Nevica

Nevica…
Il buio della notte
nasconde il mio volto
dallo sguardo della gente…
Dal cielo milioni di stelle
cadono stringendosi la mano…
Non riesco ad immaginare
una storia diversa…


C’era un sogno,
poi tu, senza parlare…
Solo un riflesso,
un’ombra sul muro.
Non definita, sfuggente,
dolcemente complicata…
Non sei più tu
e vedo tutto sparire,
oltre i miei occhi,
oltre il mio essere così,
dentro ogni minuto…
Come quei fiori che mai guardi
ma che sai di avere…
Dipingono il tuo vuoto,
rimangono ad aspettare
solo un tuo sguardo…
Nemmeno il tempo potrà giustificare
ciò che hai perso,
ma in fondo riuscirai a non accorgertene mai.
Rimarrà il ricordo,
se davvero è quello che conta.
Resterà la sensazione che forse
non tutto sia stato sprecato.
Ma so che era solo
una splendida illusione,
niente di più…


E mi convincerò
che non si può tornare indietro,
che è impossibile cambiare ciò che è stato.
E allora accetterò
le tue bugie,
senza dubitarne mai…
Ma ora è impossibile,
non riesco a capire perché…
In un secondo si può distruggere ogni certezza.
In un battito d’occhi una persona può sparire.
Vorrei la tua innocenza,
per liberarmi della mia colpa…


Nevica…
Potrei rimanere ore
a pensare a noi…
Ma so che servirebbe solo
a scivolare
ancora più giù…
E se cadessi ora
non riuscirei a risalire…
Perché non posso sopportare
di vederti felice lo stesso?
Questo non avrà fine…
E piangere non risolve nulla,
se l’unica persona
che potrebbe consolarti
è la stessa per cui
stai fermando il tempo…


Nevica…
Potrei rallentare
e chiedermi se è sbagliato
fidarsi di ciò in cui si crede…
So di aver dato tutto quello che potevo per te…
Ma niente è mai abbastanza.
L’unico rimorso sarà di non essere riuscita a perderti…
Sei l’ultimo pezzo
di questo inverno,
l’inizio di un nuovo sogno…
Impossibile da dimenticare,
eppure difficile da ricordare…

Specchio

Piove…
Le gocce si rincorrono sul vetro del finestrino,
prima di scomparire all’improvviso…
Sorrido a guardare oltre l’acqua,
il suo ticchettio continuo, dolce…
La nostalgia di un’emozione mai provata
si fa strada nel mio cuore.
Forse sto sognando,
tutto è un’assonanza di colori,
i suoni si inseguono su una tela invisibile…
Mi volto verso il vetro,
fa da specchio tra me e la mia immagine,
occhi mascherati dall’allegria.
Ma ora so quanto falso sia quel riflesso,
non è mai stato più chiaro il tuo viso.
Potrei dire di conoscerlo,
se solo avessi avuto il coraggio
di non lasciarti fuggire…
Invece ti ho persa irrimediabilmente,
cosa mi rimane?
Il tuo riflesso oltre quel vetro,
oltre lo specchio dei miei sogni,
oltre la mia paura di sbagliare…
Ma non sei arrabbiata, la tua felicità
non è mai stata più palese…
Ti fisso in silenzio, mentre cerco di riconoscere
in te la persona che conobbi.
I tuoi occhi chiari come il ghiaccio,
eppure dolci e arrendevoli…
Lasciano trasparire la tua incerta sicurezza,
cammini su un filo,
troppo alta da terra
per riuscire a guardare giù…
Il tuo equilibrio è la gelosia di un cuore infranto,
vorrei capire come puoi fare del male senza volerlo,
come puoi farmi morire senza saperlo.
Eppure mentre i miei occhi velati
si perdono nei tuoi,
tutte le domande svaniscono…
Rimane la consapevolezza della tua lontananza,
del tuo dolce odio,
del tuo sincero mentire… A me…
Rimangono i tuoi gesti di libertà,
il tuo cercare di frenare
la mia inclinazione a superare i limiti,
tu non l’hai mai accettata…
Razionalità e irrazionalità,
voglia di piangere e incapacità di farlo,
parole senza senso e profondi silenzi,
di tempo non ne abbiamo avuto mai…
Ma a che sarebbe servito?
A fissarci insieme in uno specchio,
a poterci odiare senza proibirci di farlo…
A sentire che essere diverse
non è reato,
non è sbagliato,
non nasconderti la verità.
E ora che le lacrime del cielo
vogliono farti sparire di nuovo,
ora che sei il mio contrasto,
ora forse riuscirei a tenerti con me…
Ma di quello che ho urlato lassù,
dimmi, cosa hai sentito?
E di tutti i miei discorsi inutili,
dai, cosa ti è rimasto?
E del brusio di mille voci sussurrate
che eravamo noi, ammetti,
l’hai mai creduto possibile?
La tua risposta non verrà nemmeno
questa volta,
perché non sarà diverso con te.
E ritenterò, magari sarò più fortunata,
che la vita mi ha dato solo te…
E a te ha dato la capacità di imprigionarmi…
E a noi non ha pensato,
non ha voluto niente di più che unirci e ferirci.
Spezzo questi sogni,
sfioro con le dita il tuo vetro,
ma non posso credere di toccarti.
Tu decisa mi volti le spalle,
quante volte ti ho vista farlo?
E non ti ho mai chiesto di voltarti…
Nemmeno ora lo farò… Lo so.
Lentamente ti allontani,
fa male vederlo di nuovo,
mentre dal cielo scende la malinconica
voce di un pianoforte…
Il mio pianto appanna il vetro…
E riesco a fermare le lacrime,
quando la tua canzone preferita
mi giunge da lontano.
E mi sento più forte,
o forse solo più sola…
Rimpianto mi abbraccia,
potresti essere tu…

Autunno

Tempesta di foglie
ti avvolge,
il tuo mantello nero
è il cielo di notte…
Il rosso dell’alba,
il sole al tramonto,
l’azzurro dell’orizzonte
e il marrone,
profumo di legna bagnata…
La pioggia scende ad accarezzarti,
uno schiaffo e ti lascia in ginocchio,
a confonderti con il nulla.
Un treno sfreccia,
stridore di freni,
stazione al mattino…
La gente fugge dalla vita,
ogni cuore batte alla tua porta…
In casa solo nostalgia e rimpianto.
Dove fuggi?
Ti posso vedere ora,
nascosta tra gli alberi
dai mille colori,
piovono foglie d’arcobaleno…
E giochi nel silenzio
del mio animo,
lanci una sfida,
mai la paura di perdere.
Dai camini un filo
di fumo,
un filo
di vita…
Ti lasci cullare dal vento,
sogno ad occhi aperti.
Avanti e indietro…
… poi ancora avanti,
e torni qui…
In lacrime tra le mie braccia.
Calore di affetto,
lontano e vicino…
Non c’è più dimensione,
solo il profumo della tua
pelle, dolce e amaro.
… e mentre ti sento,
fuori un turbine
spoglia gli alberi…
È già autunno…

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