DI LIVORNO-ROMA E MOLTO ALTRO
Eccoci ancora una volta a raccontare la stessa
partita di tante, troppe,
altre volte: una partita fatta di languori e provocazioni (raccolte), di
uomini neri e di pippaggini, a cui, da quest' anno, si è aggiunto uno
sterile gioco alla portoghese con 88 minuti di possesso palla e tre tiri a
partita. D'altra parte, senza centravanti...
Ma proprio perché l' abbiamo già raccontata tante, troppe volte, faremo
qualche ragionamento a più ampio raggio.
Bambole: non c'è una lira. Questa è la sintesi delle nostre potenzialità sul
mercato, stritolati da un debito fiscale che, se eluso per tanto, troppo
tempo, fatalmente devi pagare e con gli interessi. Ma tant'è. Di più: non c'
è una lira e si continuano a comprare in prestito, comproprietà ed altre
bizzarre formule degne della miglior finanza creativa discrete pippe,
peraltro facenti parte della categoria dei "nove e mezzo", né
centravanti,
né fantasisti; invalidi che superano le visite medico sportive la settimana
prima e quella successiva sono sotto i ferri del segaossa. Tutta gente che
poco può portare alla causa e il cui acquisto serve a depauperare ancora le
casse.
Per non parlare dello sdegnoso rifuto di ogni sponsor sulla maglia, manco
fossimo i Conti Tacchia! Quello ci dà poco, quell' altro potrebbe darci di
più... e intanto giochiamo altezzosamente con la maglia intonsa, tanto non
c' abbiamo bisogno de gnente... Dobbiamo fare atto d' umiltà e comprendere
che non possiamo pretendere la luna se non abbiamo vinto più un pezzo d'
ottone da oltre cinque anni e in Europa abbiamo fatto finora solo
comparsate!
A proposito d' Europa, consideriamo che in Champions abbiamo davanti
(testiculis tactis) sette partite che, seppur contro squadre temibili,
restano pur sempre sette e partono tutte da zero a zero. In campionato,
invece, abbiamo davanti diciotto partite e undici punti da recuperare. Quale
vi sembrerebbe l'obiettivo su cui concentrare le residue ed esigue risorse
ed energie, quantomeno pe' provacce?
Per finire, voglio attirarmi gli strali di tutti parlando male di Garibaldi,
o, se preferite, sospettando della moglie di Cesare.
Fuor di metafora, proprio perché nun c' è 'na lira, era proprio necessario
blindare il nostro attuale allenatore a peso d' oro? L' uomo ed il
professionista sono fuori discussione, ma l' attuale bottino dell' uomo di
Certaldo ammonta al Trivial Pursuit delle undici vittorie che so' durate da
Natale a Santo Stefano e non danno accesso ad alcun albo d' oro. E' notorio,
poi, che a Roma gli allenatori, dopo massimo tre anni fanno come il pesce
dopo tre giorni. Vogliamo trovarci in un' altra situazione stile-Montella?
Non mi convince questo progetto, soprattutto rabbrividisco quando sento
parlare di "puntare sui giovani". I giovani vanno bene quando si
chiamano Di
Bartolomei, Bruno Conti, Totti, De Rossi, ma di questo rango non sono i pur
gagliardi giovanotti della nostra attuale Primavera. D'altronde, siamo stati
fortunati a tirare fuori dal vivaio i nomi (e che nomi!) di cui sopra tutti
nello stesso millennio, per cui...andiamoci piano! Il tifoso non vuol sentir
parlare di progetti di autarchia sparagnina, il tifoso vive di sogni. E se
gli si impedisce di sognare, il tifoso langue.
Daje Roma daje