I termini con cui si designano le streghe hanno un'origine varia. In Italia è spesso collegabile alla parola latina strix (uccello notturno), in Francia sorcier o sorcière deriva dal latino sortilegus/sortilega, che in origine indicava i divinatori. In Inghilterra witch deriva dal sassone wicca/wicce, ossia sapiente (che corrisponde al latino saga). In Germania hexer/hexe ha un significato simile alla parola witch, ossia saggio/saggia. L'avversione L'odio verso la strega nasce dall'avversione alla donna e alla sensualità, considerati strumenti di perdizione. Per questo motivo la strega veniva rappresentata come una vecchia deforme e orrenda. Sono esistite comunque anche streghe giovani e belle. Il corpo della strega presentava caratteri incofondibili: lunghi capelli sciolti sulle spalle, marchi impressi sulla pelle... Il diavolo contrassegnava le proprie amanti nei punti più impensabili, perciò la strega doveva essere denudata e rasata per trovare un segno che potesse assomigliare a uno zampino di lepre. Se l'inquisitore non trovava un segno, anche questo era opera del demonio. La strega poteva arrecare danno solo con lo sguardo o con il semplice contatto della mano, il suo alito poteva uccidere e per questo l'inquisitore doveva stare a debita distanza. Era il Diavolo a scatenare la sessualità repressa, e si predicò il rifiuto del piacere, invitando l'uomo a scappare dalla donna, fonte di perversioni e colpevole di aver trascinato l'umanità in una situazione di sofferenza. In fondo Adamo fu corrotto da Eva che sottostò alle insidie del maligno. La religione cristiana fece della donna una creatura imperfetta, capace di atti indegni, la cui inferiorità era resa evidente dal fatto che la testa della donna, più piccola di quella dell'uomo, conteneva meno cervello. Poichè la donna possedeva meno fede dell'uomo era maggiormente esposta alle tentazioni del diavolo. Spesso le streghe erano soltanto donne che possedevano un bagaglio di saperi e di rimedi appresi dal mondo della natura. Sfruttavano le virtù positive delle piante e conoscevano i poteri dei minerali. Paracelso dichiarò che buona parte della sua scienza derivasse dalle fattucchiere. Nel XIII secolo gli accademici si occupavano soprattutto della medicina interna, escludendo le prestazioni di interventi ostetrici, i casi di neuropatia, la cura di piaghe e cancrene. Di fronte a sintomi di malattie all'epoca ispiegabili, i fisici si rivolgevano, a volte, alle guaritrici popolari, questo portava anche a pratiche poco ortodosse, in cui si diagnosticava l'intervento del maligno, un buon alibi all'ignoranza. Comunque solitamente le guaritrici conoscevano l'anatomia umana, curavano fratture, saturavano ferite, intervenivano nei casi di depressione, erano ostetriche e ginecologhe. Conoscevano l'impiego del propoli ed erano esperte erboriste. Con polveri e succhi estratti da frutti, fiori e radici, le streghe facevano sonniferi, analgesici ed eccitanti, che a distanza di tempo entrarono nella farmacopea ufficiale. E' giusto dire che molte volte utilizzavano sostanze impure come l'urina, e altre volte le cure avevano un effetto placebo sui pazienti, che per un po' di tempo si sentivano meglio senza essere stati realmente curati. Le streghe praticavano una medicina alternativa, che teneva conto del corpo e della mente del paziente. Le fattucchiere rispettavano l'influenza dei corpi celesti, soprattutto delle fasi lunari, e praticavano le loro operazioni in giorni particolari. Le streghe cristiane pregavano e invocavano la Trinità, la Vergine e i Santi. I versetti segreti venivano tramandati per via ereditaria, e nel corso della cura trasferivano al paziente le virtù delle erbe e dei minerali. La magia erboristica implicava l'uso di ingredienti religiosi come l'acqua santa, la cera delle candele benedette o simboli cristiani come il segno della croce. Purtroppo non tutte le fattucchiere facevano del bene, chi riusciva ad annientare il male era capace di procurarlo, ad esempio con veleni estratti dalle piante. E l'ignoranza popolare portò ad accusare donne innocenti dopo la morte di un animale o di una cura inneficace. Agli occhi degli inquesitori finirono anche le levatrici, che conoscevano gli anticoncezionali, i procedimenti per interrompere una gravidanza o il sistema per alleviare le doglie del parto. Il Sabba Il raduno delle streghe veniva chiamato Sabba, ma anche Stringhezza, Barilotto, Sinagoga e Buon Gioco. Il nome Sinagoga derivava da un'eredità culturale antisemita.Per raggiungere il luogo stabilito i partecipanti andavano su un carro, a dorso di un asino o a piedi. Le Streghe raccontavano che ci andavano volando, qualche volta tramutate in animale, altre volte cavalcando una panca, una trebbiatura o una scopa. I convenuti utilizzavano un unguento che si spalmava sui piedi, sui glutei e sulla scopa. Al Sabba partecipavano donne e uomini, laici e religiosi, persone disagiate, donne sole, zitelle e prostitute. Il fenomeno diveniva più forte dopo carestie, guerre, perchè il sabba era fenomeno di trasgressione religiosa e sociale. Il raduno delle streghe si fondava su antichi rituali di fertilità che il cristianesimo non era riuscito a cancellare. Contrariamente alle vecchie religioni, che si basavano sul culto della natura e delle divinità, le streghe medioevali, e comunque non tutte, si avvicinarono al maligno. Al Sabba i convenuti omaggiavano il diavolo con un bacio, operavano battesimi alla rovescia, mangiavano, ballavano spalla a spalla, e partecipavano ad un'orgia rituale. Nei primi tempi del cristianesimo venivano condannati coloro che credevano nell'influenza del maligno su animali, uomini o condizioni atmosferiche. Ma nel IX secolo, si fece strada l'idea che le forze del male, sempre che Dio lo permettesse, potessero sconvolgere l'andare naturale delle cose, quindi dalle streghe derivava qualsiasi malanno. Ora, come si è visto, c'erano fattucchiere che operavano nel bene, altre nel male, e altre ancora che non ci stavano con la testa: la chiesa le sterminò tutte, prendendo dentro anche persone che non si erano mai interessate ai riti o alla magia. Si esorcizzavano venti e temporali, si incisero sulle campane scritte propiziatorie, e divennero oggetto di scomunica cavallette, vermi, topi, bruchi e uccelli. Chi osava affermare che i malefici avevano spiegazioni naturali furono accusati di complicità col diavolo. Nel secolo XIII nel "Canon Episcopi" vennero raccolte varie deposizioni di malefici e magie risalenti fino al X secolo, e si dichiarò che i vescovi, una volta trovati i seguaci dell'arte degli incantesimi, avrebbero dovuto allontanarli dalla parocchia. Nel "Super illius Specula" di Giovanni XXII si prevedeva la scomunica e la sconfisca dei beni e, solo in caso di recidività, la morte. Nel 1484 con la bolla "Summis desiderantes" papa Innocenzo VIII inviò degli inquisitori, Heinrich Institor e Jakob Spranger, in Germania dove pubblicarono nel 1486 il "Malleus Maleficarum". Nel trattato si analizzò minuziosamente il vissuto delle streghe, le tradizioni popolari e le confessioni ottenute sotto tortura. Il libro era diviso in tre parti: nella prima si spiegò la stregoneria; nella seconda vennero analizzate le varie forme di stregoneria e i modi per combattarle, come gli esorcismi; nella terza si parlava degli arresti, delle torture, dei processi e dei roghi. Alla fine del quattrocento venne istituito un tribunale speciale per le streghe e vennero nominati degli inquisitori con pieni poteri, a farne le spese furono soprattutto donne. L'inquisitore doveva recarsi sul luogo del crimine, e qui faceva un discorso pubblico, in cui chiedeva a chi avesse partecipato a qualche congrega di eretici o di streghe di farsi avanti, se lo avesse fatto sarebbe stato perdonato dopo una penetinenza, solitamente un pellegrinaggio penitenziale. Una volta rilasciati i peccatori volontari, si arrestavano i sospetti. L'accusato doveva presenziare senza difensori davanti una specie di tribunale composto da un inquisitore, da un diocesano ordinario, e un corpo di uomini dotti. I giudici potevano utilizzare qualsiasi mezzo, tra i quali veniva scelto solitamente il carcere preventivo, dove il condannato veniva incatenato, lasciato senza cibo e sorvegliato in continuazione. Se l'accusato non testimoniava o non vi erano prove sufficienti a suo carico, l'inquisitore nel dubbio poteva autorizzare la tortura. Il Vangelo delle Streghe" è stato scritto da Charles G. Leland nel 1889. Il libro consiste in una raccolta di invocazioni, cerimonie e racconti compiuti da donne, definite "streghe", che facevano parte di una antica religione. A compilare il Vangelo sarebbe stata una chiromante italiana, di nome Maddalena, che diede il manoscritto a Leland nel 1886. Nel Vangelo si parla di Aradia, che nasce da Diana e suo fratello Lucifero. Aradia è una sorta di messia, mandata sulla terra per proteggere gli oppressi e tramandare la magia. Alcuni sostengono che Aradia sia veramente esistita nel XIV secolo in Italia. Diana fa parte di molte tradizioni egiziane, ebraiche, celtiche e fenici ed è la Dea più conosciuta della stregoneria. A Diana, venerata come Dea della caccia, spesso venivano attribuite tre fasi lunari (la luna piena, la luna nuova e la luna a falce), alcuni studiosi pensano che la mezzaluna, il suo attributo principale, sia stata utilizzata dall'immaginario cristiano per creare il simbolo del maligno dotato di corna, e quindi accusare le streghe di complicità con il diavolo. "Il Vangelo delle Streghe" ha influenzato in America molti Hippie e beatnik e ha contribuito a creare vari movimenti, che si rifanno alle antiche religioni, come la Wicca.