Malasanità
- Cento milioni
di euro per comprare 3000 medici ("La Repubblica" 13
febbraio 2003)
- Cene, riviste,
false ricerche: l'abc della farmatruffa ("Il Nuovo" 12
febbraio 2003)
- Regali in
cambio di prescrizioni: medici sotto inchiesta ("Il Nuovo" 12
febbraio 2003)
Cento milioni di euro
l'anno per comprare 3000 medici
di Roberto
Bianchin - La Repubblica 13 febbraio 2003
Viaggi, regali, mazzette
a chi prescriveva i farmaci Glaxo
L'azienda aveva una ricca voce in bilancio per
"promozioni mediche"
VERONA -
"Noi siamo sempre qua, con il nostro misto mare di
antibiotici, con i prodotti nuovi, e... soprattutto con i
soldi!". Si presentavano così, gli
"Informatori scientifici del farmaco" della
Glaxosmithkline spa, l'azienda farmaceutica leader in
Europa, davanti ai medici di base, a quelli ospedalieri e
agli specialisti. Più farmaci Glaxo ordinavano, dal
Pritor alla Lacipidina allo Zovirax, più guadagnavano.
Mazzette da 5 milioni di vecchie lire per il camice
bianco di medio prestigio fino a 50 milioni per il
primario, il "barone" della clinica "che
se lo corrompo faccio bingo", pagate in contanti
sotto forma di collaborazioni e consulenze a una società
di servizi collegata alla Glaxo per fittizi programmi di
ricerca, convegni fasulli, inutili borse di studio,
banali questionari.
E poi gadget, macchinari, apparecchiature mediche, e
"medical tours", in realtà allegre vacanze, a
Montecarlo (nei giorni del gran premio automobilistico),
Sharm El Sheik, Damasco, Berlino. I meno importanti, i
medici di base "a basso potenziale
prescrittivo", dovevano accontentarsi di avere in
regalo alcuni noiosi, ma comunque costosi, testi
scientifici. Questo il quadro della "Operazione
Giove" condotta dal nucleo regionale di polizia
tributaria della Guardia di Finanza del Veneto
nell'ambito dell'indagine coordinata dal sostituto
procuratore di Verona Antonino Condorelli, che ha messo
sotto accusa 2974 persone, soprattutto medici, in 15
regioni italiane, dalla Val D'Aosta alla Sicilia,
passando per Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio e
Campania.
2092 sono i medici denunciati per comparaggio, cioè per
aver prescritto prodotti farmaceutici "in cambio di
denaro o altre utilità". "Tutti hanno preso
soldi" dicono i finanzieri. Altre 72 persone sono
state denunciate per corruzione: tra queste, 40 dirigenti
e rappresentanti della Glaxo tra cui l'amministratore
delegato Kenneth Albert Dipangrazio, 14 primari e
direttori dei servizi medici degli ospedali (due primari
a Roma e Vicenza, uno a Verona, Bolzano, Udine, Aviano),
otto docenti universitari e alcuni responsabili dei
servizi di farmacia ospedaliera. "Un articolato
sistema di frode realizzato dalla società farmaceutica
mediante la conclusione di accordi illeciti con gli
operatori sanitari" ha detto ieri in una conferenza
stampa a Mestre il colonnello della Gdf Giovanni
Mainolfi. "Siamo sorpresi - ha replicato il
direttore medico della Glaxo Giuseppe Recchia, che ha
annunciato la volontà di "collaborare con le
autorità" - siamo un'azienda leader a livello
mondiale e non abbiamo alcun bisogno di promuovere i
nostri prodotti se non nel modo corretto".
L'inchiesta è cominciata "casualmente" nel
giugno dell'anno scorso da un "normale"
controllo della Finanza sui bilanci della Glaxo. A
insospettire i finanzieri, la somma di 100 milioni di
euro stanziata dall'azienda nel 2001-2002 per "Other
Promotion" e "Medical Promotion" non
meglio precisate, e il contenuto di alcune e-mail,
lettere e circolari interne in cui si spiegava la
"filosofia" del "contatto diretto col
cliente", cioè col medico, e si mettevano in
guardia i rappresentanti: "Signori cari, nei soldi
che dobbiamo distribuire ai medici che ci sono vicini,
adottiamo linguaggi non compromettenti". Di qui
l'avvio dell'inchiesta vera e propria con 80
perquisizioni, il sequestro di 12 personal computer,
pacchi di documenti, il raffronto coi dati acquisiti
presso 45 Asl italiane e 13.200 ore di intercettazioni
telefoniche.
Si è così scoperta non solo la frode ma anche il
sistema informatico, denominato Giove, con cui era
organizzata. Un modo per controllare costantemente, sulla
base delle informazioni fornite dai rappresentanti, se i
medici che ricevevano i "regali" poi ordinavano
davvero i farmaci Glaxo. La logica aziendale, discussa
anche nelle convention, era che se si
"investivano" 6 milioni di lire in
"regali" ad un medico, questo investimento
doveva rendere 66 milioni in prescrizioni di farmaci,
undici volte di più. Secondo i conteggi della Gdf, molti
medici dopo i "regali" facevano salire dell'1,
2, 3 per cento le quote di farmaci Glaxo prescritti.
Calcolando che mediamente un medico di base ha un budget
annuale di prescrizione-farmaci di 350 milioni di lire,
si ricava che un punto in più valeva per l'azienda un
guadagno di alcune decine di milioni. Alla fine, tutti
contenti. Non fosse che molti medici, insaziabili,
chiedevano sempre di più. E la Glaxo faceva fatica ad
accontentare tutti. "Qui, come si dice - rispondeva
un manager a una nuova richiesta di soldi - i panni si
stanno accorciando, capisci?".
(13 febbraio 2003) "La Repubblica"
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su
Cene, riviste, false
ricerche: l'abc della farmatruffa
da
"Il Nuovo" 12 febbraio 2003
Non solo gadget e
gite esotiche per convincere i medici a prescrivere di
più. Le industrie del farmaco possono giocare su
un'ampia gamma di "incentivi": le gole profonde
raccontano la complessa arte del "comparaggio".
ROMA - I gadget e le
vacanze premio nei paradisi tropicali? L'arte di
"incentivare" i medici a prescrivere pillole e
sciroppi, punibile anche con un anno di reclusione,
conosce oggi tecniche molto più sofisticate. E più
difficili da smascherare per magistrati e guardia di
finanza impegnati in inchieste che promettono di
sollevare il coperchio di uno scandalo che potrebbe far
impallidire anche quello esploso all'epoca del duo
"Poggiolini-De Lorenzo".
L'abbecedario della farmatruffa non comprende solo il
computer in regalo o il viaggio premio mascherato da
convegno scientifico, assicura più di una "gola
profonda" alle dipendenze di grandi ditte
farmaceutiche, che ovviamente chiede di rimanere anonima.
Pena il licenziamento sicuro a cui va incontro chi svela
sistemi oramai da tempo nell'occhio del mirino della
magistratura. E non a caso smascherati dall'ultima, mega
operazione "Giove" della Guardia di finanza.
Esistono altri sistemi più sofisticati e apparentemente
legali per remunerare lautamente i camici bianchi dalla
prescrizione facile, confida che la sa lunga sull'arte
del cosiddetto "comparaggio".
- L'indagine scientifica - Ovvero come prendere
due piccioni con una fava. Il meccanismo è ingegnoso. Si
affida ad una società scientifica il compito di condurre
un'indagine per rilevare effetti, desiderati e non, dei
medicinali prescritti. Un'attività meglio nota tra gli
esperti con il nome di "farmacovigilanza". La
società incaricata dall'industria farmaceutica
distribuisce schede ai medici che dovrebbero servire a
rilevare numero di medicinali prescritti e reazioni dei
pazienti. Per ogni scheda compilata, un
"gettone" di ricompensa. Così si premia, e si
controlla allo stesso tempo che l'incentivo sia andato a
buon fine. Ossia al medico che ha effettivamente
prescritto a piene mani il farmaco da
"spingere". Soprattutto gli antibiotici,
assicurano alcuni informatori farmaceutici.
- La rivista - Ne esistono diverse, ciascuna con
una propria ragione sociale ma, guarda caso, con
mono-sponsor farmaceutico. Alcune hanno persino il nome
della testata simile al prodotto regolarmente
pubblicizzato nell'ultima pagina di ciascun numero.
Spiegato il livello di autonomia di queste riviste
"scientifiche" dagli sponsor farmaceutici, ecco
come si arriva al "dottore": pagando generosi
compensi per attività redazionali a medici anche di
secondo piano, "ma con buona potenzialità
prescrittiva", specifica un informatore della
pillola. Che puntualizza: il trucco è utilizzato
soprattutto per premiare i camici bianchi ospedalieri.
- Le cooperative mediche - Più aumenta la
capacità di prescrivere, più cresce il potere di
contrattare super-incentivi. Non sono nate per questo, ma
in alcuni casi servono "anche" a questo le
cooperative di medici, che sempre più numerose
soppiantano il classico studio del singolo medico di
famiglia. Alcune - spiega un informatore - sono formate
da 50-60 medici, ma a tirare le fila sono solo in 4 o 5.
Ed è con loro che bisogna trattare per vedere salire
alle stelle le prescrizioni del proprio farmaco. Una
"spinta" che può valere anche migliaia di
scatolette. E che - assicura sempre "gola
profonda" - si ricompensa in base a veri e propri
tariffari. Sotto forma di gadget e viaggi premio. Anche
in questo elargiti sotto forma di ricompensa per
"studi clinici"sui medicinali già in
commercio.
- Le cene - Restano un "must" del
marketing farmaceutico. I ristoranti continuano a
fatturare bei conti alle industrie della pillola, ma gli
informatori del farmaco ora ci vanno più cauti. La cena
si fa, ma mascherata da meeting scientifico regolarmente
autorizzato dal Ministero della salute. Si paga il
professore che spiega le miracolose proprietà del
farmaco da sponsorizzare. Un applauso e poi tutti a
tavola, con la promessa di prescrivere la pillola
decantata prima dell'antipasto. Promessa tra l'altro non
sempre mantenuta, assicura chi la cena è abituato ad
offrirla a spese dell'azienda.
- La Smart - Fra gli informatori farmaceutici
circola anche questa. Che una nota multinazionale della
pillola abbia assegnato a ciascun rappresentante due
Smart con cui "omaggiare" i medici più solerti
a far scorrere la penna sul ricettario.
- Gli effetti sulla spesa - Tra leggende e
illeciti accertati dalle Fiamme Gialle gli effetti del
"comparaggio" continuano comunque a farsi
sentire sulla spesa pubblica. Nel 2001 c'è stato il boom
del 32% di crescita della spesa per pillole e sciroppi.
Lo scorso anno si è saliti "solo" di un punto
percentuale, ma toccando comunque livelli ampiamente
superiori al "tetto" prefissato da Governo e
regioni, costrette poi a ripianare la falla con i ticket.
E questo non per colpa dei prezzi. Che hanno anzi subito
un calo tra i medicinali mutuabili. La causa è piuttosto
nell'aumento delle prescrizioni e del loro spostamento
verso prodotti più costosi.
- La scure di Sirchia - Un consumismo farmaceutico
che il Ministro della salute, Girolamo Sirchia, vuole ora
frenare portando al prossimo Consiglio dei Ministri un
decreto "anti-truffe" che raddoppia le sanzioni
per chi raggira Asl e ospedali, fino a prevedere il
carcere nei casi più gravi. Un provvedimento già
esaminato in via preliminare la scorsa settimana e che,
anche sulla spinta delle ultime indagini giudiziarie,
potrebbe ottenere il via libera già venerdì prossimo.
L'associazione degli informatori farmaceutici, dal canto
suo, da molti anni tenta di far approvare dal Parlamento
una legge che istituisca l'albo professionale per
tutelare la categorie dal pressing dei capo-marketing
delle aziende. Impresa puntualmente fallita. Ora ci
riprova il deputato azzurro Alberto Minoli, con una
proposta di legge ad hoc. E' il quarto o quinto
tentativo. Chissà se sarà l'ultimo.
(12 FEBBRAIO 2003;
ORE 15:10)
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Regali in cambio di
prescrizioni: medici sotto inchiesta
da "Il
Nuovo" 12 febbraio 2003
Da Verona un'indagine
che coinvolge almeno 3 mila persone in tutta Italia. Al
centro, la Glaxo, multinazionale del farmaco, accusata di
aver corrotto i camici bianchi con premi per promuovere i
propri prodotti
VERONA Viaggi
premio in località esotiche, computer, vini pregiati e
impianti hi-fi. Il tutto in cambio di prescrizioni di
farmaci. Un gioco semplice, gestito, stando alle accuse,
da una delle multinazionali delle medicine. Uno
"scambio" di favori che ha insospettito gli
inquirenti. Troppi regali, troppe medicine con lo stesso
marchio. Una segnalazione partita dal Ministero della
Salute avrebbe dato il la allinchiesta. E
cominciata così loperazione Giove
condotta dal Nucleo di
polizia tributaria del Veneto della Guardia di Finanza,
su disposizione del procuratore capo di Verona Guido
Papalia e del suo sostituto Antonio Condorelli. In tutto,
sono almeno 70 gli indagati. Per i camici bianchi, 30 in
totale, lipotesi di reato è quella di comparaggio,
corruzione, invece, per i 40 informatori farmaceutici
della GlaxoSmithkline spa.
Ma gli avvisi di
garanzia hanno raggiunto anche i dirigenti della
multinazionale con sede a Verona e a Parma e le persone
coinvolte a vario titolo nell'inchiesta, sono quasi
tremila in molte regioni: oltre a medici e informatori,
farmacisti, operatori sanitari, dirigenti di aziende,
istituti ed enti ospedalieri. Le perquisizioni hanno
messo a soqquadro centinaia di studi medici e di uffici,
in tutta Italia. Imponente la documentazione raccolta:
migliaia di cartelle, computer e floppy disk. Al centro
dellinchiesta il colosso delle medicine, ultimo
fatturato conosciuto, 900 miliardi di lire, nato dalla
fusione di due aziende inglesi, 2100 dipendenti in
Italia, ora sospettato di aver oliato il meccanismo della
prescrizione con costosi regali ai medici che preferivano
i suoi farmaci: viaggi-premio, prevalentemente ai
Caraibi, spacciati come "congressi scientifici"
e "aggiornamenti culturali", settimane bianche
in note località sciistiche truccate da "corsi di
formazione professionale", e numerosi, costosissimi
doni, dai libri e vini di pregio, agli impianti stereo ai
personal computer da cinquemila euro. Non è la prima
volta che il colosso finisce sotto inchiesta per questi
reati: era già successo lanno scorso in Germania.
"Sono circa tremila le posizioni sotto accertamento
- spiega il procuratore Papalia - si tratta di persone
che possono aver avuto dei vantaggi da parte dell'azienda
farmaceutica".
"Per il reato di
corruzione - aggiunge il magistrato - stiamo procedendo
nei confronti di alcune decine di informatori
farmaceutici della Glaxo, mentre per altre decine di
medici l'ipotesi di reato è quella di comparaggio".
Un reato, quest'ultimo, che prevede l'arresto fino ad un
anno, e che, secondo il codice penale, punisce
"quella pratica per cui medici, farmacisti e altri
operatori sanitari accettano denaro, premi e donazioni
varie in cambio della prescrizione di farmaci". Una
pratica proibita dallo stesso Ordine dei medici.
Allazione penale
si aggiunge lindagine della Corte dei Conti di
Venezia. Se i medici hanno prescritto alcuni prodotti
farmaceutici a cittadini assistiti dal sistema sanitario
nazionale, preferendoli ad altri di costo inferiore, è
possibile che ci sia stato un danno per le casse dello
Stato. Sconcerto e sorpresa negli uffici della Glaxo.
"Siamo un'azienda leader, e facciamo da sempre
informazione scientifica e aggiornamento dei medici -
spiega il direttore medico della casa farmaceutica
Giuseppe Recchia - non abbiamo proprio nulla da
rimproverarci".
(12 Febbraio 2003,
ore 7:30)
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