Chi ha paura dell'Aulin?

Quante altre medicine sono dannose come l'Aulin?

In questa pagina ho inserito un articolo riguardante la dannosità dell'Aulin, uno dei medicinali più utilizzati. So per esperienza personale che nessun medicinale consente la benché minima guarigione di qualsiasi malattia, ma per interessi, paura e superstizione si continua a fabbricarli, venderli, utilizzarli e a ricercarne di nuovi. Quello che più mi sorprende è come si possa continuare a utilizzare i medicinali per guarire quando consciamente o inconsciamente si sa che non esiste un medicinale sicuro al cento per cento, come evidenziato in grassetto nell'articolo riportato di seguito. Sarebbe sufficiente questo e un minimo di obiettività basata sull'esperienza personale di ciascuno di noi per fare in modo che tutti i medicinali vengano considerati illegali, alla stregua delle droghe sintetiche. Ma evidentemente gli interessi personali in gioco in questo campo sono tanti e tali che ciò sarà difficile potrà accadere, almeno nel prossimo futuro. Sono però convinto che se la gente cominciasse a guardare alla realtà delle cose e vivesse di più in base alle proprie esperienze personali che a pregiudizi e preconcetti sbagliati e infondati, inculcati da una società egoista e materialista, si potrebbe finalmente capire la verità, ovvero che qualsiasi medicinale non fa altro che apportare danni più o meno gravi al nostro organismo.

Finalmente ci si potrebbe liberare dalla paura delle malattie, perché si capirebbe come guarire da esse e di conseguenza capire come sono state provocate, evitando ricadute future. Credo infatti che la paura abbia un ruolo fondamentale nel far credere alla gente che i medicinali siano qualcosa di necessario, ma c'è secondo me anche una grossa dose di superstizione che non ci consente di capire la verità. Mi viene da sorridere quando si dice che le popolazioni del terzo mondo si ammalano e muoiono per mancanza di medicinali, e che sarebbe necessario mandarne per evitare che tale situazione si verifichi. La vera causa di malattie e morte di queste popolazioni è invece il colonialismo che noi occidentali abbiamo perpetrato e continuiamo a perpetrare in questi Paesi, distruggendo intere aree necessarie al sostentamento di queste popolazioni e inquinando l'acqua, senza la quale tali uomini sono destinati prima ad ammalarsi e poi a morire. E che dire della malattia dell'Aids, esplosa guarda caso in Africa, dove intorno agli anni 70 gli Americani hanno operato con vaccinazioni di massa, le quali altro non hanno fatto se non distruggere il sistema immunitario di questi popoli, già debilitato dalla fame e dalla sete. L'unico modo di salvare davvero queste popolazioni è quello di restituirgli ciò che di diritto gli spetta, ovvero il territorio in cui sono nati e hanno sempre vissuto, sarebbe quindi la Natura a prendersi cura di loro, altro che i vaccini o i medicinali!!

Intorno al 1930 due scienziati inventarono l'insulina per combattere il diabete e da allora tutti i medici l'hanno utilizzata e continuano a utilizzarla ancora oggi nonostante tale sostanza sia stata pubblicamente dichiarata inefficace in un convegno scientifico internazionale svoltosi a New York 25 anni dopo la sua scoperta. Nel frattempo milioni e milioni di persone hanno speso fortune per questo rimedio inefficace e continuano a spenderne per utilizzarla ancora oggi non solo nei Paesi sottosviluppati ma anche in quelli civilizzati in cui un gran numero di innocenti e superstizioni danno completa fiducia alla medicina.

Ma ci sono molte altre medicine come l'insulina, protette da leggi e governi che ufficialmente riconoscono solo la medicina allopatica. Attualmente, tranne che in qualche Paese, in quasi tutti gli altri non c'è la libertà di scegliere come curarsi. In una società libera, il monopolio di un'azienda o di una professione viene di solito controllato dai governi, ma credo che un governo non debba proteggere alcun monopolio, azienda o professione per ciò che riguarda la vita, la salute, il pensiero, l'educazione, il cibo e le bevande di un individuo.

Nella nostra società ci sono molte aziende, organizzazioni e professioni considerate legali ma che secondo me sono illegali. Penso ad esempio alle banche, le quali altro non sono se non un sistema di strozzinaggio legalizzato, alle fabbriche che producono armi, a quelle che producono sostanze chimiche per l'agricoltura, quelle che estraggono sostanze fossili come il petrolio o il metano, i quali stanno provocando l'innalzamento drastico della temperatura terrestre provocando danni ambientali sempre più frequenti, alle Borse, che sono dei sistemi studiati per far speculare e arricchire quelli già ricchi e far impoverire quelli che di soldi ne hanno pochi e che credono ingenuamente in questo modo di potersi arricchire, alla pubblicità, utilizzata nel 95% dei casi per imbrogliare e ingannare la povera gente con prodotti tossici e dannosi per la salute, alla vivisezione, mediante la quale si torturano e ammazzano milioni di animali innocenti ogni giorno, spacciando come vera la favola che gli esperimenti sugli animali vengono fatti per la sicurezza dell'uomo (ma se la reazione che due esseri umani hanno in conseguenza di una qualche causa è quasi sempre diversa, come è possibile sostenere la corrispondenza tra la reazione di un uomo e quella di un animale a una stessa causa?), e potrei continuare la lista all'infinito. Credo però che la medicina allopatica moderna sia tra le più grandi organizzazioni illegali legalizzate, e non credo di esagerare se ritengo che abbia causato in tutti gli anni in cui è esistita più morti delle guerre che in tale periodo si sono succedute.

Chi ha paura dell'Aulin?
di Gianna Milano - Panorama

Proibito in Finlandia uno dei farmaci più popolari. E l’allarme sbarca in Italia.

L’allarme sulla nimesulide, principio attivo alla base di un’ampia famiglia di antinfiammatori (85 in commercio oltre al noto Aulin), ha ragione d’essere? Come cautelarsi da brutte sorprese in attesa delle doverose verifiche da parte delle autorità sanitarie competenti? La vicenda nimesulide, uno dei tanti fatti di cronaca con protagonista un farmaco, è partita in Finlandia dove è in vendita dal ’98 e dove sono state segnalate finora un centinaio di reazioni avverse correlate al suo uso: tra queste oltre 60 di tipo epatotossico, cioè a danno del fegato. In due casi le alterazioni sono state così gravi da richiedere il trapianto, in un altro c’è stato un decesso sospetto. Ciò ha spinto le autorità sanitarie finlandesi a sospenderne distribuzione e vendita.

In Italia, mentre la procura di Torino ha avviato accertamenti e i Codacons hanno chiesto la sospensione delle vendite a titolo cautelativo, la Commissione di farmacovigilanza si è attivata per verificare l’allarme. Anche la Commissione unica del farmaco dovrà esprimersi, per ora non è previsto il ritiro. Nel nostro Paese la nimesulide, contenuta in prodotti a larga diffusione, è entrata in commercio nell’85, con oltre 24 milioni di confezioni consumate ogni anno: in pratica il 20 per cento degli italiani ne utilizza almeno una nell’arco di 12 mesi. "Se ci fosse stato un problema serio sarebbe emerso. Invece da noi su 500 segnalazioni di effetti avversi finora solo 25 riguardano il fegato e non sono gravi" puntualizza Roberto Raschetti, responsabile dell’Osservatorio nazionale sui farmaci. "Che cosa significa? Forse lo usano in modo diverso, non sporadicamente come noi,ma per molti giorni consecutivi. Ma potrebbe dipendere anche da fattori legati allo stile di vita, quale la dieta".

Nel foglietto illustrativo è precisato che la nimesulide è controindicata nei casi di insufficienza epatica e tra le precauzioni d’uso viene raccomandato che, in caso di alterazione nei test della funzione epatica durante il trattamento, è bene sospenderlo. "Una cosa va detta: ogni volta che si prende un farmaco si accetta un compromesso tra benefici e possibili rischi. Ogni medicinale può causare accanto all’azione terapeutica effetti collaterali potenzialmente pericolosi" ricorda Luigi Bozzini, del Servizio farmaceutico della Azienda ulss 20 di Verona.

Non esiste un medicinale sicuro al cento per cento. Però non c’è dubbio che i farmaci sono i prodotti più controllati in termini di rischio-beneficio.Nel caso nimesulide il monitoraggio postmarketing dovrebbe, considerati gli anni che è in circolazione, costituire da sé una garanzia. "La mentalità da combattere è quella di prendere una pillola al minimo sintomo. Un abuso che fa aumentare consumi e potenziali rischi" conclude Raschetti.

Home