OMOTOSSICOLOGIA

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Se la spia dell’olio della vostra automobile si accende improvvisamente, la prima cosa logica da fare è fermarsi appena possibile per un rabbocco dell’olio. A nessuno verrebbe mai in mente di scollegare, togliere la lampadina della spia per non vedere più il problema e continuare a viaggiare, esatto?

Ebbene: quando assumete un farmaco per togliere un fastidioso sintomo, voi in pratica "staccate" la lampadina del vostro corpo che vi stà segnalando un problema in corso.

L’Omotossicologia, fondata da H.H. Reckeweg, analizza proprio questo processo, ma in particolare studia il comportamento e l’eliminazione delle tossine che danneggiano l’organismo umano, le cosiddette "omotossine".

Reckeweg si rese conto che la malattia altro non è che il nostro sistema immunitario che si mette in moto per combattere ed espellere i veleni che inquinano i nostri tessuti. Nel momento in cui l’organismo si trova con un eccesso di tossine (alimentazione errata, intolleranze, assunzione medicinali, stress, ambiente, ..) si attiva per la loro espulsione: tramite la pelle (eczema, herpes, eccessiva sudorazione, ..), tramite il sistema respiratorio (rinite, sinusite, ..), tramite l’apparato gastro-digerente (febbre, diarrea, ..), tramite reni/fegato (cistite, calcoli, cirrosi, ..). In pratica il corpo si difende dalle omotossine con reazioni antitossiche, che noi comunemente chiamiamo "malattia" e che cerchiamo di "risolvere" con una pasticca, togliendo in questo modo il sintomo ma NON LE TOSSINE che lo hanno causato...

Reckeweg distingueva sei fasi di risposta antitossica. Le prime 3 rappresentano reazioni relativamente innocue - chiamate umorali – in cui solitamente la guarigione giunge spontanea: mediante il processo infiammatorio le tossine vengono neutralizzate ed eliminate. Le 3 fasi seguenti – cellulari - comprendono patologie (malattie) che ormai hanno provocato lesioni cellulari rendendo impossibile, o perlomeno altamente improbabile l’autoguarigione. Secondo l’Omotossicologia, si entra nell’ultima fase di questa tabella inerente le neoplasie (tumori), a causa di una continua soppressione con l’ausilio di medicinali, di questo lavoro di pulizia dell’organismo.

I numerosi antibiotici, antipiretici, antidolorifici, usati troppo frequentemente e spesso a sproposito, bloccano l’effetto di eliminazione in atto e fanno trasmigrare le tossine in altri tessuti dove, divenute maggiormente aggressive, fanno danni ancora maggiori, anche a livello cellulare. In altre parole: non fanno uscire IN ALCUN MODO le tossine che hanno causato la malattia, e quindi, prima o poi, è lecito aspettarsi un ritorno del malessere, anche in forma diversa.

Facciamo un esempio concreto: un bambino di 5 anni che chiameremo S., presentava una lingua geografica con estese zone depapillate, assieme ad un eczema ricorrente sotto il labbro inferiore. Da alcuni anni era in cura omeopatica, a dieta stretta causa numerose intolleranze. Nella sua storia medica troviamo che ha fatto uso di penicillina per una broncopolmonite verso i 28 mesi di età. Con l’aiuto della kinesiologia scopriamo che S. ne è ancora intossicato e quindi gli viene proposto di assumere penicillina omeopatizzata assieme ad altri rimedi omotossici. Dopo alcuni giorni di cura, si nota un lieve acutizzarsi dei sintomi della durata di alcune ore (sinonimo che la cura stà sortendo effetto) per poi scomparire del tutto. A distanza di mesi, S. ha la lingua perfettamente rosea e l’eczema ricorrente è scomparso del tutto: inoltre le sue intolleranze stanno lentamente ma progressivamente migliorando.

L’Omotossicologia, con l’ausilio dei progressi della medicina accademica (quindi analisi mediche, esami diagnostici, ecc.) trova l’esatta posizione della malattia nella tabella delle 6 fasi, e tramite rimedi omotossicologici aiuta il corpo a riattivare le funzioni di elimino delle tossine e, in caso di danni cellulari, ripristina la struttura enzimatica cellulare. In conclusione la terapia omotossica non elimina il sintomo, ma lancia un vero e proprio impulso verso la guarigione basato sulla disintossicazione: questo con l’ausilio sia di farmaci omeopatici (sia unitari che composti), che di altri rimedi ancora.

Il discorso ovviamente meriterebbe molte più righe per essere completo, ma sono certa che anche queste poche nozioni lasceranno nella mente di qualcuno un piccolo, più che lecito dubbio.

Articolo apparso su Konrad di maggio 2002.