Febbre:
la naturale difesa del corpo contro le malattie
Tratto
dal libro “Bambini
sani senza medicinali” di Robert S. Mendelsohn
Quando
vostro figlio ha la febbre, vi angosciate e correte a telefonare al
pediatra? E’ il comportamento di molti genitori, indotti dal personale
medico e infermieristico a pensare che tutte le febbri siano pericolose.
Un’altra opinione errata, avvalorata dai medici, è che il grado di
temperatura corporea di un bimbo sia la spia della gravità della sua
malattia. Ecco perché la febbre è il sintomo che procura circa il
trenta per cento dei pazienti di un pediatra.
La
paura della febbre
Quando telefonate al pediatra per dirgli che vostro figlio è
malato, la sua prima domanda inevitabilmente è: “Gli ha provato la
febbre?” Sia che gli diciate che il bimbo ha 38 °C di febbre, sia che
ne abbia 40 °C il suo consiglio sarà probabilmente quello di dargli la
tachipirina e portarglielo in studio. E’ un rituale quasi universale
per i pediatri; ho il sospetto che per alcuni di essi sia una risposta
meccanica, che uscirebbe spontaneamente dalla loro bocca anche se gli
diceste che il bambino ha la febbre a 43 °C!
Ciò che maggiormente mi preoccupa è che si tratta della risposta
sbagliata alla domanda sbagliata. Il fatto che la febbre sia il primo
sintomo di cui si preoccupano, implica che qualcosa di pericoloso sia
insito nella febbre stessa.
Quando poi vi prescrivono un febbrifugo vi conducono all’inevitabile
conclusione che sia necessario e auspicabile dare farmaci al bambino per
abbassargli la febbre.
Questa
storia prosegue quando portate il bambino dal medico. Nella maggior
parte dei casi, per prima cosa l’infermiera gli prova nuovamente la
temperatura e la segna sulla cartella. E in questo non ci sarebbe nulla
di male, perché una temperatura elevata offre un indizio diagnostico
importante nel contesto di quanto il medico apprende nel corso della
visita. Ma alla febbre troppo spesso viene data un’importanza molto
maggiore; il medico guarda la cartella clinica, assume un’aria
preoccupata e dice con espressione seria:”Hmmm, 39… sarà meglio
fare qualcosa!”.
Questa è una sciocchezza, una sciocchezza ingannevole, poiché la
presenza di febbre di per sé non significa che ci sia qualcosa da fare.
A meno che non siano presenti altri sintomi, come, per esempio,
un’estrema svogliatezza, un comportamento anomalo, difficoltà
respiratorie o altri segnali che possano far sospettare una malattia
grave come la difterite o la meningite, il medico dovrebbe dirvi che non
c’è nulla di cui preoccuparsi e rimandarvi a casa insieme con il
bambino.
Non sorprende quindi, data questa falsa preoccupazione dei medici nei
confronti della febbre, che la stragrande maggioranza dei genitori la
temano grandemente e che il loro grado di paura salga a mano a mano che
salgono i gradi di temperatura registrati dal termometro. Questo timore
è solo raramente giustificato.
Vi risparmierete un sacco di angosce ed eviterete molti inutili e
potenzialmente pericolose radiografie, esami e cure mediche, se terrete
a mente alcune nozioni basilari sulla febbre, che ogni medico dovrebbe
sapere, ma che molti sembrano ignorare e che la maggior parte di essi
non vi dirà. |