"Qualsiasi via è solo una via, e non c'è nessun affronto, a se stessi o agli altri, nell'abbandonarla, se questo e' ciò che il tuo cuore ti chiede di fare... Esamina ogni via con accuratezza e ponderazione. Provala tutte le volte che lo ritieni necessario. Quindi poni a te stesso, e a te stesso soltanto, una domanda... Questa via ha un cuore? Se lo ha, la via è buona. Se non lo ha, non serve a niente." Carlos Castaneda, The teachings of Don Juan
"Dì: " L'Angelo della morte che si occuperà di voi, vi
farà morire e poi sarete ricondotti al vostro Signore". (Cor XXXII, 11).
Egli è l'Angelo della Morte 'Azra'il e i suoi aiutanti. "Cosa faranno,
quando gli angeli li finiranno colpendo i loro volti e le loro schiene?"
(Cor XLVII,27)
E in riferimento ai credenti : "[coloro] che gli angeli
coglieranno nella purezza dicendo loro: "Pace su di voi! Entrate nel
Paradiso, compenso per quel che avete fatto ". (Cor XVI, 32)
In alcuni hadith è riportato che gli aiutanti di questo Angelo
vengono da una persona morente in accordo con le sue azioni. Se egli ha compiuto
buone azioni nella vita essi avranno un bell’aspetto e porteranno buone
notizie. Se egli ha fatto cose cattive nella sua vita saranno brutti, con un
aspetto atroce e porteranno severe minacce. Poi tireranno l'anima della persona
morente fino alla gola dove l'Angelo della Morte la prenderà.
"Perché mai, quando [l'anima] risale alla gola sotto i vostri
occhi, e Noi gli siamo più vicini, ma non ve ne accorgete, perché mai, se non
dovete essere giudicati e se siete sinceri, non la ricondurrete?
La paura, il dubbio e l’amore per la vita sono più forti della
fede. Pochi sono coloro che sorridono alla morte, solo i puri riconoscono
l’Angelo e gli restituiscono l’anima con serenità.
I Sufi nelle loro parabole
hanno raccontarono molte storie a proposito della morte e una di queste è la
parabola raccontata da Bayazid di Bistam (IX secolo) “L'uomo che aveva
coscienza della morte”
C'era
una volta un derviscio che si imbarcò per una traversata. Quando i passeggeri
salirono a bordo e lo notarono, come accade generalmente in questi casi andarono
da lui a turno per chiedergli consiglio. Il derviscio si limitò a dire ad
ognuno la stessa cosa: egli dava l'impressione di ripetere una di quelle formule
sulle quali tutti i dervisci fissano talvolta la loro attenzione.
La
formula era: "Cercate di essere coscienti della morte, finché non saprete
che cos'è la morte". Pochi furono i viaggiatori che si sentirono
particolarmente attratti da quell'esortazione. Poco dopo si scatenò una
terribile tempesta. I marinai e i passeggeri caddero in ginocchio implorando Dio
di salvare la nave. Passavano dalle grida di terrore, credendosi perduti, alla
frenetica speranza che qualcuno sarebbe venuto a soccorrerli, il derviscio,
invece, era calmo e pensieroso e non reagiva affatto all'agitazione e alle scene
di panico che si svolgevano intorno a lui. Alla fine la burrasca si acquietò,
il mare e il cielo si calmarono e i passeggeri si resero allora conto di quanto
il derviscio fosse rimasto sereno durante la tempesta. Uno di loro gli chiese:
"Non ti sei reso conto che durante quella terribile tempesta eravamo tutti
a un passo dalla morte?". "Ah, sì! certo", rispose il derviscio.
"Sapevo che in mare è spesso così! Ma mi rendevo anche conto - e ci ho
spesso riflettuto quand'ero a terra - che nel normale corso degli eventi siamo
ancora più vicini alla morte".
Se [il morente] fa parte dei ravvicinati [ad Allah], avrà riposo, profumi e un
Giardino di delizie. Se è stato uno dei compagni della destra, [gli sarà
detto:] " Pace da parte dei compagni della destra!" Ma se è stato uno
di quelli che tacciavano di menzogna e che si erano traviati, sarà nell'acqua
bollente, e precipitato nella Fornace ! Questa è la certezza assoluta.
Rendi dunque gloria al Nome del tuo Signore, il Supremo!" (Cor LVI, 83-96).
Secondo la concezione islamica del Giorno
del Giudizio quelli che andranno in Paradiso riceveranno il libro che registra
le loro opere nella mano destra; gli altri, invece, lo riceveranno nella loro
sinistra o da dietro il dorso.
Il Corano spesso fa riferimento alla [parte] mano destra, infatti molti mussulmani credono che la mano sinistra sia la mano del diavolo e tutto viene eseguito dalla destra: la carità, il saluto, in qualunque luogo si entra con il piede destro, anche la sposa quando entra per la prima volta in casa sua deve farlo con il piede destro ed infine nella pratica dell’abluzione prima delle preghiere ci si lava prima l'avambraccio destro e, dopo, il sinistro, inclusi i gomiti fino alla metà degli omeri, perché nel paradiso l'ornamento raggiunge i posti toccati durante l'abluzione. Lavando l'avambraccio destro, dì: “O Allah, dammi il mio libro nella mano destra e rendimi facile la resa dei conti”, lavando il sinistro, dì: “O Allah, mi rifugio in Te: ché Tu non mi dia il libro nella mano sinistra o da dietro il mio dorso”.
Lo
Zio, quel sabato era strano, aveva quasi una goccia d’umanità che gli
scorreva nelle vene, forse per colpa di quell’incontro imprevisto con l’uomo
che sventolava il bastone, subito dopo l’apertura della bottega. Successe così,
io ero appena entrato nel retrobottega a controllare la trappola dei topi, era
andata a vuoto, come le altre volte, ma questa volta io non c’entravo per
niente, e da fuori avevo sentito il loro discorso a pezzetti, in realtà mi
sforzavo di non sentire, quella voce mi dava i brividi, ma nonostante ciò non
potevo resistere, la mia curiosità era più forte di me, l’uomo che
sventolava il bastone doveva aver sorpreso lo Zio da dietro:
- Mamduh! Salve.
-
Salve… Ci conosciamo?
-
Da molto tempo… da sempre, ma non puoi ricordare, eri troppo piccolo.
-
In che cosa posso esserti utile?
-
Sono in giro a recuperare crediti.
-
Hai sbagliato persona, non sono in debito con nessuno.
-
Ti sbagli Mamduh, o fai finta di non ricordare, comunque, è giunto il momento
di saldarlo questo debito, non possiamo andare oltre, la scadenza è per oggi…
-
Forse non hai capito, io non ho mai avuto debiti, casomai sono io che faccio
crediti a tutti voi …
-
Ahahahaha… Mamduh… lo sapevo che sarebbe stata dura con te, ma io oggi
stesso dovrò recuperare il tuo debito, e credimi che mi dispiace molto, questo
mio mestiere a volte mi rende antipatico, per non dire odioso, di fronte alla
gente, ma non posso fare altrimenti. Mi dispiace…
-
Mi dispiace per te amico… E visto che insisti così tanto, potrei sapere
almeno di che tratta questo debito…
-
Una cosa che hai avuto senza chiedere, diciamo, ti è stata regalata,
un dono di cui nessuno è padrone.
-
Dono, nessuno mi ha mai regalato nulla, neanche a mia insaputa, qui è tutto
frutto della mia fatica, è mio.
Per
la prima volta sentivo lo Zio parlare senza convinzione, lui che era così
sicuro di se stesso, alla prima difficoltà alzava la voce, agitava le mani, ora
no, parlava con un tono quasi impaurito, infantile, direi.
-
Purtroppo, è stata una fatica inutile la tua, Mamduh, avresti dovuto fare anche
altro nella vita per meritarlo questo dono… possibile che non hai mai alzato
lo sguardo all’insù, come minimo avresti visto questa vecchia moschea, per
non parlare dalla voce invitante del muezzin…
-
Non avevo tempo da perdere al di fuori di questa bottega.
-
Già.. la bottega… È bella senza
dubbio, ma non basta per saldare il tuo debito.
-
Ma tu sei pazzo, vorresti fregarmi la bottega così come niente fosse… ma ti
rendi conto di quello che stai dicendo?
-
Risparmiati il fiato, Mamduh, ora si è fatto tardi, a tra poco.
Lo
Zio mi chiamò balbettando, era sudato fradicio, aveva l’aria di uno che ha un
appuntamento spiacevole ma non può mancare, mi guardava come fosse stata la
prima volta che mi vedeva, tremava.
-
Stai bene?… Zio…
-
Si, si, sto bene…
-
Vuoi che ti porto qualcosa da bere?
-
Niente, grazie
Incredibile,
è la prima volta che lo Zio mi ringrazia, non è possibile…
-
Vai a comperarti una bibita fresca, che oggi fa un po’ più caldo del solito.
lo
guardavo stupito, non era mai successo, sono più di dieci anni che lavoro per
lui, mai mi aveva dato un soldo. Meglio andare prima che cambi idea. Presi una
coca cola fresca, e la bevvi tutta in un sorso, mi sembrava di sognare. Con
passi lenti ritornai verso la bottega, che giornata strana, è vero, oggi fa più
caldo del solito. Da lontano vedevo lo Zio dirigersi alla svelta verso i gradini
della grande moschea, ma non fece in tempo a salirne nemmeno uno, dall’altra
parte della strada un vecchio contadino sconosciuto, gli urlava con una lingua
rabbiosa, lo Zio si fermò di scatto, immobile, e quando i due uomini erano a
due passi l’uno dall’altro, cominciarono a parlare animatamente, mi
avvicinai di corsa, lo Zio mi disse di liberare il cane. Il vecchio mi guardò e
mi ordinò di non avvicinarmi, anzi, mi disse di andare via finché ero in
tempo, ma io rimasi fermo, e per la prima volta vidi la paura negli occhi dello
Zio.
-
Bastardo, maiale, figlio di puttana, meriti solo di morire. Il vecchio urlava, e
lo Zio tremava…
-
Io non c’entro, diceva balbettando.
-
Hai messo la mia bambina incinta, me l’hai rovinata, svergognata per sempre,
come hai potuto fare una cosa simile, toccare la mia bambina… mi hai
disonorato in tutto il villaggio! Il vecchio sembrava un gigante di fronte allo
zio.
-
Tutto si può aggiustare, calma per favore e discutiamo da veri signori, disse
lo Zio cercando di placare la rabbia del contadino, ma niente da fare, il
vecchio era più infuriato che mai.
-
Aggiustare cosa? La vita non è un giocattolo che si può rompere e ricomporre a
piacimento, con te non c’è niente da dire, e il disonore si paga solo con il
sangue… Il vecchio contadino estrasse il suo pugnale e con un colpo secco e
preciso lo conficcò all’altezza del cuore di mio Zio. Egli cadde come una
piuma, senza fare rumore, morto.
C’era tanta gente presente alla lite, ma nessuno osò intervenire, non so se era per la paura della furia del contadino oppure, se erano contenti della punizione che stava per essere inflitta a mio Zio.