Gli Elfi

 

Cenni Storici

Gli Elfi, o primogeniti di Ilùvatar, furono creati quando ancora Arda non era illuminata dal sole. I Quendi , infatti, si destarono nelle acque di Cuiviènen qunado solo le stelle illuminavano il mondo. Per questo motivo cominciarono fin da subito a venerare Varda, la Tessitrice di Stelle, o Elbereth in Sindarin. La loro vera storia cominciò, però, quando il Vala Oromë udì uno dei loro canti mentre cavalcava nella Terra di Mezzo: egli seguì la melodia ed arrivò fino al luogo dove i Figli di Ilùvatar si erano svegliati. Quando li vide, tornò a Valinor e comunicò a Manwë che il tempo era compiuto. Così il Signore dei Valar gli ordinò di condurli a lui. Oromë tornò a Cuiviènen e comunicò ai Quendi il volere di Manwë, e gli Elfi pasrtirono al seguito del Vala; essi si dividevano in tre caste: i Vanyar, o Elfi Chiari, i Noldor, o Elfi Profondi e i Teleri, o Elfi del Mare. Questi ultimi in un primo momento non presero parte nel viaggio verso le Terre Immortali, poiché avevano smarrito il loro re (Elwë Singollo). Egli infatti aveva incontrato in un bosco Melian, la Maia, ed era rimasto talmente affascinato dalla luce del suo viso da rimanere come ipnotizzato per alcuni anni. I Teleri, dopo averlo cercato per lungo tempo, nominarono loro re suo fratello Olwë che li condusse fino alle coste intorno alle foci del Sirion, ove si stabilirono. Lì impararono a conoscere a fondo il mare da Ossë, vassallo di Ulmo. Il Maia si affezionò così tanto ad essi che, quando arrivò per loro il tempo di partire, lui li pregò di non andare, così alcuni di questi rimasero legati a quelle coste e diventarono i Falathrim. Cìrdan il Carpentiere era uno di loro.

Le successive separazioni furono molteplici, ma la prima e più estesa fu questa: da una pare gli Eldar partiti per le Terre Immortali, dall'altra i Moriquendi, coloro che mai non videro la luce dei due alberi.

Gondolin, la Rocca Nascosta. Illustrazione di Ted Nasmith

Caratteristiche

Gli elfi sono creature immortali protette dalla grazia di Manwë, nonchè i primogeniti di Ilùvatar, benedetti da questo. Il loro aspetto, come descritto nei libri, è sempre splendido e aggraziato, e riflette la loro saggezza. Oltre a questo, poco si sa sul loro aspeto fisico, tranne che sono spesso biondi e senza barba (tranne Cìrdan). Alcuni, poi, hanno affermato che tra la parola "foglia" e la parola "orecchio" nella lingua eflica esiste un'assonanaza, che farebbe supporre che le loro orecchie siano appuntite, dalla forma appunto di foglia, ma di questo non v'è accenno nei libri di Tolkien. Il loro sguardo è penetrante e hanno spesso potere sulle menti più deboli. L'unico elfo ad avere in effetti un potere di preveggenza era Cìrdan, ma tutti gli Eldar di fatto possiedono doti magiche. Amano la natura e vivono in armonia con essa e tutto ciò che plasmano è abbellito dalla loro luce. Sono creature quasi sempre leali e degni combattenti, l'immagine più spiccata del Bene contrapposto al Male. La loro sapienza e scienza, non hanno pari tra i figli di Ilùvatar, e permettono loro di creare opere di incomparabile bellezza. L'arte della lavorazione dei metalli è soprattutto diffusa tra gli Elfi Scuri, che hanno appreso l'abilità nella forgiatura da i Naugrim di Belegost e Nogrod; Fëanor, il più grande Eldar in arte e scienza, era invece famoso in Valinor per aver creato i Silmarilli, tre splendide gemme. Celembrimbor, il forgiatore degli Anelli del Potere era di fatto un discendente di Fëanor.

Magia Elfica!! Con un ritocco di Gandalf... di Ted Nasmith

Notizie idiomatiche

In tempi remoti due erano le lingue parlate dagli Eldar: l'Alto Elfico, o Quenya, usato nelle Terre Immortali, e il Sindarin, parlato dagli Elfi Grigi del Beleriand. Con la fuga dei Noldor, questi ultimi abbandonarono il loro antico idioma per apprendere lo stesso Sindarin degli Elfi Grigi. Il Quenya divenne quindi una lingua poco usata nel Beleriand, la si trovava solamente nelle cerimonie o nei canti. Si potrebbe accostare il rapporto Quenya-Sindarin con quello del Latino-Italiano.