E’ pressoché superfluo presentare il dott. Archie Kalokerinos essendo egli ben conosciuto in tutto il mondo come il medico che ha trascorso la maggior parte del suo tempo lottando per il benessere degli aborigeni in Australia. E’ talmente stimato per il suo lavoro ed il suo impegno che molti lo chiamano affettuosamente ‘Archie’. Ha scritto le sue esperienze nel suo capolavoro "Every Second Child". Anziché essere ripagato per questo, egli venne ostacolato e i suoi metodi non furono presi in considerazione dalle autorità, forse perché reputati troppo semplici, troppo economici e troppo efficaci per adempiere ai moderni standard della medicina. Inoltre tali metodi erano destinati a salvaguardare una popolazione per la quale, benché fosse nel proprio paese natio, secondo alcuni, non è proprio il caso di darsi la pena. Il dott. Kalokerinos la pensava diversamente. Egli sottolineò il fatto che l’aumento delle campagne di vaccinazione era stata la ragione per la quale ad un certo punto, fino la metà dei bambini aborigeni vaccinati erano deceduti, quale ovvia conseguenza di una grave carenza di vitamina C provocata dalla vaccinazione.
IVN: Dott. Kalokerinos, Lei era un convinto
sostenitore delle vaccinazioni quando ha iniziato con gli aborigeni, ma poi è
successo qualcosa. Quali sono state le Sue esperienze con le vaccinazioni?
KALOKERINOS: Dapprima si trattò di una semplice osservazione clinica. Osservai che molti bambini, dopo aver ricevuto le vaccinazioni di routine quali l’antitetanica, l’antidifterica, l’antipolio, l’antipertosse o altre, si ammalavano. Certi si ammalavano gravemente ed altri poi effettivamente morivano. Si trattava di una osservazione, non di una teoria. Così la mia prima reazione fu quella di indagare sul perché ciò accadeva. Certo riscontrai che ciò era più probabile in bambini malati al momento della vaccinazione, o in bambini che erano stati malati non molto tempo prima, o in bambini che stavano incubando un’infezione. Ovviamente non c’è modo di individuare una malattia quando si è nella fase iniziale di incubazione. Essa si manifesterà in seguito. Inoltre alcune reazioni ai vaccini non rientravano tra quelle elencate nella letteratura standard. Si trattava di reazioni alquanto strane. In terzo luogo osservai che riuscivo a ripristinare alcune di queste reazioni che normalmente si traducevano nella morte inoculando per via intramuscolare o endovenosa enormi quantità di vitamina C. Ci si sarebbe aspettati che le autorità avrebbero dimostrato interesse per queste osservazioni che risultarono in una considerevole diminuzione del tasso di mortalità infantile nelle aree sotto il mio controllo, una considerevole diminuzione. Ma anziché dimostrare interesse la loro reazione fu estremamente ostile. Ciò mi spinse ad approfondire ulteriormente la questione dei vaccini, e quanto più approfondivo tanto più ne rimanevo sconvolto. Scoprii che l’intero business dei vaccini non era altro che una truffa colossale. La maggior parte dei medici è convinta che essi siano utili ma se si guardano le statistiche corrette e si studiano i casi di queste malattie ci si renderà conto che non è affatto cosi.
Credo che l’esempio più eloquente dei danni che possono essere provocati
dai vaccini ci sia fornito da ciò che accadde nel 75-76. Ricevetti allora una
telefonata da un politico che era stato eletto per un posto in cui aveva una
qualche responsabilità per la salute degli aborigeni nelle aree del Nord.
Quest’uomo in effetti era stato un mio paziente. Egli espresse la sua
preoccupazione per il fatto che il tasso di mortalità infantile nelle aree del
Nord era raddoppiato nel giro di un anno e sembrava che stesse per raddoppiare
un’altra volta. Non c’era alcuna spiegazione logica. Conoscevo le aree del
Nord piuttosto bene avendoci messo piede su buona parte di esse e non riuscivo a
capire come si potesse spiegare tutto ciò. Ci riflettei su parecchio e durante
i miei viaggi in giro per il mondo ne parlai alla gente facendo domande e
chiedendo consigli. Tornai in Australia e andai a visitare mia madre dove
incontrai mio fratello più giovane, studente in medicina, ed un suo collega
pure studente in medicina. Mi misi a sedere con loro e a discutere nuovamente
del problema, e presi in considerazione ogni fattore che sapevo poter essere
ritenuto responsabile dell’ammalarsi di un bambino e della sua eventuale morte
conseguente. E una delle cose di cui sapevo qualche cosa, non molto all’epoca
ma avevo un po’ di esperienza, era il fatto che in certe circostanze questi
vaccini potevano essere molto pericolosi. E non lo accennai. E una volta finito
presi la macchina e mi diressi verso la città dove mi sarei fermato in un
albergo. E a metà strada mi baleno alla mente di colpo. Quando questo politico
mi aveva chiamato mi disse che nel tentativo di combattere la mortalità degli
aborigeni erano state intensificate le campagne di vaccinazione. E questo ne era
stata la causa. Stavano effettivamente immunizzando bambini malati. Il giorno
seguente presi l’aereo per recarmi nelle aree del Nord ed ero eccitato alla
consapevolezza di aver finalmente trovato la risposta al problema, ma
naturalmente ero anche preoccupato in quanto non sapevo come comunicarla. Bene,
mi recai nelle aree del Nord. Nessuno mi dette retta. Mi considerarono come un
vero e proprio pazzo. Ma scoprii che stavano visitando le riserve, i campi
remoti degli aborigeni nel deserto e, se per qualche motivo la madre non voleva
che il proprio figlio venisse vaccinato, le strappavano semplicemente il bambino
e lo vaccinavano forzatamente. Li vidi rincorrerli a piedi e con le loro
Landrover e strappargli di mano i bambini e vaccinarli. Beh, molti di questi
bambini erano seriamente malati. Erano malnutriti e quanto altro. E se fossero
sopravvissuti alla prima dose di vaccino sarebbero tornati dopo qualche
settimana per le dosi di richiamo. E poi con altri ancora e poi sarebbero
ritornati con l’antipolio e così via. E’ più da stupirsi se qualche
bambino sia sopravvissuto veramente che non il tasso di mortalità fosse
semplicemente raddoppiato. E’ da stupirsi che qualcuno sia sopravvissuto. Ci
si trovava in una situazione alquanto macabra che non è mai stata completamente
corretta.
L’altra cosa interessante è l’epidemia del 1977-78 di una malattia piuttosto peculiare che colpì Napoli. La chiamarono il morbo nero di Napoli: neonati e bambini perdevano improvvisamente coscienza senza alcun particolare motivo mentre dalle autopsie non si riusciva veramente a determinarne la causa. Dunque questo era proprio il tipo di problema che avevo riscontrato tra gli aborigeni. Per farla breve ci recammo sul posto con un team televisivo per il programma "60 minute" e scoprimmo che due terzi dei bambini aveva infezioni al tratto respiratorio superiore, mentre un terzo di loro aveva da poco ricevuto il vaccino trivalente comprensivo dell’antipertosse. Cosi consigliai ai medici italiani di somministrare ai bambini vitamina C per via endovenosa e di sospendere la somministrazione del vaccino antipertosse. La situazione fu alquanto peculiare in quanto non avrebbero mai ammesso se era stata somministrata vitamina C o meno. Ma so una cosa per certa: era stata sospesa la somministrazione del vaccino antipertosse in quanto genitori del luogo con i quali ebbi modo di parlare nei quattro, cinque o anche dieci anni successivi, mi dissero che non era più possibile ottenere il vaccino trivalente per i loro bambini. Era infatti solo possibile ottenere la parte riguardante difterite e tetano. Questo strano e terribile inconveniente non si è mai più ripetuto da allora! Dunque una relazione c’era.
Riscontrai la connessione forse più sconvolgente mentre lavoravo nella provincia del Golfo in Australia e a Cape York nel 1976 osservando alcune comunità di aborigeni presso le quali il Dipartimento della sanità aveva introdotto un nuovo vaccino contro un particolare tipo di influenza come molti di questi erano semplicemente morti dopo esser stati vaccinati. Così mi recai da Alman, un ragazzo sui vent’anni ed inviai i corpi in aereo fino a Cairns sulla costa in cui venivano effettuate le autopsie e sembrò che avessero avuto un attacco cardiaco. E feci un’ulteriore esperienza alcune settimane dopo a Townshall, soprattutto con diabetici. Era strano che io fossi l’unico medico in tutta la benedetta Australia a notare questa combinazione di eventi, e pur tuttavia stava avvenendo ovunque in Australia. Ma veramente tutto questo è abbastanza tipico per il mio lavoro in cui altri medici per qualche ragione sembrano andare avanti con la testa nella sabbia...
IVN:... e c’è un sacco di sabbia in
Australia...
KALOKERINOS: Un sacco! Alcuni mesi dopo mi trovavo in America quando
il Presidente Ford stava per vaccinare l’intera popolazione, ogni uomo, donna
e bambino, nero, bianco e a strisce contro l’influenza suina, perché qualche
idiota gli aveva detto che ci sarebbe stata un’epidemia devastante che avrebbe
ucciso milioni di persone. E la mia opinione ebbe una certa pubblicità, cosicché
finii con l’apparire durante la trasmissione televisiva di Catty Cosby e dissi
che ci sarebbe stato un massacro di massa precisando specificamente come coloro
che avevano problemi cardiaci sarebbero potuti morire. C’era una persona a New
York che guardava il programma e che non amava un certo signore di nome Gambino.
Gambino aveva 69 anni ed era un boss mafioso. Pensò che sarebbe stata una
grande idea: così fece sì che qualcuno persuadesse Gambino a vaccinarsi contro
l’influenza e Gambino prontamente morì. I titoli dei giornali riportarono
qualcosa della serie: "Cospirazione mafiosa nel vaccino
antinfluenzale". Era alquanto evidente che colui il quale consigliò
Gambino era al corrente di ciò che sarebbe accaduto o sperava che Gambino
sarebbe morto. Ciò causò un baccano infernale. Ma il Presidente Ford disse:
"Sistemerò tutto io", e convocata una conferenza stampa straordinaria
davanti agli occhi di tutta l’America si rimboccò la manica e si fece
vaccinare. Ora, non c’è alcun dubbio che non si trattò di vaccino contro
l’influenza suina. Non l’avrebbero dato a lui, per nessun motivo! Poi invitò
tutti gli addetti alla stampa che erano lì presenti a mettersi in fila per
avere la loro dose. Solo uno si offrì volontario e si trattava del segretario
stampa della Casa Bianca; gli altri si rifiutarono di farsi vaccinare. E
ovviamente l’altra parte della storia, che è relegata al passato ora, è che
la gente cominciò a intentar causa o finì per morire negli stessi edifici in
cui avevano ricevuto le iniezioni. Ci sono stati parecchi risarcimenti piuttosto
consistenti, credo ce ne siano ancora in corso, credo che non siano ancora stati
conclusi. Il Presidente Ford fece approvare una legge speciale al Congresso
cosicché non si potesse intentar causa ai produttori del vaccino, ma bisognasse
intentar causa attraverso il Governo.
Dunque quella fu ancora una cosa. Ma penso che la cosa più terribile accadde
veramente all’inizio degli anni Settanta. Mi trovavo a Londra quando sentii
dire che volevano vaccinare tutti i bambini in Africa contro il morbillo e
l’intera popolazione nera contro il vaiolo. Sapevo come intendevano effettuare
questo tipo di campagne e sapevo che non avrebbero utilizzato aghi puliti. Andai
alla BBC di Londra e cercai di mandar in onda un programma con le mie opinioni
al riguardo ma ovviamente non acconsentirono. E così accadde quanto avevo
predetto. Usarono infatti aghi sporchi, diffusero infezioni virali da una
persona all’altra e continuarono a diffondere queste infezioni virali con gli
aghi usati per le vaccinazioni per anni. E ovviamente questo è stato il modo in
cui l’AIDS si è diffuso così rapidamente in Africa. L’AIDS non si è
diffuso così rapidamente in Africa semplicemente perché i camionisti andavano
a prostitute e poi lo trasmettevano alle loro mogli. Sì, sicuramente è
accaduto anche questo, ma ciò non spiegherebbe l’esplodere di epidemie di
AIDS. L’AIDS è stato trasmesso attraverso l’uso di aghi sporchi.
Racconterò della storia di quando ho letto l’edizione speciale del Scientific
American del 1993. Si tratta di una prestigiosa rivista scientifica. Settembre
1993: edizione speciale sulla immunologia. C’è un articolo di fondo su quella
rivista su sir Gustav Nossal, il famoso australiano cosiddetto autorità medica.
Dice quale cosa meravigliosa siano questi vaccini nei paesi del Terzo Mondo,
poiché non vi sono più bambini che muoiono di polio o difterite. E per
illustrare le sue asserzioni ha riservato un’intera pagina a colori di un
bambino nigeriano che sta per essere vaccinato, e non ci crederete, senza
utilizzare un ago usa e getta! Questo è un paese in cui l’incidenza di AIDS
è terribilmente elevata, nonché epatite B e via dicendo... Non c’è alcun
modo in cui in pratica si possano efficacemente sterilizzare questi aghi. Se
avessi seguito quel tipo di procedura in Australia sarei stato radiato
dall’albo dei medici sull’istante e forse anche messo in prigione. Ora, per
che... (mi viene da imprecare perché ciò mi fa davvero arrabbiare) si permette
di continuare pratiche di questo tipo in luoghi quali l’Africa solo perché
essi sono neri! Ho scritto lettere a più parti dopo aver letto quell’articolo
dicendo che si trattava di omicidio e di genocidio. E così è, ma nessuno mai
le ha pubblicate. Questo è il peggior stato delle cose in tutto questo business
dei vaccini oggi, dove in Africa continuano a non utilizzare aghi usa e getta
per le vaccinazioni. Le faccio ora una semplice domanda: andrebbe Lei in Africa
e si sottoporrebbe ad una vaccinazione in circostanze simili? Dovrebbe essere
fuori di testa! Ho visto un paziente che stava viaggiando per l’Africa mentre
ci fu un’epidemia di un qualche tipo di malattia. Gli consigliarono di farsi
vaccinare, e così egli fece. Utilizzarono un ago sporco e gli trasmisero
l’AIDS. Non lo sapeva, tornò a casa e contagiò la moglie. Ora sono entrambi
morti! Australiani bianchi. Non so cosa la gente abbia intenzione di fare ma
penso che se tolleriamo questo tipo di situazione ci rendiamo colpevoli di
crimini orribili nei confronti dell’umanità.
IVN: Sta suggerendo che se utilizzassimo aghi
puliti, usa e getta, non si verificherebbe un problema simile?
KALOKERINOS: Beh, per lo meno non trasmetterebbero la malattia in quel
modo. Non penso comunque che dovrebbero vaccinare i bambini, e posso farLe
vedere alcuni vetrini riguardanti il morbillo e di come abbiano rappresentato la
situazione in Africa in modo distorto. Non si può immunizzare bambini malati,
malnutriti e aspettarsi di cavarsela così. Si uccideranno tanti più bambini di
quanti non sarebbero morti dall’infezione naturale. Ci sono altri modi per
trattare cose come il morbillo. Se viene loro somministrata vitamina C per via
endovenosa o intramuscolare e se viene loro dato un po’ di supporto nutritivo
in nove casi su dieci ci si può scordare del problema. Non voglio dire di tutti
i problemi perché certi bambini sono così malati e così malnutriti, cioè
sono dei vegetali, e niente potrà salvarli, guardiamo in faccia la realtà. Ma
il bambino ordinario che prende il morbillo, anche il bambino con un certo grado
di malnutrizione e così via, se gli viene somministrata vitamina C per via
endovenosa in aggiunta ad altre forme di trattamento, risponderà molto spesso,
non sempre, in modo spaventoso se viene preso abbastanza per tempo. Bisogna
prenderli subito. Se si aspetta troppo e loro hanno perso coscienza diciamo per
alcuni giorni, o un giorno o due, non sarà possibile ripristinare la
situazione. Il danno sarà permanente. Se vengono presi per tempo e sottoposti a
questo trattamento non ci sarà alcun problema. E questo mi fa molto, molto
arrabbiare, perché li senti dire: "Oh, noi dobbiamo impedire che questi
bambini prendano il morbillo" e via dicendo. Bene, riesco a curarli se
prendono il morbillo.
IVN: E per quanto riguarda la vitamina C per
via orale come misura preventiva?
KALOKERINOS: Come misura preventiva va bene. Ma quando si ammalano in
quel modo, devono riceverla per via endovenosa. O in alcuni casi, se non sono
così malati, si riesce a cavarsela con iniezioni per via intramuscolare, ma
veramente deve essere per via endovenosa. Ho sperimentato decine e decine di
volte, come bambini colpiti da infezioni virali abbiano risposto in modo
impressionante. Ancora una volta a condizione che, a una condizione davvero
importante, che vengano presi per tempo.
IVN: Dunque, quali conclusioni trae da una così
lunga esperienza come la Sua?
KALOKERINOS: La mia conclusione dopo quarant’anni o più in questo settore è che le politiche non ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che la politica non ufficiale del fondo ‘Save the Children’ e della maggior parte organizzazioni simili è una politica di massacro e di genocidio. Vogliono far vedere che stanno salvando questi bambini, ma in realtà non è cosi. Sto parlando di quelli che stanno molto in alto. Al di sotto di quel livello c’è un altro livello di medici e assistenti sanitari, come me, che non capiscono veramente cosa stanno facendo. Ma non riesco a vedere nessun’altra spiegazione possibile: si tratta di massacro e di genocidio. E Le dico una cosa: quando la razza nera si sveglierà veramente e capirà cosa le abbiamo fatto non ci sarà molto grata. E se vuole vedere quali danni provocano i vaccini non venga in Australia o in Nuova Zelanda o in quale altro paese, vada in Africa lì potrà vederli.