In prossimità del tunnel prendiamo a sinistra ed evitiamo la prima parte del traforo. Percorriamo la vecchia strada che, priva di traffico, offre i primi splendidi passaggi in un ambiente assolutamente selvaggio. Superate alcune guglie di roccia ci solleviamo con alcune svolte ad un imbocco laterale della galleria. Domato un tragico chilometro di tunnel (10% Pmed e 100% di tasso d'umidità mista gas di scarico - possibile alternativa è la vecchia e sconnessa strada che si prende uscendo subito prima della seconda parte della galleria [alla fine dei piloni paravalanghe]) si giunge rapidamente (km30) in località Prese(1500mt-fontanelle) dominata dall'imponente diga sull'Orco.
Giunti a Ceresole Reale(1620mt), si sale con decisione al centro dell'abitato (fontanelle - Attenzione: fare il massimo rifornimento possibile in quanto successivamente non esistono altre possibilità ad eccezione dei torrenti!) per poi scendere rapidamente al laghetto omonimo (belle spiaggette). Il bacino è il regno incontrastato dei windsurfer. Ci si augura che il vento sia favorevole e si prosegue in falsopiano superando l'agriturismo posto in località Villa. Si è entrati nel territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Il torrente e le imponenti cime che dominano la valle si amalgamano perfettamente in un ambiente dominato dalle conifere e dagli ampi pascoli d'alta quota.
Superato Chiapili (1750mt), splendido villaggio dalle antiche case in pietra, la valle si chiude in un ampio anfiteatro dominato da numerose cascate mentre la strada, sollevatasi definitivamente dal letto del torrente, prende ad attorcigliarsi, con fattura estremamente scenografica, sugli erti pendii della montagna. La Pmed è ora decisamente elevata (8.5%). La strada si svela alla nostra vista per tratti d'un paio di chilometri alla volta esibendo un infinita serie di tornanti ed un lontano rifugio che non arriva mai...
Le dure contorsioni della strada si placano, momentaneamente, in prossimtà del laghetto Serrù(2275mt) ove una breve contropendenza permette di tirare il fiato e godere delle viste sul prospicente bacino d'impluvio dominato dalle scoscese pareti della Punta Galisia. Una nuova rampa ci conduce a percorrere la diga sul laghetto Agnel(2295mt) ove appare, quasi scolpito nella roccia della parete, l'ultimo, erto, tratto da percorrere.
La strada torna a disegnare una serie di tornanti che conducono al colle. Sono 4 chilometri decisamente impegnativi che si concludono, poco prima del colle, in prossimità d'un notevole belvedere (viste dei laghetti e di parte dell'alta valle).
Giunti al colle del Nivolet(2612mt) si prosegue, in discesa verso i laghi del Nivolet adagiati nell'altopiano omonimo, ove si trovano diversi locali che offrono la possibilità di un meritato ristoro. Poco oltre, appostate nell'erba, centinaia di marmotte si concedono alla curiosità dei turisti. La strada diviene sterrata e si conclude nei pressi dell'imbocco d'una galleria (mai realizzata!) che avrebbe dovuto mettere in comunicazione l'altopiano con la sottostante ValSavaranche.
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