ALFREDO CAMISA

Alfredo Camisa, Basncarella 1955

Nato a Bologna nel 1927 inizia l’attività fotografica nel 1952 come indipendente, ma due anni dopo entra a far parte del gruppo “Misa” ed in seguito è invitato ad entrare ne “La Bussola”. 

Con altri membri del gruppo partecipa a numerosissimi concorsi aggiudicandosi altrettanti riconoscimenti presentando immagini fotografiche legate all’estetica formalista e surreale de “La Bussola”. In esse gli oggetti perdono la loro ragion d’essere per divenire intersezioni di linee bianchissime o proiettori d’ombre di un nero catramoso.

A cavallo degli anni Cinquanta – Sessanta compie un’inversione di tendenza interessandosi maggiormente ad una fotografia narrativa e «abbandonando i suggestivi giuochi quasi astratti di finestre e gabbie metalliche» s’indirizza verso un’analisi dell’uomo e del suo ambiente. 

La serie dei “Mercati all’aperto” risalente al 1956, rappresenta l’inizio di questo processo d’arricchimento linguistico che si rivela però ancora troppo legato ad una traduzione surreale del soggetto ritratto, che richiama in alcuni casi l’operato di Eugène Atget (1857-1927), in cui anche la figura umana si confonde divenendo oggetto e pretesto figurativo al pari di una maschera fra i numerosi altri oggetti. Ma già l’anno seguente con la serie fotografica realizzata in Africa, il suo linguaggio espressionistico trova una ben più azzeccata dimensione, riuscendo ad intrecciarlo con quei concetti di rigore compositivo tipica della ricerca de “La Bussola”. Questo suo nuovo modo di fotografare, sospeso fra ciò che è rappresentato e ciò che deve essere ancora indagato, ben si sposa con l’uso della fotografia che ne faceva “Il Mondo” di Pannunzio, il quale più volte si avvalse della collaborazione di Camisa, al quale si prospettò l’ipotesi di trasformare la sua passione in professione. 

Nel 1961 egli prese la sofferta decisione di lasciare la fotografia per dedicarsi alla professione di chimico.