E' MORTA LA SATIRA!

 

 


Si amici, sono triste e non c' è più un comico che mi faccia fare quattro
risate. Anzi, per essere più preciso, dovrei dire "attori di genere
satirico", perché in Italia la comicità è rimasta solo a livello
involontario e tracimante nel grottesco, ad esclusivo appannaggio di certi
tristi figuri che ci vengono "a miracol mostrare" un nuovo tipo di miracolo
italiano.
Sì, amici, perché sconfitto il demone-Berlusconi chi si può dileggiare per
far ridere gli Italiani? Se chi si arroga il compito di portare il vessillo
della satira fosse coerente ed onesto intellettualmente (scusate se insisto
su questo, tema, ma lo ritengo fondamentale), dovrebbe prendere di petto il
Governo attuale. Poiché compito della satira sarebbe (il condizionale è d'
obbligo!) quello di mettere alla berlina il potere, costringendolo anche,
nei casi più fortunati, a correggere il tiro, o anche (e non necesariamente
in alternativa) a far riflettere l' elettorato e l' opinione pubblica.
Ultimo, ma non per importanza, anche lo strappare un sorriso, benché amaro,
costituisce scopo fondamentale della satira.
Meno male che c' è Gene Gnocchi, ex avvocato prestato alla comicità
(scusate: satira).
Un paio di settimane fa c' era come ospite a "quelli che il calcio" una
giovane cantante britannica, la quale, intervistata, raccontava di come
fosse stata espulsa da più di un istituto scolastico. Il nostro (al quale
suggerisco di cambuiare il proprio nome in "Giovedì"), di rimando, come
fulminato da un improvviso sintagma sinaptico condizionato ha ribattuto: "Ma
in InghilteVVa avete anche voi la MoVatti come ministVo?" e, ironizzando
(scusate: satireggiando) sul titolo della canzone proposta dall' ospite, dal
titolo "Smile", ha mostrato una foto a 64 denti di Berlusconi.
Non sa ancora che non c' è più Berlusconi al Governo?
E poiché non ha senso una satira se non contro il potere, cos' è,
denigrazione, attacco personale, forza dell' abitudine o direttiva del
Bottegone?

saluti a tutti

alessio

Satireggiare non si può chi non governa, né stare al governo e all'
opposizione insieme puossi, per la contraddizion che nol consente.
(libero adattamento da Dante)



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