liberarsi da un oppressore in casa propria... questo è, secondo me, ben intesi, l'essenza della vita del Che... non confondiamolo con altri.. non affamava nessuno, non distruggeva città e non uccideva civili inermi né giornalisti..... combatteva insieme ai suoi compagni per liberare il suo popolo... e quando ha raggiunto finalmente il suo obbiettivo non è rimasto a Cuba per esercitare il suo potere (sull'esercizio del potere da parte di Fidel Castro e sulle degenerazioni del modello socialista possiamo anche discutere) ma se ne è andato dove la "causa" di liberazione dall'oppressione americana e non richiedeva il suo aiuto.. non a caso muore mentre combatte..... ciò che mi scoccia è l'uso strumentale che a volte si fa di questa figura e anche l'uso commerciale della sua immagine.... 
senti Alessio, la questione guerra e pace non è davvero esaurita e tante sono le cose che ci sarebbero da dire.. io spero di non averti annoiato... la tua mail mi ha fatto piacere, spero tu possa dire la stessa cosa della mia, anche se non sarai d'accordo con ciò che ti ho detto...



12.4.2003 Da Maurizio M.
Caro Alessio, tu sai che io sono sempre stato un uomo di sinistra e precisamente dei DS, ma contemporaneamente sono anche un ammiratore della Costituzione Americana, come lo è anche Walter Veltroni, che anche lui auspica un vero Partito Democratico come lo è quello Statunitense che è molto più a sinistra del nostro DS ma nello stesso tempo non contiene quel centralismo democratico tanto deleterio nelle sinistre occidentali. La Statua della Libertà regge nella mano sinistra il libro della Costituzione con inciso 4 luglio 1776 giorno dell’Indipendence Day, ebbene dopo quella data ci fu la Rivoluzione Francese 14 luglio 1789 che ci dette la democrazia in Europa e la gloriosa e grandissima Costituzione del 1793 e ci dette pure la cognizione di “destra e sinistra”, ma questa rivoluzione finì con il colpo di stato di Termidoro e la Restaurazione della Monarchia. Anche Rivoluzione Russa dell’Ottobre Rosso del 1917 dopo 70 anni di paradiso dei lavoratori è finita miseramente. Soltanto la Rivoluzione Americana del 1976 vive ancora grazie all’architettura datagli dai Padri Fondatori per via delle garanzie e del bilanciamento dei poteri. Questo era il preambolo, in Italia c’è una sinistra massimalista che sta rovinando tutto il movimento e che è malata di un antiamericanismo viscerale, nato già dai tempi della guerra fredda, questo costringe i nostri dirigenti, vedi Fassino D’Alema etc a corrergli dietro e questo è sbagliato al massimo. Noi, io sono senz’altro per la Pace ma quando certe attività diplomatiche arrivano ad un punto morto la guerra diventa necessaria, ma deve essere tutta la comunità internazionale a dichiararla, vedi ONU, e non come atto unilaterale da gendarme del mondo come in questo caso. E tuttavia se una guerra inizia e devo scegliere con chi stare, se mi permetti tra Saddam e Bush, io mi schiero con gli Stati Uniti e condanno però l’imperialismo della destra radicale fondamentalista religiosa di Bush. Vedrai che la prossima mossa di politica interna americana sarà l’attacco alla libertà di abortire. Per finire il Signor Bertinotti ci manda a dire con i suoi messaggi occulti (ma com’è che sta sempre sulle reti Mediaste?), vedi i “senza se e i senza ma” e lo scrivo a lette maiuscole che: TUTTE LE GUERRE CHE L’AMERICA HA FATTO ERANO GUERRE CRIMINALI, TUTTE LE GUERRE CHE L’AMERICA NON HA FATTO ERANO GUERRE SACROSANTE.
Let’s keep in touch
Un abbraccio
Maurizio


16 aprile 2003 Da Manuela P.
Certo gli italiani non finiscono mai di stupire!!Mi riferisco alla presunta
intrusione di un contingente italiano in Iraq ci mancavamo noi a creare un
pò di confusione in un posto dove il caos è più totale!! Ma poi gli
anglo-americani ci vorranno?