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domenico pagliuca

[…] Così arriviamo al I° novembre, giorno di Tutti i Santi, è già trascorso un mese. Mio cugino Santino, ancora tra i dispersi, aveva l'abitudine di passare la mattinata in macelleria ad offrire dolci agli amici e passanti compiaciuto quando mi ricordavo che era il giorno del suo onomastico; al posto del suo immancabile sorriso, sul balconcino un mazzo di fiori, per non dimenticare.

Impensabile la grande partecipazione popolare alla fiaccolata in memoria delle vittime… Incontro la Dirigente del nostro Istituto Comprensivo, professoressa Venera Munafò, sempre molto vicina alle nostre vicissitudini, piena di idee ed azioni.

La silente marea avanzante si congiunge con i cittadini di Giampilieri, Briga Marina, e imbocca il bivio verso la stazione dove incontra gli abitanti di Altolia, Molino e Giampilieri Superiore. Non avevo mai visto una così vasta partecipazione di gente, oggi accomunata dal dolore per la scomparsa di quegli incolpevoli, ricordàti per nome ad uno ad uno.

Rientro a casa, sono le 20.00 e mi attardo a pensare a quei tristi momenti dei giorni appena trascorsi, e a quando, per prendere respiro, mi affacciavo dalla terrazza e forte emergeva la figura di Leonardo Sciascia con la sua suddivisione degli esseri umani in categorie: dal lato del mare vedevo gli "uomini", ossia Carabinieri, Vigili del fuoco, protezione Civile che con i subacquei si davano un gran da fare alla ricerca dei dispersi, ed alcuni miei compaesani con tutti i loro mezzi a disposizione. Dall'altro lato, sulla statale 114 si vedevano almeno tre categorie di soggetti; gli avvoltoi: sono pochi, volano in alto ma vedono lontano, si augurano un'alluvione l'anno, magari in paesi diversi; gli sciacalli: sono tanti, razzolano in basso, sminuzzano tutto e non perdono occasione per trarre profitto; i ciddazzi, si muovono in branco, si buttano nei pochi bar del paese a mummuriari, saltellano per le rovine di Scaletta Marina e invece di darti una mano riescono a dire solo "MMiii chi ssuccidiu ... !?!

Guardo dalla finestra di casa mia, mi rendo conto che le ferite inferte dall'uomo alla natura metteranno molto tempo per guarire ma che le ferite che la natura sa infliggere all'uomo non guariscono mai. E mentre tu pensi che "non c'è chiù scuru da menzanotti", una torcia illumina una grossa quercia oramai abbattuta, sradicata, morta; in un mese però, il seme da lei lasciato nei dintorni è riuscito a fiorire, e si vede un germoglio, due, tre, tanti germogli che ridaranno vita al nostro dolce paesino di Scaletta Marina. [...]

 

 

L'intervento  è stato tratto dal testo scritto da Domenico Pagliuca dal titolo "L'onda assassina" che racconta le vicissitudini sue e della sua famiglia durante l'alluvione del 1° ottobre 2009 che ha danneggiato la sua casa di Scaletta Zanclea e segnato in maniera indelebile la sua vita e quella dei suoi familiari.

 

Domenico Pagliuca insegna lingua Francese nella scuola media di Scaletta Zanclea.

 

 

estratto donato dall'autore al Museo del Fango