domanda 45
LOGICA e CULTURA GENERALE
"La natura imita l’arte, secondo un paradosso di cent’anni fa. Ma è, appunto, solo un paradosso. Prendiamo il misterioso fattaccio di Milano. Una giovane giornalista viene aggredita sulle scale di casa da due criminali italiani, costretta ad aprire, malmenata, legata a un termosifone. E poi derubata di tutto? No, ed è la prima complicazione. I due (ed è la seconda) non toccano i soldi, ma frugano nella scrivania, buttano all’aria i documenti, se ne vanno dopo aver riempito di carta la bocca della vittima. Arriva il marito, giornalista anche lui. Ha problemi (terza complicazione) di mobilità. Ma con lui si sposta anche (quarta complicazione) una scorta della polizia, l’uomo è un esperto di questioni terroristiche, riceve continue minacce di morte, è amico di Arafat, forse ha contatti coi Servizi Segreti. E dove scrive? Su "Famiglia Cristiana", quinta complicazione. Mentre la moglie (complicazione sesta), è collaboratrice della rivista "Polizia moderna". Ce n’è abbastanza per indagare, come si dice, in tutte le direzioni, in troppe direzioni. È questo che l’arte non fa, quando sia praticata come si deve. Goffi, irritanti, tediosi sono quei romanzi in cui l’autore procede per accumulazione, continua a rovesciarti addosso indizi totalmente contraddittori, particolari stravaganti, effettacci dozzinali, personaggi maggiori e minori che non legano, piste e contropiste che si accavallano, colpi di scena che schizzano via dalle dita. L’arte, l’artigianato, non possono permettersi gli eccessi. Solo la natura, la vita, vanno dove vogliono, s’ingorgano dove vogliono, complicano a piacere le loro trame senza curarsi di verosimiglianza, coerenza, plausibilità; e scrivono, è vero, pagine e pagine di romanzo. Ma di un brutto romanzo." Carlo Fruttero - Franco Lucentini, Un giallo con troppe complicazioni, su La Stampa, 28/5/99
UNA SOLA delle osservazioni che seguono è conseguente all’analisi dalla quale Fruttero e Lucentini sottopongono uno sconcertante fatto di cronaca: |
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