Gestione infermieristica dell'infarto miocardico acuto con tratto “ST” sopraslivellato

 PIREDDA VALERIA   Infermiera Unità Coronarica  Cardiologia Az. Osp. PARMA

 

   Ormai il termine IMA (infarto miocardico acuto) è entrato a far parte del nostro linguaggio giornaliero ,sopratutto nel "Dipartimento cuore".

Per rinfrescare la memoria, ricordiamo che con IMA intendiamo:

·        Occlusione di uno o più vasi coronarici con

·        Arresto della perfusione miocardia nella zona colpita

·        Riduzione dell'apporto di O2 al tessuto miocardio e quindi

·        Necrosi della porzione cardiaca interessata dal vaso coronarico chiuso.

Gli interventi terapeutici prioritari in un soggetto colpito da IMA, sono mira-

ti a:

·        Tempestività nella ricanalizzazione del vaso coronarico correlato all'IMA

·        Efficacia riperfusiva miocardica

·        Protezione del miocardio ischemico

·        Conseguimenti dei risultati duraturi – stabilizzazione del paziente.

In base all'occlusione del vaso coronarico cambia la sede dell'IMA e la gestione terapeutica, quest'oggi tratteremo la gestione infermieristica dell'IMA con ST sopraslivellato .

Il tratto ST è rappresentato da quella linea isoelettrica che separa il complesso QRS e l'onda T. Il sopraslivellamento verso l'alto del tratto ST indica una" lesione".

Il segmento ST s'innalza al di sopra della linea isoelettrica durante la fase acuta dell'infarto per poi tornare successivamente alla linea base.

L'esecuzione dell'ECG a 12 derivazioni permette di evidenziare le derivazioni con sopraslivellamento del tratto ST, da un sottostudio “GISSI I” è emerso che più è elevato il numero di derivazioni con sopraslivellamento del tratto ST peggiore è la prognosi, tale metodo definisce l'area del miocardio a rischio evidenziando la sede dell'IMA.

Il tratto ST è significativo se è uguale o superiore a 0,1mV(1mm sull'ECG calibrato a 10mm/1mV).

Il monitoraggio del tratto ST è fondamentale per evidenziare la progressione dell'IMA.

In base alla comparsa del segmento ST sopraslivellato nelle diverse derivazioni possiamo distinguere diverse sedi dell'IMA:

-IMA ant. :V1-V2-V3-V4

-IMA ant. Esteso da V1 a V6

-IMA inferiore o diaframmatico:D2-D3-AVF

-IMA settale: V2 - V3

-IMA laterale:D1-AVL-V5-V6.

 

ASSISTENZA INFERMIERISTICA

 

  Quando il paziente arriva in UTIC il Pronto Soccorso ha già provveduto ad accertare la diagnosi di IMA tramite:

·        Sintomi

·        Segni all’ECG di IMA

·        Determinazione dei marcatori cardiaci

 

Bastano 2 criteri su 3 per porre sospetto di IMA e trattare.

 

All'ingresso in UTIC il personale del Pronto Soccorso dichiara :

·        Inizio del dolore

·        Terapie somministrate durante il tragitto dal PS all'UTIC

·        Complicanze sorte durante il tragitto

·        Esami eseguiti.

In UTIC il personale presente per turno è composto da due unità,ognuna è responsabile del proprio settore,ma al momento di un ingresso ci si coadiuva nei lavori.

Il paziente viene spostato dalla barella al letto evitandogli sforzi eccessivi ,gli vengono rimossi gli indumenti e lo si collega al monitor per controllare il ritmo o l'insorgenza di aritmie.

Il Paziente, che arriva in UTIC, viene catapultato in poco tempo,da una situazione di benessere ad una di pericolo improvviso;informarlo, spiegare le manovre che eseguiamo, ha lo scopo di rassicurarlo facilitando lo svolgimento del nostro lavoro e la rilevazione dei dati oggettivi e soggettivi fondamentali nella gestione del caso.

La raccolta dati avviene attraverso:

·                    - L'esecuzione dell'ECG a 12 derivazioni, nel caso in cui il medico    sospetti un interessamento del ventricolo dx o della parete posteriore del cuore vengono eseguite le derivazioni dx o le derivazioni posteriori sn ( se necessario si esegue la tricotomia del torace per posizionare al meglio gli elettrodi);

·                    Rilevazione e registrazione in grafica dei parametri vitali:PA-FC-T°C-FR-SAT.O2. E' fondamentale riferire quanto prima al medico, le alterazioni in aumento o in calo dei parametri per intervenire con la terapia adeguata. Controllare la SAT.O2 è rilevante per la somministrazione  di ossigeno terapia con l'ausilio di occhialini o con metodo Venturi, i valori di SAT.O2 (nella norma compresi fra 98 – 100%) devono essere al di sopra del 90%;

·                    Verifica dell'accesso venoso : già al PS al Pz viene isolato un accesso venoso periferico, se ne verifica la pervietà e all'occorrenza si provvederà all'isolamento di un secondo accesso venoso;

·                    Rilevazione dei dati personali del paziente, tra cui:tempo d'insorgenza del dolore, presenza o meno del dolore all'ingresso in UTIC, sede ed eventuali diramazioni ( mandibola-braccio-dorso-spalla ), dati anagrafici,eventuali allergie ,patologie da cui è affetto , familiari e recapiti telefonici da reperire per eventuali comunicazione ;

·                    Rilevazione della glicemia tramite Glucostick:in base ai valori glicemici si adotta lo schema DIGAMI , il controllo aggressivo della glicemia avviene con la somministrazione d'insulina endovenosa per valori superiori a 198 mg/dl x 24 h, seguita da insulina sottocute per valori inferiori a 198mg/dl, l’utilizzo dell’insulina sottocute è a discrezione del medico.

Una volta rilevati tutti i dati, il medico provvede ad analizzarli ,visita il paziente e acquisisce ulteriori dati anamnestici. L'esecuzione dell'ECOcardio è indispensabile per valutare la quota di miocardio a rischio.   

Dopo un'attenta valutazione del quadro clinico, il medico potrà eseguire un'attenta stratificazione del rischio e la scelta del percorso terapeutico appropriato.

 

La strategia terapeutica può procedere in due diramazioni:

 

1)  TROMBOLISI

                                                      < PRIMARIA

2)  PTCA (ANGIOPLASTICA)  

                                                      < DI SALVATAGGIO O RESCUE.

 

1)  TROMBOLISI

 

Obiettivo principale della terapia trombolitica, è la riperfusione della zona ischemica con conseguente ripristino del flusso ematico coronarico attraverso l'utilizzo di farmaci fibrinolitici , che attraverso l'attivazione della plasmina sono in grado di “lisare” il coagulo che ha dato origine all'infarto.

Il medico informa il paziente sulla procedura terapeutica più adatta al caso esponendogli  rischi e vantaggi cui può andare incontro sottoponen-   

dosi  o meno alla terapia.

L'utilizzo della trombolisi è indicato nei soggetti con:

·                    IMA ST sopraslivellato con sintomatologia insorta da meno di 6 ore

·                    Sintomatologia anginosa in atto tra 6 e 12 ore dall'inizio associata a sopraslivellamento ST .

 

Durante questa fase un I.P. si preoccupa di preparare il farmaco per la trombolisi ,diluizioni e modalità di somministrazione, mentre l'altra I.P. procede alla preparazione delle altre terapie prescritte,termina la compilazione della cartella e registra il paziente nei vari moduli d'ingresso dell'UTIC.

La somministrazione del fibrinolitico deve avvenire singolarmente per evitare interazioni con altri farmaci.

E' nostro compito avvisare il paziente di riferire ogni sensazione sgrade -   

vole che può insorgere durante l'infusione quali: nausea,vomito,  

malessere,vampate di calore,aumento del dolore, fatica a respirare e verificare tra sintomatologia clinica e sensazioni soggettive conseguenti spesso alla paura.

Osservare lo stato della cute per evidenziare ematomi - soluzioni di

continuo ( ferite - fori d'iniezione che potrebbero sanguinare ed eventualmente provvedere a tamponarle ).

L'applicazione del Catetere Venoso Centrale  avviene solo in caso di necessità ( è necessario evitare ogni micro-lesione ).

La rilevazione dei P.V. ogni 10 - 15 minuti è fondamentale per osservare variazioni di PA-FC-respiro, dati importanti nell'eventuale sospensione dell'infusione del farmaco.

Il carrello delle urgenze più il defibrillatore è sempre vicino per combattere l'insorgenza di complicanze; l'insorgenza di Riva (sequenza di extrasistoli ventricolari) può indicare riperfusione miocardica.

Il monitoraggio del tratto ST è fondamentale per seguire l'evoluzione in negativo o positivo della fibrinolisi ( durante la fibrinolisi - al termine e a 12 ore dall'inizio della terapia ).

Al termine dell'infusione del farmaco si esegue l'ECG, ripetuto a distanza di 90 min. o ogni qualvolta il paziente avverte dolore o malessere, eseguito poi 2 volte al di nei giorni a seguire.

La rilevazione dei marcatori cardiaci ( troponina I - CK-MB - mioglobina ) è fondamentale per controllare l'andamento della curva enzimatica che viene ripetuta ogni 8 ore x 42 ore successive .

  Gli altri farmaci erogati prima e durante la tp fibrinolitica hanno l’intento di migliorare la ricanalizzazione coronarica, prevenire la riocclusione e favorire la protezione del miocardio riducendone il lavoro per rallentare e contenere la necrosi, essi sono:

·        ASA: la somministrazione dell’aspirina con dose iniziale compresa fra 300 e 500 gr avviene solitamente al PS (il mantenimento è di 100 – 160 mg/die), la sua proprietà antiaggregante svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione della ritrombosi e nella stabilizzazione della placca, tranne nei pazienti con allergia all’ASA, anamnesi di  sanguinamento gastro-intestinale, piastrinopenia ;

·        EPARINA (UFH)non frazionata E.V.: viene somministrata secondo le linee guida del reparto, un bolo iniziale di  60U/Kg per un massimo di 4000U + un’infusione di 12U/Kg massimo 1000H/h, l’infusione avviene secondo un normogramma che indica variazioni di dosaggio e e successivi controlli in base al rilevamento dell’aPTT ( tempo di protombina parziale attiva ) valori compresi fra 50 e 70 sec. L’infusione con eparina segue da 24 a 48 h, per poi seguire con somministrazione di enoxaparina per via s.c. per prevenire la trombosi profonda.

·        NITRODERIVATI: hanno un effetto vasodilatatore, riducono l’ischemia acuta e la P.A. . La somministrazione nella fase acuta è quella per via E.V. a dosi crescenti con controllo della P.A., segue per 24 – 48 h per poi continuare il mantenimento per via transdermica o con preparati per os ;

·        BETA - BLOCCANTI : la somministrazione E.V. avviene sin dalle prime ore del ricovero. La loro azione è quella di ridurre il consumo di O2 con conseguente preservazione della funzione ventricolare Sn, riducono la dimensione della necrosi e riducono l’attività adrenergica con diminuzione del rischio di aritmie fatali. Il trattamento permette una riduzione della tachicardia sinusale, dell’ipertensione arteriosa e dell’angor. Dopo la fase acuta il mantenimento segue con la sommini -                        

strazione per os a dosaggi variabili in base a : FC – PA basse , avvenuta ricanalizzazione;

·        La morfina E.V. è somministrata per sedare il dolore intenso o in gravi manifestazioni d’insufficienza del ventricolo Sn .

  Alcune delle complicanze che possono insorgere durante l’infusione della  trombolisi sono:

reazioni anafilattiche

emorragie minori e maggiori

aritmie ventricolari – bradicardie – ecc.

 valutazione dei segni neurologici.

L’attenta osservazione del paziente metterà in evidenza l’eventuale comparsa di:   

·        Rush cutanei o orticarie

·        Petecchie – ematomi

·        Emorragie congiuntivali – gengivorragia – epistassi – monitoraggio dell’urina per eventuale ematuria

·        Comparsa di melena – emoftoe - ematemesi

·        Osservazione dello stato neurologico per evidenziare segni di eventuali emorragie cerebrali

·        Comparsa di dolori addominali o in sede lombare segnalano presenza di ematoma retroperitoneale.

Le controindicazioni alla fibrinolisi si dividono in:

 Assolute

·        Pregresso istus emorragico

·        Altri tipi di ictus o eventi cerebrovascolari nell’ultimo anno

·        Neoplasia intracranica nota

·        Sanguinamento interno ( escluso mestruazioni )

·        Sospetti di dissecazione aortica;

Relative

·        Ipertensione arteriosa grave di difficile controllo farmacologico

·        Storia di ipertensione arteriosa cronica grave

·        Anamnesi di recenti patologie cerebrovascolari o intracraniche note

·        Uso di TAO ( tp anticoagulanti per os con INR >2-3

·        Traumi recenti

·        Puntura di vasi non comprimibili

·        Recente ( 2-4 sett. ) sanguinamento interno

·        Per la Streptokinasi: recente somm. ( 5gg-2 anni )o manifestazioni allergiche

·        Gravidanza

·        Ulcera peptica attiva.

 

 

Se non insorgono complicanze maggiori e la trombolisi raggiunge la sua efficacia ( lisi del trombo – rivascolarizzazione miocardica ) il Pz rimane in osservazione con  monitoraggio continuo, la rilevazione dei parametri vitali viene diramata nel tempo, la curva enzimatica verificata ogni 8 h nelle prime 42 h viene verificata 1 volta al giorno sino a chiusura della stessa .

Fondamentali risultano gli esami strumentali quali :

Rx-torace eseguito nelle prime ore dopo il ricovero fornisce informazioni su

-         volumetria cardiaca

-         alterata distribuzione del sangue dei campi polmonari fino all’ edema polmonare

-         dimensioni dell’aorta;

ECG a 12 derivazioni per: - monitoraggio dell’ST nel tempo;

ECOCARDIO : fondamentale all’ingresso del paziente per valutare l’estensione della necrosi e la sede o per evidenziare complicanze ( aneurismi – trombi intracavitari – rotture di setto interventricolare – versamenti ), ripetuto dopo la fase acuta evidenzia le modificazioni in positivo o in negativo, dati importanti ai fini della prognosi e della terapia ;

Test da sforzo sub-massimale in 4-5° giornata, nei paziente impossibilitati all’esercizio test da stress farmacologici: necessari nella valutazione del miocardio a rischio d’ischemia;

Scintigrafia: per evidenziare presenza d’ischemia inducibile , miocardio vitale .

L’obbiettivo è quello di identificare quei pazienti, con IMA non complicato, ad elevato rischio di morte o re-infarto a breve medio termine, di definire la strategia terapeutica più appropriata in base alla dimensione dell’IMA e nel prevenire e curare le complicanze più comuni ( rottura di cuore ).

I  pazienti con: prova da sforzo o ecostress positiva e/o

                FE < 40% ( depressione contrattile )

                Angina post - infartuale

 sarà opportuno sottoporli a Coronarografia (CNG); nei pazienti con Prova da Sforzo negativa, buona funzione ventricolare,( presentano bassa mortalità ad 1 anno  1 – 2% ), la CNG è inopportuna, verranno dimessi e rivalutati a distanza di 3-4 settimane.

Qual’ora la trombolisi non raggiungesse lo scopo prefissato dalla terapia (riperfusione della zona ischemica con ripristino del flusso ematico coronarico ), il medico valuta la situazione e decide se sottoporre il paziente a

PTCA ( Percutaneus Transluminal Coronary Angioplastic ) RESCUE  o di salvataggio, cosi detta per sopperire all’inefficacia della trombolisi. Il medico si appresta ad informare il paziente sulla nuova evoluzione dei fatti, ne spiega vantaggi e rischi allo scopo di ottenere il consenso all’esecuzione dell’indagine, successivamente verrà allertata la sala di emodinamica.

Mentre una I.P. si appresta a reperire i consensi per la procedura da far firmare al paziente ( verranno poi inseriti in cartella ), l’altra risponde alle domande poste dal paziente ( entro le proprie competenze ) e alla preparazione dello stesso per l’esame.

Rassicurare il paziente ed informarlo dei successivi passaggi è fondamentale per ottenere la massima collaborazione sia per la preparazione che durante l’esecuzione dell’esame.

Vengono rimossi tutti gli indumenti, avendo cura della privacy e si esegue  la tricotomia  fatta dall’OTA o coadiuvata da uno di noi per accelerare i tempi della preparazione ( la tricotomia è eseguita a “pantaloncino” dall’ombelico sino a mezza coscia quando l’esame si esegue con accesso dall’arteria femorale, o si può optare per l’arteria radiale ). IL C.V. è applicato su richiesta medica.

Quando il paziente è pronto per recarsi in sala di emodinamica si avvisano i colleghi della sala e ci si appresta a dargli consegna delle manovre e delle terapie praticate.

La PTCA primaria è l’unico metodo di ricanalizzazione nei pazienti con controin

dicazione alla fibrinolisi e non comporta elevato rischio emorragico tranne nella sede di puntura dell’arteria.

La preparazione del pazziente da sottoporre a PTCA primaria è uguale a quella del paziente sottoposto a PTCA rescue, una volta eseguito :

·         Rilevazione dei PV e i dati personali

·        Firma dei consensi informati

·        Pervietà degli accessi venosi

·        Terapia prescritta

·        Tricotomia

verrà trasferito in sala di emodinamica dove procederanno all’esecuzione dell’esame.

 

Dati rilevati da : Manuale di ACLS – ed. italiana Centro Scientifico Editore       Copyright 2003 American Heart Association

·        Linee guide ANMCO

·        Linee guida sulla cardiopatia ischemica acuta – ed. Task Force

·        Manuale di terapia cardiovascolare – Il pensiero scientifico editore

·        Protocolli di reparto.

 

UNA PROFESSIONE CHE SI REALIZZA

  In un futuro ormai alle porte, la nostra professione sarà basata sulle strategie da adottare per il miglioramento della qualità dell’assistenza infermieristica e le modalità con cui la professione sarà in grado di realizzarsi concretamente, quindi di recepire il proprio mandato, riconosciuto dalla recente legislazione, al fine di contribuire alla crescita del sistema sanitario nel nostro paese.

Negli ultimi 5 anni la professione ha varato diversi obiettivi atti a valorizza-re e riconoscere il proprio ruolo all’interno del sistema sanitario tra cui :

·        Abrogazione del mansionario ( art.1 legge 42/99 )

·        Definizione del percorso formativo attraverso l’istituzione del corso di laura ( art.5 legge 251/00 )

·        Riconoscimento ed inquadramento della dirigenza infermieristica (art.6 legge 251/00 )

·        Istituzione dei servizi assistenziali infermieristici ( art.7 legge 251/00 ).

Tale risultato è stato raggiunto, oltre che per l’impegno corale di tutta la professione, anche perché si sono modificati i bisogni della popolazione, e la domanda sociale di servizi e prestazioni degli individui del sistema sanitario, ha evidenziato un maggior bisogno di assistenza infermieristica generale e di tipo specifico.

Alcune delle cause del cambiamento dei bisogni sono:

·        L’invecchiamento demografico della popolazione italiana

·        Cambiamenti socio – culturali della popolazione

·        La costituzione di società multietniche

·        L’andamento epidemiologico di alcune patologie.

A fronte di questi bisogni la risorsa infermieristica riveste un ruolo strategico per la qualità e la garanzia dei servizi, cercando di osservare i bisogni che la collettività esprime per poterli soddisfare.

Il sistema infermieristico deve raggiungere alcuni obbiettivi quali :

·        La prevenzione delle malattie

·         L’assistenza dei malati

·         L’assistenza dei disabili, con lo scopo d’individuare le persone più bisognose per guidarle nell’autogestione della propria salute.

Il raggiungimento di tali obbiettivo può essere garantito da:

·        I.P. competenti in grado di mantenere elevati livelli assistenziali attraverso un processo di revisione e manutenzione periodica delle competenze acquisite, con la possibilità di proseguire il loro percorso formativo;

·        I.P. che continuano il percorso formativo con la possibilità di conseguire master o lauree specifiche;

·        I.P. in grado di assumersi le proprie responsabilità attraverso il rispetto dei principi e dei valori etico – deontologici atti a mirare le decisioni e i comportamenti professionali nell’agire quotidiano;

·        L’uso di metodologia scientifica per evidenziare i bisogni di salute e erogare l’assistenza personalizzata al cittadino;

·        Una pratica infermieristica che garantisca risposte/prestazioni efficaci ed appropriate;

·        L’implementazione della ricerca basata su studi derivanti dall’esperienza clinico – assistenziale atta a produrre gli strumenti operativi ( linee guida – protocolli ) indispensabili per governare i processi assistenziali.

Quindi l’I.P. per operare in modo autonomo e responsabile ha bisogno delle conoscenze scientifiche  - tecniche – culturali necessarie ad incrementare il suo sapere e a migliorare l’assistenza erogata.

Secondo Palmer “la qualità dell’assistenza consiste nella sua capacità di migliorare lo stato di salute e di soddisfazione di una popolazione nei limiti concessi dalla tecnologia, dalle risorse disponibili e dalle caratteristiche dell’utenza”.

Gli indicatori per garantire l’assistenza si riassumono nelle “4 E della qualità”:

·        Efficacia -  per le prestazioni che migliorano lo stato di salute di una persona e riducono i rischi per la salute

·        Equità – rispondere in modo pertinente ed equo alle aspettative del singolo e della collettività

·        Efficienza – raggiunta con l’utilizzo di strumenti tecnologici, risorse e conoscenze

·        Etica – nel rispetto dei principi etici.

Il termine qualità è sempre seguito da responsabilità e competenza.

L’affermazione di responsabilità nell’assistenza infermieristica indica un punto fondamentale nell’analisi della competenze, per stabilire quali interventi effettuare, con quale modalità e chi deve attuarli per garantire risposte assistenziali adeguate con minor disagio.

La competenza rappresenta la padronanza conoscitiva e comportamentale, le abilità specifiche necessarie per interventi efficaci.

L’acquisizione delle competenze deriva dalla conoscenza di base, dall’esperienza e dalla formazione continua.

Un professionista accresce le sue competenze, oltre che con l’aggiornamento, anche attraverso la critica della pratica quotidiana e la ricerca.

 La cultura professionale nasce e cresce con la discussione e il confronto.

  Nell’ambito dell’emergenza tutti gli operatori devono definire il proprio compito al fine di garantire interventi mirati, sulla base di attività predefinite, evitando sovrapposizioni di ruolo.

L’infermiere può svolgere funzioni indipendenti o dipendenti in collabora -    

zione col medico e con gli altri membri dell’equipe, per predisporre ed applicare protocolli multidisciplinari, sempre nel rispetto delle proprie competenze.

Attraverso le competenze acquisite in situazioni d’emergenza, i protocolli di responsabilità e lo sviluppo di capacità gestionale è possibile affrontare efficacemente anche gli eventi non prevedibili, fornendo assistenza tempestiva, continua ed efficace.

                                                         Infermiera di Cardiologia Unità Coronaria

                                                                                              Piredda Valeria

 

  DATI RILEVATI DA : ATTI CONGRESSUALI MAGGIO-GIUGNO 2003

                                    ATTI DEL V CONGRESSO NAZIONALE GITIC

                                    APRILE 2003.