ALLEVAMENTO INTENSIVO POLLI |
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Allevamenti intensivi, "culla" di virus e batteri Le
concentrazioni di animali e le scarse condizioni igieniche sono terreno fertile
per le epidemie. Visto che abbiamo scritto del potenziale pericolo rappresentato dal virus dell'influenza che sta mietendo milioni di vittime - pennute per il momento - in Italia, Olanda e Belgio, cominciamo questo viaggio negli allevamenti intensivi, di polli da carne, tacchini e ovaiole, ovvero nel settore avicolo. La cecità di una zootecnia che fa dell'intensivismo il proprio fine non solo è moralmente inaccettabile per i disagi, se non torture, causati agli animali, ma mette in serio pericolo la nostra sopravvivenza. Virus batteri e protozoi di
solito hanno delle barriere di specie. Questo vuol dire che il tal virus
colpisce la tal specie e non l'altra. Tutto questo vale fino a quando l'uomo non
crea le condizioni che consentono il "salto di barriera". L'enorme concentrazione di
animali in pochi chilometri quadrati, una spinta produttiva che non ha confini e
che implica l'uso di genetiche distorte e di trattamenti antibiotici e ormonali,
il pullulare di agenti virali più o meno attenuati sotto forma di vaccini, sono
condizioni che favoriscono l'aggressività degli agenti patogeni verso altre
specie. Se poi questi organismi trovano un'elevata concentrazione di uomini in
scarse condizioni igieniche, ecco creato il terreno fertile per le grandi
epidemie. Una gallina in natura, come sa
ogni contadino, d'inverno fa pochissime uova semplicemente perché la giornata
è corta e manca la luce che stimola l'organismo ad ovulare. Oggi le galline
ovaiole, stipate in allevamenti da cinque piani di gabbie con una superficie
inferiore al mezzo metro quadrato per tre soggetti, arrivano a produrre quasi
300 uova in 356 giorni di vita. Immaginate un capannone di
60mila ovaiole dove la luce viene fornita per 16/17 ore al giorno, dove bisogna
avere un montacarichi per andare a vedere cosa succede ai piani alti, dove gli
animali devono mangiare 118 grammi di mangime al giorno, dove tutto è
perfettamente programmato perché escano in una giornata 55mila uova, tutte con
lo stesso colore del guscio e del tuorlo. Le macchine da Formula 1 sono uno
scherzo al confronto. Questi sono i veri bolidi: organismi che il triangolo
genetica, ambiente, alimentazione cerca di sostenere allungando a dismisura i
propri lati. I rami troppo lunghi, però, si
spezzano e nelle maglie di queste macchine geneticamente sublimi per capacità
riproduttiva s'infilano piccoli esseri che fanno uscire di strada. I Mycoplasmi,
i batteri, i virus. Sapete quante vaccinazioni
vengono effettuate da quando un pulcino nasce fino a 120 giorni di vita, quando
la pollastra diventa gallina e produce il primo uovo? Venti più o meno. Tre
delle quali entro due ore da quando il pulcino ha abbandonato l'uovo in
incubatoio. Se le galline piangono, i polli da carne all'ingrasso e i tacchini non ridono. Anni fa un'azienda estera che forniva tacchini sbagliò una linea genetica. I tacchini all'ingrasso crescevano con incrementi ponderali eccezionali, con indici di conversione che promettevano soldi a palate. Avevano dimenticato che per
sopportare certi pesi ci vuole uno scheletro adatto e un baricentro preciso. I
tacchini, oltre un certo peso, si sbilanciavano in avanti e le zampe si
piegavano fino a quando il volatile non si muoveva più. Oggi riescono a
muoversi (a gambe un po' divaricate, come cow boy) pur raggiungendo, i maschi i
20 chili di peso a poco più di tre mesi d'età e con uno spazio equivalente a
due mattonelle a disposizione. I polli da carne (broiler) hanno subito una spinta genetica analoga. Ormai si mandano alla macellazione femmine di 35 giorni d'età (immaginate che carne squisita) e maschi di 50 giorni del peso mostruoso di oltre tre chilogrammi di carne. Dove vogliamo arrivare signori? Alla macellazione del pulcino il giorno dopo che è nato? Possibile forse, ma non mi auguro di vedere quel giorno. Ho già visto abbastanza mostri. di Oscar Grazioli DA LIBERO 8 MAGGIO 2003 |
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