IL GRILLO PARLANTE

 

Mai sputare in alto: la forza di gravità farà sempre il suo dovere.
Il novello Savonarola, l' implacabile Catonecensore è scivolato sulla  classica buccia di banana. Lasci fare il proletario a chi non arriva a fine  mese e si goda beatamente i suoi sudati miliardi. Soprattutto smetta di fare  il moralista e, se proprio non può farne a meno, dimostri con la coerenza  della sua condotta di non fare ciò che rimprovera ad altri (che
pure hanno i  loro difettucci, ad onor del vero!).

Sono rimasto allibito, fra l' altro, nel veder tendere la mano per l' iniziativa "parlamento pulito". I versamenti vanno fatti sul conto intestato al Sig. Beppe Grillo e non ad un' istituzione autonoma (almeno salviamo la forma!).
E' sempre la solita storia: c' è chi si fa bello con i soldi degli altri. 
Il nostro dice di non avere né Ferrari, né barca. (n.d.w.m. così diceva nel suo blog; successivamente queste note sono sparite!!!). Neanch' io. Ma non credo che lui viva col mio stipendio di bancario.

Senza rancore, ma con molta onestà intellettuale.


Ciò detto, attendo le solite difese degli avvocati d' ufficio.
Ma stavolta ho paura che toccherà scomodare fior di principi del foro per
ottenere le attenuanti. A nulla varrà invocare la clemenza della Corte.

 Sarà pure il Grillo parlante, ma il naso è quello di Pinocchio.

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Da "Il Tempo del 16/11/2005:

Beppe Grillo imprenditore berlusconiano
di FOSCA BINCHER

 SUL suo blog e qua e là in più di uno spettacolo girovagante per le piazze di Italia e perfino oltre confine, è stato un cavallo di battaglia. Che lo facessero società come la Parmalat sotto il profilo fiscale o altri sotto l’aspetto ambientale, per Beppe Grillo il condono è sempre stato un vero tabù. Per il Beppe Grillo comico e tribuno di piazza, naturalmente. Non per i Grillo imprenditore e immobiliarista. Perché in quel caso passava in secondo piano l’opinione dei suoi blogger o qualche testo di piazza pronunciato con parole troppo avventate. E Giuseppe Grillo detto Beppe insieme al fratello Andrea quel condono, anzi l’articolo 9 della legge sul condono fiscale di Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, proprio la norma sul condono tombale, l’hanno utilizzata con grande sapienza. Non una, ma due volte, perché mentre in parlamento impazzavano le polemiche sulla riapertura dei termini per prorogare a tutto il 2002 la grazia fiscale già concessa per il periodo 1997-2001, i Grillo risfruttavano la possibilità. Come? Nei bilanci 2002 e 2003 della propria immobiliare, la Gestimar srl con sede a Genova e casette in giro per l’Italia. Così scrive Andrea Grillo nel bilancio 2002, mettendo avanti le mani anche per conto del fratello Beppe (che ha il 99 per cento delle azioni): «In considerazione della possibilità concessa dalla legge finanziaria 2003 di definire la propria posizione fiscale con riferimento ai periodi di imposta dal 1997 al 2001, fermo restando il convincimento circa la correttezza e la liceità dell’operato sinora eseguito, si è rietnuto opportuno di avvalersi della fattispecie definitoria di cui all’articolo 9 della predetta legge (condono Tombale)». Piccola decisione un po’ nascosta in bilancio e fra mille scuse e inutili professioni di correttezza (applicare il vituperato condono fiscale berlusconiano non era infatti obbligatorio), di cui non si trova più traccia nel bilancio 2004 della Gestimar, che alla fine paga anche un sacco di tasse, più del 60 per cento sul piccolo utile realizzato. In questo caso ben diversamente dalle holding di Adriano Celentano e di Roberto Benigni, come raccontato in questi giorni da Il Tempo. Ma era stato proprio Beppe Grillo, non Celentano o Benigni a tuonare contro i condoni nel giugno 2004, in una vibrante lettera rivolta al direttore del quotidiano La Repubblica. Rivolto ai deputati della Casa delle Libertà, aveva sostenuto: «Mettiamo, per ipotesi, che costoro non abbiano mai rubato, evaso le tasse, corrotto un finanziere o un giudice, maneggiato fondi neri, società offshore, P2, tangenti e condoni...» . Già, i condoni come quello che il Grillo imprenditore aveva appena utilizzato... Per altro in buonissima compagnia. Perché altri indignati tuonanti come lui, dalla società editrice dell’Unità, al Caf del Lazio controllato dalla Cgil, fino a quasi tutte le società per azioni controllate dai democratici di sinistra, quel condono tombale l’avevano usato a man bassa e perfino per cifre ben più significative. Sarà piccolo, ma è il conflitto di interesse di tutti gli indignati speciali del centrosinistra italiano... La Gestimar dei fratelli Grillo è una società immobiliare con una decina di proprietà sparse fra Liguria e Sardegna. Il portafoglio al costo storico immobilizzato sfiora il milioncino di euro, ma il valore di mercato è probabilmente molto superiore. In bilancio figurano tre unità immobiliari a Marineledda, Golfo degli Aranci, e una casa a Porto Cervo. Due immobili commerciali ad uso ufficio sono controllati a Casella e a Genova Nervi, mentre altre proprietà ad uso civile e commerciale sono solo citate in un elenco indistinto. L’attività della società e i suoi stessi bilanci sono resi possibili da un finanziamento infruttifero da parte del socio Giuseppe Grillo, per un ammontare di 461 milioni di euro, riportato nello stato patrimoniale della società come debito.

mercoledì 16 novembre 2005

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Contributo di Marco

Sai meglio di me che il condono fiscale ti conveniva farlo "comunque", quale che fosse la tua posizione reale.
Infatti era l'unico sistema di evitare che ti venissero fatti dei controlli e che ti facessero una multa o peggio, magari perchè mancava una virgola. Conosco personalmente gente onestissima, che non aveva mai evaso o eluso nulla, contraria al condono, alla quale il commercialista ha detto: "paga 'sto balzello e non pensarci più, è meglio!".
Come infatti riconosce la giornalista stessa, la gestimar pagava fior di tasse.

Onestamente l'articolo sembra una marchetta, debole peraltro, per accontentare qualcuno.

Grillo è attaccabile ben più severamente per altre ragioni, quali un certo qualunquismo o anche una certa presunzione di essere il depositario di tutte le verità. Spesso ha lanciato messaggi eclatanti ma non seguiti da analisi vere per avere una soluzione. Quando gli è stato fatto notare ha sempre risposto di essere un comico e non un politico. Posizione forse un tantinello troppo comoda, no? A sua difesa, invece, bisogna dire che riesce a far pensare la gente in maniera diversa, ponendo domande che invece bisognerebbe porsi. Preferisco mille "paraculi" alla Grillo, che comunque mettono in tasca il grano, che un'altra Lecciso in TV!!

Ciaoooo

Marco


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Risposta di Alessio

Caro Marco, ti comunico che sei stato il primo a rispondere e, pertanto, ti
nomino Capo del Collegio di Difesa.
Scherzi a parte, è sacrosanto il principio secondo il quale chi esercita un
proprio diritto non nuoce a nessuno; lo docevano i padri latini. Quando però
questa persona rimprovera ad altri quello che fa lui, mi fa scattare il
veleno. E' come se Lapo Elkann, libero di sniffare pure le piste di Cortina
e di sollazzarsi con i più svariati uccelli, tenesse un pistolotto su chi si
droga o lo prende 'nder posto...
A tuo onore va comunque il fatto di riconoscere lo strabismo schizofrenico
del Grillo nazionale che, messo alle strette, si trincera dietro la maschera
del semplice buffone di corte (non ricorrono a tale espediente -"stavo solo
scherzando!"- anche i bambini e i malati di Alzheimer se presi in castagna o
in evidente contraddizione?)
Quanto alla marchetta, non so, può darsi. Nondimeno riporta fatti reali.
Eppoi quante marchette "rosse" conosciamo, a partire dai tanti programmi di
"satira" che sfociano nel tifo elettorale più sfrenato (e non certo di
destra...)?
Io sono per la verità e questa non è mai assoggettabile ad un' ideologia
qualsiasi essa sia.
Ben venga far aprire gli occhi su tante malefatte italiane, ma, a quanto
pare, rendono anche bene al Nostro! Caso strano, fin quando era nelle grazie
di Don Vito Pippo Baudo, faceva satira di costume molto godibile. Poi, dopo
la sciagurata (per lui) barzelletta sui socialisti, per riemergere dall'
anonimato ostracistico in cui era caduto (o meglio, in cui era stato
sbalzato), si è ritagliato ed arrogato questo ruolo di difensore civico (a
40 euro a biglietto...).
Tirando le somme da quanto detto: mi sento ogni giorno preso per il culo non
solo e non tanto da chi malversa palesemente, ma ancor di più da coloro che
ostentano tartufesca virtù e praticano gli stessi vizi da loro stessi
censurati. E forse, quello che è ancor più grave è che c' è gente che ha
portato il proprio cervello all' ammasso la quale beatifica certi
malandrini.




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