Tipicamente autore di Seconda Pratica (è citato come tale,
insieme ad un altro monodista, Caccini, da Monteverdi), Peri utilizza
tutti gli effetti essenziali per l'espressione degli "affetti":
dissonanze, cromatismi e speciali effetti vocali (portamenti,
messe di voce). Come per Caccini, anche per "Zazzerino"
esiste una differenza fondamentale tra il madrigale e l'aria. Mentre
quest'ultima è una composizione di carattere strofico, caratterizzata
esclusivamente dal ritmo ternario e dalle sue audacie ritmiche fra Canto
e Basso Continuo, il madrigale realizza splendidamente l'ideale di una
espressione vocale in cui la modulazione del testo poetico sia sempre
"sospesa" tra l'intonazione parlata ed il canto; è ciò che dà il
carattere drammatico-patetico (che è proprio di Jacopo) e statico,
contemporaneamente, dello "stile recitativo" del Peri.
Dopo
il primo CD dedicato ai Madrigali accompagnati da uno splendido
Clavicembalo di Domenico da Pesaro del 1570, seguono i due CD consacrati
alle Arie e Lamenti del grande cantore e creatore fiorentino. Si
tratta di Arie in gran parte contenute nelle raccolte pubblicate
nel 1609 e nel 1619 (l'unicum di questa edizione si trova alla
Biblioteca Nazionale di Parigi) e di Lamenti, tratti da
composizioni in genere rappresentativo giunte a noi sia in forma
manoscritta frammentaria (Lamento di Jole) sia in edizioni
originali integre, ma parzialmente periane, come è il caso de "La
Flora" pubblicata nel 1628 da Marco da Gagliano in cui solo il
personaggio di Clori è "intonato" musicalmente da Jacopo Peri.
Della Clori, appunto, vengono presentati i due "lamenti" di cui
il primo "Lassa" con cui si apre il I CD, contempla in
particolare l’effetto dell' "Ecco" (eco). Alcuni brani
fanno parte di raccolte a stampa di altri autori fiorentini e portano la
dicitura "Del Signor Jacopo Peri" (Se da l'aspro martire, O dell'Alto
Appennin figlio Sovrano) oppure sono sparsi in manoscritti
conservati in biblioteche europee come lo splendido "Tu dormi e'l
dolce sonno".
Sul
piano strutturale le composizioni sono musicalmente molto varie. Un
posto d'onore spetta agli stupendi lamenti, genere in cui Peri
eccelle, insieme a Monteverdi, sui contemporanei.
Il
suo stile recitativo è presente in vario modo. Nel brano "O
dell'Alto Appennin" si trova suddiviso in varie sezioni mentre in
"Che veggio, ohimè che sento" l'intonazione patetica viene ripetuta
in varie strofe, pur con variazioni di accenti legati alla parola, con
un verso finale che viene ripetuto come ritornello sempre eguale (salvo
l'ultimo) che è, a sua volta, completato da un ritornello strumentale.
In "Qual cadavero spirante" il ritornello "recitato"
costituisce l'inizio di ogni strofa che poi si espande in ritmo ternario
come una tipica aria musicale. Indipendentemente dalla struttura poetica
invece "Tu dormi" e "Se da l'aspro martire" realizzano il
puro "genere" o "stile fiorentino" così tanto ammirato da
Monteverdi. Lo straordinario, stupendo e lungo brano "Se da l'aspro
martire", dal carattere intimistico e meditativo, appare come una
"lettera" amorosa ante litteram.
Sono
presenti poi diverse arie strofiche in ritmo ternario come "Tra le
donne, onde s'onora", "Bellissima Regina", "Hor che gli augelli",
"Freddo core", "Care stelle" e soprattutto lo straordinario "Un
dì soletto", il cui bellissimo Basso in tempo C 3/2 è costituito da
un disegno "ostinato" del ritornello che introduce ogni
strofa e che continua, con andamento ben ritmato e sincopato rispetto
alla linea del canto, fino alla fine.
La
qualità artistica di ciò che ci rimane di Jacopo Peri ci fa rimpiangere
immensamente che la stragrande maggioranza della sua produzione non ci
sia pervenuta, poiché niente è "gratuito" in Peri: ogni brano, anche il
più "scorrevole", si distingue per un linguaggio musicale sempre dotto e
pertinente sia sul piano vocale che contrappuntistico.
Peri
è autore difficile, severo, ed eccelle nel Canto drammatico in cui
utilizza dissonanze (a cominciare dalla Ottava superflua)
e cromatismi straordinari (si ascolti la parte finale di
"Fortunata Corilla" e del lamento di Jole "Uccidimi dolore")
che ne fanno un autore altamente "moderno".
Solo
quando avremo una quantità di vocalisti idonei potremo ascoltare un
capolavoro come le "Musiche" per l’Euridice del Rinuccini
e rendere pienamente giustizia ad uno dei maggiori autori italiani
di tutti i tempi. Nel frattempo, queste registrazioni permetteranno,
è il nostro intento, di far uscire il nome del nostro Jacopo dal limbo
improprio di "primo autore di melodramma".
Nella Anfuso