|
Casi di danni da vaccino riconosciuti dal Ministero
Storia di M. A M. è stata diagnosticata la SINDROME DI WEST all'età di 16 mesi. Terapia con acth, depakin e sabril. Dopo un anno di acth via intramuscolo a giorni alterni ho chiesto la sospensione, continuando a somministare sabril e depakin. All'età di sette anni compiuti, il bambino non prendeva più farmaci e ora stà molto bene anche se è seguito da educatrici sanitarie nel doposcuola. Svolge l'attività scolastica seguito da un'insegnante di sostegno e incontra difficoltà più nella gestualità e quindi nella scrittura, piuttosto che nelle materie di studio e apprendimento. Matteo ha una sorellina che credo lo abbia aiutato molto nei primi anni, hanno solo 21 mesi di differenza. Entrambi sono stati vaccinati con antipolio a virus morto da quando è stata diagnosticata la sindrome. Svolge tutte le attività normali dei suoi coetanei, gioca a calcio e nuoto e credo di avere preteso molto quando era piccolo, ma sono convinta di aver avuto ragione visti i risultati. Storia di Pietro
All'età di 2mesi e mezzo prima vaccinazione (salk, epatiteb,difterite,tetano,pertosse acellulare). Prima di allora perfettamente sano, allattato al seno. Dopo 4 ore dalla vaccinazione pianto lamentoso continuo, rifiuto di latte o altri liquidi. No febbre (la pediatra aveva prescritto 1 takipirina "preventiva" subito dopo la vaccinazione e 1 dopo 4ore - somministrate. Durante la notte si ferma il pianto, occhi girati in alto a dx, le gambine continuano a pedalare).Ricovero ospedaliero, dopo 2 giorni in rianimazione per crisi epilettiche e insufficienza respiratoria. Diagnosi del Policlinico xxx: encefalite n.d.d. - Non riconoscono il nesso con la vaccinazione ma non trovano altre cause!! La commissione medica ospedaliera militare di xxx riconosce il nesso di causalità con la vaccinazione ascrivibile alla 1° categoria della tabella A, D.P.R. 30/12/81 N.834. Pietro ha una tetraparesi spastica con epilessia farmacoresistente, non parla, non è in grado di compiere alcun movimento volontario, non segue con lo sguardo.
Storia di Fabiola Fabiola nasce il 06.09.1973 in perfetta salute. Due giorni dopo aver effettuato la prima vaccinazione antipolio Sabin, non "regge più il capo": Dopo una settimana compaiono "spasmi", "scatti nervosi", seguite poi da crisi convulsive. La piccola rimane ricoverata in ospedale per ben 4 mesi........, mesi nei quali vengono effettuate moltissime analisi, ma non emerge nessun beneficio e nessuna cura viene trovata!. Da allora Fabiola continua a peggiorare. Rimane sempre sulla sedia a rotelle, è completamente ipotonica, non riesce a sorreggere la testa, mentre il corpo viene sorretto da un busto rigido. Il suo sviluppo cerebrale si è fermato all'epoca della prima vaccinazione, quindi a 3 mesi...... Le sue condizioni peggiorano sempre durante l'estate, momento in cui insorge una febbre alta di cui nessuno riesce a spiegare la natura. Dopo 30 anni di sofferenze, amorevolmente seguita dalla sua famiglia che non l'ha mai abbandonata nemmeno per un attimo e l'ha amata moltissimo, il 25 luglio 2003, all'età di 30 anni, Fabiola muore per un arresto respiratorio. DIAGNOSI: ENCEFALOPATIA POST-VACCINICA INDENNIZZO L.210/92: INDENNIZZATA - DECEDUTA
Storia di Andrea Andrea nasce il 9 marzo 2000, un bimbo bellissimo, di 4 kg e con un Apgar 9 e 10. Alle visite di controllo con il pediatra del consultorio e con il pediatra di base risulta sempre in piena salute, rispetta i modelli di crescita e, con riguardo all'esame neurologico, risulta nella norma. A 2 mesi comincia ad interagire: tiene la testa e guarda la giostra delle "apine" posta sopra il suo letto. Il 12 maggio 2000 (a 2 mesi e 3 giorni), come da indicazioni del pediatra, nostro figlio si sottopone alle vaccinazione obbligatorie. Viene effettuato il vaccino della trivalente (antidifterite, antipertosse, antitetanica) contro l’antipolio e contro l’antiepatite B. Nei giorni successivi si cominciano a manifestare i primi comportamenti anomali nel bambino (piccoli scatti, quasi impercettibili) e sotto suggerimento del pediatra prenotiamo una visita neurologica. Purtroppo il 17 maggio, a soli 5 giorni dal vaccino, gli eventi sono precipitati e nostro figlio perde conoscenza cominciando a sussultare su tutto il corpo. A quel punto ci siamo precipitati al pronto soccorso dell'Ospedale XXX dove gli hanno diagnosticato convulsioni afebbrili. Ovviamente viene ricoverato immediatamente al reparto di neurologia infantile dove rimane per 31 giorni e dove viene sottoposto ad un’infinità di analisi anche molto invasive (Risonanza magnetica, Prelievo liquor lombare, controlli cardiaci, biopsie muscolari, potenziali evocati, ecc.). Tutte queste analisi non conducono però ad alcuna diagnosi; apparentemente l'unica anomalia risulta dagli elettroencefalogrammi che mostrano "una disorganizzazione dell'attività celebrale per presenza di anomalie per lo più epilettiformi. " ovvero è perennemente disturbato. Nel periodo di ospedalizzazione, il bimbo, rapidamente regredisce in molti suoi comportamenti (non guarda più, non tiene più la testa, ecc.) e le diverse terapie farmacologiche di controllo delle crisi epilettiche si dimostrano inefficaci se non deterrenti (ACTH, EN, vitamina B6, Sabril, Mogadon, Luminalette, Urbanil, Dintoina). All'ipotesi di una reazione al vaccino non ci avevamo pensato fino a quando in ospedale ci hanno fatto tutta una serie di domande riguardanti l'andamento della gravidanza e del parto; quando ci hanno chiesto se era stato sottoposto alle vaccinazioni obbligatorie ci si è accesa una lampadina. Noi non eravamo affatto a conoscenza che un vaccino, per di più obbligatorio potesse generare qualche problema, tanto meno disturbi così gravi e irreversibili, ma lo abbiamo cominciato a sospettare allora. Le nostre osservazioni sul fatto che lo scatenarsi del problema potesse derivare dal vaccino sono state sempre però, tacitate dicendoci che non potevano esserci correlazioni e che non esisteva letteratura a riguardo. Solo qualche dottore è stato più possibilista, e comunque sempre e solo in conversazioni riservate. Con il trascorrere dei mesi Andrea è stato ricoverato diverse altre volte e ci siamo rivolti anche ad altre strutture e ad altri dottori, perché, è triste ammetterlo, anche loro non sapevano più che pesci prendere e spesso si contraddicevano tra loro sulla terapia migliore da adottare. Durante tutti i vari ricoveri è stato sottoposto ad ulteriori esami (DNA, altra risonanza, altro prelievo lombare, ecc.) senza che però sia stata trovata alcuna anomalia che possa identificare la causa del problema. La diagnosi definitiva ancora non l'abbiamo, dopo due anni ancora si parla di "cerebropatia o encefalopatia epilettogena di natura da determinarsi". La sua situazione è andata via via stabilizzandosi, ma comunque persistono gravi episodi epilettici, e il bimbo presenta un forte ritardo psicomotorio non relaziona con il mondo esterno in alcun modo, non cammina, non sta seduto, ecc). Tutti i farmaci antiepilettici e le terapie conosciute per combattere i sintomi di questa malattia sono stati provati su nostro figlio senza purtroppo dare risultati apprezzabili. Sono stati somministrati anche terapie molto rischiose e mai sperimentate su bimbi così piccoli, ma senza alcun miglioramento. Attualmente Andrea sta sperimentando la "dieta chetogena" basata sull'alimentazione e non sui medicinali e forse possiamo dire di cominciare a vedere almeno un leggero miglioramento. Certo non possiamo dire di stare tranquilli, ogni nuova terapia nel tempo ci ha delusi, e comunque anche se avessimo dei buoni risultati i medici ci dicono che per l'encefalopatia attualmente non ci sono cure. La nostra storia, per il momento, finisce qui. Nostro figlio sarà visitato di nuovo, probabilmente cambieremo ancora terapia, magari con qualche medicinale in fase di sperimentazione, sperando di trovare quella che funzioni anche se solo in parte. (E’ stato riconosciuto l’indennizzo per danno da vaccino nel 2003) Considerazioni dei genitori ...Tutti i farmaci antiepilettici e le terapie conosciute per combattere i sintomi di questa malattia sono stati provati su nostro figlio senza purtroppo dare risultati apprezzabili. Sono stati somministrati anche terapie molto rischiose e mai sperimentate su bimbi così piccoli, ma senza alcun miglioramento. Attualmente Andrea sta sperimentando la "dieta chetogena" basata sull'alimentazione e non sui medicinali e forse possiamo dire di cominciare a vedere almeno un leggero miglioramento. Certo non possiamo dire di stare tranquilli, ogni nuova terapia nel tempo ci ha delusi, e comunque anche se avessimo dei buoni risultati i medici ci dicono che per l'encefalopatia attualmente non ci sono cure. La nostra storia, per il momento, finisce qui. Nostro figlio sarà visitato di nuovo, probabilmente cambieremo ancora terapia, magari con qualche medicinale in fase di sperimentazione, sperando di trovare quella che funzioni anche se solo in parte. Lui continuerà a crescere nel "suo" mondo e noi a fare i genitori nel "nostro" ... ma ... sarà giusto sottoporlo a tutte queste terapie? Stiamo facendo tutto quello che dovremmo per lui? Sarà contento di vivere così? Quante di queste domande ci siamo posti e ci poniamo da due anni ad oggi. Forse questo è il vero problema che stiamo vivendo come famiglia. Chissà cosa provano le altre mamme e gli altri papà vivendo un'esperienza come la nostra. Ancora ci fa molto male parlare chiaramente della malattia del nostro bambino e del fatto che attualmente non sia possibile curarlo. Nel frattempo come da indicazioni del dottore abbiamo attivato le richieste per ottenere almeno il riconoscimento dei suoi diritti di malato. Purtroppo sembra che le strutture pubbliche attendano di avere informazioni da noi piuttosto che di fornircele. Oltre al danno la beffa. Molti medici ti guardano strano quando gli dici che si sospetta un danno da vaccino, ma una motivazione alternativa non sanno dartela. Qualche altro dottore dice "si purtroppo sono casi che accadono; però la statistica dice che per un bambino che si ammala per il vaccino se ne salvano molti di più dalla malattia per cui si vaccinano". Perché non ci dicono quali sono i rischi quando noi giovani mamme portiamo i nostri piccoli (di due mesi) a fare i vaccini? Dopo, leggendo qua e la scopri, che poi non sono tutti obbligatori, che in realtà puoi anche decidere di non vaccinarli o che puoi vaccinarli con calma quando sono più "grandicelli" magari somministrando una dose per volta e non tutti quei vaccini insieme. Quanto soffre un genitore per una situazione del genere; il bambino forse neanche si rende conto di dove sta e di cosa gli succede intorno, mentre il genitore vive la propria vita e quella che immagina stia vivendo il figlio. Ma a chi si può rivolgere? Tutto è lasciato alla sensibilità personale del medico o dell'impiegato a cui ci si rivolge. Spesso però il muro che si incontra è insormontabile. Noi abbiamo mobilitato nonni amici e parenti, ma ad oggi dopo due anni ancora non abbiamo ottenuto nulla di quello che abbiamo richiesto (indennità di accompagno, riconoscimento del danno, stanziamenti per abbattimento barriere architettoniche, ecc). Ci chiediamo come facciano tutte quelle persone che non possono contare sul supporto dei familiari e degli amici. Che dobbiamo fare per avere chiarezza e giustizia? Possibile che per ottenere ciò che ci spetta c'è necessità di fare notizia o meglio ancora scandalo?. Per quanto ci riguarda ad oggi noi non possiamo cancellare il danno fatto e non possiamo garantire a nostro figlio una vita diversa. Quello che però, come genitori, possiamo fare è raccontare la sua storia, sperando di sensibilizzare qualcun altro e di essere di conforto (se questo può aiutare) e di chiarimento per altre famiglie. Un'altra cosa stiamo facendo e speriamo di fare bene, è dosare insieme a tutte le varie medicine l'amore e la serenità familiare che abbiamo scoperto può fare miracoli (almeno nei cuori). I genitori di Andrea.
Storia di Alessandro "Quando sono entrata in ospedale mio figlio stava bene. Sono uscita che la sua vita, la mia vita, era irrimediabilmente rovinata". Alessandro è un ragazzo di 23 anni. È nato a Desenzano del Garda nel maggio 1979. Vive a Mantova, immobile, nel letto di sua madre Ivana. Dal letto scende solo per andare in ospedale o in bagno". Alessandro è alto 1 metro e 72, pesa 35 kg. È totalmente paralizzato. Alessandro era un bambino come tanti. Nato sano. Giocava, rideva. Nell’agosto del ‘79 viene sottoposto a vaccinazione. La legge la impone per prevenire il polio, la difterite, il tetano, l’epatite B. La prima somministrazione va bene. Poi a settembre Alessandro è sottoposto al richiamo del vaccino. È l’inizio dell’inferno. Dopo 48 ore ha un attacco di dissenteria. Dopo 60 c’è un forte rialzo febbrile e una parte del suo corpo non risponde più ai comandi. Emiparesi diranno i medici. Alessandro viene ricoverato all’ospedale civile di Brescia. Poi a quello di Mantova. Ma le cose peggiorano. e gli viene diagnosticata un’encefalite, che gli provocherà il blocco dello sviluppo psicomotorio. Oggi Alessandro è stomizzato e si alimenta con l’ausilio di un tubicino. Prende numerosi antibiotici perché il suo corpo è continuamente a rischio infezioni. Una crisi respiratoria potrebbe spedirlo all’altro mondo. Ma il dramma non finisce qui. Ivana, la mamma, nel tempo rimane sola. Accanto non ha solo i genitori, perché il marito senìè andato, non sopportava più lo stress e l’ha lasciata sola! Dopo anni di battaglie e carte bollate nel 1995 (il figlio si era ammalato nel 79) riesce a vedere riconosciuto dal Ministero della Sanità il nesso causa-effetto. Il Ministero dunque ammette - dopo 16 anni - che Alessandro soffre di encefalite per colpa della vaccinazione. Questo consente ad Ivana di percepire un indennizzo di 600 euro al mese. Soldi reinvestiti in medicine: "Ho smesso di vivere nel settembre del 1979". Ci racconta Ivana. "Da allora non so più cosa sia il cinema, una passeggiata, la leggerezza". Storie drammatiche come quella di Alessandro in Italia ce ne sono centinaia, migliaia. Centinaia se parli con il Ministero della Salute.
Storia di Alessia M. Alessia nasce, dopo una gravidanza portata a termine senza problemi, sanissima. Si dimostra subito una bimba "vispa e vivace", tanto che la nonna preferisce prepararle il lettino "per terra" per evitare che la sua vivacità la faccia cadere! Viene vaccinata, come tutti i bimbi verso i tre mesi e ancora verso i 6/7 mesi, nonostante presenti una forte seborrea al viso e al corpo. La seconda dose di vaccino viene somministrata con qualche giorno di ritardo perché la piccola è raffreddata, tanto che la pediatra effettua una visita a domicilio. La prima ad accorgersi, pochi giorni dopo la seconda somministrazione dei vaccini, che nella bimba qualcosa non va, è la nonna paterna "Alessia atteggiava gli occhi in modo strano, come roteandoli, senza fissare le persone, a differenza di come faceva prima". La situazione si aggrava di giorno in giorno: la piccola non ride più, piange, senza emettere un solo lamento, facendo scendere grossi lacrimoni dagli occhi che "strabuzza" sempre più spesso e ha frequenti crisi respiratorie. A nulla valgono i controlli e le visite a cui Alessia viene sottoposta, dopo un calvario durato quasi un anno, nel marzo del 1987, la bimba muore, stroncata da una crisi respiratoria. Inutili gli sforzi dei medici che si erano prodigati con grande impegno nel tentativo di strappare la piccina al suo "troppo breve destino". Da allora i genitori, Paolo e Mara Morando di Arcè in provincia di Verona, non hanno mai smesso di lottare per ottenere giustizia e veder riconosciuto il nesso causale fra la morte della loro piccola creatura e le vaccinazioni. La CMO ha negato questo nesso, ma loro hanno presentato ricorso al Ministero della Salute, certi di far valere le loro ragioni. Forti della perizia del prof. Giulio Tarro, primario di virologia all’ospedale Cotugno di Napoli, esperto di vaccinazioni - è stato il delfino di Albert Sabin, padre della vaccinazione antipoliomielitica Sabin – che è sicurissimo dell’esistenza del nesso causale fra il decesso della piccola Alessia e la vaccinazione. I genitori vogliono che, finalmente, giustizia sia fatta. Quel giorno, forse, potranno mettere un fiore sulla tomba del loro angioletto e ricordare il suo tenerissimo sorriso senza provare rabbia, ma solo dolcezza.
Storia di Silvia A Sabbioneta (MN), nel 1997, nasce Silvia, una bella bimba di 4 chili, sana e vivace. A 2 mesi e 20 giorni pesa già 6.120 grammi e viene vaccinata: antipolio Sabin, antidiftotetanica, antiepatite B e, antipertossica. La mamma è preoccupata e chiede se possono esserci reazioni gravi alle vaccinazioni, le viene risposto che no, non siamo più nel ‘600, ma nel 2000 e le vaccinazioni oggi non hanno più effetti collaterali….Per tranquillizzarla le danno un foglio dove vengono indicati i possibili effetti avversi ai vaccini: "qualche linea di febbre, gonfiore o bruciore in sede di inoculazione……niente altro!!!! Dopo 29 giorni Silvia si paralizza…è una polio indotta dal vaccino! La corsa da un ospedale all’altro in cerca di qualcuno che possa curarla, qualcuno che, solo dopo moltissime difficoltà i genitori troveranno perché, come gli viene spesso ripetuto: "la polio non esiste più in Italia dal 1882…..provi in qualche ospedale che le piace…..". Fortunatamente il piccolo ospedale che li ha ricoverati per primi le indica una fisioterapista meravigliosa che, grazie alla sua grande umanità e alla sua abilità professionale indicherà ai genitori gli specialisti da interpellare e inizierà un’attività fisioterapica che permetterà a Silvia di deambulare (ma non di danzare, cosa che lei chiede insistentemente da qualche anno….) La stessa Asl ammette il danno da vaccino "è evidente", ma qualche luminare cerca di convincere i genitori che si tratta di un "danno da parto" cambiando la diagnosi solo dopo aver letto i risultati dell’Istituto d’Igiene (risultati ottenuti con la "rachicentesi" -prelievo del liquor spinale- effettuata a soli tre mesi di vita) che sentenziano con certezza assoluta una "polio post-vaccinica". Chissà quanti "danni da parto" saranno "danni da vaccino" si chiedono allibiti i genitori…… Cosi decidono di scoprire quanti bimbi si sono ammalati dopo aver ricevuto le vaccinazioni e sono stati lasciati soli e senza indicazioni su come e dove curare i propri figli… Quello che hanno scoperto li ha lasciati senza parole, tanto che, insieme ad altri genitori colpiti dallo stesso problema, hanno deciso di far nascere il "Coordinamento Nazionale Danneggiati da Vaccino" per aiutare chi, come loro si è trovato solo e senza aiuto, per richiedere studi e ricerche per migliorare le condizioni di vita di questi bimbi, per chiedere prevenzione e informazioni, perché ciò che è accaduto a loro non accada più!
Fonte: Coordinamento Nazionale Danneggiati da Vaccino