"Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,

Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,

Nove agli Uomini mortali che la triste morte attende,

Uno per l 'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra

Nella Terra di Mordor, dove l 'Ombra nera scende.

Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,

Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,

Nella Terra di Mordor, dove l 'Ombra nera scende."

Il famoso e antico poema della tradizione elfica.

La Via prosegue senza fine

Lungi dall 'uscio dal quale parte.

Ora la Via è fuggita avanti,

Devo inseguirla ad ogni costo

Rincorrendola con piedi alati

Sin all 'incrocio con una più larga

dove si uniscono piste e sentieri.

E poi dove andrò? Nessuno lo sa.

Il canto della Via di Bilbo Baggins.

Rosso è il fuoco nel camino,

Sotto al tetto un letto aspetta;

Ma non son stanchi i nostri piedi,

Voltato l 'angolo incontrar potremmo

D'improvviso un'albero o un grosso sasso,

Che nessuno oltre a noi ha visto.

Alberi e fiori, foglie e fuscelli,

Fateli passare! Fateli passare!

Sotto al nostro cielo colli e ruscelli

Passeranno oltre! Passeranno oltre!

Voltato l 'angolo forse ci aspetta

un ignoto portale o una strada stretta;

Se purtroppo oggi tirar oltre dobbiamo,

può darsi che domani questa strada facciamo,

prendendo sentieri nascosti

che portano alla Luna o al Sole.

Mela, spina, noce, prugna,

Fateli passare! Fateli passare!

Sabbia, pietra, stagno, dirupo,

In bocca al lupo! In bocca al lupo!

Dietro è la casa, davantia a noi il mondo,

E mille son le vie che attendon, sullo sfondo

Di ombre, vespri e notti, il brillar delle stelle.

Davanti allor la casa, e dietro a noi il mondo,

Tornar potremo a casa con passo in fin giocondo.

Ombre e crepuscolo, nuvole e foschia

Sbiadiranno via! Sbiadiranno via!

Fuoco e luce, da bere e da mangiare,

Così tutti a letto poi potremmo andare!

Melodia tradizionale della Contea, sulla quale Bilbo ha inventato queste parole.

Candida-neve! Candida-neve! Limpida dama!

Regina al di là dei Mari Occidentali!

Luce per noi che qui girovaghiamo

Ove gli alberi tessono un'oscura trama!

Gilthoniel! O Elbereth!

Limpidi e i tuoi occhi e terso il tuo respiro!

Candida-neve! Candida-neve! Noi ti decantiamo

In un ermo paese dal Mar molto lontano.

O stelle che durante l 'Anno Cupo

Le sue brillanti mani hanno tessuto,

In campi ove l 'aria è limpida e lucente

Vi vediamo fiorire pari a boccioli d'argento!

O Elbereth! Gilthoniel!

Ricordiamo ancora noi che viviamo

In un luogo boscoso da te lontano,

Il tuo chiaror stellare sui Mari Occidentali.

Il cantico in onore di Elbereth, nome di Varda presso i Sindar,

cantato dai Luminosi.

O! O! O! Ho bisogno del nettare dal bel colore

Per guarire il mio cuore e annegare il mio dolore.

La pioggia può cadere ed il vento soffiare,

E' lungissima la strada che mi resta da fare,

ma sotto un grande albero io mi riposerò

e le nuvole veloci passare guarderò.

Canzone che Sam e Pipino cantavano per tirarsi su di morale.

Addio a voi, mio atrio e mio caro braciere,

Il vento può soffiare e la pioggia cadere

Ma prima della rugiada, che l 'alba fresca bagna,

Noi marcerem pei boschi e sull 'alta montagna.

A Gran Burrone,ove sono gli Elfi intenti all 'opre,

In radure che un fine velo di nebbia ricopre,

Arriverem attraverso lande deserte e brughiere,

E da lì poi dove andrem, nessuno può sapere.

Davanti a noi i nemici e dietro lo spavento,

Il nostro letto sarà sotto il cielo e nel vento,

Fino al giorno in cui con la stanchezza in volto,

il viaggio sarà finito, e il compito svolto.

Dobbiamo andare! Dobbiamo andare!

Prima che l 'alba incominci a spuntare!

Canto di Merry e Pipino, dopo che la congiura era stata smascherata.

Ehi dol! Bel dol! Suona un dong dillo!

Suona un dong! Salta ancor! Salice bal billo!

Tom Bom, bel Tom, Tom Bombadillo!

Ehi dol! Vieni bel dol! Cara dol! Mio tesoro!

Il vento soffia leggero e la stella spunta d'oro

Laggiù ai piedi della Collina che brilla alla luce solare,

Sulla soglia aspetta il debole chiarore stellare,

La mia graziosa dama, figlia della Regina del Fiume,

Esile più di un salice, più limpida dell 'acqua, più brillante di un lume.

Il vecchio Tom Bombadil ha colto dei gigli d'acqua,

E saltellando torna, e mai nel giorno tacque.

Ehi! Vieni bel dol! Cara dol! Mio tesor!

Baccador, Baccador, un'allegra bacca d'or!

Povero Vecchio Uomo Salice, hai nascosto le radici,

Ma Tom ha fretta adesso. La sera giungerà tosto.

Il vecchio Tom Bombadillo ha colto dei gigli d'acqua

e saltellando torna, e mai nel giorno tacque.

Il canto intonato da Tom Bombadil prima di giungere in aiuto

agli Hobbit, rapiti dal Sinuosalice.

Veloci, piccoli miei che il Sinuosalice risalite!

Tom va già avanti e le candele accende.

Ad ovest cala il Sole e la notte vi attende.

Giunta l 'oscurità, la nostra porta aprite,

Dai vetri e le finestre la luce si intravede,

Non temete i neri ontani ed i salici canuti!

Non temete rami e radici, chè Tom vi precede.

Veloci, venite, vi apetterem seduti.

Il canto che Tom Bombadil intona

dopo aver salvato gli Hobbit dal Sinuosalice.

Esile più di un salice! Più limpida dell 'accqua! Più brillante di un lume!

O giunco chinato sul lago! O dolce Figlia del Fiume!

Tu sei estate e primavera, e poi nuovamente estate!

Tu delle fronde le risa, e brezza sulla cascate!

Elogio di Frodo alla bellezza di Baccador.

Avevo un compito da svolgere: coglire tanti gigli,

Verdi foglie e gigli candidi per la mia dolce dama,

Per conservare gli ultimi, prima della fine dell 'anno,

Al riparo della neve, a fiorire ai suoi piedi.

Ogn'anno sul finir dell 'estate li vado a cercare per lei,

in un limpido stagno profondo, lontano sul Sinuosalice;

Lì, in primavera, sono i primi a sbocciare, e lì i più lunghi a durare,

E lì, tanto tanto tempo addietro, trovai la Figlia del Fiume,

Dolce Baccador seduta in mezzo ai giunchi.

Ed è stato un bene per voi, perchè ormai non tornerò più

lì in fondo lungo le acque del fiume,

Ora che l 'anno muore. E nemmeno passerò più

la casa del Vecchio Uomo Salice Grigio

fino a primavera, quando allegra la Figlia del Fiume

va ballando nel sinuoso sentiero e si tuffa nell 'acqua.

Canto di benvenuto di Tom Bombadil.

Fredda la mano ed il cuore e le ossa,

Freddo anche il sonno è nella fossa:

Mai vi sarà risveglio sul letto di pietra,

Mai prima che muoia il Sole e la Luna tetra.

Nel vento nero le stelle anch'esse moriranno,

ed essi qui sull 'oro ancora giaceranno,

Finchè l 'Oscuro Signore non alzerà la mano

Sulla terra avvizzita e sul mare inumano.

Incantesimo dello Spettro dei Tumuli.

Oh! Tom Bombadil, Tom Bombadillo!

Nell 'acqua, bosco e colle, tra il salice e il giunchiglio,

Con fuoco, sole e luna, ascolta il mio richiamo!

Vieni, Tom Bombadil, del tuo aiuto abbisognamo!

Risposta: Il vecchio Tom Bombadil è un tipo allegro,

porta stivali gialli ed una giacca blu cielo.

Nessuno l 'ha mai preso, perchè Tom è il Messere;

più potenti i suoi canti e più veloci i suoi piedi.

Va'via, vecchio spettro dei tumuli, sparisci rapido al sole!

Diradati come la fredda nebbia, ululando più triste del vento,

Lontano dalle montagne, nelle terre squallide e brulle!

Non tornar mai più qui! Lascia vuoto il tuo tumulo!

Sii perso e dimenticato, più buio dell 'oscurità,

Là dove apriranno il cancelli quando il mondo corretto sarà!

Tom Bombadil salva gli Hobbit dagli Spettri dei Tumuli.

C'è una locanda, un'allegra locanda,

Sotto un vecchio colle grigio,

Ove la birra così scura,

Che anche l 'Uomo della Luna

E' sceso un giorno a berne un sorso.

Lo stalliere ha un gatto brillo,

Che suona un violino a tre corde;

Su e giù scorre l 'archetto,

Stridulo a volte, a volte cheto,

Ed a volte solo un trillo.

l 'oste invece ha un cagnolino

A cui piacciono gli scherzi;

Se gli altri ridono, davanti al camino,

Rizza l 'orecchio ad ogni battuta,

Sghignazzando come un mattaccino.

Tengono anche una signore mucca,

Più orgogliosa di una regina,

Ma la musica le fa girar la testa,

Ed agitar la coda in segno di protesta,

E a ballare allegra sull 'erba verdina.

Se solo vedeste i piatti d'argento

Ed i cassetti pieni di posateria!

Per la Domenica in servizio speciale

Si lucida sempre il lavanderia,

Il Sabato quando il sole cala lento.

l 'Uomo della Luna beveva in abbondanza,

Ed il gatto brillo si mise a miagolare,

Un piatto ed un cucchiaio iniziaron la danza,

E la mucca in giardino saltava con baldanza,

E il cagnolin la coda cercava d'afferrare.

l 'Uomo della Luna bevve un altro sorso

E poi rotolò giù dalla sedia sul dorso;

Lì si addormentò, sognando la birra scura,

Finchè le stelle in cielo sbiadiron nell 'aria pura,

E l 'alba si alzò rosa senz'ombra di paura.

Disse lo stalliere al suo gatto brillo

"I cavalli bianchi della Luna

Nitriscono e mordono il morso,

Ma il loro padrone disteso sul dorso,

E fra poco il Sole inizia il suo percorso".

Allora il gatto suonò sul suo violino

Una musica da far rizzare i morti lì vicino,

Squillava, grattava e strimpellava,

Mentre l 'oste squotendo l 'Uomo della Luna,

"Sveglia, son passate le tre!", gli gridava.

Trasportarono l 'Uomo su per il colle,

E l 'infilarono svelti nella Luna,

I cavalli partirono a galoppo folle,

La mucca arrivò saltando come sulle molle,

Piatto e cucchiaio andarono in cerca di fortuna.

Sempre più svelto suonava il violino,

Incominciò a ruggire il cagnolino,

Mucca e cavalli camminavano sulla testa,

Gli ospiti saltarono dal letto per la festa,

E tutti danzarono al suono dell 'orchestra.

Ma la corda del violino si ruppe ad un tratto,

E la mucca saltò al di là della Luna,

Il cagnolino rise; divertente era il fatto,

Ed il piatto del Sabato andò a cercar fortuna

Col cucchiaio d'argento di Domenica ventura.

La Luna tonda rotolò dietro il colle,

Ed il Sole rizzò la bionda e la fiera testa,

Ma subito si disse: " sogno o son desta?".

Malgrado la sua luce illuminasse a festa,

tutti tornarono a letto dopo la notte folle.

Strano canto composto da Bilbo che parla di una

locanda.

Non tutto quel ch'è oro brilla,

Nè gli erranti son perduti;

Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

Le radici profonde non gelano.

Dalle ceneri rinascerà un fuoco,

l 'ombra sprigionerà una scintilla;

Nuova sarà la lama ora rotta,

E re quei ch'è senza corona.

l 'avvenire di Aragorn.

Gil-galad sugli Elfi soleva regnare:

Tristi cantano ora i menestrelli

I giorni ancor liberi e belli

Del suo regno tra i Monti e il Mare.

La sua lancia era aguzza, la sua spada tagliente,

E da lungi il suo elmo splendeva possente.

Migliaia di stelle in cielo raggiavano

Nel suo elmo d'argento si rispecchiavano.

Ma mille anni fa egli cavalcò via;

E la sua stella cadde nelle tenebre profonde,

A Mordor dove la cupa ombra si diffonde.

Una parte de La Caduta di Gil-galad.

 

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