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domenico cacopardo

UNA TERRA FERITA DALLA MAFIA E DAL CEMENTO

Repubblica — 03 ottobre 2009   pagina 1   sezione: PALERMO

MISSINA, Missina, un journu sarai mischina... La profezia di Colapesce si è avverata e si è avverato un prevedibile disastro.

Ha vinto la società incivile: le frane della scorsa settimana e quelle, ben più gravi, di ieri dimostrano ancora una volta come la connivenza tra pubbliche autorità e cittadini irrispettosi della legge costituisca il presupposto necessario per il malgoverno diffuso nelle nostre contrade peloritane. Un unico contesto, quello che va da Messina e i suoi villaggi sino a Taormina.

Non ci si può illudere: questa provincia non è la terra babba della vulgata tradizionale. È, come le altre, mafiosa e criminale. E la connivenza che consente all' artigiano di realizzare un piano abusivo per ospitare figlio, nuora e nipote è la condizione che permetterà le più ampie iniziative immobiliari del capitale mafioso.

Non potrebbe essere altrimenti. Andiamo un po' indietro nel tempo. enza ricorrere al ruolo di don Calogero Vizzini presso il capitano Poletti, basta ricordare l' arrivo nel 1946 in Italia - espulsi per mafiosità dagli Usa - di Rosario Vitaliti e Chico Scimone taorminesi, di Carmelo D' Allura di Mongiuffi Melia e di Russello di Kaggi. E il giro di mafiosi - a cominciare da Lucky Luciano - che, al loro seguito, iniziò a frequentare la città del monte Tauro. Basta ricordare il verminaio irrisolto costituito dall' Università di Messina, dai suoi concorsi truccati, dai suoi omicidi, dalla presenza di noti pregiudicati al suo interno. Va, ovviamente, compresa nel verminaio la facoltà di Medicina, sino a poco fa monopolizzata dal chirurgo Salvatore Navarra, fratello del capomafia Michele (detto ' u patri nostru ), assassino di Giuseppe Letizia (unico testimone dell' omicidio di Placido Rizzotto) e assassinato a sua volta nel 1958 da uomini di Luciano Liggio. Ma a noi interessa il potere di Salvatore, eletto in modo rocambolesco addirittura presidente della Società italiana di chirurgia: il giorno prima delle votazioni alcune migliaia di medici siciliani (il numero esatto che gli avrebbe consentito di prevalere) si iscrissero all' associazione. A Messina si diceva che il professor Navarra era la testimonianza dell' esistenza di Dio, nel senso che, stante il suo spessore, solo un miracolo era riuscito a portarlo là dov' era arrivato. Basta ricordare che per oltre vent' anni Messina è stata governata da una cupola politica costituita da Peppino Astone e Nicola Capria che, rappresentanti del potere democristiano e socialista, hanno bloccato ogni sviluppo civile ed economico. Dietro entrambi, la figura carismatica di Nino Gullotti. Figli ed eredi spirituali di questi personaggi sono ancora oggi alla ribalta. Basta ricordare che gli ultimi due sindaci della città dello Stretto sono stati Giuseppe Buzzanca, autore di un riconosciuto peculato (insieme alla sposina si fece accompagnare in Puglia dove doveva imbarcarsi in crociera dalla macchina blu con autista della provincia), e Francantonio Genovese, avvocato e finanziere pour cause, in quanto erede – in senso tecnico- delle fortune politiche e finanziarie di Nino Gullotti e del cognato sen. Genovese. Basta ricordare l' edificazione selvaggia delle colline da Messina a Taormina, soprattutto nei territori di Letojanni, Forza d' Agrò e Sant' Alessio. Qui la svolta inizia con la costruzione dell' autostrada Messina-Catania. Non solo per l' arrivo di note imprese siciliane, oggi scomparse, quanto per l' arrivo di subappaltatori legati alla mafia. Di quel tempo resta irrisolto il mistero dell' assassinio del giovane Carmelo Bucceri, 26 anni. Il legame con le amministrazioni locali nasce lì. Per esempio, chiamati dalla necessità di gestire il territorio, alcuni grandi proprietari terrieri locali - Garufi, Mauro - si insediano come sindaci a Letojanni (nelle loro maggioranze, purtroppo, anche esponenti Ds e, ora, Pd): i loro terreni vengono lottizzati e venduti a imprese dai nomi strani provenienti dalla Sicilia occidentale. L' imponente massa di costruzioni a monte della statale 114 e dell' autostrada fa sì che le piogge si trasformino in alluvioni portando a valle milioni di metri cubi di fango e terra.

E Taormina, l' isola nel cielo di Toto Roccuzzo, è veramente un' isola o è un santuario per investimenti coperti?

Il facondo dottor Francesco Alecci, prefetto di Messina, è proprio sicuro che non ci siano responsabilità nella mancata prevenzione o nell' attuazione del piano d' emergenza? (ma c' era un piano d' emergenza? Era aggiornato?).

Il procuratore della Repubblica, Guido Lo Forte, ha di che indagare: dove metterà le mani troverà di che occuparsi.

E forse, dopo l' ultima sciagura, anche il cittadino comune dirà: «Basta». Gli spazi di mediazione tra la società civile e quella incivile dovrebbero essersi finalmente esauriti. La connivenza tra pubbliche autorità e cittadini irrispettosi della legge è il presupposto necessario per il malgoverno. Questa provincia non è "babba".

 



 

 

Domenico Cacopardo è nato nel 1936 a Rivoli (Torino).

Dopo la prima infanzia vissuta in Sicilia, si è trasferito in Continente nel 1947 ed è vissuto gran parte della sua vita in varie città italiane(Viterbo, Bologna, Napoli, Roma, Parma,Venezia).

 Ha tuttavia sempre trascorso parte dell’anno nel paese di origine.

 Ha scritto, oltre a numerose monografie di carattere giuridico:
- Sul pensiero di Bergson, saggio,  Amoretti editore 1972, Parma;
- Polifemo e altro, poesie, Art Center editore 1978, Roma;
- Il guerriero egizio, poesie, San Marco editore 1982, Venezia;
- L’implicito sublime, poesie, San Marco editore 1987, Venezia;

- Il caso Chillè, romanzo, Marsilio editori 1999, Venezia;
- L’endiadi del dottor Agrò, romanzo, Marsilio editori 2001, Venezia;
- Cadenze d’inganno, romanzo, Marsilio editori 2002, Venezia;
- Giacarandà, romanzo, Marsilio editori 2002;

- La mano del Pomarancio, Mondadori editore 2003;

- Virginia, romanzo, Baldini Castoldi Dalai editore 2005;

 - carne Viva, romanzo, Baldini Castoldi Dalai editore 2007;

Collabora con i quotidiani La gazzetta di Parma e L'Unità.

 

Il 9 giugno 2010 sarà in libreria il suo ultimo romanzo, Agrò e la deliziosa vedova Carpino

 

 
opera pubblicata su La Repubblica pagina di Palermo donata dall'autore al Museo del Fango  

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