"Lettera ad una paziente sulla perfezione"

Dott. Luisa Barbieri
 
 

Sappiamo quanto l’ideale della perfezione sia ormai divenuto pilastro portante del nostro contesto sociale, sappiamo quanto sia deviato concettualmente questo obiettivo e quanto disagio procuri in chi ne fa scopo di vita.

La mia esperienza clinica mi pone spessissimo nella condizione di ridimensionare questo obiettivo "malvagio" e "frustrante" e pendendo spunto da una bellissima, quanto immediata e
semplicissima fiaba scritta dalla psicologa Alba Marcoli ("Il bambino perduto e ritrovato. Favole per far pace col bambino che siamo stati." – Ed. Oscar Saggi Mondatori, 1999) ho sviluppato, nel contesto di una lettera che ai tempi indirizzai ad una mia Paziente, il concetto di perfezione quale "altare dove noi, poveri esseri umani, rischiamo di sacrificare l’essenza stessa della nostra quotidianità: il tempo, la qualità delle relazioni, l’ascolto, la tutela del nostro spazio del silenzio, la curiosità e l’interesse per la diversità", una "lotta tra le esigenze vere e quelle fittizie che si esprime nel disagio, nel senso costante di inadeguatezza nel quale versiamo ……….""……..
dimenticando che la perfezione sta nell’imperfezione più assoluta e nella conseguente accettazione di tale imperfezione"