VITAMINA A |
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La vitamina A preformata o Retinolo (detta anche la vitamina dell’accrescimento) è liposolubile e necessita di grassi e minerali per il suo assorbimento. Si trova esclusivamente negli alimenti di origine animale: le migliori fonti sono l’olio di fegato di merluzzo, il fegato essiccato, il rosso d’uovo, il burro crudo. Nell’olio di fegato di passera di mare si trova un quantitativo di vitamina A, dieci volte superiore a quello reperibile tramite l’olio di fegato di merluzzo. La Provitamina A (più nota come BetaCarotene) si trova nei vegetali gialli, arancio o nella clorofilla verde delle piante (il cui colore verde maschera il suo colore giallo/arancio caratteristico). La provitamina viene trasformata in vitamina A dal fegato e dalle pareti intestinali: quindi in presenza di difficoltà intestinali o epatiche, non si riesce a scomporre il BetaCarotene e si rischia una carenza di vitamina A (molto comune ai giorni nostri). Questo solitamente può succedere anche nelle persone diabetiche, ed essere causa di invecchiamento precoce delle arterie. La vitamina A aiuta a combattere le infezioni alzando le difese immunitarie. Il raffreddore "che non passa mai", può essere sintomo di carenza di vitamina A. Secondo il dott. Moore, possono servire anche 500.000 UI al giorno per affrontare un grave trauma nei primi giorni di trattamento. Pur non arrivando a simili dosaggi, anche 20.000-50.000 UI al giorno sono una buona integrazione (al massimo per 5 giorni la settimana) con affiancata la vitamina C, e comunque sempre sotto controllo di un medico o di un bioterapeuta. Infatti, essendo liposolubile, alte dosi e per tempi prolungati possono dare fenomeni di ipervitaminosi con gli stessi sintomi della carenza e cioè: ritardi della crescita, cattiva visione notturna, malattie della pelle, secchezza delle mucose e del sistema respiratorio. I sintomi di un’eventuale carenza sono: infezioni ricorrenti, infiammazione occhi (congiuntivite), incapacità di vedere bene al crepuscolo, cecità notturna, occhi stanchi dopo la lettura, otiti, secchezza mucosa della bocca e del sistema respiratorio, secchezza mucosa uro-genitale, bronchiti, pelle dura, acne, sintomi nervosi, problemi gengivali, ecc. La perdita dell’udito, la perdita dell’odorato, la perdita del gusto e la cecità notturna devono far subito pensare ad una carenza di vitamina A, ancor più se parliamo di persone che hanno superato "l’età della giovinezza": i nostri nonni non sono sordi o ciechi per gli anni che pesano sulle loro spalle. Manca solo loro una buona integrazioni di vitamina A. La carenza di vitamina A è preceduta, specialmente nei bambini, da raffreddori e disturbi respiratori. Ad ogni respiro l’aria passa attraverso le fosse nasali rivestite di peli e muco che servono a trattenere particelle estranee. Tale rivestimento dipende dalla vitamina A ed in sua assenza l’inquinamento può invadere i polmoni. Secondo il dott. Walf, la vitamina A aiuta a sconfiggere le infezioni perché assicura la robustezza delle pareti cellulari ed aiuta ad impedire la penetrazione dei virus nelle cellule: in pratica è la nostra "armatura" della salute.
La vitamina A aiuta il timo a mantenersi efficiente (ad onta dell’invecchimento) e ciò permette la produzione di cellule T per aumentare le difese immunitarie. Gli scienziati sanno (e non dicono) che le proteine assunte senza vitamina A da parte di persone malnutrite, faranno più male che bene: infatti le carenze proteiche sono sempre accompagnate da carenza di vitamina A. Indispensabile quindi per la sintesi proteica, essendo un fattore di crescita, soprattutto per ossa e denti. Chi consuma troppe proteine (rispetto a verdure fresche) può presentare sintomi di carenza di vitamina A, venendo usata per sintetizzare le proteine. Perciò l’inverno può sembrare meno freddo con l’integrazione di vitamina A e non solo: può spiegare perché i bambini crescano più d’estate che d’inverno. Ciò perché d’inverno viene spesa per avere meno freddo e per controbattere le infezioni. La vitamina E accelera la circolazione del sangue e stabilizza la A, ma non solo: le vitamine A ed E necessitano una dell’altra, in quanto una impedisce che l’altra si ossidi. Invece la vitamina A non deve essere mai assunta in contemporanea con la vitamina F in quanto hanno difficoltà di assimilazione, c’è una sorta di antagonismo. L’unico modo consiste nell’assumerle a 8 ore di distanza una dall’altra. Se avete in programma una gita sulla neve o su una spiaggia assolata con l’ausilio dell’automobile, prevedete di integrare le vostre scorte di vitamina A altrimenti la luce riflessa può danneggiare la visione notturna, e quindi mettere a repentaglio il vostro ritorno a casa.
La vitamina A è inoltre legata alla capacità di convertire il colesterolo in ormoni. Dosaggi consigliati: fino 150.000 UI di BetaCarotene (secondo il libro "Le nuove terapie dolci contro il tumore": l’autore scrive che personalmente preferisce prendere questo dosaggio come prevenzione). vitamina A preformata: dai 15.000 ai 50.000 UI a seconda della persona: è consigliabile assumerla con la vitamina C e per soli 5 giorni la settimana, per non affaticare il fegato dove viene immagazzinata. Sempre sotto controllo medico o di un bioterapeuta. La vitamina A viene distrutta da fertilizzanti ricchi di azoto che viene usato abbondantemente nelle coltivazioni intensive (tranne il biologico ovviamente), nell’industria della carne. Lo troviamo addirittura nell’acqua che scende dal nostro rubinetto. Nel caso dei vegetali, quanto più tempo le verdure trascorrono nei magazzini, tanto più i nitrati si trasformano in nitriti (e questo discorso vale anche per il biologico) che distruggono il retinolo: quindi i nostri alimenti non solo sono poveri di vitamina A, ma sono ricchi di nitriti che nel nostro intestino distruggono la vitamina A. Inoltre gli oli minerali – presenti in lassativi e purtroppo in alcuni alimenti non biologici – ne abbassano la quantità presente nel nostro corpo, come del resto le infezioni ricorrenti e le malattie infettive. |
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