Cerca la Spada che fu rotta,

A Imladris la troverai;

I Consigli della gente dotta

Più forte di Morgul avrai.

Lì un segno verrà mostrato,

Indice che il Giudizio è vicino,

Il Flagello di Isildur s'è svegliato,

Ed il Mezzuomo è in cammino.

Il canto sognato da Boromir.

Quando incomincia a mordere l 'inverno

E nella notte gelida scricchiolano i sassi,

Quando gli stagni son neri, e gli albewri tutti spogli,

É nefasto per le Terre Selvagge avviare i propri passi.

Breve canto sulle Terre Selvagge.

Seduto accanto al fuoco, rifletto

Su tutto quel che ho visto,

Sulle farfalle ed i fiori dei campi

In estasi ormai da me distanti;

Penso a foglie gialle e a tele di ragno

In autunni che più non torneranno;

Alle nebbiose mattine, e al sole d'argento,

Ma della primavera io non vedrò l 'aspetto.

Vi sono infatti tante e tante cose,

Che io purtroppo ancora non conosco:

Diversi in ogni prato e in ogni bosco

Il verde ed il profumo delle rose.

Seduto accanto al fuoco, rifletto

Ai popoli vissuti tanto tempo fa,

Ed a coloro che vedranno un mondo

Che a me per sempre ignoto resterà.

Ma mentre lì seduto rifletto

Sui tempi che fuggiron veloci,

Ascolto in ansia ed aspetto

Il ritorno di passi e di voci.

Canto di Bilbo, cantato alla partenza di Frodo

da Granburrone.

Giovane era il mondo, e le montagne verdi,

Ancora sulla Luna macchia non era da vedervi,

Nessuna parola su fiume o rupe eretta in aria,

Quando Durin destatosi camminò in terra solitaria.

Diede nome ad anonimi colli e vallate,

Bevette da sorgive ancor mai assaggiate;

Egli si chinò per guardar nel Mirolago,

E di una corona di stelle vide il contorno vago;

Parean gemme incastonate in argento,

Sulle ombre del suo bel capo intento.

Bello era il mondo, ed alti i monti ignoti,

Prima della caduta, nei Tempi Remoti,

Dei potenti re che son fuggiti via

Da Nargotrhond o Gondolin che sia

Dei Mari Occidentali sull 'altra sponda:

Ai Tempi di Durin la terra era gioconda.

Era re su di un trono intarsiato

Fra saloni dal gran colonnato;

Sul suo capo i soffitti d'argento,

Su porte le rune del potere, e d'oro il pavimento.

Di sole, luna e stelle il bagliore infocato

Nei lampadari lucidi il cristallo molato,

Che sempre splendidi e imponenti brillavano,

E che mai nubi ed ombre di notte offuscavano.

Ivi colpiva l 'incudine il martello,

Ivi l 'incisore scrivea, ed oprava lo scalpello;

Ivi forgiata la lama ed all 'elsa unita,

Ivi minator scavava e murator costruiva con fatica.

Ivi gemme, perle ed opale iridescente,

E metallo lavorato come maglie di rete incandescente.

Ivi scudi e corazze, asce, spade e pugnali,

E fiammanti speroni come non se ne fabbricano d'uguali.

Il popolo di Durin mai non si stancava;

Sotto le montagne la musica suonava:

Fremevano le arpe, cantavano i menestrelli,

Le trombe squillavano ai cancelli.

Il mondo è grigio, e le montagne anziane,

Nelle fucine, le fredde ceneri sono del fuoco un ricordo lontano.

Nessun'arpa vibrante, nessun ritmo di martelli.

Regna l 'oscurità su miniere e castelli;

Sulla tomba di Durin incombe fosca l 'ombra,

A Moria, a Khazad-dûm.

Ma ancora appaiono le stelle morenti

Nel Mirolago oscuro e senza venti.

Lì giace in abissi d'acqua di Durin la corona,

Lì si risveglierà, quando sarà giunta l 'ora.

Il canto di Khazad-dûm, di Gimli.

Elfica fanciulla d'un tempo passato,

Stella che brilla al vento,

Bianco il suo mantello e d'oro bordato

E le scarpe grigio argento.

Una stella sulla fronte,

Una luce su i suoi capelli,

Il sole birlla tra le fronde

A Lòrien dei giorni belli.

Lunghi i capelli, bianca la pelle, chiara la voce

Della libera fanciulla volante

Nell 'aria e nel vento come luce veloce,

Come sul tiglio foglia vibrante.

Nel Nimrodel fra le cascate

Dalle acque chiare e spumeggianti

La sua voce come gocce argentate

Squillava tra i flutti scintillanti

Nessuno sa per quali alti valichi

Se all 'ombra o al sole ella errando vada,

Perchè Nimrodel smarrita in tempi antichi

E persa fu nei monti e nella rugiada.

Nei rifugi oscuri l 'elfica nave,

Sotto il riparo del monte,

da giorni e giorni l 'aspettava

Nelle ruggenti acque profonde.

Un vento al Nord si levò di notte,

Ululava e gemea,

E trascinò via dai porti le navi a frotte

Nella potente marea.

Pallida venne l 'alba e le terre fuggivano.

Grigio svaniva il monte

Oltre le grandi onde che violente muggivano

E spumeggiavano sino all 'orizzonte.

Amroth le spiagge ed i lidi mirava

Oltre l 'onda sollevata,

Odiando la nave infida che l 'allontanava

da Nimrodel la sua adorata.

Egli Re Elfico anticamente era,

Signore d'albero e di radura,

Quando d'oro brillavano i rami in primavera

A Lothlòrien la pura.

La videro balzare dal timone nel mare

Come la freccia dalla corda tesa,

E nelle acque profonde nuotare

Come il gabbiano sull 'onda protesa.

Il vento impetuoso nel fluente capello,

La schiuma lo avvolgeva tutto,

Lungi lo videro possente e bello

Attraversare il flutto.

Ma da ovest non è giunto messaggio

E sul Vicino Lido incantato

Gli Elfi nulla sanno del viaggio

di Amroth loro re adorato.

La storia di Nimrodel, cantata da Legolas.

Grigia era la sera della Contea,

Il suo passo si udì sulla Collina;

Ma prima che brillasse l 'alba argentea,

Già era partito per la sua via.

Dalle Terre Selvagge agli occidentali lidi,

Dai deserti del Nord ai colli verdeggianti,

Nel covo del drago e nei nascosti nidi

Egli camminò a lungo nei boschi ombreggianti.

Con hobbit e con Elfi, con Uomini e con Nani,

Con coloro che non muoiono e con i mortali,

Con la bestia nel covo e l 'uccello sui rami,

egli sapea parlare le lingue locali.

Voce squillante, mano che garisce,

Una schiena curva sotto il greve peso,

Bastone che guida, spada che ferisce,

Un pellegrino stanco sul sentiero scosceso.

In sapienza e in saggezza egli era signore,

Un vecchio dal cappello antico e corroso,

Alla collera ed al riso pronto a tutt'ore,

Appoggiato sul suo fedele bastone nodoso.

Solo si ergeva sul ponte,

Sfidando sia il Fuoco che l 'Ombra;

Rotto il bastone nel monte,

Khazad-dûm fu la sua tomba.

E Sam aggiunse:

I razzi ed i fuochi più belli nel mondo,

Le stelle dal verde e dal blu più giocondo,

Il rombo d'un tuono e le scintille infuocate

cadono come pioggia di gocce d'orate

l 'addio di Frodo a Gandalf.

Cantavo di foglie dorate, e sulle foglie l 'oro brillava,

Cantavo del vento, ed il vento incantato tra le fronde e le foglie giocava.

Al lume del Sole, al raggio di Luna sul Mare brillava la schiuma.

Un albero d'oro, ad Ilmarin ermo,su lidi e su spiagge profuma.

Al lume di stelle di Sempre-vespro esso si vedea brillar,

Ai piedi delle mura di Elven Tirion, rifulgeva ad Eldamar.

Ivi da anni e da anni crescono le foglie d'oro,

Qui sui Mari Nemici gli Elfi piangono in coro.

Oh Lòrien! Giunge l 'Inverno,l 'Ora nuda e spoglia,

Il Fiume fugge via, e trascina con sè la foglia.

Oh Lòrien! Sulla Riva Citeriore troppo tempo passato,

Sbiadita è la corona d'elanor dorato.

Ma se adesso di navi dovessi cantare, qual nave vedrei arrivare,

Qal nave potrebbe ormai portare Galadriel al di là del mare?

Il destino di Galadriel.

Ai! laurië lantar lassi sùrinen,

Yéni ùnòtimë ve ràmar aldaron!

Yéni ve lintë yuldar avànier

mi oromandi lisse-miruvòreva

Andùnë pella, Vardo tellumar

nu luini yassen tintilar i eleni

òmaryo airetàri-lìrinen.

Sì man i yulma min enquantuva?

An sì Tintallë Varda Oiolossëo

ve fanyar màryat Elentàri ortanë

ar ilyë tier undulàvë lumbulë;

ar sindanòriello caito mornië

i falmalinnar imbë met, ar hìsië

untùpa Calaciryo mìri oialë.

Sì vanwa nà, Ròmello vanwa, Valimar!

Namàrië! Nai hiruvalyë Valimar.

Nai elyë hiruva. Namàrië!

(Ah! Simili ad oro cadono le foglie al vento,

Lunghi innumerevoli anni come le ali degli alberi!

I lunghi anni sono fuggiti, come rapidi sorsi del dolce idromele,

In aerei saloni oltre l 'Occidente, sotto le azzurre volte di Varda

Ove le stelle tremolano al canto della sua voce,

Una voce sacra di regina.

Chi riempirà ormai per me la coppa?

Ahimè! la Vampa, Varda, Regina delle Stelle,

Ha innalzato le sue mani dal Monte Semprebianco

Come nuvole che ascendono al cielo,

ed ogni sentiero è immerso nella più cupa oscurità;

Fuori dalla grigia campagna, il buio sovrasta le onde spumeggianti che ci separano,

E la nebbia ricopre per sempre i gioielli di Calicirya.

Perso! Perso è ormai Valimar per coloro che vivono ad oriente.

Addio! Forse un dì tu troverai Valimar. E forse anche tu lo troverai un dì.

Addio!)

Canto d'addio di Galadriel a Frodo.

 

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