Come combattere le multinazionali In fondo a questa pagina ho inserito la descrizione di quello che le peggiori multinazionali combinano nel mondo grazie ai nostri acquisti. Sembra strano, ma in un mondo così globalizzato come quello attuale, ogni minima nostra azione si ripercuote anche in zone lontanissime da noi. E così la fame nei Paesi del terzo mondo o le guerre che aumentano sempre più non sono altro che la conseguenza di quello che noi acquistiamo giornalmente. Sembra strano ma è così: i prodotti di maggior consumo di ciascuno di noi non fanno altro che finanziare multinazionali e imperi industriali che oltre a produrre tali prodotti producono sostanze chimiche tossiche di ogni tipo, estraggono il petrolio e costruiscono armi, e rendono sempre più questo mondo un inferno. Con le sostanze chimiche e il petrolio inquinano e distruggono sempre più l'ambiente e con le armi consentono lo sviluppo di guerre in sempre maggiori parti del mondo. Sempre più gente se ne sta accorgendo, ma pochi sono quelli che cercano di attuare l'unica soluzione possibile a questo problema, ovvero smettere di acquistare tali prodotti. Mi chiedo che senso abbia scendere in piazza contro le multinazionali, magari indossando scarpe Nike, bevendo Coca Cola o mangiando Nutella. Alle multinazionali non importa niente delle proteste, finché potranno avere i nostri soldi!!! Non si può combattere contro qualcosa che siamo noi stessi a finanziare. Faccio un esempio stupidissimo: che senso ha che Manu Chao dichiari di essere contro la globalizzazione e inviti la gente a protestare, finché lui stesso lavora per la Virgin (una delle più grandi multinazionali) e le fa guadagnare miliardi con le vendite dei propri dischi? Se vogliamo cambiare le cose è bene che ognuno inizi a cambiare le proprie abitudini quotidiane e faccia qualche sacrificio in prima persona... tutto il resto sono solo parole vuote! Penso ad esempio alla protesta di Genova: quanti soldi sono stati spesi, la maggior parte dei quali finiti nelle tasche delle multinazionali, che avrebbero potuto essere usati meglio? Alla fine si è fatto il gioco dei potenti... L'unica vera lotta contro le multinazionali e la globalizzazione che queste vogliono è il boicottaggio. Possono scendere anche 1 miliardo di persone in piazza contro le multinazionali, ma fin quando queste persone continuano a finanziarle, le multinazionali non se ne fregano assolutamente niente. È troppo comodo continuare ad acquistare nei supermercati, soprattutto per risparmiare, e poi dispiacerci dei poveri che muoiono di fame e sete, o delle guerre che devastano interi Paesi. Se queste cose accadono dobbiamo renderci conto che è per colpa nostra, non per colpa delle multinazionali. Dobbiamo cambiare i nostri stili di vita, dobbiamo acquistare solo ciò che è davvero necessario per vivere, tutto il superfluo non fa altro che continuare a far morire di fame e sete i poveri del mondo o ad alimentare le guerre. Dobbiamo capire che risparmiando dei soldi stiamo indirettamente sfruttando o ammazzando qualcuno nel terzo mondo, e stiamo sostenendo gente senza scrupoli che per i soldi è disposta a fare di tutto. Adesso sfruttano e ammazzano i poveri del terzo mondo, un domani ammazzeranno e sfrutteranno noi. Questa è la realtà, se non vogliamo vederla, allora continuiamo pure a scendere in piazza e a farci prendere in giro dai potenti del mondo che continuano a fare tutto quello che vogliamo noi, senza che ce ne rendiamo conto. È altrettanto inutile aspettare che facciano qualcosa i politici o le istituzioni governative, loro non hanno alcun interesse a cambiar niente, un po' perché stanno bene così e non se ne fregano niente di quello che accade ai poveri del mondo, ma soprattutto perché sono legati nel potere alle multinazionali. Cambiare i nostri stili di vita sembra difficile da potersi attuare, ma in realtà è possibile, è sufficiente un po' di buona volontà e di amore fraterno per chi soffre per colpa nostra. |
"La globalizzazione? Dipende anche dalle nostre scelte" Oggi (18/11/2002) sull'Arena, il quotidiano di Verona e provincia, è uscito un articolo su una conferenza di Michele Perazzani (mperazzani@yahoo.it), giovane assistente sociale attivo nel volontariato. E' un'intrusione nell'informazione generalista che spero serva a mettere la pulce nell'orecchio a chi non ha mai avuto modo di affrontare o conoscere questi temi.
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Quando sulla scena politica e
civile dell'India apparve quel piccolo uomo vestito di
semplici panni, con uno sguardo mite ma deciso, il grande
impero britannico sorrise con compatimento. Cosa avrebbe
mai potuto fare un singolo individuo contro quello che
fino ad allora era stato il più vasto dominio coloniale
della Terra? Eppure fu proprio quel piccolo uomo chiamato
Mohandas Karamchand Gandhi (1869-1948) a strappare ai
colonialisti inglesi la sua terra. E senza l'uso di
alcuna arma micidiale ma solo con la non violenza, il
boicottaggio pacifico, la resistenza passiva. |
Ecco l'elenco di alcune tra le più famose e potenti multinazionali mondiali
Nestlé - Mitsubishi - Nike - Shell - McDonald's - Monsanto - Walt Disney
Barilla - Kraft - Total - Benetton - Danone - Procter & G
Agnelli - Banche e armi - Novartis - Dow - Philip Morris
Unilever - Chiquita - Esso - Burger King - Kodak - Coca Cola
Pepsi Cola - Sun Diamond - Industrie farmaceutiche - Del Monte - Ferrero
E' importante conoscere prima cos'è il MAI e gli altri "strumenti legali" delle multinazionali: FMI (Fondo Monetario Internazionale), WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), WB (Banca Mondial).
MAI Multilateral Agreement on Investments
Le negoziazioni confidenziali - o, se si preferisce, segrete - per arrivare alla ratifica dellaccordo sono partite nel Maggio del 1995 e si prevede che il MAI possa vedere la luce nella primavera del 1998. Un tratto saliente di questo trattato è che qualsiasi stato, anche non appartenente allOCSE, viene incoraggiato a partecipare, in modo di annoverare tra i membri i paesi in via di sviluppo, economie ancora giovani e quindi vergini dal punto di vista speculativo. Posti davanti alla questione "MIA o nessun investimento estero", i governi di queste nazioni dovranno accettare le condizioni dettate dalle società multinazionali. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), lorgano responsabile degli aiuti alle nazioni che hanno deficit nella bilancia dei pagamenti e che definisce gli standard valutari, è stato un prezioso strumento nellapertura di nuovi mercati per le multinazionali. Il FMI introduce nei paesi un insieme di misure di liberalizzazione finanziaria che privano i governi della loro sovranità in campo economico. I "pacchetti per la ripresa economica" che il FMI ha recentemente approntato per le economie disastrate di Tailandia, Indonesia e Corea del Sud contenevano misure che anche il MAI prevede: obbligo per i governi di accettare investimenti esteri in tutti i settori, lindebolimento degli standard ecologici e di sicurezza sul lavoro per attrarre nuovi investimenti, la rimozione delle misure di salvaguardia contro attacchi speculativi in borsa. Le multinazionali approfittano della crisi delle economie asiatiche per acquisire imprese a prezzi stracciati e per conquistare nuovi mercati. Il MAI ha lo scopo di stabilire un nuovo corpo di leggi mondiali sugli investimenti che garantirà alle multinazionali il diritto e la libertà incondizionata di comprare, vendere e compiere operazioni finanziarie in tutto il mondo come e quando ritengono opportuno, incuranti di leggi ed interventi governativi Word Trade Organization, che sta per Organizzazione mondiale del commercio, è il frutto di otto anni di negoziati in Uruguay (Round), dal 1986 al 1994 (anno della sua nascita), ed è di fatto erede dell'ex GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) nato nel 1948 e attivo fino al 1995. Ha sede a Ginevra. L'organizzazione, presieduta dal luglio scorso da Mike Moore, si occupa del controllo delle regole del commercio mondiale, sostenendo una pressoché totale abolizione di ogni tipo di dazio o tariffa alle frontiere. Dazi e tariffe che riguardano le quantità delle merci, tariffe interne, controlli di salubrità sui prodotti alimentari....A decidere poi la sorte di ogni prodotto alimentare è solo il mercato (secondo il loro giudizio), o piuttosto potrebbe accadere che ogni prodotto alimentare decide la sorte di chi lo acquista.. All'inzio della sua storia come Gatt, contava pochi paesi membri (tanto da essere chiamato"il Club dei ricchi"); ora conta 136 tra cui la Cina, che ha siglato recentemente un accordo "bilaterale" con gli USA; la lunga lista di attesa dei paesi che vogliono entrarvi annovera tra gli altri Russia e Arabia Saudita. Fondo Monetario Internazionale: la medicina amara per i popoli del Sud Il FMI è un istituto specializzato dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) creato insieme alla Banca mondiale durante la conferenza di Bretton Woods nel 1944 e diventato operativo nel 1946; i suoi obiettivi sono l'eliminazione delle restrizioni sul commercio estero, la promozione della cooperazione monetaria internazionale e favorire una crescita equilibrata del commercio mondiale con investimenti su scala globale. Con l'insorgere del problema del debito estero dei paesi in via di sviluppo, l'FMI interviene sempre di più nelle politiche economiche e di sviluppo dei Paesi. Ha imposto piani di austerità con conseguente taglio della spesa pubblica, licenziamenti e privatizzazioni come condizione per accedere ai propri fondi. Fallimentare la gestione della crisi finanziaria asiatico-russa del 1997 per la quale l'Italia ha versato al FMI oltre 7mila miliardi di lire. Il suo intervento piuttosto che prevenire le speculazioni finanziarie le ha legittimate, aumentando i costi sociali ed ambientali per le popolazioni di quei paesi. Presidente dell'FMI e' Horst Koehler, tedesco La Banca mondiale nasce nel 1944 con la Conferenza di Bretton Woods. Iniziò sostenendo la ricostruzione dei paesi devastati dalla guerra per poi occuparsi principalmente di politiche di sviluppo e lotta alla povertà, finanziando progetti quali dighe, miniere, centrali elettriche, piani di aggiustamento strutturale e l'espansione degli investimenti privati (nel solo 1999, ha investito 29 miliardi di dollari). L'Italia partecipa con fondi pubblici e propri rappresentanti nel Consiglio direttivo. Scarsa trasparenza, e insufficiente consultazione della società civile, mancato rispetto delle sue norme socio-ambientali, ed applicazione di un modello di sviluppo esclusivamente basato sul mercato, queste le principali critiche delle campagne di protesta di organizzazioni non governative e movimenti sociali. Presidente della Banca mondiale e' James Wolfensohn, americano Tratto dal sito Manitese http://www.manitese.it/boycott/boycott.htm |
Kraft
Jacobs Suchard (sottilette
Kraft, formaggio Philadelphia, cioccolata Suchard),
multinazionale alimentare che possiede diverse altre
marche apparentemente più "nostrane", come le
Fattorie Osella, produttrici di formaggio. Ma la Kraft, a
sua volta, appartiene ad un colosso come la Philip
Morris, cha ha un fatturato di 56 miliardi di dollari... Barilla, notissima impresa alimentare (pasta,
merendine, biscotti, sughi, ecc). Il 49% del pacchetto
azionario di questa società appartiene alla Relou Italia
srl, nel cui consiglio di amministrazione troviamo molti
stranieri, fra di essi, fino a pochi anni fa era presente
un certo Walter Wurth, presidente della Oerlikon Buhrle,
una importante azienda svizzera produttrice di cannoni,
missili e mezzi blindati, nonché di avanzati sistemi
elettronici per la difesa. E' presente con i seguenti
marchi: Total (Spontex, Pirelli o Mapa). Nessuno immaginerebbe che, fermandosi a fare benzina in una stazione di servizio Total sta finanziando il governo della Birmania, ovvero una delle dittature più oppressive della Terra. Il regime di questo paese protegge l'esportazione di circa il 60% del commercio globale di eroina, foraggia il mercato della prostituzione in Thailandia, utilizza tutti gli introiti derivanti dal commercio con l'estero per le spese militari e distrugge le ultime foreste di pregiato legno di tek esistenti nel suo territorio. Articolo tratto da "Extra terrestre, nuova scienza nuova coscienza" n°10 Marzo 2000 Schiavitù: in Birmania la Total usa il lavoro
forzato |
NESTLE' FATTURATO: 36.530 MILIARDI DI LIRE Secondo l'UNICEF un
milione e mezzo di bambini muoiono ogni anno poiché non
vengono nutriti con il latte materno. E molti milioni in
più di bambini si ammalano seriamente. L'allattamento al
seno materno fornisce il migliore inizio alla vita per
tutti i bambini, ma in una società di poveri costituisce
un'indispensabile fonte di sopravvivenza. Le società che
producono latte per bambini promuovono il loro prodotto
presso mamme ed operatori sanitari, poiché si rendono
conto che, se non riescono a far attecchire
l'allattamento artificiale, non fanno affari.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'UNICEF
hanno un Codice Internazionale che proibisce ogni forma
di promozione di latte per bambini. La Nestle' viola
questo codice più frequentemente degli altri
concorrenti. Il boicottaggio della
Nestlé sta funzionando ? Cosa puoi fare: COSA COMBINA NEL MONDO LA NESTLE' REGIMI OPPRESSIVI:
Nestlè ha filiali in Brasile, Cina, Colombia, Egitto, El
Salvador, Guatemala, Honduras, India, Indonesia, Kenya,
Libano, Messico, Papua Nuova Guinea, Filippine, Senegal,
Sri Lanka, Turchia. L'Oreal è presente anche in Perù e
Marocco. PRODOTTI DI CONSUMO DELLA NESTLE' BEVANDE:
Nescafè, Nesquik, Nestea, Orzoro Tratto dal sito Manitese http://www.manitese.it/boycott/boycott.htm |
MITSUBISHI MITSUBISHI CORPORATION FATTURATO: 161.500
MILIARDI DI LIRE Secondo l' Organizzazione
Internazionale per il Commercio del Legname (ITTO), il
Giappone è uno dei maggiori importatori di legname
tropicale nel mondo. La Mitsubishi Trading Company è una
delle più potenti compagnie giapponesi di legname
tropicale, ottenuto dalla distruzione delle foreste. Essa
ha estese operazioni di sfruttamento delle foreste in
Brasile, Indonesia, Filippine, Papua Nuova Guinea, Cile,
Canada. Cosa si può fare COSA COMBINA NEL MONDO LA MITSUBISHI REGIMI OPPRESSIVI: il Gruppo Mitsubishi ha filiali in Bahrein, Brasile, Cina, Colombia, India, Indonesia, Iran, Liberia, Messico, Marocco, Perù e Filippine. DIRITTI ALLA TERRA: nel 1992 Survival International ha criticato le operazioni di una consociata Mitsubishi, la Alberta Pacific, in Canada. Survival sostiene che il taglio degli alberi in una vasta zona a nord-est dello stato di Alberta ha conseguenze negative sulla vita dei popoli Cree e Dene, molti dei quali vivono in territori mai ceduti al governo e tuttora rivendicati dagli Indiani. AMBIENTE: la Mitsubishi Corporation è coinvolta nell'importazione in Giappone di enormi quantità di legname tropicale. Negli ultimi 15 anni sono state distrutte vaste aree di foresta tropicale in Sarawak, dove le operazioni di taglio continuano per 24 ore al giorno, alla luce di riflettori. La Mitsubishi ha operazioni di taglio in nove nazioni. Un'altra consociata sta per aprire una miniera in un'area costiera della foresta tropicale dell'Ecuador, nelle terre della nazione indiana Awa e nella Riserva Ecologica Cotacachi-Cayapas, una delle zone prioritarie per la conservazione della biodiversità in Ecuador. ENERGIA NUCLEARE: la Mitsubishi Heavy Industries fornisce i seguenti servizi per l'industria nucleare: servizi di costruzione, equipaggiamento per il trattamento del combustibile, nocciolo dei reattori nucleari, fornitura di plutonio, inceneritori di rifiuti radioattivi, riprocessamento e trattamento delle acque. ARMI: la Mitsubishi Heavy Industries è anche produttrice di armamenti, in particolare: aerei, missili, cannoni, carri armati. CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO: Rainforest Action Network ha lanciato una campagna internazionale di boicottaggio della Mitsubishi per l'importazione di legname tropicale, che distrugge le foreste del pianeta. PRODOTTI DI CONSUMO DELLA MITSUBISHI TELEVISORI:
Mitsubishi Tratto dal sito Manitese http://www.manitese.it/boycott/boycott.htm |
NIKE CORPORATION
FATTURATO: 5.440
MILIARDI DI LIRE La Nike, con sede centrale
nell'Oregon, USA, produce una vasta gamma di scarpe
sportive molto pubblicizzate. Nata negli anni '60, ha
assunto il suo attuale nome nel 1985. I salari in Indonesia E i sindacati? REGIMI OPPRESSIVI: tutte le scarpe Nike sono prodotte in Asia, in particolare in Indonesia, Cina, Thailandia, Taiwan, Corea del Sud, Vietnam. RELAZIONI SINDACALI: in Indonesia i sindacati liberi sono illegali e vengono repressi dall'esercito, i dirigenti sindacali sono licenziati, imprigionati, torturati, ed anche uccisi. SALARI E CONDIZIONI DI LAVORO: i lavoratori della Nike ricevono un salario da fame, inferiore al salario minimo stabilito dalla legge indonesiana. Lavorano esposti ai vapori delle colle, ai solventi, alle vernici, per 12 ore al giorno. COMMERCIALIZZAZIONE IRRESPONSABILE: la Nike spende circa 180 milioni di $ all'anno in pubblicità, quando sarebbe sufficiente l'1% di questo bilancio per migliorare le condizioni di 15.000 lavoratori indonesiani. CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO: nel 1990 Operation Push, un gruppo per i diritti civili, ha lanciato il boicottaggio della Nike perchè, nonostante venda il 45% dei suoi prodotti ai neri, non vi sono afroamericani ai vertici dell'azienda; essa inoltre non concede sufficienti benefici sociali alla comunità nera. QUANTO
COSTA UNA SCARPA NIKE
Tratto dal sito Manitese http://www.manitese.it/boycott/boycott.htm |
BENZINA SHELL ROYAL DUTCH - SHELL OIL CO.
FATTURATO: 127.780 MILIARDI DI LIRE La comunità Ogoni, nella
Nigeria meridionale, sta sostenendo una campagna contro i
danni all'ambiente e alle risorse agricole causati dalla
compagnia Shell, rivendicando adeguati risarcimenti per
la distruzione della terra e dei raccolti. COSA COMBINA NEL MONDO LA SHELL REGIMI OPPRESSIVI:
nel 1993, il gruppo Shell possedeva filiali in Brasile,
Colombia, Egitto, El Salvador, Guatemala, Honduras,
India, Indonesia, Iran, Kenya, Liberia, Mali, Messico,
Marocco, Papua Nuova Guinea, Perù, Filippine, Senegal,
Siria, Turchia e Uganda. Tratto dal sito Manitese http://www.manitese.it/boycott/boycott.htm |
WALT
DISNEY La Walt Disney Corporation e' una delle multi piu' potenti di questo pianeta che ha costruito il suo impero sui fumetti di Paperino e Topolino, ma che oggi da bravi Paperon de Paperoni i manager di Disney hanno le mani su molti dei settori strategici dell'economia ha partire naturalmente dal settore dei media e della comunicazione per estendersi un po'ovunque dall'industria tessile a quella edilizia ecc. Purtroppo, ma c'era da pensare il contrario?, in tutti questi settori dove domina Walt Disney Corporation opera le scelte più retrive ed antipopolari. Così ad esempio nel campo della comunicazione e della rete internet Disney sostiene l'utilizzo di questo media non come attualmente gestito, ma mutuandolo dal modello televisivo dove emettitore del messaggio (la classe dominante dei ricchi) e ricettore (ossia il branco confuso che deve essere indottrinato dalla propaganda) siano ben distinti. Non per niente e' alleata con Microsoft e per un certo periodo di tempo si poteva accedere al suo sito solo il browser Microsoft Internet Explorer. Sempre riguardo alla rete, Disney, naturalmente dalla sua posizione di dominio del mercato dei prodotti per la famiglia, sostiene chi vorrebbe regolamentare i contenuti della rete a misura di bambini. Questo a buona parte degli utenti e delle utenti della rete, non va giu'... già' abbiamo una televisione per lobotomizzati non ci potete imporre ovunque il vostro PRODUCI CONSUMA CREPA e soprattutto non farti mai domande e se hai qualche pensiero strano del tipo che pensi non sia giustissimo che un lavoratore haitiano di Disney debba lavorare 100 anni 10 ore al giorno per arrivare a guadagnare quanto guadagna in un'ora l'amministratore delegato di questa corporation... beh l'importante e che tu pensi anche di essere il solo a pensarla così non devi entrare in comunicazione con gli altri... cambia canale, mangia il tuo hamburger e ama la polizia. A proposito di hamburger, tutti i film di Disney, specie i cartoni
animati o comunque quelli per i più piccoli sono
accoppiati alla commercializzazione e promozione tramite
gadgets diffusi nei negozi McDonald's assieme ai loro pasti.
Così le famiglie che dai loro piccoli sono state appena
trascinate dentro i cinema o al negozio di videocassette
per vedere i prodotti di Disney verranno poi trascinati
dentro i "ristoranti" McDonald's dove con l'
"Happy Meal" si ottiene in omaggio il
pupazzetto di Toy Story o dei 101 o altro... e viceversa. Anche nell'edilizia Disney e' in prima fila nella costruzione di cittadelle fortificate per colletti bianchi, per ricchi e per turisti che possono spendere, anche la Disney come molte altre multi ha abbandonato Hollywood alla sua terzomondializzazione per costruire metafore di citta' sterili e fortificate del resto "a Los Angeles dietro ogni angolo c'e' gente con cartelli con su scritto LAVORO IN CAMBIO DI CIBO... e non e' piu' cosi' divertente". Scheda tratta da Mini guida al consumo critico e al boicottaggio 1998 realizzata da "Movimento gocce di giustizia"
I seguenti articoli sono tratti da Boycott HAITI: GLI SPORCHI AFFARI DI PAPERON DE' PAPERONIE brava Walt Disney! Topolino difensore della giustizia e della legalità, Pippo e Paperino protettori degli spiriti liberi,Qui Quo Qua, in compagnia del Re Leone, attenti alle tematiche ambientali, Pocahontas, la Bestia e il gobbo di Notre Dame a sottolineare la nuova attenzione per i popoli diversi e i diversi in genere... Brava Disney, entrata nel mirino dei "benpensanti" quando ha deciso di pagare gli assegni famigliari a tutti i dipendenti che vivono in coppia, compresi i conviventi e gli omosessuali. Tutto all'insegna della non discriminazione. Peccato che a 5.500 chilometri di distanza dai suoi begli uffici californiani, migliaia di giovani lavoratrici, poco più che quindicenni, lavorino alla confezione di abbigliamento a marchio Walt Disney per uno stipendio di circa 27 centesimi (430 lire) l'ora. Haiti. Lo scenario degli impianti, vere e proprie baracche, due soli bagni per qualche centinaia di operaie, offre un contrasto stridente con il candore delle felpe di Pocahontas. Il lavoro va avanti nel rumore più assordante, 8-10 ore al giorno. Si lavora in piedi. Se proprio lo vogliono, le operaie possono portarsi un cuscino da casa. E' proibito parlare così come andare in bagno più di due volte al giorno. D'altronde il ritmo produttivo è così incalzante da lasciare poco più di 10 minuti per la pausa pranzo. Tra le fila delle operaie, i guardiani, con continui urli, percosse e molestie, fanno la loro parte perché la produzione vada avanti. "Ci trattano come animali!" E' questa la protesta delle lavoratrici.Chiunque provi ad organizzare qualsiasi forma di protesta, viene immediatamente licenziata. Non c'è tutela sanitaria e se un'operaia si ammala, non ha diritto a nessuna retribuzione. Di più. Ad Haiti non è legale licenziare le donne incinte, ma i padroni hanno trovato comunque un sistema per evitare il costo della maternità: trasferiscono le donne incinte a lavori ancora più pesanti e malsani finché, poco tempo dopo, è l'operaia stessa a decidere di abbandonare il lavoro. Maltrattamenti, percosse e violenze in cambio di 3.440 lire al giorno. Si calcola che per guadagnare la cifra che l'amministratore delegato della Disney guadagna in un ora, un'operaia haitiana dovrebbe lavorare 101 anni, per 10 ore tutti i giorni! Agli stabilimenti di Haiti, una tuta di Pocahontas arriva in 11 pezzi. In 13 fasi - cucire i polsini, le etichette, gli orli, ecc... - si arriva al prodotto finito. In 8 ore un'operaia confeziona 50 felpe. Una produzione per un valore pari a 584 dollari (circa 940.000 lire), pagata 2 dollari e 22 centesimi (circa 3.500 lire).Come dire che ad un'operaia occorre 1 settimana e ½ di lavoro per potersi comperare la stessa maglia che produce in meno di 10 minuti. Il divario fra valore prodotto e salari percepiti avrebbe contorni meno scandalosi se le operaie guadagnassero almeno quanto basta per una vita dignitosa. Il guaio ad Haiti è che i salari sono da Terzo Mondo mentre il costo della vita è da Primo. Lo stipendio di una giornata basta a malapena per consentire alle operaie di mantenersi in vita e di prendere l'autobus per recarsi al lavoro. La conclusione è che per far fronte alle spese del resto della famiglia, esse si indebitano, ma così facendo si impoveriscono sempre di più, perché le condizioni degli usurai sono pesantissime. E' così da sempre. Quando Aristide, eletto dalla popolazione haitiana dopo anni di dittatura, alzò il salario minimo legale, cercando comunque un compromesso con quanti ritenevano che un salario troppo alto avrebbe scoraggiato gli investimenti esteri, per tutta risposta le ditte che gestiscono in subappalto la produzione W.Disney alzarono la quota produzione giornaliera delle loro operaie. Non è solo per l'economicità del lavoro che molte ditte statunitensi hanno trasferito alcune fasi produttive in paesi stranieri come Haiti. Parte del merito va alla politica neoliberista del governo Reagan. Da parte loro, i governi dei paesi dell'America Centrale per attirare gli investimenti esteri hanno creato delle Zone Economiche Speciali, che garantiscono esenzioni doganali, libertà di esportare i profitti senza essere tassati e, naturalmente, leggi antisindacali. In conclusione, si calcola che di tutto l'abbigliamento prodotto negli Stati Uniti, più della metà è prodotta in condizioni analoghe a quelle haitiane. Intanto, negli USA è iniziata una campagna nei confronti della Disney. Ad organizzarla è la National Labor Committee (NLC), che si occupa di tutela dei diritti delle popolazioni del Sud del mondo. E' stato Charles Kernaghan, direttore dell'organizzazione,durante un viaggio ad Haiti a rilevare le condizioni delle lavoratrici e a sollevare il caso denunciando pubblicamente il comportamento irresponsabile della Disney. La campagna mira a far accettare ispezioni negli stabilimenti dove si produce per la Disney condotte da organismi indipendenti, che possano parlare liberamente con le lavoratrici per verificare le condizioni reali in cui lavorano, senza che queste debbano temere ritorsioni. Charles Kernaghan precisa di non volere assolutamente il ritiro della Disney da Haiti perché qui c'è bisogno di lavoro, ma chiede che la retribuzione venga portata a 920 lire l'ora (anziché le 485 attuali). Per le lavoratrici resterebbe un salario basso, ma consentirebbe almeno di far fronte ai bisogni di base. Per ora la Disney nega ogni addebito, sbandierando il "codice di condotta" che la società si è data e che le impedisce di utilizzare lavoro minorile o sottopagato. Le cose sono complicate ulteriormente dal fatto che non è direttamente la Disney a gestire gli stabilimenti haitiani. La produzione tessile è subappaltata a due società statunitensi, la H.H.Cutlere la L.V.Myles, che a loro volta si appoggiano a 4 ditte che lavorano in Haiti. Un sistema di scatole cinesi che facilita il gioco di rimpallo delle responsabilità. Se la Disney afferma di non aver riscontrato irregolarità durante le ispezioni, le società che gestiscono l'appalto si trincerano dietro le regole del mercato: Haiti può offrire solo manodopera a basso costo; alzare gli stipendi significa perdere competitività e conseguentemente lavoro. In realtà, se anche la Disney e le ditte subappaltatrici non intendessero rinunciare a nessun punto percentuale dei loro profitti e spostassero tutto il peso degli aumenti salariali sulle spalle dei consumatori, questi si troverebbero a dover pagare un prezzo più alto di appena 1.000 lire. Una cifra così bassa da non minacciare il volume di vendite. In questa ennesima battaglia tra diritti dei
lavoratori e leggi del mercato, la parola passa
direttamente ai consumatori. La forza della Disney, così
come di molte altre multinazionali, sta nella propria
immagine. La sua debolezza nella consapevolezza di non
poter difendere in nessun modo davanti ai suoi clienti
salari così da fame e condizioni di lavoro così inique.
Per questo, nel tentativo di parare il colpo, e pur di
non cedere di fronte alla richiesta di ispezione nei suoi
stabilimenti,la Disney si è impegnata a far aumentare la
paga delle lavoratrici fino a 550 lire l'ora. Tocca ai
consumatori giudicare se il comportamento della Disney è
congruo con la sua immagine di portatrice di valori
familiari, e quindi agire di conseguenza. FONTE: I CARE - MARZO 1997 ANCHE IN BIRMANIA!!!Intanto, la Walt Disney resta nell'occhio del ciclone anche per un'altra triste vicenda: la confezione delle felpe di Topolino in Birmania. Qui le condizioni dei lavoratori sono ancora peggiori che in Haiti. Sei centesimi di paga oraria per un monte ore settimanale superiore alle sessanta. Meno di 300.000 lire all'anno in un Paese dove la dittatura militare impone i lavori forzati, reprime brutalmente qualsiasi rivendicazione sindacale, dove non si contano i casi di sparizioni e massacri. Quella stessa dittatura militare che,oltre ad imporre una tassa del 5% su ogni esportazione, è diretta proprietaria del 45% degli stabilimenti Yangon nei quali vengono prodotte le felpe. Nonostante l'amministrazione Clinton abbia condannato la dittatura e posto la Birmania nella lista dei Paesi fuorilegge (per altro è da qui che arriva la metà dell'eroina consumata negli U.S.A.), nel '95 l'industri tessile statunitense ha importato prodotti "Made in Myanmar" per un totale di 65 milioni di dollari. HAITI: 150 LICENZIATI DALLA DISNEYCampaign" ha rivelato che più di 150 lavoratori tessili ad Haiti erano stati licenziati dalla ditta L.V.Myles, che Un recente rapporto della "Disney/Haiti Justice produce per conto della Disney, allo scopo di reprimere la protesta dei lavoratori. Numerosi attivisti avevano scritto alla L.V.Myles a New York o alla Disney in California per denunciare questa ingiustizia. Chuck Champlin, Direttore delle Comunicazioni per i prodotti Disney, ha parlato recentemente con attivisti dei diritti sindacali affermando di avere avuto un colloquio con Yannick Ettienne di "Batay Ouvriye", la quale "non aveva accennato a questi lavoratori licenziati". Ettienne comunque disse a "Champaign for Labor Rights" che non aveva fatto cenno ai 150 lavoratori perché il signor Champlin non glielo aveva chiesto. Ettienne ha confermato che più di 150 lavoratori sono stati licenziati prima che una squadra di monitoraggio interno della Disney visitasse lo stabilimento della L.V.Myles. Ettienne ha affermato di aver informato il signor Champlin che "Batay Ouvriye" avrebbe cercato di ottenere i nomi dei lavoratori licenziati ma che sarebbe stato più facile farlo tramite la Disney. Nei contatti con i lavoratori, "Batay Ouvriye" non chiede ai lavoratori il cognome e i lavoratori si conoscono l'uno con l'altro solo per nome. Essi scoprono quando uno dei loro compagni è stato licenziato solo quando qualcun altro prende il suo posto. Il processo di licenziamento è molto veloce: i lavoratori non ritornano in fabbrica a dire ai compagni che sono stati licenziati. La maggior parte delle volte essi ritornano direttamente in campagna. Improvvisamente i lavoratori conosciuti da "Batay Ouvriye" non si trovano più in fabbrica e non si possono rintracciare facilmente. La Disney potrebbe facilmente scoprire quali lavoratori sono stati licenziati e perché semplicemente chiedendolo alla L.V.Myles. Il Codice di Condotta della Disney, che secondo Champlin è ora disponibile in francese, stabilisce che la Disney avrà accesso a "libri e registrazioni relative a questioni dei lavoratori" di tutte le ditte che lavorano per lei. Il Codice di Condotta richiede anche che "le manifatture rispetteranno il diritto dei lavoratori ad associarsi, organizzarsi e negoziare collettivamente". Esso non menziona il salario minimo ma afferma che la Disney si aspetta che le fabbriche "riconoscano che i salari sono essenziali per soddisfare i bisogni di base dei lavoratori". FONTE: CAMPAIGN FOR LABOR RIGHTS - GENNAIO 1998 |
UNITED COLORS OF BENETTONUNITED COLORS OF BENETTON Benetton nell'immaginario
collettivo è "il capitalismo |
La Danone-Marks&Spencer e' una
multinazionale che ha avuto profitti record nel
2000, ma non soddisfatta, per aumentare ancora piu' i profitti in
borsa (+7%), annuncia 4000
licenziamenti utilizzando questo strumento per accontentare gli
azionisti.
Questo significa sfruttare l'economia con l'unico scopo del
profitto, creando benessere per gli
investitori in borsa, ma condannando centinaia di famiglie alla
fame.
Dalla "Guida al consumo critico" del Centro Nuovo
Modello di Sviluppo, si scopre inoltre che il
Gruppo Danone fa parte di EuropaBio, un'associazione che
raggruppa le industrie con
interessi nel settore delle biotecnologie ( il cui scopo è di
intervenire a tutti i livelli per
legittimarne l'impiego) e da vari anni gli stabilimenti della sua
controllata inglese HP Foods
inquinano gravemente l'ambiente circostante.
E adesso ha scoperto la strategia dei licenziamenti...
Pensateci su quando andate a fare la spesa...
Fonte:
http://www.indymedia.org/
Questa multinazionale
statunitense (fatturato annuale 76mila miliardi di lire)
ufficialmente è boicottata dalle associazioni animaliste (Buav,
Peta e Uncaged) perché testa i suoi prodotti sugli animali.
Ultimamente però la Procter & G è tornata alla ribalta con
le patatine Pringles. Contengono organismi geneticamente
modificati. Pringles
è un estruso (sfoglie di patate per la precisione) che, dal
momento della sua pubblicizzazione, ha fatto registrare un boom
al segmento in volume del 50%. Il dato più rilevante è che
questo nuovo prodotto ha dato una spinta agli snack salati nel
suo complesso, quantificabile in un aumento del 10% della
produzione totale. La novità del pack in cartone tubolare,
l'introduzione primaria nel mondo giovanile ed in seguito nella
distribuzione moderna e la comunicazione pubblicitaria ne hanno
fatto, in poco tempo, un fenomeno di brand-icona.
Per quanto riguarda
l'ambiente, nonostante le politiche di riduzione degli imballaggi
e dei componenti inquinanti, l'azienda rimane una delle maggiori
fonti di rifiuti del mondo: i pannolini. In America sono il 2%
della spazzatura totale del paese.
E' nota anche per appoggiare associazioni
"ambientaliste" che difendono le politiche delle
aziende e delle grandi industrie.
Nel 1997 aveva messo a punto un prodotto di sintesi, battezzato
Olestra, da utilizzarsi come sostituto dell'olio. Dopo lunghe
pressioni sulla Food and Drug Administrator il prodotto era stato
autorizzato all'impiego. E' stato accertato che provoca diarrea e
impedisce l'assorbimento di vitamine liposubili.
Ulteriori informazioni
- Dal 1977 negli Stati Uniti utilizza come sostituto dell'olio un
prodotto chimico privo di calorie. E' stato accertato che
(nonostante l'autorizzazione della Food & Drug
Administration), la sua assunzione può causare spiacevoli
effetti collaterali: disturbi gastrointestinali, con crampi ed
effetti lassativi, diarrea. (fonte: ethical Consumer)
- La rivista "Earth Island Journal" e la guida "GM
Free" informano che le patatine Pringles sono prodotte con
ingredienti transgenici
- Procter & Gamble è attualmente oggetto di un boicottaggio
su scala mondiale organizzato da "BUAV" e
"PETA" a causa delle vivisezioni sugli animali. (fonte:
Ethical Consumer)
- Procter & Gamble fa parte dell'associazione americana
"Business Round Table" che è nata con il preciso scopo
di fare una forte pressione politica per far compiere scelte
economiche favorevoli alle grandi imprese. (fonte:Equonomia)
- Procter & Gamble è elencata tra le prime società che
finanziano sedicenti associazioni ambientaliste create per
difendere tesi favorevoli alle imprese. (fonte: Consumer
Currents)
- Procter & Gamble è ritenuta una delle maggiori produttrici
di rifiuti del mondo. (fonte: Nuova guida al consumo critico)
- Nel 1996 una fuoriuscita di oli minerali nello stabilimento
irlandese di Nenagh ha contaminato molti pozzi circostanti
provocando seri problemi alla popolazione locale. (fonte: Ethical
Consumer)
La P&G controla i marchi: Intervallo, Lines, Tampax,
Bounty (carta assorbente), Tempo, Senz'acqua Lines, Dignity,
Linidor, Pampers, Lenor, Ariel, Bolt, Dash, Tide, Nelsen, Ace,
Ace Gentile, Baleno, Febreze, Mastro Lindo, Mister Verde,
Spic&Span, Tuono, Viakal, Pringles, Infasil,
Heald&Shoulders, Keramine H, Oil of Olaz, AZ, Topexan,
Infasil, Dove, Panni Swiffer,
L'impero Agnelli comprende anche fabbriche di armi coma la SNIA, BPD, la IVECO e la VALSELLA, produttrice di mine antiuomo.
Operazioni relative a esportazioni di armi
dall'Italia nell'anno 1997
- Banca Commerciale Italiana 559.606.652.137
- Banca di Roma 126.324.177.990
- Banca Nazionale dell'agricoltura 48.294.412
- Banca Nazionale del lavoro 62.279.996.862
- Banca popolare Bg-Cr Varesino 928.212.520
- Banca popolare di Intra 66.717.561
- Banca popolare di Lodi 2.544.014.344
- Banca popolare di Novara 552.055.054
- Banca di Toscana 491.082.053
- Banco Ambrosiano Veneto 65.237.144
- Banco di Chiavari e della Riviera Ligure 2.591.485.567
- Banco di Napoli 266.001.105
- Banco S. Paolo di Torino 316.135.128.734
- Cassa di Risparmio di La Spezia 35.940.162.652
- Cassa di Risparmio Prov. Lombarda 10.735.915.391
- Credito Italiano 189.452.954.884
- Monte Paschi di Siena 189.984.864.730
E' il risultato della fisione tra Sandoz
e Ciba Geigy.
Una delle più grandi multinazionali che vende semi manipolati e
i rispettivi pesticidi.
E' presente con i seguenti marchi:
Céreal, Dietor, Frizzina, Fruttil, Gerber (omogeneizzati),
Idrolitina, Isostad, La Buona Natura, Novosal, Ovomaltina, Piz
Buin, Sandoz AG, Vantaggio, Vigoplus.
Conosciuta con il marchio Domopak.
Durante la guerra in Vietnam ha prodotto armi chimiche. E' la
seconda industria chimica del mondo e la sesta produttrice di
pesticidi o meglio di clorina, un ingrediente base della
plastica, dei pesticid e dei solventi che, incenerita produce
diossina.
E' la maggior industria del
tabacco del mondo. Si stima che solo le Marlboro uccidano più di
75mila americani all'anno. In america è famosa per essere una
delle maggiori finanziatrici di politici che intraprendono
battaglie per l'abolizione dei limiti e divieti di fumo. Fino al
1998 finanziava gli scienziati perché effettuassero studi da cui
risultava che il fumo passivo non era nocivo. Solo nel 1999 ha
ammesso che il fumo fa male. Nel 1997 ha accettato, insieme ad
altre multinazionale del tabacco di pagare 206 milioni di dollari
(in 25 anni) per risarcire lo stato delle spese sostenute per
curare i malati "di fumo".
La Kraft è stata segnalata perché usa organismi geneticamente
modificati nei suoi prodotti.
La Philip Morris controlla il marchio Kraft, Fattorie
Osella, Mozary, Invernizzi, Invernizzina, Jocca, Linderberg,
Lunchables, Maman Louise, Jacobs caffè e Hag, Simmenthal,
Spuntì, Lila Pause, Milka Tender, Terry's, Caramba, Faemino,
Splendid, Cote d'Or, Baika, Dover, Gim, Philadelphia, Sottilette,
Susanna, Leggereste, Mato-Mato.
Molte associazioni animaliste come
Animal Aid hanno lanciato una campagna contro la Unilever per lo
sfruttamento degli animali durante gli esperimenti.
E' boicottata anche per i salari e le condizioni di lavoro nelle
sue piantagioni in India (dove possiede il 98% del mercato del
tè).
La Unilever controlla i marchi: Lipton Ice Tea,
Coccolino, Bio Presto, Omo, Surf, Svelto,Cif, Lysoform, Vim,
Algida, Carte d'Or, Eldorado, Magnum, Solero, Sorbetteria di
Ranieri, Findus, Genepesca, Igloo, Mikana, Vive la vie, Calvè,
Mayò, Top-down, Foglia d'oro, Gradina, Maya, Rama, Bertolli,
Dante, Rocca dell'Uliveto, San Giorgio, Friol, Axe, Clear, Denim,
Dimension, Durban's, Mentadent, Pepsodent, Rexona.
E' coinvolta in tutto. Intrighi
internazionali, scioperi repressi nel sangue, corruzione,
scandali e colpi di stato. Utilizza massicce quantità di
pesticidi, erbicidi e insetticidi. Approfitta della sua posizione
di potere per imporre prezzi molto bassi delle aziende agricole
da cui si rifornisce.
Nel 1994 il sindacato SITRAP ha denunciato l'esistenza di squadre
armate all'interno delle piantagioni in Centro America e in
Ecuador. I lavoratori sono sottopagati, senza alcuna assistenza
medica. Le attività sindacali sono represse talvolta con la
forza.
I Verdi del Parlamento Europeo hanno lanciato una campagna di boicottaggio perché la Exxon, l'industria più ricca del mondo, ha sostenuto fortemente l'abbandono del protocollo di Kyoto per la difesa ambientale da parte degli Stati Uniti.
Metà del suo fatturato annuale
(34mila miliardi di lire) proviene dalla produzione di erbicidi,
di ormoni di sintesi e di sementi geneticamente modificate. Il
resto proviene dalle attività farmaceutiche.
E' il terzo produttore del mondo di pesticidi e controlla il 10%
del mercato mondiale. E' una delle maggiori aziende del mondo
nella produzione di sementi geneticamente modificati (capaci di
resistere agli stessi erbicidi prodotti dalla stessa Monsanto).
Nel 1997, negli Stati Uniti, ha pagato una multa di 50mila
dollari per pubblicità ingannevole. Aveva definito l'erbicida
Roundup un prodotto "biodegradabile ed ecologico".
Ancora nel 1997, in occasione della conferenza sul clima di
Kyoto, la multinazionale ha fatto pressioni affinché la
conferenza non inserisse gli HFC (idro fluoro carburi, sostanze
pericolose perché contribuiscono in misura notevole all'effetto
serra) fra i gas da ridurre.
Nel 1999 è stata denunciata per abuso di posizione dominante nel
settore delle biotecnologie.
Sempre nel 1999 è stata denunciata perché testava i suoi
prodotti sugli animali.
Controlla i marchi: Mivida Misura
In Gran Bretagna è stata al centro dell'attenzione perché stipulava contratti denominati "a zero-ore". I dipendenti non venivano pagati quando ad esempio il negozio era vuoto e quindi non stavano facendo niente.
Nel 1990 è stata condannata a pagare una multa di 2 milioni di dollari per essere una delle 10 maggiori produttrici di sostanze inquinanti e cancerogene (è il maggior "emettitore" di metilene cloride degli USA).
Recentemente alcune associazioni di difesa dei lavoratori colombiani hanno deciso di intentare una causa contro la Coca Cola per l'omicidio di alcuni sindacalisti. Secondo i portavoce delle associazioni la multinazionale usa vere e proprie squadre della morte per "minacciare" i dirigenti sindacali che intraprendono battaglie per i diritti dei lavoratori. Nei primi sei mesi del 2001 sarebbero stati uccisi 50 dirigenti sindacali, 128 lo scorso anno, piu' di 1500 negli ultimi dieci anni.
Al centro della campagna contro la Pepsi il fatto che la multinazionale appoggia e sostiene paesi con regimi dittatoriali (Birmania, Messico, Filippine). La Pepsico utilizza inoltre animali nei suoi studi ed esperimenti.
E' un consorzio di cooperative
statunitensi. In Italia distribuisce con il marchio Noberasco.
Secondo la sezione sindacale americana Teamstars Local Union usa
pesticidi pericolosi. E' stata accusata di licenziare gli
scioperanti e dare salari molto bassi.
Nel 1985, in un momento di difficoltà finanziaria, la
multinazionale ottenne dai lavoratori un'autoriduzione dei salari
del 30-40% e un maggior sforzo lavorativo. Nel giro di poco tempo
l'azienda recupero' e i profitti aumentarono del 40%.
Nel 1991 i lavoratori chiesero di far tornare i salari ai livelli
originari, ma invece di accogliere la richiesta, la Sun Diamond
licenziò i 500 dipendenti in sciopero rimpiazzandoli con nuovi
braccianti.
Controlla i marchi: Diamond, Sunsweet
Molte sono le multinazionali
farmaceutiche boicottate perché sfruttano gli animali negli
esperimenti. Fra i nomi importanti: Bayer, Henkel,
Johnson & Johnson, L'Oreal Colgate-Palmolive, Reckitt Banck e
Johnson Wax. Nel caso della Bayer citiamo poi il caso
Lipobay. 52 persone decedute.
Recentemente è stata inoltre aperta un'inchiesta contro la Glaxo
per un farmaco antidepressivo, lo Seroxat.
Segnaliamo invece come buona notizia la concessione della Roche
al governo brasiliano di ridurre del 40% il prezzo di un farmaco
anti-aids.
Ufficialmente la campagna di boicottaggio della Del Monte è finita, con ottimi risultati. Il vecchio direttore delle piantagioni in Kenya è stato licenziato e la multinazionale ha firmato una serie di accordi che prevedono la regolarizzazione delle assunzioni, l'aumento dei salari minimi in modo da coprire i bisogni fondamentali per tutta la famiglia, la garanzia della libertà e delle attività sindacali, la salvaguardia della salute dei lavoratori e la difesa dell'ambiente. L'azienda si è inoltre impegnata in un progetto di monitoraggio e controllo da parte delle associazioni sindacali e del Comitato nazionale di solidarietà.
La
multinazionale di origine italiana è il quarto colosso mondiale
nel settore dolciario a base di cacao (dopo Nestlè, Mars e
Philiph Morris). La proprietà del gruppo è della famiglia
Ferrero che opera attraverso una finanziaria (Intercandy N.V.)
con sede nelle Antille Olandesi.
Fatturato: 8.500 miliardi. Impiegati: 12.000 persone (nei 15
stabilimenti sparsi in 29 paesi)
Marche
o prodotti
Nutella, Cacao Ferrero, Ferrero Rocher, Kinder, Mon
Cheri, Pocket Coffee, Raffaello, Brioss, Duplo, Fiesta, Kinder
Brioss, Pinguì, Estathè, Cristallina.
Ulteriori
informazioni
- Non si hanno notizie sulle condizioni di lavoro degli operai
negli stabilimenti (di proprietà Ferrero) in Ecuador e Porto
Rico.
- Ferrero appalta in Cina a ditte locali la produzione delle
sorprese per gli ovetti Kinder senza richiedere controlli sulle
condizioni di lavoro, che a detta di alcune testimonianze, sono
drammatiche. (fonte: Nuova guida al consumo critico)
- Ferrero compra il cacao attraverso canali commerciali che non
garantiscono guadagni dignitosi a braccianti e contadini.
NUTELLA
Ingredienti: Zucchero, oli vegetali, nocciole (13%), cacao magro,
lattosio, latte scremato in polvere (5%),proteine del latte,
emulsionante: lecitina (di soia), aromi. Non viene fornita
nessuna certificazione che escluda lutilizzo di ingredienti
transgenici.
Henkel
è un gruppo chimico tedesco classificato al 372 posto della
graduatoria mondiale. La società, controllata dalla famiglia
Henkel, è attiva nel settore della chimica, degli adesivi
industriali e domestici, dei detergenti, dei cosmetici, e degli
articoli di cancelleria. Dispone inoltre di una divisione
specializzata nella lavorazione di oli utilizzati come materia
prima nellindustria farmaceutica e cosmetica.
Fatturato: 22.000 miliardi. Impiegati: 56.600 persone
Marche
o prodotti
Pritt Stick, Attak, Pattex, Bostik, Loctite, Pelikan,
Atlas Vernel, Dixan, Perlana, Bref, Antica Erboristeria, Fa,
Neutromed, Vidal, Squibb, Sidol, Nelsen, Squibb, Testanera.
Ulteriori
informazioni
- Nell aprile 1996 Greenpeace ha indicato nella filiale
giapponese di Henkel, uno dei maggiori produttori mondiali di
ftalati, sostanze cancerogene usate per ammorbidire la plastica
dei giocattoli e come ingredienti nelle pellicole alimentari
(fonte: Ethical consumer)
- Nel 1992 Henkel ha trasferito alcune linee produttive in
Irlanda perchè la legge di questo paese consente emissioni
tossiche più elevate che altrove. (fonte: Multinational monitor)
- Nel 1994 Greenpeace ha segnalato che Henkel scaricava prodotti
tossici come Cadmio, Mercurio, Arsenico, Cromo, Fenoli, ecc.
(fonte: Greenpeace)
- Henkel Chimica è iscritta allalbo dei fornitori del
Ministro della Difesa.
- Henkel compare tra le imprese che secondo Naturewatch,
utilizzano ingredienti sperimentati sugli animali. (fonte:
Compassionate Shopping Guide 2000)
Fondata
nel 1902 a St. Paul, nel Minnesota, 3M è oggi una società
presente attraverso aziende controllate in oltre 60 Paesi in
tutto il mondo, con una rete capillare di unità di produzione e
di trasformazione oltre che di centri di ricerca e sviluppo.
Negli ultimi anni la Corporation ha ulteriormente espanso la
propria organizzazione sui mercati internazionali, con
particolare riferimento ai Paesi dell'Est e del Medio Oriente,
nonchè ai principali Paesi asiatici emergenti.
Ha filiali in Brasile, Colombia, Filippine, Messico, Perù,
Venezuela.
Ha finanziarie in Irlanda (Dublino), Emirati Arabi, Svizzera.
Fatturato: 30.000 miliardi. Impiegati: 73.000 persone
Marche
o prodotti
Post It, Scotch Brite, Scotch.
Ulteriori
informazioni
- 3M è considerata tra le prime 300 imprese statunitensi che
rilasciano sostanze cancerogene (fonte: Ethical Consumer)
- Nel 1994 la divisione per la produzione di mezzi protettivi
forniva attrezzature per lindustria nucleare. (fonte:
Ethical Consumer)
- Nel 1994 era fornitrice dellesercito Inglese. (fonte:
Nuova Guida al Consumo Critico)
- Nel Dicembre 1995 è stata classificata da Multinational
Monitor fra le 10 peggiori imprese a causa del suo prodotto
Tambocor, un farmaco cardiologico che ha causato circa 50.000
decessi. Secondo il National Institute of Healt, 3M conosceva gli
effetti collaterali del farmaco, ciò nonostante ha condotto una
dura campagna di pressione per persuadere la Food and Drug
Administration a non ostacolare la commercializzazione del
farmaco (fonte: Nuova Guida al Consumo Critico)
- 3M è nella lista delle imprese che utilizzano ingredienti
sperimentati su animali (fonte: Naturewatch)