Superato il gradino, la strada spiana offrendoci un discreto tratto pianeggiante che ci conduce a Mogno (1180mt - bella frazione che si distingue per diverse malghe-chalet splendidamente adornate).
Si prosegue a salire con discrete pendenze sino a Fusio (1281mt - fontanelle) bel paesino arroccato al versante destro della valle. Tenendo la destra si continua a salire e, superata una breve galleria a ridosso di un tornante (attenzione al ritorno!), si incontrano i primi, splendidi, pascoli dominati da alte cascate. Siamo ormai in pieno ambiente alpino. Il traffico è scarsissimo, la suggestione del luogo...notevole.
Superato un evidente sperone di roccia, ecco apparire la diga del Lago Sambuco. Giunti al lago ci attendono circa 3Km pianeggianti dominati dal turchese dell'acqua e dagli scrosci delle numerose cascate che scivolano o precipitano nel quieto invaso artificiale. Tutto bellissimo se si evita di sollevare lo sguardo verso la testata della valle (che ora si chiama valle del Sambuco)! Là in alto, disegnata in bella evidenza tra pascoli e radi alberi, ecco un incredibile cicatrice d'asfalto che si solleva diagonalmente con impressionante angolatura! L'effetto visivo è straordinario. Si lascia il lago e si riprende a salire, con pendenze già vive, accompagnati dall'impressione di essere destinati al patibolo!
Un paio di tornanti con pendenze del 9% conducono ad un breve falsopiano al termine del quale inizia il muro (1 km al 14,5% con i primi 500mt al 17%!). Unica consolazione la consapevolezza di poter rifiatare nell'ampia conca prativa sulla quale si sbuca poco oltre il termine del tratto infernale.
Una breve discesa ed un ampio tornante che scavalca il torrente preludono al tratto finale del percorso. Siamo a quota 1790mt ed in 5,5km saliremo al Lago di Naret superando un dislivello di 530mt ai quali andrebbero aggiunti quelli di una secca contropendenza ai piedi della diga. L'ombreggiatura è ormai assente. Alcuni tornanti dirupati ci permettono di dominare dall'alto la diagonale del muro e la parte inferiore della valle. La strada si snoda tortuosissima ed assai stretta (povere automobili!) tra piccoli laghetti naturali ed ampi gradini di roccia.
La doppia diga del lago di Naret ci annuncia l'agognata fine della fatica. In cima regnano il silenzio e le marmotte. Peccato che non si possa proseguire sino al passo (posto oltre quota 2400) ma le sensazioni che lascia questa ascesa sono davvero uniche.
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