MARIO GIACOMELLI

Mario Giacomelli, luglio 1955

Nato a Senigallia nel 1925, la sua infanzia è subito segnata dalla perdita prematura del padre avvenuta quando lui aveva nove anni. Maggiore dei tre fratelli, a tredici decide, probabilmente spinto da necessità economiche, ad andare come garzone presso una bottega tipografa della quale a distanza di pochi anni diviene capo operaio e poi proprietario consociato.

In seguito al lutto la madre trova un impiego come lavandaia presso l’ospizio di Senigallia, luogo che di conseguenza finisce per essere familiare per lo stesso Giacomelli. 

Alla fotografia si avvicina nel 1952 dopo una serie di esperienze d’autodidatta in pittura e poesia e due anni dopo entra a far parte dell’associazione senigalliese  “Misa”. 

Nel 1956 entra nel gruppo “La Bussola” dal quale si allontana poco dopo per divergenze sul sistema concorsuale interno. 

Il suo esordio è caratterizzato da fotografie a titolo stampate in high-key, che verranno poi sostituite, a partire appunto dal ’56, da complessi di opere. 

Il riconoscimento della sua opera fotografica dalla critica, avviene negli anni ‘54 – ’57 con la serie dedicata all’ospizio, ed è subito un caso fotografico. Protagonisti tecnici sono lo sfuocato, il mosso, la stampa sgranata e le ombre. Si può dunque azzardare che Giacomelli dopo una prima e breve influenza cavalliana, è riuscito ad elaborare un suo particolarissimo linguaggio artistico che lui stesso dichiara di matrice realista.

Ormai fotografo affermato, le sue esposizioni, sia collettive che personali, sono innumerevoli. Alcune sue opere sono conservate presso importanti istituti museali del mondo. 

Muore a Senigallia il 25 novembre 2000.