ELOGIO DEL VIRUS
Riassunto:
L'Autore disserta sul mondo microbiologico e i nostri
rapporti con esso, vedendoli da un'angolazione diversa,
insolita, secondo gli insegnamenti di Edward de Bono per
dirimere i conflitti di rapporto e gli avvertimenti di
Paul Watzlawick sulla "realtà della realtà".
Arriva anzi al punto, tirando in ballo Francesco d'Assisi
e Gandhi, a capovolgere l'atteggiamento abituale della
medicina ufficiale, che vede nei microrganismi dei nemici
da combattere, tanto che quando si imposta il discorso
sul sistema immunitario si adopera una terminologia
bellica e poliziesca!
Ma a quest'atteggiamento arriva dopo aver fatto decantare
da anni nella sua mente le apparentemente assurde,
incomprensibili asserzioni di Ryke Geerd Hamer, che emulo
del Francesco d'Assisi che abbraccia il lebbroso, arriva
a chiamare amici i micròbi! dando in questo modo
giustificazione scientifica e medica a quello che in
Gandhi era dettato da spirito evangelico cristiano quasi
giainista al punto da preferire morire che difendersi
uccidendo un serpente! "Fratello serpente! Fratello
lupo! Fratello microbio!" Con questa triplice
esclamazione nel cuore l'Autore prosegue approfondendo ed
elaborando personalmente la tematica, portando sul tavolo
delle argomentazioni le scoperte di C. Louis Kervran
sulle trasmutazioni a debole energia in campo geologico,
fisico, chimico, le trasformazioni ciclogenetiche
microbiologiche osservate da Gaston Naessens col suo
"somatoscopio" col cui ingrandimento fino a ha
potuto scorgere ultramicroscopiche subcellulari forme
viventi, che lui chiama "somatidi", simili a
quelle già scoperte da Antoine Béchamp con i suoi
"microzimi" e da Gunther Enderlein con i suoi
"endobionti", convogliando il tutto nell'imbuto
della sua dissertazione volta a giustificare il mutato
atteggiamento nei confronti del mondo microscopico. Va a
disturbare persino la matematica dei frattali di Edward
Lorenz con le sue equazioni differenziali, fino ad
arrivare alle elaborazioni dei matematici francesi Gaston
Julia e Pierre Fatou e agli esperimenti eidomatici
effettuati da Benoit Mandelbrot!
Proseguendo a briglia sciolta nella sua foga, l'A.,
ragionando sull'equilibrio omeostatico che dovrebbe
essere l'obiettivo primario per la sopravvivenza
nell'universo dell'uno in rapporto all'altro, dal più
piccolo al più grande, espone le teorie cellulari di un
altro grande poco conosciuto, Georges Lakhovsky, che
parlando di vibrazioni, radiazioni e oscillazioni pone la
base per tutti gli sviluppi futuri di scoperte e
applicazioni terapeutiche che si rifanno a lui più o
meno apertamente e dichiaratamente per tutto ciò che
riguarda bioelettricità e biomagnetismo.
Tutto questo è stato solo un preambolo d'avallo,
un'introduzione all'esposizione della teoria di Hulda
Regehr Clark, avallata a sua volta dall' esperienza e
osservazione di 70 casi che hanno confermato sempre al
100% la sua teoria, relativa al virus, o meglio
retrovirus HIV, coinvolto nella patologia AIDS.
Partendo da alcuni studi effettuati da C. H. Barlow nel
1925 sul parassita intestinale denominato
"Fasciolopsis buskii" . . . ma non voglio
rovinarvi il finale! Poiché l'A., a differenza di Clark
che esordisce svelando già il colpevole, abilmente
presenta il tutto quasi come un giallo-thriller, creando
un'atmosfera di "suspense", una sensazione di
attesa, di soluzione e di fine che non arriva mai, prima
di svelare il vero colpevole, rivelazione preceduta da
antefatti che si incastrano l'uno nell'altro.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
La carica dei 101 . . .
miliardi
Probabilmente,
se all'improvviso voi dite alla ragazza che vi sta seduta
accanto che ha un ragno nei suoi lunghi capelli ricciuti
potrebbe mettersi a saltare urlando, a prescindere dal
fatto che ciò che voi dite sia vero o sia uno scherzo:
con la qual reazione si dimostrano due cose: l'importanza
e la relatività dell'informazione, che può determinare
un comportamento a prescindere dalla sua validità e
verità, e la mancanza di un equilibrato rapporto con il
mondo, umano, animale, vegetale, minerale, che può
esserci ostile o no a secondo del nostro comportamento
compiacente e ben disposto oppure chiuso e timoroso: e
così capita la comica scena del cane che si spaventa
alla vista di un uomo che invece si spaventa a sua volta!
Se ricordate, nel film ET di Spielberg c'è un'analoga
scena comica quando l'extraterrestre ed il bambino si
spaventano l'uno dell'altro incontrandosi ed urlano a
squarciagola! Come vedete, potete concludere che tante
cose, che possono portare alla tragedia o alla morte,
sono basate sul nulla!
Così, le parole amico o nemico, benefico o nocivo, hanno
un valore molto relativo, non assoluto; non ha senso
giudicare una cosa in senso assoluto, perché tutto è
relativo alla persona, all'ambiente, al tempo, al modo: e
così una carezza può diventare schiaffo, l'acqua può
dissetare o far annegare, ed un microrganismo può essere
non nocivo o benefico per un animale e fastidioso e
patologico per noi, o anche semplicemente può essere
l'uno o l'altro solo perché si sposta da un organo
all'altro del nostro corpo, che ha ambienti molto
diversi, acidi, alcalini, aridi, umidi, salini, a secondo
che sia quello gastroenterico o genitourinario, o la
bocca o la pelle o il sangue o i polmoni.
Perciò è sciocco, insensato e controproducente avere un
atteggiamento aprioristicamente difensivo e aggressivo
nei confronti dei microrganismi, ed è anche buffo
pensare che quelli che noi chiamiamo parassiti sono a
loro volta parassitati da altri parassiti, né più né
meno come noi siamo parassiti della terra, e così via,
in un intrecciarsi fitto di rapporti di mangiatori
mangiati, di parassiti, commensali e rapporti di
simbiosi, in quella natura che argutamente Woody Allen
nel film del 1975 "Amore e guerra" chiama un
enorme ristorante! E che già Gandhi, lui, fautore della
non-violenza, nel 1928, con rassegnata constatazione
aveva chiamato "catena di distruzione" e che
modernamente Giobbe Covatta nel suo libro
"Pancreas" ha illustrato in un disegno con una
serie di pesci che divorano l'un l'altro ma ormai
scheletri sepolti da una bara di spazzatura sulla
superficie marina!
Se consideriamo a qual ritmo e proporzioni abbiamo questo
rapporto con i microrganismi, ci conviene rassegnarci,
adattarci, scendere a compromessi e comunque studiare
bene la situazione: infatti, se è vero che solo
respirando inaliamo qualcosa come circa 50.000 batteri al
minuto, e in un litro di acqua potabile ne inghiottiamo
circa 100.000 ed un milione in un litro di latte
(sterilizzato!), ed in una squama di pelle di un
milligrammo possiamo ospitarne circa mezzo milione ed in
un centimetro quadrato da tre a quindici milioni, è pure
vero che, altrettanti ne perdiamo in ognuno dei migliaia
di frammenti di squame di pelle che si staccano
continuamente dal nostro corpo e che voi ingenuamente
chiamate "polvere" quando vi accingete a
passare un panno sul vostro tavolo ingrigito! Senza
contare che la maggior parte della materia fecale è
costituita da microrganismi vari, morti, vivi o
moribondi, loro uova comprese!
La saga dei camaleonti
Allo scopo di comprendere meglio il microcosmo facciamo
ora una digressione mitologica.
Nella mitologia greco-romana c'era un personaggio,
Proteo, da cui deriva l'aggettivo proteiforme ed il
sostantivo proteine: avrete già capito il significato
etimologico di queste parole, o viceversa intuito le
caratteristiche di Proteo: la capacità di trasformarsi
in un'altra forma vivente, allo scopo di sopravvivere e
di sfuggire ad un pericolo o un nemico incombente, come
le proteine, derivate da un petto di pollo o un nodino,
si trasformano in petto e cosce del vostro corpo.
Questa caratteristica sembrerebbe esistere solo nelle
favole o nella mitologia greca o teutonica-wagneriana, ma
in realtà nel mondo animale abbiamo degli esemplari che
sfruttano questa capacità, anche se non in una maniera
così vistosa e mirabolante, o forse sì . . .
Il camaleonte è uno di questi, e anch'esso si può
vantare di averci regalato un aggettivo!
Ma gli anfibi ci danno una prova ancor più chiara della
capacità di adattamento ambientale, e per sopravvivere
alle vicissitudini preistoriche furbamente hanno
acquisito geneticamente la capacità di poter vivere
indifferentemente sulla terra o sott'acqua: invidiabili,
no?
Ma non è finita qui: mentre la natura ha fatto
estinguere senza pietà la razza dei forti e giganteschi
dinosauri, ha dato ai piccolissimi e deboli insetti e
batteri il dono di trasformarsi geneticamente per poter
sopravvivere, anche a discapito della loro identità! Ma
questo è un problema che essi non si pongono! Siamo noi,
studiosi, scienziati! che abbiamo bisogno di etichettare,
catalogare, censire, registrare anagraficamente!
Pertanto, quando le nostre impalcature scientifiche
vengono disturbate da novità che le fanno tremare, siamo
portati a non sentirle, a non vederle, a non credervi, a
nasconderle, a combatterle, se necessario, se minacciano
non solo il nostro credo scientifico ma anche la nostra
reputazione e fonte economica.
Carta d'identità virale
E così le ricerche del bretone C. Louis Kervran
che mostrano che il corpo umano non segue la legge di
Ohm, e le sue teorie e prove sulle trasmutazioni a debole
energia che sono un terremoto per la geologia, la fisica
e la biologia, sono cadute nell'indifferenza e nel
dimenticatoio.
Ed il suo compatriota Gaston Naessens, inventore
del "somatoscopio", che ingrandisce fino a
30.000 volte, non ha miglior diffusione delle sue teorie
sconvolgenti sulle ultramicroscopiche subcellulari forme
viventi da lui identificate, chiamate
"somatidi", filmate in tutto il loro ciclo di
vita pleomorfica, cioè proteiforme e camaleontica, che
prevede, secondo le sue osservazioni, ben sedici stadi,
che si completano però solo se c'è un abbassamento
della difesa immunitaria.
Analoghe scoperte aveva effettuate un altro loro
compatriota rivale di Pasteur al quale in punto di morte
egli diede ragione, cioè Antoine Béchamp, che
scoprì minuscoli sottili fermenti che chiamò
"microenzimi", e Gunther Enderlein con i
suoi "endobionti", tutte forme di vita
caratterizzate da proporzioni infinitesimali e
mutevolezza genetica.
Voi capite che tutto ciò turba il nostro modo di vivere
e di agire e di concepire i rapporti sociali: quando un
individuo della razza umana nasce, nelle società
"civili" viene severamente e rigorosamente
registrato, schedato, con la collaborazione e
l'affiatamento perfetto della parte religiosa: se si
passa per ospedali o battisteri non si sfugge! In
seguito, successive richieste di certificazioni
rafforzano questo continuo controllo: ecco perché gruppi
come zingari o tuareg sono mal compresi e mal tollerati.
In più, se oltre che in ospedali e chiese, si finisce in
carcere, il riconoscimento e l'identificazione e la
schedatura viene rafforzata da svariate foto frontali e
di profilo e dalle impronte digitali. Ebbene, a questo
punto, l'eventuale evaso, non ha che una scelta: cambiar
nome, documenti e viso, con la plastica facciale, ciò
che se si aspetta qualche decennio il tempo fa gratis! Ed
infatti, spesso capita che l'addetto al riconoscimento
non vi identifichi con la foto del documento che
presentate!
Elogio del caos
Ebbene, per i microrganismi tutto questo sarebbe inutile
perché loro sono per natura sottoposti a metamorfosi di
natura ben più profonda che una semplice plastica
facciale: è come se la vostra automobile si adattasse ad
ogni occasione diventando di volta in volta barca
sull'acqua ed aereo in aria: insomma qualcosa come la
"batcar" o l'auto di 007!
La cosa grave è che questa mentalità anagrafica, da
bibliotecario, da magazziniere, noi ce la portiamo
cocciutamente nell'attività scientifica, con la
conseguenza di prendere delle solenni cantonate! Non
vogliamo convincerci che i microrganismi se ne
infischiano delle nostre catalogazioni! Noi vogliamo
ragionare secondo il nostro comodo, le nostre misure, e
vogliamo tutto in ordine, secondo le nostre leggi, i
nostri dogmi! E più sono consolidati dagli anni e da un
numero maggiore di persone e più si radicano in noi! Per
questo ci turbano i frattali con il loro elogio del caos
e vediamo tremare la matematica e le scienze esatte nel
cosiddetto "effetto farfalla" e nel
comportamento caotico delle equazioni differenziali di
Edward Lorenz, come nei cosiddetti "insiemi"
dei matematici francesi Gaston Julia e Pierre Fatou
elaborati verso il 1918 o gli esperimenti eidomatici
effettuati da Benoìt Mandelbrot culminanti nell'insieme
scoperto nel 1980 al calcolatore durante un esperimento
di grafica: c'è chi gioisce nel veder così confermate
le proprie attitudini per la fantasia, l'amore per il
disordine della natura (ricordate Rousseau in
"Julie" come criticava i giardinieri che
tosavano gli alberi squadrandoli geometricamente?), e la
validità del fortuito e dell'intuito, mentre c'è chi
trema vedendo traballare i sacri dogmi, la teoria
diventata "dogma ligneo", come dice Gandhi, il
sacro ordine, il raziocinio, le previsioni, le
statistiche, le organizzazioni, le sacre istituzioni, la
possibilità di tenere tutto sotto controllo: non
prevedete i risultati di tutto ciò e le conseguenze in
tutti gli altri campi, in tutte le scienze ed i risvolti
politici, sociali, religiosi, economici? Kervran che
dimostra che il magnesio si trasmuta in calcio, Naessens
che filma quegli organismi unicellulari procarioti che
sono i batteri trasformarsi in forme microbiche e poi in
lieviti e funghi come un girino diventa una rana, ed
Edward N. Lorenz, che era anche un meteorologo oltre che
un matematico, che risponde paradossalmente in modo
affermativo al titolo interrogativo di un suo articolo
("Può il battito delle ali di una farfalla in
Brasile scatenare un uragano nel Texas?")
dimostrando come le previsioni del tempo, basate
sull'analisi iniziale di fattori come la temperatura, la
pressione barometrica, l'umidità, dal calcolo dei quali
elementi si potrebbe prevedere lo sviluppo futuro non
hanno senso per l'amplificarsi di piccolissimi errori o
imprevisti (come il battito delle ali di una farfalla). E
Paul Watzlawick che ci mette il suo contributo
dimostrando come "la casualità appare come la
regola e l'ordine come l'eccezione improbabile",
mentre il biologo premio Nobel Jacques Monod pone il caso
e la necessità come matrice dell'origine della vita,
poiché spiega che eventi microscopici e soprattutto
casuali, fortuiti e imprevedibili e assolutamente senza
rapporto sui loro eventuali effetti vengono poi
incorporati nel DNA e vengono ripetuti come un'imperiosa
necessità. Le mutazioni genetiche dei microrganismi
dovute ai nostri antibiotici ed insetticidi entrano
secondo me in questo campo.
Un caos ordinato
Il regista Steven Spielberg nel suo famoso "Jurassic
Park" riassume questi concetti dell'imprevedibilità
delle leggi del caos nella scena in cui un personaggio,
illustrando l'"effetto farfalla", trasferito a
Pechino e New York, versa delle gocce d'acqua sulla mano
di una donna per dimostrare l'imprevedibilità dei
movimenti della goccia, e verso la fine del film viene
platealmente dimostrata l'assoluta intolleranza e
mancanza di sottomissione a leggi nostre da parte della
natura, che tramite un piccolo frammento DNA di rospo
(inserito in quello di dinosauro incompleto) arriva a
creare dinosauri imprevedibilmente per mutazione sessuale
sopraggiunta nei dinosauri di un unico sesso per
l'esigenza creativa dei rospi che prevede cambiamento di
sesso in caso di bisogno! Ecco che dal battito d'ali di
farfalla, in questo caso l'imponderabile invisibile
frammento di DNA di un piccolo rospo di oggi, può
derivare l'uragano, cioé in questo caso, l'apocalittica
invasione di enormi dinosauri provenienti da milioni di
anni fa!
Anche G. Spencer Brown, autore di "Probability and
Scientific Inference" scardina le nostre credenze
nella presunta coerenza e nel presunto ordine del mondo,
demolendo anche il concetto stesso di casualità e
ordine, in quanto legato a paradigmi e strutture
prefabbricate e assolutamente non oggettive, legate alla
nostra osservazione, il che peggiora ancora le cose (per
coloro che sono militarmente adoratori dell'ordine e
della disciplina!).
La nostra ostinazione a voler tutto programmare e
prevedere, molto in voga per esempio in molti settori del
campo commerciale, dove (se renda o no, non è il luogo
di discutere) cozza con l'andamento generale del mondo,
perché in percentuale mi pare che siano più le cose
imprevedibili che prevedibili: morte (e anche nascite!),
incidenti, furti, ed in generale il comportamento l'uno
dell'altro, per non parlare del comportamento degli
animali: nessuno può prevedere se la mosca o anche il
proprio cane che ha davanti andrà a destra o a sinistra,
e gli esempi potrebbero essere interminabili.
L'eremita assassino
Detto tutto questo, qual'è l'atteggiamento per me più
razionale e prudente da assumere umilmente nei confronti
del regno animale microscopico, quello da me adottato e
che vi consiglio?
Lo prendo pari pari dalla filosofia gandhiana: la stessa
strategia che il famoso Mahatma adottava e predicava per
i popoli come lotta contro la tirannia: la non-violenza!
E sono autorizzato dalle stesse parole di Mohandas
Karamchand Gandhi a trasferire francescanamente agli
animali e ai microrganismi il suo atteggiamento di
non-violenza verso gli uomini, lui che si sentiva
"imparentato, oltre che con la scimmia, anche con il
cavallo e la pecora, il leone e il leopardo, il serpente
e lo scorpione"(1926). Al punto da ribadire un anno
dopo: "Le tigri e i serpenti sono nostri parenti . .
. Non desidero vivere nemmeno a costo della vita di un
serpente. Mi lascerei mordere a morte, piuttosto che
ucciderlo . . . come potrei cercare di uccidere una
creatura mia compagna in un serpente? . . . Il mio
intelletto si ribella alla distruzione di qualsiasi vita,
in ogni forma . . . " E spera di non essere
"codardo da temere i serpenti, le tigri e
simili." E ammette dieci anni dopo che solo
"per paura della morte io possa uccidere tigri,
serpenti, pulci, zanzare e simili . . . "
E forse questa paura gli fa modificare la sua posizione
già nel 1928 almeno nei riguardi di certi parassiti e
l'"uso degli antisettici . . . non posso arrivare ad
abolire l'uso di disinfettanti quali il kerosene ecc.,
per liberarmi dalla peste delle zanzare e simili. Tollero
che si uccidano i serpenti . . . quando catturarli e
metterli in condizione di non nuocere è impossibile.
Tollero persino l'uso del bastone per spingere i
giovenchi . . . "(!)
Gandhi stesso aveva già previsto l'accusa riguardo certe
"incongruenze . . . apparenti", e così si
giustifica brillantemente ed obiettivamente: "La
coerenza non è mai stata un feticcio per me . . . non mi
curo affatto di apparire coerente . . . devo dire ciò
che sento . . . .senza riguardo a ciò che sulla stessa
possa aver già detto in precedenza . . . le mie opinioni
si precisano di pari passo con la pratica quotidiana . .
. "
Darà anzi prova di coraggio e lucidità quando nel 1940
ammetterà, lui che poteva sembrare fanatico ed
esclusivista della sua idea di non-violenza che "non
è possibile nessuna attività e nessuna industria senza
una certa quantità di violenza." Egli si chiede
infatti come possa un macellaio o un mangiatore di carne
essere non violento, ma già prima, nel 1928, aveva detto
che: "Il corpo stesso è una macelleria . . . "
e che: "Il consumo dei vegetali implica"
violenza dalla raccolta alla masticazione: " . . .
ma trovo che non posso rinunciarvi . . . "
E non è violento solo il macellaio: " Nemmeno
l'eremita delle foreste può essere totalmente esente
dalla violenza . . . ad ogni respiro commette una certa
quantità di violenza . . . nell'atto della respirazione
distruggo innumerevoli germi invisibili che fluttuano
nell'aria. Ma non smetto di respirare . . . "
E lui che paradossalmente, alla faccia di ebrei e
cattolici, aveva detto che "la vita di un agnello
non è meno preziosa di quella di un essere umano"
ed era "contrario a togliere la vita a un agnello
per nutrire un corpo umano", che aborriva di
"uccidere le cosiddette bestie e rettili
velenosi"(1927), che nel 1921 aveva superato il
Carducci del "T'amo, pio bove" confessando
"non ucciderei una vacca per salvare una vita umana
. . . ", più di vent'anni dopo, nel 1946,
stravolgerà il suo pensiero: "Non me la sento di
salvare la vita degli animali che divorano o procurano
ferite all'uomo . . . Non sacrificherò mai la vita di un
uomo per salvare la loro . . . ", forse irritato
dalla "sacralità della vita subumana nel
Giainismo", non ammettendo "che si debba essere
più gentili con quel tipo di vita che con quella umana .
. . " fino al punto di "nutrire le
formiche"! Non solo evitando di schiacciarle,
superando persino le famose "gattare" romane e
tutte le vecchiette col cagnolino ben vestito accucciato
nel salotto! E continua: "Sembra quasi che la teoria
si sia trasformata in un dogma ligneo, senza vita. E'
pratica corrente dare all'ipocrisia e alla distorsione il
nome di religione . . . ", ed esasperato esclama:
" . . . non nutrirò né formiche, né scimmie, né
cani . . . ", anzi pensa che "eliminare"
animali diventati "una minaccia al benessere
dell'uomo sia lecito. Tale sterminio diventa un dovere .
. . " Non riconosciamo più il Mahatma Gandhi!
Frate Ryke Geerd e fratello
Microbio
Eppure è l'atteggiamento generale contro i batteri e i
virus! Atteggiamento molto contraddittorio! Dobbiamo
amare solo gli animali grandi e carini e cercare di
uccidere quelli piccoli, invisibili e sospetti nemici e
presunti assassini?
Dobbiamo segnare su un'ipotetica lavagna animali buoni e
cattivi e procedere all'uccisione dei cattivi?
Naturalmente faremo delle scelte strane! Ognuno
giudicherà dal suo punto di vista! Gandhi stesso dà un
giudizio ed una spiegazione non so se convincente: egli
pensa che "i serpenti, le tigri ecc. siano la
risposta di Dio ai pensieri velenosi, perfidi, malvagi
che coviamo in noi . . . I pensieri prendono forme
definite . . . Ci mettono in guardia dal covare pensieri
malvagi, perfidi, lussuriosi. Se vorrò liberare la terra
dalle bestie velenose e dai rettili, dovrò cacciare
prima dalla mia mente tutti pensieri velenosi . . . la
mia parte ferina . . . "(1927) E l'istinto? E la
fame? Ah, già, robaccia: nel 1920 aveva detto: "La
non-violenza è la legge della nostra specie, come la
violenza è la legge della bestia." E' più
"gandhiano" allora il nostro Francesco d'Assisi
quando chiama "fratello lupo" la bestia di
Gubbio o il suo seguace Antonio da Padova che predica
agli uccelli e ai pesci! O la Gina Lollobrigida (la
"Bersagliera") di "Pane, amore e
gelosia" di Vittorio De Sica che piangendo prostata
vicino al defunto asinello "Barone" gli
pronostica che andrà dritto in paradiso, in presenza del
parroco che tace e acconsente, coerentemente con la
dottrina di Giordano Bruno che ammetteva che anche
l'asino ha un'anima, quell'asino, "animalaccio divo,
al mondo caro", cui egli avrebbe voluto dedicare
"non un sonetto, ma mille sermoni", come si
esprime nel suo sonetto "A l'asino cillenico".
Emulo forse il frate domenicano dell'animalista
imperatore Caligola, e naturalista in quanto è
l'inventore dell'aromaterapia come tecnica gentile di
eliminazione o allontanamento di creature sgradevoli! Ma
per aver proclamato senatore un cavallo, Caligola è
considerato pazzo, non meno di Friedrich Nietzsche che
abbraccia un cavallo a Torino chiamandolo Dio! Non da
meno è il Roberto Benigni che cambia il finale del
"Pierino e il lupo" di Prokofiev mandando il
nonno al giardino zoologico invece del lupo!
Ma Gandhi previene eventuali conseguenze del suo pensiero
affermando che non si può applicare in modo nazista la
"stessa regola . . . anche agli esseri umani . . .
Dio ha dato all'uomo la facoltà della
ragione."(1946) Ma ora esagera: tira in ballo la
ragione come elemento di superiorità che ci autorizza a
qualificare quindi il lupo come cattivo! Ma per l'uso che
l'uomo fa di questa facoltà preferiamo non considerarla!
Siccome poi lui stesso umilmente non si considera né
santo né maestro lo prendo in parola e scelgo del suo
pensiero quello in cui credo rinnegando il resto come lui
fa di se stesso. E applico la sua strategia della
non-violenza anche ai microrganismi, senza eccessi
giainisti, ma francescanamente ben disposto a vagliare e
rivedere le nostre posizioni, aiutato in questo da un
altro personaggio che chiamerei francescano, il dr. Ryke
Geerd Hamer, che critica l'atteggiamento generale tenuto
dalla medicina nei confronti dei microrganismi: "I
micròbi, che noi abbiamo sempre considerato "nemici
cattivi", un'armata d'"avversari
temibili", che cercano d'annientarci, dandosi da
fare di conseguenza per sterminarci con ogni mezzo",
egli arriva persino a stravolgere l'atteggiamento,
logicamente: non solo non sono nostri nemici, ma
addirittura "i nostri migliori amici, preziosi
alleati, servi e restauratori benefici del nostro
organismo." E in una discussione col prof. P.
Pfitzer alla Facoltà di medicina di Düsseldorf, precisa
meglio la sua visuale di un sistema ontogenetico frutto
dell'esperienza di ben 11.000 pazienti, sistema che si
appaia al ciclo polimorfico dei somatidi di Naessens,
diviso invece geologicamente in Hamer secondo i tre
foglietti embrionali, cioè il multistrato di lamine
cellulari dello sviluppo dei metazoi che siamo noi,
ognuno collegato a una parte del cervello che è il
comandante che dà gli ordini:
1) micròbi arcaici, quali funghi (micosi) e micobatteri,
di competenza nell'endoderma e collegati al tronco
cerebrale;
2) micròbi antichi, cioè i batteri, di competenza nel
mesoderma, collegati col cervelletto;
3) micròbi giovani, ossia i virus, collegati con la
corteccia cerebrale.
E afferma che tutti fanno la loro opera di pulizia e
restauro nel proprio reparto, e "sgobbano
esclusivamente nella fase di guarigione", quella che
noi invece chiamiamo patologica!
Giustamente, il dr. Harry Watt di Monaco, esponendo
l'ardita teoria di Hamer, per cui per es. anche la
leucemia non sarebbe altro che l'inoffensiva fase di
guarigione, ammette che le idee rivoluzionarie e contro
corrente di Hamer sono "cose assolutamente
incredibili, che a prima vista sembrano incomprensibili,
se non seguite da una lettura esauriente senza pregiudizi
in grado di dissipare lo sgomento iniziale", ma
nello stesso tempo sono una parola nuova, una buona
novella, "un sollievo per i pazienti che così si
liberano dal giogo della fatalità, dal carattere
pretenziosamente ineluttabile del loro destino".
E' ovvio che con questo atteggiamento evangelico
francescano Hamer manda a farsi benedire il sistema
immunitario come noi lo immaginiamo, come un sistema
bellico difensivo e aggressivo con tutte le sue
terminologie inammissibili di T-killer, Natural killer,
T-suppressor: al massimo potremmo salvare l'aggettivo
"helper"! Bisogna ricominciare tutto da zero,
come egli sbotta: "Noi pensavamo dunque che
bisognava ad ogni costo mobilitare l'armata difensiva del
nostro organismo, rinforzare il "sistema
immunitario" contro l'armata temibile degli
invasori, contro i micròbi o contro le cellule
cancerose, che cercano di annientarci." Un bel
romanzo di cappa e spada, non c'è che dire! A questo
punto, Hamer stesso si chiede: "Che resta del
sistema immunitario? Solo i fatti, senza il presunto
sistema. In effetti, il sistema immunitario nel senso con
cui lo si intendeva finora non esiste affatto!
L'astronomo a testa in giù
Naturalmente,
ci sono certo delle sieroreazioni e delle variazioni
della formula ematologica, delle modificazioni della
ematopoiesi, etc.. Ma se i micròbi non sono affatto
un'armata di nemici, ma un'armata d'amici, controllati e
diretti sistematicamente dall'organismo in quanto
simbionti, che sarà allora il cosiddetto sistema
immunitario? Un'armata di "cellule assassine",
di "cellule divoranti", di linfociti T, etc.,
sostenute di "sieroreazioni"? Il sistema
immunitario col significato datogli fino ad oggi molto
semplicemente non è mai esistito!"
Si capisce che un ragionamento del genere è qualcosa di
rivoluzionario, paragonabile alla novità del sistema
copernicano nei confronti di quello tolemaico, che
presuppone una bella lotta perché sia imposto
all'opinione generale, come ci son voluti Galilei,
Keplero e Newton nel 1687 per cancellare definitivamente
più di un millennio e mezzo di menzogne in credule
moltitudini: fate su ciò le vostre personali
meditazioni!
Come osserva Edward de Bono: "La cosa strana - e
persino assurda- riguardante i principi, è che noi li
fissiamo come se dovessero essere permanenti e
inviolabili." E spiega che ciò deriva dalla
sacralità dei principi religiosi da sempre considerati
come qualcosa di assoluto. Ma con i valori, le credenze,
i principi della scienza è lo stesso, ed infatti:
"Nessuno si arrischia a cambiare un principio
fondamentale . . . le credenze sono difficili da
rimuovere o da alterare." E suggerisce: "Non
affidarsi mai a una sola ipotesi, indipendentemente da
quanto essa ci appare preponderante o ragionevole . . .
La realtà delle credenze è abbastanza differente dalla
realtà dell'esperienza o dalla realtà scientifica . . .
" E Karl Popper conferma: "La confutabilità è
la "conditio sine qua non" della spiegazione
scientifica."
L'ambientalista e i cavoli
cinesi
Se il sistema immunitario non è quello che pensavamo,
ossia se i nostri rapporti con i microrganismi non sono
così bellicosi, non significa che dobbiamo buttare nel
secchio tutto quello che sappiamo, ma semplicemente
riprendiamo il pentagramma delle nostre conoscenze e
rileggiamolo con questa nuova chiave di lettura.
Le cose stanno in una maniera molto semplice: anche
Gandhi ricorda che è stato "affermato che in ogni
atomo si condensa l'intero universo. Non c'è una legge
per l'atomo e un'altra per l'universo." Questo che
significa? Che la legge che riguarda la crescita dei
vostri cavoli vige pure nelle vostre cellule, e le regole
d'igiene urbana sono le stesse che funzionano nel vostro
intestino. Detto in altre parole, siamo immersi in
ambienti che a loro volta sono immersi in altri ambienti,
all'infinito, come nel gioco delle scatole cinesi, in un
rapporto continuo di esterno ed interno, di
"self" e "non-self", in un
intersecarsi ed intrecciarsi di ambienti ognuno interno
ad uno ed esterno all'altro: perciò pecchiamo di
superficialità quando parliamo di ambiente: quale
ambiente? Lo spazio in cui ci muoviamo e respiriamo? A
sua volta sta in un altro ambiente che è il nostro
sistema solare che a sua volta sta nel sistema galattico,
e così via. E a nostra volta noi siamo l'ambiente in cui
vivono miliardi di microrganismi dislocati in vari
interni l'uno all'altro, dalla pelle fino alle frattaglie
varie, e fino alle singole cellule ed atomi di cui siam
fatti, in un finito sempre più infinito, sia che si vada
in una direzione crescente che decrescente: non facciamo
a tempo a scoprire l'ultima thule che ne scopriamo subito
un'altra!
L'operaio catabolico
Ebbene, tutto questo meccanismo è elastico e
molleggiante, e ogni singolo ambiente deve pensare alla
sua omeostasi, anche se elastica, se vuole tenere ad una
sua entità e identità e sopravvivenza. E siccome
esistono delle eterne leggi universali di sopravvivenza e
propagazione della specie e dell'individuo, a loro volta
queste leggi hanno dei paragrafi relativi, uno dei quali
è quello che regola la carburazione o metabolismo con
conseguente suddivisione nei due stadi di anabolismo e
catabolismo: ebbene, la natura, nella sua geniale
economia universale, ha fatto in modo che i prodotti del
catabolismo degli uni siano i prodotti dell'anabolismo
degli altri: detto in parole povere e volgari, ognuno
mangia la cacca degli altri! Forse le mosche vi faranno
schifo, ma pensate se non ci fossero esse chi se la
mangerebbe tutta quella produzione di scorie
intestinali!?
Tutte queste osservazioni vi sembreranno banali ma non mi
pare che nella pratica quotidiana ci comportiamo tenendo
conto di queste realtà.
Così, ai microrganismi è affidato il compito della
lavorazione sia del terreno dei vostri cavoli di cui
parlavamo che quello del vostro intestino. E' ovvio
quindi, che se scioperano questi o quelli, il processo di
lavorazione a catena si interrompe con reciproche
reazioni e conseguenze anch'esse a catena.
I microbi etruschi
Perciò, chiamare questi o quelli buoni o cattivi non ha
senso, se non nell'ottica di un'alterazione di rapporti
di cui magari potremmo essere noi i colpevoli, e perciò
i veri cattivi: a questo punto tante cose che dovrebbero
essere ovvie, lo saranno ancora di più: è ovvio che se
non vi spazzolate i denti i residui di cibo attireranno
dei microrganismi, come è ovvio che se ve li sciacquate
o fate i gargarismi dovete sputare e non inghiottire il
tutto perché contiene cadaveri di microrganismi, ed è
anche ovvio che ogni cibo attirerà il suo divoratore
specifico: ogni specie ha la sua specie di cibo, pertanto
potrebbero anche sopraggiungere microrganismi alieni, non
cattivi, badate bene: tutti gli stranieri, di un altro
pianeta o di un'altra nazione noi tendiamo a guardarli di
malocchio: è una misura di diffidenza reciproca
("che vuole costui?"): del resto esiste anche
la legge dei pionieri, la terra è di chi ci arriva
primo, il territorio viene acquisito dalla prime colonie
che ci arrivano, e questo vale per i pionieri del
far-west, per Enea, per Colombo, per Israele, anche se a
dire il vero nessuno ha trovato disabitato, trovandovi
altri pionieri o indigeni (pellerossa, etruschi, aztechi,
palestinesi). Ma ha prevalso sempre la legge del più
forte, fino ai nostri giorni, e questo vale anche per gli
animali, che delimitano in vari modi il loro territorio
anche se rimane per poco di loro uso e proprietà, e vale
per i microrganismi: non è facile per essi prender
possesso di un territorio già abitato: ecco perché fra
l'altro è sciocco usare gli antibiotici: perché rende
disabitato il nostro territorio e facile preda del primo
arrivato: vedete che non ci comportiamo razionalmente e
secondo certe constatazioni banali?
La massaia di Haiti
E prima di prendercela con Dio o col governo esaminiamo
bene se non siamo noi la causa di ciò di cui ci
lamentiamo: se abbiamo in cantina formaggi e granaglie e
lasciamo pure la porta aperta è ovvio che accorreranno
topi e vi si installeranno per proliferare; prima di
commuoverci per il colera in Perù, vediamo che tipo di
aiuto possiamo dare a gente che non è capace nemmeno di
capire che non è il caso di bere l'acqua nella quale si
fa anche la pipì, per non dire anche la
"pupù"!
E così, ad Haiti, la gente sta impassibile seduta a
terra mentre davanti il cumulo d'immondizia arriva
all'altezza del tetto della propria casa aspettando che
chissà quale ente civile o religioso gliela tolga!
In questi casi, se intervengono animali grandi o
microscopici c'è da meravigliarsi? Ed accorreranno in
proporzione alla spazzatura! E dobbiamo pure
ringraziarli, se riescono a toglierla via tutta! Ma
quando questo succede nel nostro corpo noi chiamiamo ciò
malattia e ci inventiamo punizioni divine come causa e
chiamiamo nemici gli animali che ci fanno da spazzini!
Certo, ci sentiamo infastiditi da chi pulisce: immaginate
una massaia che spolveri e ramazzi e lucidi e lavi: è
fastidioso per il marito che riposa in poltrona! Ma è
reciproco il fastidio! Sapeste come dà fastidio alla
massaia quell'uomo che non si toglie dai piedi e se ne
sta ad oziare e sporcare con i piedi, con le mani,
buttando cenere, bucce, molliche dappertutto: come quando
noi non diamo al corpo il tempo di pulire che già
risporchiamo con altro cibo che in realtà per esso è
spazzatura: l'improvvisa sete che viene dopo certe
bevande dissetanti(!) o cibi da quattro soldi è il
segnale che il corpo ha bisogno di acqua per eliminare
subito quella spazzatura come una massaia ha bisogno
d'acqua per pulire il pavimento o i piatti.
Giallo in Sardegna
I fenomeni allergici subentrano quando si esagera con
l'inquinamento interiore, quando il corpo non ce la fa
più a seguire il ritmo d'inquinamento, come una massaia
che non faccia a tempo a pulire che qualcuno le rovesci
sul pavimento cumuli di sporcizia: a quel punto non le
rimane che rassegnarsi o dare in smanie e attacchi
isterici.
Quando si è rotto l'equilibrio omeostatico del nostro
ambiente subentrano quelle che noi chiamiamo allergie e
malattie varie.
Gli agenti esterni cui soggiaciamo non sono solo chimici
(come il monossido di carbonio o il mercurio per es.), o
fisici (il caldo, il freddo, l'umidità), ma anche
psichici: anzi, a questi Hamer dà il primato, non nel
senso freudiano di conflitti che risalgono all'infanzia,
ma quelli che lui chiama DHS (Sindrome di Dirk Hamer, dal
nome del figlio che morendo (ucciso da Vittorio Emanuele
di Savoia in Sardegna) gli ha causato il cancro per il
dolore), cioè occasioni di "conflitto acuto e
drammatico, vissuto in uno stato d'isolamento totale . .
. ossessionante giorno e notte . . . uno shock psichico
brutale . . . uno shock conflittuale violento, drammatico
e vissuto nell'isolamento al momento della DHS",
derivante da problemi familiari o religiosi o di lavoro o
economici: pensate agli effetti di uno shock sul vostro
computer e avrete la risposta analoga di quello che può
essere uno shock per quell'insieme che descrive Hamer,
"Psiche-Cervello-Organo", dove il cervello è
il grande calcolatore elettronico del nostro organismo e
coordina e collega i vari processi e fenomeni della
psiche che ne è il programmatore e tutto procede in modo
olimpico, classico, armonico, finché non sopraggiunge
una stonatura, e interferisce una programmazione errata,
indotta dal corpo per es. in caso di una frattura o
ferita, e sia la psiche che il corpo stesso diventano
organo bersaglio di questa disarmonia, con effetti di
depressione e malumore sull'una e di patologie
sull'altro.
Il minestrone e la cucchiara
L'equilibrio e l'omeostasi sono dunque il presupposto per
la sopravvivenza dei vari ambienti e dei vari individui,
animali o vegetali che siano. In caso di alterazione e
turbamento e cambiamento di qualsiasi natura, in caso di
innesti e promiscuità, cambiano i connotati razziali,
linguistici, morali, dei vari individui ed esseri
animali, umani, vegetali. Ora, cambiare è anche normale,
evolversi è normale, ma è pure normale che in questo
processo sopravvivano gli individui che si sono adattati
e ne subentrino altri che sono o la trasformazione dei
precedenti o l'emigrazione proveniente da altri ambienti.
E darei la palma della vittoria ad Eraclito, dandogli
ragione quando professa il credo della metamorfosi
continua col suo "panta rei", ma forse ha
ragione anche Zenone che come il biblico Cohelet borbotta
che niente si muove e niente c'è di nuovo sotto il sole,
perché tutto si muove e si ripete muovendosi con un
movimento ciclico che ritorna al punto di partenza, come
una ruota che col suo movimento ripetitivo dà
l'impressione ottica dell'immobilità. Possono sembrar
paradossi, ma forse il paradosso è il contrario . . . ma
anche Paul Watzlawick sentenzia che "tutto è vero,
anche il suo contrario . . . ", ed Edward de Bono
enuncia così in "Pratical Thinking" quella che
lui chiama scherzosamente "la prima legge di de
Bono": "Ognuno è sempre nel giusto. Nessuno
può avere comunque ragione". E spiega che
"all'interno delle proprie percezioni una persona
può aver ragione, ma in termini di percezioni più ampie
non è così e in termini di percezioni assolute non può
mai essere così".
Quando per es. noi parliamo pomposamente di unità
etnica, di unità linguistica, di purezza di razza e di
lingua, diciamo delle grandi baggianate, perché vogliamo
rafforzare una nostra posizione storica, sociale,
tribale, come un animale che orina sul suo territorio per
connotarlo catastalmente . . . Ma in realtà queste
purezze ed unità non sono mai esistite, mai, nemmeno un
momento! Per esempio, se non esiste più oggi il vero
romano (il trasteverino!), in realtà quando è mai
esistito? Forse ai tempi della famosa Legione romana
fatta in realtà di un miscuglio di mercenari provenienti
da ogni parte? E il vero siciliano chi è? Il discendente
di fenici, greci, bizantini, arabi, svevi, spagnoli,
francesi? E quello che caratterizza la sicilianità che
cos'è, il fico d'India, il dolce arabo anche nella sua
denominazione (cassata!) , il senso greco
dell'ospitalità o la coppola del mafioso ribelle ai
Savoia come lo era il brigante abruzzese del Regno delle
Due Sicilie? E forse che per es. si parlava la lingua
italiana duemila anni fa? mille anni fa? Non si parlava
nemeno quando si è fatta l'unità d'Italia! Infatti
quest'unità forzata è stata fatta da gente che la
predicava in francese! Come Garibaldi, Vittorio Emanuele
(la Savoia dove si trova?), Cavour, il cui cognome non sa
certo di partenopeo e che non conosceva proprio la lingua
italiana! E quanti cambiamenti ha avuto nel corso dei
secoli la grammatica e le parole stesse? Sì, esistevano,
ed esistono, degli istituti preposti a vigilare sulla
purezza linguistica, ai tempi del fascismo in Italia
oppure anche oggi in Francia sono vietate le parole
straniere, ma alla faccia dei censori quello che deve
succedere succede, che abbia o no i crismi per entrare in
vigore: fino a non molti decenni fa (chi lo crederebbe?)
i puristi della lingua inveivano contro i neologismi
derivati, pensate, dal greco, cosa che per noi oggi
invece è il massimo della purezza e la regola principale
per accettare un neologismo! Eppure, tutte quelle parole
si sono imposte malgrado tutti i divieti e gli anatemi. E
così, io ho ragione di non perdere occasione di
insultare gli ignoranti che dicono mìcrobo invece di
microbio (secondo l'anticamente vietata etimologia
greca!), ma è una battaglia persa, perché l'uso della
maggioranza vince! E così, abbiamo un bell'argomentare e
lamentarci dell'inefficienza della nostra polizia
doganale, che fa entrare a fiumi gli immigrati d'ogni
parte senza alcun controllo: ma che noi lo vogliamo o no,
cari nobili e ricchi cittadini di questo paese, forse
tutto ciò fa parte del piano della natura per salvare la
nostra razza ormai debole e corrotta e smidollata e
sterile, che può riprender vigore solo con l'innesto e
l'"impurità" di altre razze più salutive che
emigrano perché muoiono di fame o perché attratte dal
luccichio di false ricchezze ed invece vengono a salvarci
dall'estinzione con il loro seme più vigoroso, perché
esiste anche un'altra legge ineluttabile, che è quella
della propagazione della specie umana. O forse questo è
successo in altri tempi, quando il conquistatore
rammollito dal lusso e dalla lussuria veniva rimosso dal
subentrante povero e muscoloso e affamato invasore. Può
darsi invece che oggi i nuovi invasori vengono
semplicemente a peggiorare la situazione, cercando quegli
agi falsi e distruggitori e creando solo confusione
voluta e programmata da qualcuno.
Comunque, tutti siamo a turno ora emigranti ora
immigrati! Oggi abbiamo noi immigrati, nel passato, simo
stati a nostra volta emigranti! Tutti pratichiamo la
transumanza razziale col mutare degli ambienti con il
loro apparato di alimentazione, clima, flora e fauna, e
questo nomadismo contrasta con il nostro spirito di
gruppo, con la nostra tendenza sociale, che prevede poi
il censimento anagrafico, e cerca una stabilità e
immobilità per un maggior controllo.
Scarpe al gorgonzola
Come dicevamo, l'anabolismo degli uni sfrutta secondo una
provvidenziale legge economica naturale i cataboliti
dell'altro: quindi c'è un continuo scambio sia fuori di
noi, con vegetali che ci danno ossigeno e cibo in cambio
dei nostri scarti polmonari e intestinali così come con
gli animali con entrate ed uscite dei vari prodotti
alimentari o di scarto, sia dentro di noi: la
permeabilità dei nostri capillari ne è un esempio
perfetto, come la parete delle nostre cellule: ma tutto
deve comunicare nella stessa misura, tutto deve
respirare, traspirare! E' la legge! Il nostro corpo, il
nostro vestito, la nostra casa, la terra! Se la camicia
respira, se le mutande respirano, se le scarpe respirano,
bene . . . se no puzzano! Consolatevi almeno, quando vi
togliete scarpe e calzette il cui odore rassomiglia al
formaggio, che è proprio così! Cioè, le caccole dei
vostri piedi contengono gli stessi microrganismi del
gorgonzola! Per questo "sembra", perché
"è"! Approfittatene!
E dopo aver inventato questo bel capolavoro di vestiti e
scarpe che non respirano, hanno dovuto inventare un altro
bel capolavoro per coprire, non eliminare la puzza: i
deodoranti! Altro attacco con sostanze chimiche! Perché,
che cosa credete, che i deodoranti da quattro soldi che
trovate nei negozi, siano distillati da fiori e frutti?
Costerebbero milioni se così fosse! Ma essendo la puzza
dovuta alle tossine non eliminate tramite traspirazione,
ecco che fanno accorrere microrganismi in quantità per
svolgere il lavoro di eliminazione!
Ma non è finita qui! Nella nostra epoca, noi abbiamo
genialmente creato vari capolavori: uno è la
formaldeide, una sostanza finalmente capace di uccidere i
microrganismi, batteri, funghi, virus senza che essi
possano mettere in atto la loro solita resistenza e
difesa genetica! Quindi, non solo abbiamo creato una
sostanza non metabolizzabile dai microrganismi, ma anche
un'altra sostanza che li uccide! Ma non ci rendiamo conto
che ciò che può uccidere un essere vivente può
uccidere anche QUALSIASI essere vivente, cioè anche noi,
visto che questo potente conservante e disinfettante ce
lo troviamo dappertutto!
Un altro capolavoro da noi creato è costituito
dall'insieme dei cataboliti delle automobili, anche
questo un fuori programma per la natura che non aveva
previsto alberi respiranti monossido di carbonio,
benzene, platino, ma solo anidride carbonica!
Quindi, non sazi dei nostri conflitti spontanei dovuti
agli assestamenti ambientali, agli adattamenti continui
cui siamo sottoposti nell'ambiente, abbiamo inventato
delle "conflizioni", per usare un termine
coniato da Edward de Bono, riferentesi allo sforzo
intenzionale di creare conflitti, in campo psichico come
in campo materiale, e quindi, come ci piace esprimerci
col verbo combattere, lo usiamo volentieri sempre:
combattiamo con i figli, combattiamo contro i virus,
combattiamo contro l'ambiente ostile anche se tale lo
rendiamo noi: del resto, politica e religione ci
insegnano che crearsi dei nemici è un trucco per
sopravvivere: senza nemici contro i quali combattere
tanti non avrebbero motivo di esistere, come nota anche
de Bono a proposito dell'efficacia di certi slogan
"che sono sempre "contro qualcosa": "
. . . resistono a lungo perché la loro esistenza è
automaticamente connessa all'esistenza di ciò contro cui
essi si dichiarano contrari. Comunque potrebbe anche
formarsi una specie di vuoto, una volta che il
"nemico" finisse per risultare sconfitto,
perché gli slogan perderebbero di significato. Ci
potrebbe poi essere la necessità di creare dei nuovi
nemici per voler adempiere fino in fondo all'impegno di
lottare."
Mi dispiace di avervi levato un motivo di lotta su cui si
basa buona parte della medicina odierna! Ma è stato il
primo passo per avviarci alla soluzione del problema
della lotta contro i virus! E questa soluzione ce la
suggerisce Ryke Geerd Hamer stesso, ma ve la espongo
invece con un termine di Edward de Bono:
"de-conflizione", cioè "la dissoluzione,
o risoluzione, di un conflitto . . . lo sforzo richiesto
per far svanire un conflitto..l'atto di demolire il
conflitto . . . la via d'uscita progettuale da quello che
sta a fondamento del conflitto . . . Si riferisce al
decadere e allo sfumare dei motivi di fondo del
conflitto."
Fatelo con i fiori
Ma parliamo del virus oggi di moda, senza farsi prendere
dal panico, dell'HIV: mi investirete: "Pretende
forse che amiamo cristianamente questo virus? Che non
schiacciamo pulci e pidocchi come pretendeva il re della
famosa poesia di Goethe musicata da Beethoven?"
Vediamo se possiamo applicare anche qui i metodi da me
unificati nel trittico Gandhi-Hamer-de Bono, perché la
soluzione del problema è nell'enunciazione e definizione
stessa del problema: "i termini <dibattito>,
<dialettica> o <scontro>", come dice de
Bono, fanno capire che si tratta di battaglie verbali
dove "ognuna delle parti diventa sempre più rigida
. . . in una situazione di stallo . . . " senza fare
"un tentativo per sviluppare un'idea differente da
quelle che si stanno contrapponendo", senza cercare
un "miglioramento della loro idea, ma solo ad
assicurarsi la sconfitta dell'idea dell'avversario . . .
anche se la storia della scienza è zeppa di inutili
battaglie che sono state combattute in difesa di idee
superate." Se usiamo anche in questo caso
l'atteggiamento gandhiano della non-violenza, come si
desume da de Bono, si può impiegare "tutto il tempo
. . . in maniera positiva e creativa . . . in una
esplorazione progettuale creativa", senza bisogno di
attaccare nessuna idea e senza il "problema di
<proprietà>: la tua idea contro la mia idea . . .
E' del tutto assurdo pretendere di risolvere un conflitto
con un altro conflitto . . . una comprensione del punto
di vista dell'altro è uno dei passi più utili da fare
nella risoluzione dei conflitti. L'inversione di ruolo,
in cui ognuna delle parti si mette nella posizione
dell'avversario, è un preciso momento della risoluzione
del conflitto."
Cominciamo col fare la prova col virus stesso:
chiedetevi: chissà che cosa "pensa" il virus
di noi! Chissà se ci prende per stupidi!? Forse se lo
potessimo vedere ingrandito come Rick Moranis nel film di
Randal Kleiser "Tesoro mi si è allargato il
ragazzino" o nell'altro di Joe Johnston "Tesoro
mi si sono ristretti i ragazzi" vede suo figlio che
lo chiama e lo saluta rimpiccolito per sbaglio nel
cucchiaio di latte che sta ingoiando, vedremmo anche noi
nel nostro cucchiaio il virus salutarci con la mano
(cresciutagli geneticamente per l'occasione -lui può!-
), cercando di comunicarci qualcosa. Il punto di vista
dell'altro non è ipotetico, come negli episodi
divertenti della scimmia chiusa dallo scienziato in una
stanza vuota per vedere il suo comportamento: ma mentre
lo scienziato appoggia l'occhio al buco della chiave per
curiosare vi scorge sorpreso l'occhio della scimmia
altrettanto curiosa di lui! E così, il topolino degli
esperimenti si vanta di aver "addestrato"
l'uomo a dargli del cibo associato ad alcuni segnali: e
il neonato non può dire lo stesso dei suoi genitori?
Ebbene, non so se conoscete quel famoso episodio, degno
del "Galateo" di Monsignor Della Casa, in cui
un nobiluomo infastidito da una mosca, la prende per le
ali, e galante e gentile come con una signora la lancia
fuori dalla finestra con delicatezza ossequiandola:
"Madama, il mondo è tanto grande che possiamo
starci benissimo tutti e due senza arrecarci reciproco
fastidio!" Un vero comportamento non solo da
gentiluomo ma da francescano-gandhiano-hameriano!
Se poi non possiamo proprio fare a meno di essere
violenti per autodifesa estrema, come Gandhi stesso
ammette, vi suggerirei il metodo "Caligola"! O
se preferite, il metodo "ditelo con i fiori"!
Voi conoscete il metodo sofisticato e raffinato con cui
il famoso imperatore romano considerato pazzoide, (che
tutto sommato amava francescanamente gli animali se
nominò senatore un suo cavallo!), eliminò certi suoi
convitati: invitandoli generosamente e cortesemente ad un
luculliano convito, e facendo piovere infine su di loro
tanti petali di rose lanciate da gentili mani di
fanciulle, fino al punto di lasciarli senza fiato per lo
stupore e la sorpresa e poi per mancanza d'aria, visto
che s'era preoccupato di far sigillare bene porte e
finestre! Che morte profumata! Ebbene, un uso accorto
degli oli essenziali può benissimo ottenere lo scopo di
un allontanamento di ospiti sgraditi o moltiplicatisi
eccessivamente: basta scegliere sapientemente quelli
adatti. Mosche e zanzare, prima ancora che ucciderli, si
può benissimo non farli entrare affatto, ponendo già
alle aperture degli incensi e dei profumi che li
allontanino non è detto per la sgradevolezza, ma anche
per l'intensità, come per i commensali di Caligola, che
non trovavano certo sgradevole le rose, ma anzi avranno
esclamato biblicamente epicureamente: "Coronemus nos
rosis!"
Il cane di pelouche fa la
cacca?
Ma nel caso dell'HIV, è così facile come con le
zanzare?
Vediamo bene la situazione, esaminiamola da un'altra
angolazione, perché come dice de Bono, se si scava
sempre in un punto della miniera, si può correre il
rischio di non trovare niente per anni, mentre basterebbe
fare un altro scavo altrove per trovare qualcosa, ma non
è facile decidere di farlo: è più facile seguire le
orme degli altri, dei "Maestri", seguire il
gregge: io invece vi invito a seguire una "pecora
nera": Hulda Regehr Clark, di San Diego, California:
vediamo il suo punto di vista, avallato da 70 casi che lo
confermano al 100%. Cominciamo a parlare di un certo
parassita intestinale, il "Fasciolopsis
buskii", un largo parassita abituale ospite
dell'intestino umano, non particolarmente nocivo per
l'uomo, salvo a volte un po' di irritazione o di colite:
è comprensibile, visto che non ne abbiamo una sola copia
o coppia, ma possiamo ospitarne milioni di uova e
microscopici nidi! Non pensateci troppo, se no non
viviamo più, perché non si salva niente, e se il vostro
cane può avere le zecche la soluzione non è sostituirlo
con un simpatico sanbernardo di pelouche, perché questo
può avere gli acari, come ce l'hanno i vostri materassi
e le vostre poltrone malgrado siate una cosiddetta
persona pulita!
Ma quello che dovrebbe preoccuparvi di più, caso mai,
non è la cacca che può fare in casa il vostro cane
(quello vero!), ma anche quello finto, di pelouche:
"anche quello?" esclamerete voi convinti di uno
scherzo, pensando a certi giocattoli a forma di asinelli
che fanno la cacca che poi è una sigaretta! Il
sanbernardo di pelouche propriamente no, ma i milioni di
acari che ha addosso sì, la fanno la cacca! E quello è
il vero problema e la causa di starnuti allergici!
. . . e orina pure?
Con rispetto parlando, dovremmo dire che anche noi siamo
definibili un'enorme cloaca: perché pensate che, a parte
quelli nostri, noi ospitiamo anche gli escrementi dei
miliardi di microrganismi che ospitiamo, che abbiano o no
la cittadinanza umana! E non solo escrementi sono i
prodotti di rifiuto dei parassiti: secondo la scoperta
pubblicata dal dr. Clark nel 1991, i parassiti hanno
anche la loro urina, che sarebbe l'ammoniaca, che viene
seminata dappertutto in quantità enormi intossicando
l'organismo, specialmente il cervello, provocando di
giorno ansietà e di notte insonnia e altri problemi di
sonno: ma assumendo ornitina prima di andare a dormire e
arginina la mattina si può ovviare al problema aiutando
il cervello a rendere inoffensiva l'ammoniaca
trasformandola in urea tramite l'intervento
indispensabile dell'enzima ornitina carbamiltransferasi.
Se i filiformi vermi nematodi "Strongyloides"
possono portare un'apparentemente semplice emicrania ma
che Hamer chiama "una specie d'equivalente attenuato
dell'epilessia", la presenza di parassiti nel
cervello è così grave che può portare non solo alla
depressione ma anche alla schizofrenia, ed un singolo
verme rotondo come l'"Ascaris", se localizzato
nei polmoni può causare asma, ma se localizzato nel
cervello può addirittura causare un colpo apoplettico!
Le uova crude
Ma torniamo al "Fasciolopsis buskii", che
appartiene alla famiglia dei vermi piatti, piatti come
una fogliolina (platelminta, classe trematodi), parassita
non proprio sconosciuto: è "schedato" dalla
polizia scientifica dal 1925, da C. H. Barlow che gli
dedica un articolo su tutto il suo ciclo di vita. E ha la
residenza nel nostro intestino, dal quale però spesso
evade, o almeno i figli. Sono milioni e milioni le uova
che produce, ma non tutte si schiudono, poiché buona
parte (per fortuna!) vanno via coi movimenti
peristaltici, mentre gli adulti stanno ben incollati e
aderenti alle pareti intestinali, sulle quali appunto,
quando si verificano ferite anche minuscole si vanno a
depositare le microscopiche uova, che all'occasione
passano nel flusso sanguigno, insieme alle uova di altri
parassiti beninteso, cosicchè alcune di esse si
schiudono direttamente nel sangue, nel quale nuotano con
i loro minuscoli peli natatori! Ma non hanno scampo
normalmente: appena arrivano al fegato, se questo
funziona bene e non è distratto, vengono eliminati!
Come abbiamo accennato, il "Fasciolopsis
buskii", non è il solo parassita intestinale,
generalmente ne ospitiamo almeno una dozzina dei circa
120 possibili: siamo abbastanza grossi per fornire vitto
e alloggio a questa massa di mangia-pane-a-tradimento:
molto comune è l'"Eurytrema", verme
pancreatico del vitello, che può alloggiare anche nel
nostro pancreas, comune è anche il verme di fegato di
pecora, c'è poi il "Prosthogonimus", parassita
dei polli, il "Paragonimus Westermanii" dei
polmoni, il "Cryptocotyle" del gabbiano, il
"Platynosomum", parassita del fegato del gatto:
ma non allarmatevi! E' normale avere una dozzina di
parassiti intestinali! Per non parlare di tutti quelli
che abbiamo in generale, sopra e sotto la pelle,
dappertutto: se Rick Moranis ci prestasse il suo
sofisticato apparecchio che ingrandisce e rimpiccolisce
potremmo vedere un'orda di animaletti bofonchianti,
striscianti, nuotanti, mordicchianti, succhianti,
masticanti, defecanti, urinanti, proliferanti.
Abitualmente comunque, per quanto riguarda i parassiti
del nostro intestino, le migliaia di uova che
quotidianamente producono vengono spinte verso l'uscita
dai movimenti peristaltici ed espulse con le feci.
Il parassita emigrante
Mantenendo coerentemente il nostro atteggiamento
francescano-hameriano possiamo immaginare una possibile
azione positiva di questi parassiti nei nostri riguardi
pensando che semplicemente divorano qualche altro
microrganismo a noi più nocivo in caso di
moltiplicazione: perché andiamoci piano con l'aggettivo
"nocivo": non fa parte della nostra filosofia:
il buono e il cattivo dipendono in questo caso soltanto
da fattori di numero e di ambiente. Infatti i problemi
arrivano quando le uova dei parassiti si schiudono in
numero esagerato e la loro popolazione emigra negli altri
organi! Ma andateci piano con l'incolparne il governo, il
sindaco o Dio! Siamo noi che, colpevoli o solo ignoranti,
causiamo quei mutamenti numerici e ambientali che portano
a ciò!
Anche Clark ipotizza per es., in questo perfettamente
d'accordo ed in sintonia con Hamer senza saperlo (se no
la sua ipotesi sarebbe certezza!), che le cellule morte
degli organi danneggiati siano cibo per i parassiti nella
fase "infantile": ma questo è il ruolo di
"spazzini" che appunto attribuisce loro Hamer
tanto da farceli considerare nostri amici! Se poi, la
situazione diventa o ci appare patologica per il
persistere o per il moltiplicarsi dei microrganismi, non
ne sono colpevoli essi, ma noi che continuiamo a far sì
che la situazione non cambi o anzi peggiori, mentre i
microrganismi non fanno altro che il loro dovere! E' come
se voi vi sentiste infastiditi dal rumore di
aspirapolvere, scope, battipanni, piatti, e dal viavai
della vostra cameriera o dei netturbini che portano via
la sporcizia che voi stessi avete prodotto!
E spesso, i nostri interventi maldestri, interrompono e
alterano quella catena, quell'equilibrio di rapporti fra
i microrganismi che garantiscono il controllo della
densità demografica degli uni sugli altri.
Signor microbio "Scusi,
vuol ballare con me?"
Nei suoi tentativi di cercare una spiegazione alla
crescita irregolare dei parassiti, Clark, sempre senza
saperlo, tocca un altro tasto in sintonia col pensiero di
un altro grande, di Georges Lakhovsky, il teorico
dell'oscillazione cellulare, ma quest'ulteriore
spiegazione alternativa non annulla ma integra e
chiarisce la precedente. Clark infatti, oltre ad una
distrazione del sistema immunitario, pensa che
l'incontrollato sviluppo del "Fasciolopsis"
successivo al secondo stadio, cioè la fase di schiusa
delle uova da cui nascono come tanti girini quelli che
Barlow chiama in questa fase "miracidiae",
possa anche esser dovuto, oltre che al cibo costituito da
cellule morte degli organi danneggiati, al cambiamento
della carica elettrica e del campo magnetico di questi
stessi organi, come Giorgio Lakhovsky infatti, intuisce
già nel suo libro "L'origine de la vie" del
1925, lo stesso anno dello studio di Barlow!
Se la vita, secondo la visione di Lakhovsky, è
"l'equilibrio dinamico delle cellule, l'armonia di
molteplici raggi che reagiscono gli uni sugli
altri", secondo leggi note quali
"<l'auto-induttanza>, che caratterizza
l'induzione elettromagnetica d'un circuito; la
<capacità>, caratterizza la sua induzione
elettrostatica; la <resistenza elettrica>, che
caratterizza l'opposizione del circuito al passaggio di
corrente; la <lunghezza d'onda> e la
<frequenza>, grandezze inverse che caratterizzano
la natura della radiazione", ne consegue che certi
microrganismi vibrano ad una frequenza inferiore o
superiore a quella delle cellule del nostro organismo, le
quali sono così costrette a ballare un'altra musica,
cioè a modificare l'ampiezza o la frequenza delle loro
vibrazioni, ciò che ne provoca la soffocazione, cioè la
malattia, ed appunto profeticamente Lakhovsky propone una
idea di musicoterapia ed elettroterapia, quando afferma
che logicamente, per ripristinare la salute, basta fare
il contrario in pratica: cioè costringere i
microrganismi a ballare al nostro ritmo, o se no ad
andarsene ("apporter une radiation de fréquence et
d'amplitude convenable qui, en redonnant à la cellule
l'énergie qui lui manque, lui rende la santé . . .
"): o per dire diversamente, siamo noi che non
dobbiamo creare ipossia nelle nostre cellule, perché noi
siamo esseri aerobici, cioè abbiamo bisogno di ossigeno,
e siamo fatti di acqua che a sua volta per lo più è
composta di ossigeno, mentre invece molte forme
primordiali di microrganismi, che vivevano bene quando
sulla terra l'atmosfera era più scarsa di ossigeno, sono
anaerobici, cioè suonano ben altra musica, anzi, nessuna
musica, visto che la musica ha bisogno di aria per
vibrare, almeno una vibrazione a noi consona.
Curriculum vitae
Quindi, possono essere diverse le strade, i rimedi per
far tornare tutto all'omeostasi: abbiamo visto che con
determinati oli essenziali possiamo sgombrare il campo
dell'eccesso di parassiti, ma teoricamente ce ne vorrebbe
uno specifico per ogni tipo; non solo, bisogna
contemporaneamente sbarazzarsi non solo degli adulti, ma
anche e soprattutto delle uova che altrimenti si
dischiuderebbero presto, nonché di quelle appena
dischiuse che altrimenti, diventando adulti,
produrrebbero altre uova! Certi rimedi sono infatti
inutili perché non in grado di stanare anche le
migliaia, milioni! di uova che nella loro sapienza e
intelligenza (almeno per quel che riguarda la loro
sopravvivenza!) insetti e parassiti sono capaci di
dimostrare andandole a nascondere non certo sui pavimenti
o superfici lisce e transitate, ma negli angoli e
anfrattuosità più impossibili e nascosti, come fra le
pagine di un libro o dentro la custodia di un disco, o
dentro le fessure di un'automobile che intuiscono
abbandonata, sì da costringervi a meravigliarvi e
lodarli più che arrabbiarvi! Quindi, ci vogliono rimedi
specifici per ogni stadio! Certo, sarebbe più pratico
che Rick Moranis ce l'ingrandisse quanto basta per
spazzarli via con una scopa!
Se seguiamo le spiegazioni di Hulda Regehr Clark, vediamo
che non si discosta dalla visuale pleomorfica di
Naessens: ma ricordiamo che prende le sue informazioni
dallo studio fatto sul "Fasciolopsis buskii" da
C. H. Barlow nel 1925!
Abbiamo già visto che il secondo stadio del
"Fasciolopsis" è rappresentato dalle uova
dischiuse, da cui escono piccole larve ciliate chiamate
"miracidiae", e che il fegato le tiene sotto
controllo e le neutralizza. Ma a volte non è così! Il
fegato diventa incapace di intrappolarle ed eliminarle,
ed anche il sistema immunitario si sente impotente: a
questo punto, le "miracidiae" cominciano già a
diventar feconde! Non c'è niente di più velocemente e
numericamente fecondo dei microrganismi! E l'eccesso
numerico degli individui garantisce la sopravvivenza
della specie, ciò che non vogliono capire quelli che si
meravigliano che i poveri del primo e terzo mondo siano
così fecondi predicando loro di moderarsi: ma è
l'istinto di sopravvivenza che agisce, nell'uomo come nei
microrganismi, perché più si prolifica e più c'è la
possibilità che il 10% che sopravvive sia numericamente
sostanzioso!
E così, le uova espulse dall'intestino non è detto che
siano destinate a dissolversi: nella catena gastronomica
della natura andranno a finire nello stomaco e nel fegato
di altri animali dove svilupparsi, garantendo ciò
tramite cisti, involucri impermeabili resistenti al
freddo e a tutti i disagi ambientali in ogni loro stadio,
attraversando momenti di vita latente in attesa delle
condizioni favorevoli a successivi sviluppi, sempre
tramite ospiti intermedi: le mucche o le pecore che
ignare brucano erba piena di cisti, o noi che mangiamo
questa e quelle!
Dentro le "miracidiae" che si evolvono ora in
sporocisti, si cominciano così a formare agamicamente
delle larve rotonde, palline viventi che schizzano via e
cominciano già a riprodursi. Da un solo uovo iniziale
possono schizzar via quaranta palline, chiamate
"rediae", ognuna delle quali può già fare
un'altra pallina! E così moltiplicandosi, queste milioni
di "rediae", trasportate dal sangue, vanno
annidandosi in numerosi organi, quelli dove si trovano
più a loro agio, o meglio quelli dove noi permettiamo
che si trovino a loro agio, in modo che sia favorita una
successiva trasformazione: all'improvviso infatti,
emettono una codina e cominciano a nuotare di nuovo: in
questa nuova forma si chiamano "cercariae": e
che cercano? Cercano un posto dove stabilirsi,
appiccicandosi ai nostri tessuti per una nuova
metamorfosi: diventano "metacercariae", cioè
cominciano a diventar bozzoli, previa sparizione della
codina. Attorno a esse si forma una spessa protezione
cistica in grado di proteggerle da ogni situazione
pericolosa, e così, le "metacercariae",
resistenti agli agenti aggressivi, ben protette nei loro
bozzoli, aspettano l'occasione propizia per arrivare alla
conclusione del loro ciclo e diventare adulti dei
"Fasciolopsis", ma localizzati non
nell'intestino, bensì dappertutto, dove ci sia da
mangiare, divorare, succhiare fluidi vitali per
sopravvivere nei vari stadi di uova, <miracidiae,
rediae, cercariae, metacercariae>, adulti!
Il vaso di Pandora
Per prender coscienza meglio di tutto ciò, trasportate
nel piccolo, all'interno del vostro corpo, le immagini e
le vicende dei famosi film di fantascienza quali
"Cocoon, l'energia dell'universo" di Ron Howard
(1985), o "L'invasione degli ultracorpi" di Don
Siegel (1956), dal racconto di Jack Finney: quello che
Finney fantastica come opera di extraterrestri che
vogliono sopravvivere a spese dei terrestri è realtà
nel piccolo, nel nostro corpo: quei bozzoli che si
svegliano approfittando del sonno dell'uomo per inserirsi
nelle cellule e nel DNA, sono le <metacercariae>
che abbiamo appiccicate come ventose nei nostri tessuti,
e aspettano che noi, addormentati e incoscienti,
favoriamo la loro nascita; quei camions di baccelli
pronti a partire per ogni direzione a colonizzare il
mondo sono le <miracidiae> piene di <rediae>
e di potenziali <metacercariae> che aspettano di
aprire la loro foglia vischiosa e collosa come quella di
un baco da seta o come una ragnatela. Eccole, emigrare
nel fegato, nei reni, nei polmoni, nella prostata,
nell'utero, nel timo! Nel timo, direte voi, cascano male,
perché c'è la fabbrica dei linfociti preposti alla
difesa! E invece no, perché nell'intestino questi grandi
parassiti trovano spazio sufficiente per non irritare, ma
nel timo, ghiandola piccola come una ghianda, posta fra
la tiroide e l'inizio delle ossa del petto, essi stanno
stretti, come in un carro bestiame, e si ammassano e si
accumulano e si ficcano in ogni interstizio, impedendo
l'attività ghiandolare e quindi proprio la produzione
dei timociti, che cala sempre più. A quel punto, come si
suol dire, quando manca il padrone il gatto balla: ma
secondo la filosofia di Hamer potremmo vederla in un
altro modo: non lavorando i linfociti o i fagociti, si
svegliano altri operai per fare il loro lavoro: comunque
la scena è questa: batteri e virus che stavano nascosti
e addormentati in ogni parte del corpo si svegliano dal
loro letargo, abbandonano lo stato di latitanza e vengono
allo scoperto, come orde di invasori: immaginate
rimpiccolite nel vostro corpo le figure fantascientifiche
dei film "Alien" di Ridley Scott, "Alien
3" di David Fincher , "The Blob, fluido
mortale" di Irvin S. Yeaworth jr., "Abyss"
di James Cameron: miriadi di spore e di virus che erano
come ibernati si svegliano: ecco le microscopiche
apatologiche spore dell'anaerobio batterio di Nicolaier o
<Clostridium tetani>, presenti nei cibi, nella
polvere casalinga, insediate nei tessuti necrotici, nelle
ferite lacere e anfrattuose, nelle escoriazioni, nei
canali delle radici dentali, trasformarsi in batteri e
moltiplicarsi, con relativa produzione di una tossina
micidiale come la stricnina: la tetanospasmina; ecco
ancora fra i denti, nelle unghie (pensate perciò che
significhi rosicchiarle, ragazze!), nei foruncoli vari,
nelle ghiandole pilosebacee, lo <Staphylococcus
aureus>, che può scatenare flebiti e setticemie; ecco
il virus della varicella, che da decenni pensavate di
aver debellato, mentre in realtà era nascosto nei gangli
dei nervi cranici e rachidei, rispuntar fuori col nome
più ad effetto di <Herpes zoster> e propagarsi di
cellula in cellula lungo neuroni e nervi periferici e
attraverso il sangue fino a giungere alla zona cutanea;
della famiglia enterobatteriacea ecco due bastoncelli a
rima, <Salmonella> e <Shigella>, che sembrano
due personaggi da cartone animato ed invece possono
portare tifo e dissenteria; nei polmoni invece troviamo
lo <Pneumocystis carinii>, un protozoo che provoca
dispnea grave e polmonite che può diventare letale; e
poi, ecco la <Candida parapsilosis> trasformarsi in
<albicans>, e disseminarsi ovunque tramite le vie
sanguigne: nelle mucose vaginali, orali, faringee,
esofagee, intestinali: è un vero vaso di Pandora da cui
fuoriesce ogni patologia! Ma chi è stato ad aprirlo?
Voi, naturalmente! E quando, e come?
Colpo
di scena
Intossicando il vostro timo dalla mattina alla sera fino
a renderlo saturo: di che? Di benzene! Ma non pensate
solo alla benzina della vostra auto: il benzene (o
benzolo), idrocarburo aromatico scoperto già nel 1825 da
Faraday, è un solvente molto usato nell'industria,
nell'alimentazione, nella cosmetica! Perché nessun
solvente scioglie i grassi così velocemente come il
benzene! Ed è talmente efficace e utile che anche il
"Fasciolopsis" la <pensa> come noi! E a
che gli serve? Indovinate un po'! Anch'esso lo trova
ottimo come solvente per la dura e spessa copertura dei
bozzoli delle <metacercariae>, oltre che per far
schiudere le sue uova: comunque sia è attratto da questo
solvente, e se il parassita si sposta dall'intestino al
timo il motivo è da ricercarsi nel fatto che siccome
ogni tossina si accumula in un organo elettivo, il
benzene sceglie il timo: se voi mangiaste un pezzettino
di benzene lo ritrovereste subito nel timo, e anche se lo
strofinaste sulla vostra pelle, dopo solo mezzo minuto lo
trovereste nel timo! Considerando poi che tutto il nostro
corpo è fatto di sostanze grasse, dal cervello alla
spina dorsale, dal rivestimento nervoso alle pareti di
ogni cellula, pensate al danno che può portare il
benzene non solo nel timo ma nel midollo spinale, nella
milza e ovunque nel nostro corpo!
Ma esistono altri solventi da cui siamo avvelenati, come
lo xilene (o xilolo o dimetilbenzene, usato come solvente
per lacche e nell'industria dei poliesteri), e il toluene
(o toluolo, derivato da frazioni del petrolio; usato come
solvente per vernici, e materia di partenza per produrre
anche tritolo e saccarina!), che si accumulano coi loro
vapori tossici nel cervello, ed anche lì il parassita
intestinale può fare la sua covata, che può svilupparsi
fino allo stadio di <rediae> e <cercariae>,
ed eventualmente anche quello di adulto, causando il
morbo di Alzheimer; l'alcool isopropilico, derivato
dall'acetone o dal propilene, usato come antisettico,
anticongelante e disidratante oltre che come solvente, si
accumula nel fegato, dove pure i parassiti possono
diventare adulti, provocando il cancro; l'alcool etilico,
o metanolo, presente in molte bevande gassate e
carbonate, in certi dolcificanti e altri cibi, va in
primo luogo nel pancreas, ma si accumula anche negli
occhi, ed entrambi questi organi possono diventare zone
di allevamento, causando diabete e congiuntivite:
ipoglicemia e stanchezza cronica sopraggiungono, gli
occhi si infiammano, bruciano, pizzicano e diventano
facile covo di sviluppo per parassiti come quello del
gatto, il <Toxoplasma>, e poi diagnosticate
allergia da pollini!
E così altri solventi usati anche come estrattori e
diluenti nelle industrie di vernici, lubrificanti,
esplosivi, fibre tessili, benzine, farmaci in fiala
(principio attivo in soluzione!), e nei processi di
lavaggio a secco, si depositano in altri organi, quali
l'utero, causando endometriosi, la prostata, causando
prostatite cronica, i reni, causando il morbo di Hodgkin;
ed infine gli adulti del "Fasciolopsis" sono
coinvolti anche nel sarcoma di Kaposi! Come vedete, molte
di queste patologie nominate sono associate all'infezione
da HIV, e fanno parte del quadro complessivamente
denominato poi AIDS! Perché? Perché l'HIV, secondo la
teoria di Clark, si sviluppa a sua volta come parassita
del "Fasciolopsis"! E questi preferisce
installarsi nel timo per la presenza di benzene! O in
altri organi dove poter sfuggire ai linfociti occupati o
sopraffatti da altri solventi o veleni quali mercurio,
piombo, cadmio: si crea un circolo vizioso, il benzene
danneggiando rende il corpo più debole e suscettibile
agli altri veleni, incapace a disintossicarsi, l'uno tira
da una parte, gli altri spingono, verso un precipizio! E'
come aver aperto porte d'ingresso e di servizio e
finestre e botole di soffitta e cantina agli invasori!
Poi sigillate bene tutta la casa e le uova dei parassiti,
sparse dappertutto, si schiudono a milioni, coprendo
pareti, pavimenti e tetti! Immaginate tutto questo
schiudersi di uova: è come un'esplosione atomica dentro
il vostro corpo!
Arrivano
i nostri!
Nella sua casistica Clark nota che la presenza dell'HIV,
che nasce dal parassita, è sempre associata, ripeto
sempre, alla presenza sia del verme che del benzene!
Questo retrovirus ha bisogno del verme per sopravvivere!
Egli non ha mai visto HIV senza benzene nel timo, anche
se teoricamente l'HIV potrebbe sparire anche eliminando
solo il verme e non il benzene: ma questo a sua volta
attira il verme, per cui lei asserisce e definisce la
patologia da HIV/AIDS come una malattia causata dal
parassita intestinale "Fasciolopsis buskii" che
si trasferisce nel timo danneggiato dal benzene. E la
prova del nove è che con una cura adeguata, atta a
eliminare benzene e parassiti adulti con tutte le uova in
giro, porta nel giro di massimo cinque giorni alla
sparizione di ogni sintomatologia da AIDS!
Infatti, malgrado la complessità e l'apocalittico quadro
finora descritto, il dr. Hulda Regehr Clark, avallato dal
100% dei risultati dei suoi 70 casi esaminati, sostiene
che da tutto ciò si può facilmente e velocemente
uscirne fuori nel giro di 24 ore!
Apocalisse!
Naturalmente, non siamo frettolosi fino a questo punto!
Infatti, lei, con le sue formule particolari di erbe e i
suoi bioalimenti (aminoacidi, vitamine . . . ) fa un
esempio di cura per una o più settimane, da ripetersi
ciclicamente, sia per eliminare il parassita che il
benzene accumulato, e che si può accumulare nuovamente,
perché ovviamente, nolenti o volenti non è facile
sfuggire all'onnipresente benzene usato per preparare
materie plastiche, detersivi, insetticidi, coloranti,
prodotti farmaceutici, anche tramite i suoi derivati e
intermedi: l'etilbenzene, che passando dallo stirene
arriva al polistirolo; il clorobenzene, implicato nella
produzione del famigerato DDT; il nitrobenzene, usato per
profumare saponi, e il suo derivato amminobenzene (o
anilina), usato in coloranti e prodotti farmaceutici; il
fenolo (o acido fenico), velenoso, caustico, usato per
preparare nylon, coloranti, acido salicilico, erbicidi,
disinfettanti, ormoni vegetali, oli minerali.
Diffidare di tutti i profumi e prodotti dove i solventi
si camuffano con un aroma: evitare cibi aromatizzati
(yoghurt, canditi, dolci e pasticcini preconfezionati,
pastiglie per la gola, gelatine), oli da cottura e
pasticceria (usare solo olio d'oliva, burro e lardo,
magari di Colonnata!), gelati, creme per mani e pelle,
dentifrici anche di presunta marca di salute, bevande
compresa acqua imbottigliata e succhi di frutta
confezionati, rossetti e ammorbidenti per labbra, gomme
da masticare, cibi aromatizzati per cani, gatti, uccelli,
mangimi per polli e vitelli.
Quando non si può fare a meno di usare certi prodotti,
come benzina, mastici e collanti, vernici e detergenti
per pennelli, smacchiatori, lacche, prodotti per pulire
mobili, vetri, pavimenti, scarpe, contenenti benzene o
altri solventi, ricorrere almeno a certe precauzioni:
evitare di respirare e inalare i vapori o addirittura
mettere una mascherina (invece spesso non ci rendiamo
conto e troviamo addirittura gradevole l'aromatico
idrocarburo e lo sniffiamo pure!); e cercare almeno di
ventilare il luogo durante e dopo il lavoro, ed usare
eventualmente guanti, per evitare fra l'altro fenomeni
allergici cutanei o polmonari.
E abbandonate senza rimpianto allegre usanze di comitiva,
quando cucinate le vostre belle bistecche al fuoco
all'aperto, alla griglia, o usate il tostapane: il
benzopirene di cui si intridono i cibi viene persino
usato negli esperimenti dei tumori perché ufficialmente
cancerogeno! Il fegato avrà un bel da fare per
disintossicarsi, lasciando residui di benzene! Cuocete
comunque bene la carne per evitare eventuali infezioni
dal parassita intestinale!
E soprattutto non vi fate ancora incantare dalla
pubblicità di prodotti sempre più nuovi, migliorati,
vantati come sbiancanti, pulenti che meglio non si può:
forse i vostri piatti sono splendenti o forse le macchie
sono rese invisibili dal cobalto aggiunto! Forse il
vostro caffè o the sarà fragrante o forse avrà solo
aromi aggiunti, e tutto quello che è estratto da
qualcosa è estratto tramite un solvente: se no la
caffeina come credete che la levino dal caffè? E il
basso contenuto di nicotina vi convince ora? E l'aroma di
menta può darsi che sia estratto dalle foglie di menta
ma forse non con i costosi metodi della distillazione ma
con il benzene!
Non comprate perciò i prodotti sospetti!
Può ben dirsi "Acquisita" la Sindrome di
Deficienza Immunitaria! Acquisita a suon di quattrini,
con gli innumerevoli prodotti ben pagati, vera immondizia
incartata con carta lucente e fiocco dorato, che anno
dopo anno ha reso i vostri corpi dei mondezzai, i
sepolcri imbiancati di cui parla il Gesù che mi piace!
Finale?
Che resta in piedi delle altre teorie sull'AIDS? Si
possono anche adattare a questa nuova chiave di lettura,
facendo prendere un sospiro di sollievo a quanti vedevano
nel sesso ormai un tabù <sui generis>: ma
rimangono le modalità di contagio tramite baci e saliva,
seme e rapporti sessuali, sangue e trasfusioni,
gravidanza e allattamento col latte materno. Ma ciò non
deve renderci la vita impossibile, perché abbiamo già
visto che l'equilibrio omeostatico di tutti gli ambienti
esterni e interni a noi è molto difficile da mantenere
anche se ci si ritirasse in eremitaggio da uomo
primitivo, perché le radiazioni degli esperimenti
nucleari potrebbero raggiungerci fin nel posto più
lontano anche fra due secoli . . .
Ricominciamo da tre . . .
paragrafi fa!
Finora abbiamo esposto la teoria della Clark, la quale è
giusta salvo in un piccolo particolare, che supponiamo
avrà corretto col tempo: l'esistenza del virus! Anzi, la
non esistenza del virus! Che lei infatti non ha mai
visto! Ha solo visto un verme! Ed ha supposto che vi si
insediasse il virus che "dicono" causi l'Aids,
che con la sua cura realmente sparisce! Ma non sparisce
il virus che non c'è! Con la sua cura in realtà
sparisce tutto quello che viene etichettato come Aids,
malattia inesistente! Esistono le malattie
"opportunistiche" o gli effetti collaterali
provocati dai farmaci! e con la cura della Clark
certamente ci si disintossica e si sta meglio! Ma lei non
ha mai visto il virus! Nessuno l'ha mai visto!
Chi l'ha visto?
Indagate voi, chiedete in giro, chiedete a tutte le
studentesse (va bene, anche agli studenti!), a tutte le
laureate in biologia molecolare, microbiologia, a tutti
quelli insomma che sono specializzati nello studiare i
virus, chiedete, da Messina a Cuneo, se qualcuno di loro
nel corso del loro iter didattico ha mai visto un virus,
un virus qualsiasi dico, mica il cosiddetto HIV! Vi
risponderanno che non l'hanno mai visto! Perché gli
strumenti per vederlo sono rari e costosi e pochi nel
mondo, e quindi pochi l'hanno visto!
Allora, venga con me ispettore, andiamo a cercare qualche
fortunato che ha potuto usufruire di questi pregiati
microscopi atti a vedere un virus!
Eccone uno! E' il Dottor Stefan Lanka, virologo e biologo
molecolare, laureato in scienze naturali e biologia con
specializzazione in botanica marina all'Università di
Costanza. Nato nel 1963 a Langenargen, in Germania, dal
1984 al 1989 ha fatto ricerche in neurobiologia genetica
e virologia, e dal 1987 al 1994 ha fatto degli studi di
biologia molecolare studiando, osservando e isolando
centinaia e centinaia di virus: lui sì che è uno che ha
isolato virus! E' stato il primo anche a isolare un virus
marino: l'Ectocarpus silicosus. Ed il primo ad osservare
direttamente un sistema stabile di una cellula con un
virus ospite!
Ebbene, nelle sue centinaia di osservazioni, afferma
Lanka, non ha mai visto una sola volta un virus uccidere
o aggredire nessuno! Non ha mai constatato questo ruolo
di virus killer! Ha potuto constatare che sono fole e
stupidaggini certe frasi terroristiche che scrivono nelle
riviste, quando scrivono che un virus, o questo o quel
virus, POTREBBE UCCIDERE TUTTI IN MEZZ'ORA! MA NON LO FA!
E perché non lo fa?
Perché ha altro da fare! Perché sono altre le cose cui
si dedica! Ossia, il virus si occupa di trasportare le
informazioni da una cellula all'altra! Fa il postino, il
facchino del DNA! Altro che assassino!
Lanka, felice della sua scoperta la comunica ai suoi
insegnanti, i quali invece gli consigliano amorevolmente
e paternamente di non divulgare questa notizia,
invogliandolo anche con crociere piene di belle ragazze,
facendogli intuire che potrebbe avere una bella carriera,
dedicarsi a studiare i suoi virusetti marini, confortato
da un lauto stipendio e da una miriade di belle
segretarie. Ma egli si rifiuta, e si trova non per mare,
ma per strada, non ad isolare virus ma ad essere isolato
egli stesso dal mondo medico e dal mondo del lavoro!
Lanka nega che sia mai stato isolato l'HIV, ed ha anche
giurato in un tribunale, a Dortmund, negandone
l'esistenza. Ed il giudice, non trovando nessuno
scienziato ufficiale che dimostrasse il contrario, non ha
potuto fare altro che dichiarare, il 24 febbraio 1997
almeno che comunque questo virus non era né mortale né
pericoloso.
Lanka nega anche l'esistenza della classe dei retrovirus,
invenzione bella e buona per giustificare, oltre alla
chemioterapia, la presenza di trascriptasi inversa, cioé
informazione che va dall'RNA al DNA, cosa che sconvolge
l'impostazione scolastica della genetica.
Il virus non fa altro che riparare le cellule, e comunque
elimina quelle danneggiate sostituendole con nuove.
Quindi fa anche il riparatore e lo spazzino.
Ma se questo virus, che finora era presentato come un
feroce assassino e causa di malattie epidemiche, è
semplicemente un solerte postino ed un affacendato
facchino ed un attivo spazzino, qualcuno sta barando,
mentendo. E perché mai?
Fonte:
La Leva di Archimede
|