GESTIONE INFERMIERISTICA DEI PRESIDI NELLA
PREVENZIONE E NELLA CURA DELLA POLMONITE DA VENTILATORE ( VAP )
Marcello
Scardino Infermiere Cardiochirurgia T.I.
Tale
rischio, riducibile e potenzialmente evitabile adottando opportune procedure, è
fortemente presente all’interno di una Terapia Intensiva, sia per le
condizioni generali del paziente e sia per le metodiche assistenziali che
richiedono procedure invasive continue tra le quali la più importante risulta
essere la ventilazione meccanica. Le infezioni polmonari rappresentano la
principale complicanza infettiva nei pazienti sottoposti a ventilazione
artificiale con un tasso di incidenza variabile tra 11 % e 24 % . Oltre
all’elevata incidenza queste infezioni sono gravate da un alto indice di
mortalità “ attribuibile”, che nei reparti di terapia intensiva rappresenta
circa il 30%.
L’insorgenza di tali
infezioni comporta come conseguenza diretta un aumento delle giornate di
degenza, quindi l’aumento
dell’onere economico (variabile ed influenzabile da diversi fattori: struttura organizzativa dell’ospedale, della terapia intensiva, costo
degli antibiotici e dei presidi usati, ecc..) sintetizzabile a titolo
rappresentativo tra i 3000 e i 6000
€ per ogni singolo episodio di
infezione polmonare.
I tassi di infezione
ospedaliere rappresentano uno dei principali indicatori di qualità
dell’assistenza ai fini di procedure di accreditamento: esse rappresentano un
duplice aspetto di un danno evitabile per il paziente e di costi addizionali per
il SSN.
Ultimo aspetto su cui
riflettere è rappresentato dalle responsabilità giuridiche /
etiche/professionali che tale situazione comporta in merito alla violazione o
alla non corretta esecuzione di regole precauzionali, di protocolli o linee
guida o di condotta di carattere professionale.
La mia relazione si basa sulla
ricerca, revisione e lettura degli studi e degli articoli presenti nella
letteratura internazionale che riportano come evidenze procedure di prevenzione
nell’utilizzo dei presidi in un paziente ventilato meccanicamente: tali
evidenze sono ulteriormente convalidate dalle linee guida del CDC
che ne consigliano l’applicazione.
Partendo
dalle linee guida del CDC di Atlanta ho effettuato una ricerca di eventuali
studi più recenti che potessero evidenziare nuove metodiche di gestione dei
presidi ventilatori al fine di prevenire la VAP.
Per questa ricerca
ho usato Medline e The Chocrane Library utilizzando alcune
parole chiavi come: intubation, vap, vap and circuit ventilator, change
of circuit, humidifier, gloves and infection, selective decontamination,
aspiration system, oral care, icu,
ecc.
DEFINIZIONE
DI VAP (Ventilator
associated Pneumonia)
Ø
ESOGENA
: attraverso strumenti o apparecchiature inquinate,attraverso il personale
(Infezioni nosocomiali )
Ø
ENDOGENA
:i microrganismi, già presenti, colonizzano le mucose dell’orofaringe e/o
dello stomaco.
Il meccanismo patogenetico
fondamentale consiste
nell’aspirazione di secrezioni (orofaringee e/o gastriche) contaminate che non
vengono eliminate o neutralizzate dai normali meccanismi di clearence.
Sia la via di infezione che il
meccanismo di patogenesi sono due aspetti fondamentali da tenere in
considerazione per il nostro modo di operare al fine di ridurre il rischio di
infezione. Per questa ragione la prevenzione attraverso opportune procedure
riveste sicuramente un ruolo fondamentale per migliorare la qualità
dell’assistenza erogata. L’applicazione delle evidenze scientifiche comporta
uno “sforzo “ irrinunciabile da parte nostra a cui non dobbiamo sottrarci :
le linee guida del CDC raccomandano la formazione del personale come
metodo per la prevenzione delle infezioni da VAM ( cat. IA).
Tra i metodi di prevenzione il
corretto utilizzo / gestione dei presidi rappresenta un momento importante.
PRESIDIO
“……
uno strumento non farmacologico per diagnosi,
prevenzione, controllo, terapia ed attenuazione di un problema di
salute”.
Ma l’aspetto fondamentale
che ci riguarda più da vicino e
rappresentato dalla precisione con cui questa direttiva individua le
responsabilità delle diverse figure che a vario titolo entrano in contatto con
il presidio.
Come
utilizzatori avremo il compito di verificare che il dispositivo sia idoneo
all’uso che se ne intende fare; attenersi alle modalità di impiego senza
apportarvi personali variazioni, controllarne e comunicare eventuali
disfunzioni, il corretto ricondizionamento /sterilizzazione in caso di materiali
non monouso. Avremo come responsabilità anche il controllo igienico –
ambientale. Quindi nella gestione dei presidi dovremo attenerci oltre che a
norme di prevenzione per il rischio di contagio, anche a norme che stabiliscono
il loro corretto utilizzo/conservazione.
Questa norma ha rivoluzionato
il concetto di presidio medico che diventa parte integrante della prestazione
diagnostica, terapeutica e farmacologia: questo ha portato ad una revisione dei
comportamenti delle figure coinvolte e per quanto riguarda noi utilizzatori
individuando precise responsabilità.
GESTIONE
DEI PRESIDI – UTILIZZO
E’ doveroso ricordare che la
misura di prevenzione più importante per impedire le infezioni nosocomiali è
il lavaggio delle mani.
Circuito
ventilatore
Sul circuito ventilatore
esistono in merito molti studi i quali in parte hanno sfatato e risolto dubbi e
in parte non sono stati in grado di risolvere questioni rimaste tuttora aperte.
Sicuramente vi sono buone
evidenze che stabiliscono non più necessario, ma anzi potenzialmente
pericoloso, il cambio routinario dei circuiti esterni del ventilatore ogni 48
ore, aumentando la manipolazione dei circuiti alza
il rischio di inoculare condensa in trachea (cat. IA). Non è stato ancora
definito un tempo massimo di permanenza dello stesso circuito, ma questi devono
essere cambiati solo se
macroscopicamente sporchi, malfunzionanti
o rotti. Studi dimostrano una incidenza più alta di VAP nei centri dove questi
vengono sostituiti ogni 48 ore nei
confronti di quelli dove la sostituzione è settimanale, altri che riportano
nessuna differenzai nell’incidenza di VAP dove i circuiti vengono cambiati
ogni 72 ore rispetto a posti dove i circuiti vengono cambiati oltre le 72 ore.
Il circuito esterno del
ventilatore colonizza dopo 24 ore dall’inizio del loro impiego, mentre la
condensa dopo appena due: vista l’alto numero di patogeni presenti
all’interno del liquido di condensa il circuito deve essere mantenuto in
scarico al fine di evitare pericolose inalazioni. Tale condensa deve essere
drenata ed eliminata periodicamente ricordandosi dopo di lavarsi le
mani.(cat. IB)
Il circuito interno non deve
essere sterilizzato di routine, ma
solo se contaminato con agenti virali.
Non esistono al momento dati
sufficienti che stabiliscono i vantaggi di un loro uso routinario in rapporto ai
costi benefici, né di una loro preferenza d’uso nel prevenire la VAP.
Gli umidificatori attivi, o a
cascata, danno luogo a fenomeni di condensa con relativo inquinamento del
circuito, quindi il corretto posizionamento in scarico, la presenza di
dispositivi di raccolta con valvola unidirezionale per il drenaggio della
stessa, la gestione corretta diventano momenti fondamentali per ridurre i rischi
di infezione. Particolare attenzione va posta anche nella corretta temperatura
di umidificazione: una sovraumidificazione dei gas inspiratori può determinare
alterazioni anatomo fisiologiche sia
delle vie aeree che del parenchima polmonare, una corretta temperatura di
umidificazione usando sistemi attivi non dovrebbe superare i 32 – 34 °C.
I filtri igroscopici non danno
fenomeni di condensa ma possono determinare aumenti delle resistenze e dello
spazio morto e non è quindi consigliabile il loro utilizzo in alcune patologie,
come l’aumento del rischio di
occlusione delle vie respiratorie in casi di prolungata VAM.
In linea di massima sarebbe
opportuno utilizzare nelle prime giornate i filtri igroscopici e riservare gli
umidificatori attivi ai pazienti broncorroici o in caso di VAM prolungata.
Se si utilizzano umidificatori
con gorgogliatare non devono essere posizionati filtri antibatterici tra
l’umidificatore e la branca inspiratoria del circuito (cat.IB).
Nell’umidificatore deve essere utilizzata acqua sterile per riempire il
gorgogliatore(cat.IB)
Gli umidificatori e i filtri
igroscopici vengono sostituiti secondo le direttive stabilite dal produttore, o
in caso di inquinamento o malfunzionamento (cat.IB)
Nel caso di filtro igroscopico
la sostituzione deve contemplare anche quella del catetere Mount
La tracheotomia precoce nella
prevenzione della VAP rimane controversa.
La pressione di ancoraggio
della cuffia deve essere tra i 25-
30 mmHg : una pressione troppo bassa
(< 20 cmmH2O) potrebbe permettere la discesa di secrezioni nell’albero bronchiale,
un eccessivo gonfiaggio potrebbe determinare lesioni tracheali.
Non
esistono raccomandazioni sull’efficacia di un metodo rispetto l’altro nei
confronti della prevenzione da VAP.
Rimane
un tema irrisolto l’uso di guanto sterile al posto di guanti monouso puliti.
Si
devono utilizzare sondini sterili monouso in caso di sistema aperto(cat.IB)
Utilizzare
liquido sterile per rimuovere le secrezioni dal sondino se questo viene
reinserito nel tratto respiratorio del paziente.(cat.IB)
In
caso di circuito chiuso non esistono indicazioni sulla sostituzione routinaria
degli stessi se non microscopicamente inquinati o malfunzionanti.
Sostituire
tutto il circuito dell’aspiratore (tubo e contenitore delle secrezioni) tra un
paziente e l’altro( catIB).
Il
paziente, se non esistono controindicazioni, deve essere posizionato elevando
l’angolo della testa del letto di 30 – 45° al fine di ridurre il rischio di
aspirazione gastrica(catIB)
Il
sng deve essere verificato periodicamente: giusta posizione e funzionamento (cat.IB)
Valutare
motilità intestinale e residuo gastrico per ridurre fenomeni di rigurgito(catIB),
eventualmente utilizzare farmaci che aumentano la motilità gastrica.
Non
esistono raccomandazioni particolari sulla somministrazione della nutrizione
entrale in modo continuo o intermittente.; non esistono neppure raccomandazioni
circa l’uso preferenziale di sondini di basso calibro.
L’uso
dei guanti è importante come prevenzione delle infezioni, ma questo non deve
sostituirsi al lavaggio delle mani, infatti esistono studi che rilevano
l’inquinamento dei guanti stessi da non corretto utilizzo/conservazione. Non
esistono indicazioni precise sull’utilizzo di guanti sterili o monouso, mentre
esistono raccomandazioni precise in merito al cambio dei guanti ( e lavaggio
delle mani) tra un paziente e l’altro(cat.IB) , e studi che riportano di
epidemie dovute al personale che non cambiava i guanti.
I
guanti vanno indossati per manipolare secrezioni respiratorie o oggetti
contaminati con secrezioni respiratorie di qualunque paziente (cat.IA)
E’
raccomandato l’uso di un camice quando risulta probabile la contaminazione con
secrezioni respiratorie e cambiare camice dopo l’uso prima di assistere un
nuovo paziente(cat.IB)
I
presidi venduti come monouso non devono essere risterilizzati e riutilizzati, a
meno che non esistano dati in merito che ne garantiscono il loro riutilizzo
senza determinare rischi per il paziente, il deterioramento o inficiarne
l’utilizzo(cat.IB).
Devono
essere sterilizzati o disinfettati ad alto
livello* tutte le attrezzature o
i presidi non monouso semicritici (contatto diretto o indiretto delle mucose del
tratto respiratorio) (es. maschere, laringoscopio, palloni per assistenza
respiratoria, endoscopi,ecc..) (cat.IB)
(*
Si intende una procedura che porti all’inattivazione di tutti i virus, funghi
e batteri in forma vegetativa –inclusi i
micobatteri – e di almeno un certo numero di forme sporali.)
La nostra professione non è
esente da questo impegno continuo nel migliorare le proprie conoscenze al fine
di migliorare la qualità dell’assistenza erogata.
“L’infermiere aggiorna le proprie conoscenze attraverso la formazione
permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca, al fine di
migliorare la sua competenza. L’infermiere fonda il proprio operato su
conoscenze validate ed aggiornate, così da garantire alla persona le cure e
l’assistenza più efficaci. L’infermiere partecipa alla formazione
professionale, promuove ed attiva la ricerca, cura la diffusione dei risultati,
al fine di migliorare l’assistenza infermieristica.”
Art.3.1 Codice
Deontologico
Ø
CATEGORIA
IA
: Misure fortemente
raccomandate per tutti gli ospedali e suffragate da studi sperimentali o
epidemiologici progettati correttamente.
Ø
CATEGORIA
IB :
Misure fortemente raccomandate per tutti gli ospedali e considerate
efficaci da esperti, che si basano su solide ragioni teoriche o su dimostrazioni
convincenti, anche se possono non essere stati ancora eseguiti studi scientifici
definitivi.