PERCHE' ARRIVANO LE MALATTIE

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Mi rendo conto di come sia difficile intavolare un argomento complesso e articolato come questo, ma mia intenzione è dare un’idea di massima di quello che avviene nel nostro corpo nel momento in cui viene deciso di creare un malanno.

Il cervello è il computer del nostro organismo: è lui che gestisce, programma, impartisce ordini, anche se in realtà il discorso meriterebbe un approfondimento in quanto non lavora da solo ma si avvale di molti collaboratori che lo aiutano in questo complesso lavoro di organizzazione.

Per semplicità di discorso, farò capo esclusivamente al cervello come “capo”, ma tenete sempre bene in mente che il lavoro non lo fa solo lui.

Come un computer deve cercare, oltre la normale routine di gestione, di far fronte a tanti piccoli/grandi problemi che si presentano giornalmente nella vita di una persona: stress, incidenti, botte, liti, operazioni chirurgiche, frustrazioni, rabbia, esaurimento, e chi più ne ha più ne metta. 

In pratica, OGNI EVENTO DELLA NOSTRA VITA viene catalogato, gestito e se risulta pericoloso per la nostra sopravvivenza o per la nostra buona salute, viene fermato o quanto meno trasformato.

La Meta Medicina (è solo un nome, ce ne sono mille altri), è una parte della medicina naturale che indaga a fondo sul perché si presentino determinate malattie; lo stesso lavoro, anche se in maniera diversa, lo ha fatto Hamer, considerato a ragione uno dei pionieri della cura del cancro tramite “gestione della causa psicologica scatenante”.

Allo stesso modo Deftelsen, mirabile autore di libri che un bravo bioterapeuta dovrebbe sentirsi in dovere di leggere, spiega come i vari acciacchi che affliggono l’umanità da tempi immemorabili, altro non sono che tamponamenti effettuati dal nostro corpo per risolvere un’urgenza in corso.

A questo punto, forse è meglio passare ai fatti, per permettere a chi è digiuno di questi termini di capire un po’ meglio come funziona il meccanismo.

Prendete un lupo affamato, che gira per i boschi in branco. Improvvisamente trova una zampa di coniglio, e per evitare che i suoi compagni gliela portino via dalla bocca, la ingurgita in un sol boccone, senza masticarla. Il suo stomaco, non potendo in nessun modo distruggerla/assimilarla come fa per il cibo preventivamente sminuzzato, dirama un segnale di allarme in quanto si rischia un blocco digestivo (evento mortale).

Prontamente, le cellule del corpo si ammassano attorno al boccone indigerito, formando UN CANCRO. Con il tempo, questo cancro verrà sfaldato pezzettino per pezzettino, ma almeno si è riusciti a salvare la vita dell’animale. E’ una questione di sopravvivenza.

Prendete allo stesso modo un uomo, che lavora in una fabbrica. Improvvisamente viene licenziato, e si trova a dover digerire un boccone troppo amaro, troppo grosso per lui. Questo tipo di persona ha una probabilità enorme di sviluppare il tumore allo stomaco, rispetto ad un’altra persona che vive il licenziamento come un’opportunità di trovarsi un lavoro migliore.

Di seguito, trovate alcuni esemplificativi esempi di come questa legge si applicabile alla maggior parte dei nostri malesseri. 

-         Frattura ossea: senso di ribellione nei confronti di una data situazione, a seconda della zona dove si è verificata

-         Commozione cerebrale o frattura cranica: può essere il risultato di un senso di colpa che riguarda il proprio potere decisionale.

-         Ospeoporosi: nasce da una forma di scoraggiamento perché ci si sente svalutati e a volte schiacciati per lungo tempo.

-         Spalle: c’è qualcosa che ci sembra troppo pesante da trasportare.

-         Mani: ogni singolo dito simboleggia una nostra parte emozionale. Per esempio l’indice rappresenta l’autorità, ricevuta o imposta ad altri.

-         Anche: rappresentano la determinazione di andare avanti. “Che cosa può accadermi di peggio?”

-         Piede torto: la persona ha probabilmente paura di “mettere piede nella vita”

-         Dito a martello: sono il segno che ci si trattiene nel nostro desiderio di avanzare nella vita, e può essere anche connesso con un atteggiamento di  controllo o di resistenza nei confronti della paura.

-         Miopia: anomalia che impedisce di vedere lontano, e quindi paura di un evento nel futuro, sia a livello affettivo, che economico, che altro.

-         Cataratta: il velo copre la vista, l’avvenire sembra oscuro e triste, senza speranza di migliorare. Solitamente accompagnato dalla sensazione di essere abbandonato dai figli.

-         Otite: esiste un problema di apertura, paura di sentire qualcosa di spiacevole, oppure qualcosa che si è già sentito che ha fatto male “E’ meglio se non sento nulla”. (Nota: i bambini all’asilo hanno cascate di otiti, non essendo abituati a sentire le parole spiacevoli dei bambini ai quali non sono “simpatici”).

-         Eczema: molto connesso alla paura, insicurezza, ansia ed incertezza. “Che cosa mi preoccupa, come mi ingenera insicurezza o mi rende ansioso”.

-         Vitiligine: può essere collegata ad un segno di vergogna, sviluppato in precedenza da un tradimento (fatto o subito), dall’aver subito una violenza, dall’aver avuto una malattie venerea, dall’essere sieropositivo, ecc.

-         Intolleranze varie: al latte solitamente esprime il disagio all’aspetto materno (che può essere sia proprio che della propria madre), come del resto anche quello del frumento in quanto generato da madre terra.

-         Sinusite: “Quale persona o situazione non riesco più a soffrire, a respirare?”

-         Cancro al polmone: Si è persa la voglia di lottare, e i polmoni rappresentano la vita, per il respiro che vi entra.

-         Bronchite: ci si sente vessati, soffocati dall’ambiente circostante. (Nota: le frequenti bronchiti dei bimbi che vanno per il primo anno all’asilo, fanno giustamente pensare che il salto dalla calda affettuosa casa materna al pratico, seppur caloroso, asilo non sia del tutto indolore).

-         Ipertensione: tipico di una persona che non esterna le proprie emozioni: difatti i più colpiti sono gli uomini cui è stato insegnato, da piccoli, che “i maschi non piangono, sono virili”.

-         Ipotensione: scoraggiamento, la vita pulsa debolmente.

-         Vomito: “Cosa non riesco a accettare e rifiuto?”

-         Gastrite: c’è una situazione che non si riesce a “digerire” e che provoca molta collera.

-         E molti, moltissimi altri ancora.....

 

Personalmente ho avuto modo di riscontrare l’effettiva applicabilità di tali esempi alla maggior parte dei casi che ho incontrato nella mia “carriera” di naturopata, anche se spesso la persona tende a dimenticare, “sepellire” il fatto da cui è partito il processo di “malattia”. Non solo: questo approccio non è fattibile con determinati tipi di persone, e quì entra in ballo la sensibilità di chi fa le domande. 

Sperando di avervi dato qualcosa di cui pensare, vi rimando ad alcuni libri veramente molto interessanti: 

-         “La medicina sottosopra: e se Hamer avesse ragione?” – ed. Amrita – G. Mambretti e J. Sèraphine

-         “Metamedicina - Ogni sintomo è un messaggio” – ed. Amrita – Claudia Rainville

-         “Malattia e destino” – Ed. Mediterranee -  Thorwald Dethlefsen

-         “Il destino come scelta” – Ed. Mediterranee -  Thorwald Dethlefsen