BIOLOGICO PERCHE'

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L’abisso fra l’agricoltura biologica e quella industriale è veramente grande.

L’agricoltura industriale usa dosi massicce di composti chimici dannosi, lavora con l’allevamento intensivo e non ha rispetto per l’ecosostema.

Quindi per prima cosa balza agli occhi di come tale sistema comporti un costo elevato ambientale e sanitario a causa della contaminazione delle acque potabili e degli alimenti di cui ci cibiamo.

I costi per la potabilizzazione delle acque che escono dai rubinetti sono da capogiro, anche se tale processo non dà come risultato un liquido adatto all’uomo; infatti il Ph, per quante manipolazioni vengano effettuate, non sarà mai fra i 6.3 e i 6.9 come dovrebbe essere, e buona parte dei pesticidi rimane comunque in soluzione. Per non parlare di cloro e fluoro, i peggiori nemici di sistema immunitario e tiroide.

Tale gestione dell’agricoltura ha inoltre portato avanti un grosso problema, quale la crescente desertificazione del nostro Paese.

Nel sud oramai è un dato di fatto, la crescente arsura dei terreni e la scarsa collaborazione piovana; tutto questo porta ad una maggiore povertà di chi vivi, i meglio sopravvive, con il suo terreno.

Vediamo un po’ di cifre.

Nel 1998 sono stati venduti in Italia 109.600 tonnellate di pesticidi chimci, di cui 23.100 diserbanti, 29.000 insetticidi, 47.600 anticrittogramici, 9.900 altri prodotti di sintesi.

La maggior parte di questi pesticidi, è stata usata per l’Italia settentrionale, circa il 51.1%.

Per ogni chilo di principio attivo utilizzato, solo 10 grammi vengono assimilati dagli insetti, mentre gli altri 990 grammi si disperdono nell’ambiente per deriva, volatilizzazione o percolazione.

Basta ricordare l’atrazina che nel 1986 era presente in un quarto dei pozzi dell’acquedotto di Milano, la cui acqua fu poi considerata potabile (!) con un decreto che innalzò di 10 volte la soglia massima consentita per legge, già allora piuttosto alta.

Oggi una mela subisce anche 40 trattamenti con oltre 100 tipi di pesticidi diversi con il risultato che spesso i prodotti in vendita hanno residui chimici che superano i limiti consentiti per legge. Anche se viene spontaneo chiedersi, quali, come e da chi sono stati definiti tali limiti...

Andiamo avanti.

Sempre nel 1998 sono stati usati 1.776.500 tonnellate di fertilizzanti chimici di sintesi per i terreni agricoli. Di questi, più di due terzi filtrano nei terreni finendo nelle falde acquifere, nei laghi, nei corsi d’acqua, e dulcis in fundo, nei nostri acquedotti.

Poi..

Negli ultimi 50 anni, non solo si è modificato profondamente il territorio, spianando rilievi, interrando fossati, sradicando alberi per permettere il passaggio di macchine agricole sempre più grandi, ma si è anche ridotta drammaticamente la superficie di aree naturali. 

Le notizie sempre più frequenti di allagamenti, paesi inondati, smottamenti, frane, fiumi fuori dagli argini, sono solo il risultato di un ecosistema danneggiato, privo di elementi che bloccano l’afflusso di acqua come radici degli alberi, rilievi, montagnole, colline, dossi e sterpaglia varia.

Questi territori caratterizzati dalla presenza di flora spontanea sono una rilevante caratteristica del paesaggio e uno dei più importanti habitat per le comunità animali e vegetali.

Intere specie di insetti e di animali si sono ormai estinte, anche se nessuno lo rende noto: chi vede più le lucciole, tanto per fare un esempio? 

Quindi, a prescindere da quello che contiene un vegetale non biologico, tutte queste note fanno pensare che mangiando biologico è un po’ come mettere un’assicurazione sulla vita del proprio pianeta, e quindi un po’ anche sulla nostra stessa sopravvivenza.