Japanese Discography Notes.
Sebbene la discografia giapponese sia una delle più interessanti e conosciute al mondo, mancano sicuramente tante notizie certe sulla loro effettiva data di uscita, tali da togliere i dubbi presenti sulla loro cronologia, mancano soprattutto alcune notizie ufficiali delle case discografiche nipponiche.
Per catalogare bene ed in maniera veritiera questi dischi, ho analizzato così le notizie a mia disposizione e, soprattutto, i loro dettagli, in maniera che la loro catalogazione rispecchiasse nella maniera più veritiera quella reale, anche in accordo con altri siti, confrontandomi anche con l'amico Vernon Fitch e con altri vecchi collezionisti.
Per la catalogazione delle varie edizioni giapponesi sono partito prima di tutto dalle case discografiche conosciute: storicamente la cronologia di stampa è prima la Odeon Records, poi la EMI-Toshiba, infine (o parallelamente) la CBS-Sony.
Successivamente, l'attenzione si è spostata sull'anno di uscita delle varie edizioni, quasi sempre già noto ai collezionisti, aspetto confermato anche dalle varie scritte sulle etichette (prima "Toshiba Musical Industries Ltd.", poi "Toshiba-EMI Ltd. in Japan" e "CBS/Sony Inc."); infine, ho terminato con l'analisi di alcuni dettagli sulle etichette stesse, come il colore o certe scritte diverse (come "A Harvest Recording", invece che "An EMI Record") o gli speciali simboli apparentemente strani (come il simbolo "JIS"). Tutto, naturalmente, incrociato con le informazioni relative ai prezzi in yen delle varie fasi storiche di uscita del disco (¥2,000, poi ¥2,200 e ¥2,300 per la Odeon; ¥2,500 o ¥2,348 per la Toshiba; ¥4,000 o ¥4,400 o ¥3,000 o ¥6,000 per i doppi).
Siamo giunti, perciò, alla lista che vedete in queste pagine dedicate alla discografia giapponese, certi che siano le più veritiere possibili.
OBI Notes.
Il termine "OBI" è stato per anni interpretato facilmente come l'acronimo di "Orizontal Band Insert", o anche "Original Broadcast Insert". Ma niente di più sbagliato. In giapponese non ha un preciso significato legato al mondo musicale: semplicemente il termine "Obi" varia a seconda del senso della frase, il più comune viene interpretato verosimilmente come quello che potrebbe essere tradotto come "striscia" o "cinta" (cintura). Infatti, grammaticalmente "Obi" è il termine giapponese creato per la cintura del "judogi" (che non è altro che un tipo di "kimono"), il famoso indumento dello judo: il termine "kuro-obi" (o "kimono-obi") significa "cintura nera" per un judoka, per cui la OBI non è nient’altro che la cintura colorata. Così, OBI nel linguaggio discografico, si avvicina a quello che potrebbe essere una "striscia" di carta che cingeva ogni album venduto in Giappone dagli anni '50: una "OBI" era, per cui, una striscia di cartone colorato, oppure bianca con sole scritte giapponesi, oppure con foto in bianco e nero o a colori, messa sopra la copertina degli album giapponesi, quasi a coprire un terzo dell'album, per far sì che il consumatore possa avere, solo in lingua giapponese, tutte le informazioni sul prodotto-disco.
Era questa l'idea originale di alcune case discografiche giapponesi per lanciare meglio i loro prodotti in Giappone, anche perchè all'epoca molti giapponesi non conoscevano e non capivano la lingua inglese; per cui serviva un qualcosa che li aiutasse, traducendo le informazioni commerciali e del disco (la stessa cosa avrebbe potuto farla un inserto, tra l’altro presente spesso nelle stampe giapponesi, ma si trovava all'interno, e per motivi di opportunità e di efficacia fu preferita la striscia OBI esterna e visibile anche a disco chiuso).
Una cosa curiosa era il fatto che negli ultimi anni sessanta e per quasi tutti gli anni settanta, gli stessi venditori giapponesi avevano l'abitudine di togliere la striscia OBI, in quanto sopra c'era scritto il prezzo: così li potevano vendere con prezzo maggiorato. Questo accadeva per quasi tutti i gruppi, maggiormente con i gruppi storici, quali Beatles, Pink Floyd e altri. Inoltre, nessuno, a quei tempi, si preoccupava di questo inutile ornamento della copertina, che veniva spesso strappato e gettato via. Le OBI delle stampe giapponesi erano normalmente scartate dai compratori del Sol Levante; per tale motivo, una OBI originale è particolarmente ricercata dai collezionisti europei ed americani, e non più facile da trovare, in quanto può valere quasi o più dell'album stesso. E naturalmente, più è vecchio l'album, più aumenta il valore del disco completo di OBI (stessa cosa per i CD). Infatti, la quotazione di un disco giapponese dipende tantissimo dalla presenza della OBI e degli inserti. Bisogna pensare che dagli anni '60 in poi il disco era visto come un oggetto di consumo e non come un oggetto da collezione, anche se, essendo il suo prezzo rilevante per i giapponesi, era trattato con un certo riguardo.
Second OBI Notes.
l In passato, l'OBI vera e propria originale veniva qualche volta accompagnata da una seconda OBI, più piccola, di colore rosso con scritte bianche, che dicevano ""rai nichi - ki nen !!", cioè, "Japan live tour memorial !!": era un'OBI extra che pubblicizzava generalmente il tour del gruppo in Giappone. Ma è importante notare che questa seconda OBI fu messa solo dalle case discografiche o addirittura dai negozianti stessi per pubblicizzare qualsiasi disco attraverso il ricordo del tour. E le troviamo anche sui primi dischi. Non era però un fatto legato ai tour dei Pink Floyd: infatti, i pochi tour giapponesi degli anni '70 (1971 e 1972) non potevano certo essere ricordati su dischi precedenti, come "A Saucerful of Secrets" o "More" o "Ummagumma" o "Atom Heart Mother", nelle loro versioni originali.
Comunque, la seconda OBI rossa è presente in quasi tutte le stampe, anche quelle precedenti ai tour, motivo in più per dimostrare che questa fu aggiunta successivamente per la vendita del disco, ma non era presente in origine sulle copie originali delle singole stampe. Per cui, furono messe successivamente all'uscita del disco, per vendere i dischi e non certo per pubblicizzare un tour passato, fatto che ha spesso ingannato i collezionisti, che le credevano messe per l'uscita del disco stesso (per esempio, una OBI-Tour non può essere "originale" in una edizione di "The Piper at the Gates of Dawn" del 1967 o "A Saucerful of Secrets" del 1968, essendo il primo tour dei Floyd in Giappone del 1971. Inoltre, se qualcuno avesse dei dubbi, queste OBI aggiuntive pubblicitarie uscirono indistintamente per qualsiasi gruppo noto che suonava in Giappone: la prova è che sono state trovate anche su dischi di Cliff Richard, Grand Funk Survival, Silverhead, Genesis, Led Zeppelin e altri gruppi, che senz'altro fecero dei tour in Giappone.
Queste OBI erano di alcuni tipi, non esistono solo quelle rosse/bianche, le possiamo trovare tante varianti, anche considerando altri gruppi; in origine, la OBI è generica e separata e più piccola, poi usarono anche adesivi attaccati o stampati integrati a destra nella OBI principale, oppure le solite scritte pubblicitarie in orizzontale o in verticale, stampate nella OBI principale; di solito non vi era la data del tour, ma solo un riferimento generico, ma ci sono dei casi in cui sono riportate anche le date del tour sulla OBI.
l Si conosce anche una doppia OBI che mostra uno speciale adesivo della "Rock Now", rotondo, che mostra la bandiera inglese, sull'adesivo vi è riportato "WELCOME!" e "Pink Floyd", oltre a degli ideogrammi giapponesi ed il logo della "Rock Now"; si suppone che quest'ultimo sia stato messo successivamente dal circuito dei negozianti per favorire la vendita dell'album in occasione del primo tour giapponese dell'agosto del 1971.
l
Un altra rarità fu la seconda OBI della ristampa
della Toshiba di "Meddle". Alcune copie limitate del disco uscirono, forse in un
periodo abbastanza ristretto, con una OBI più grande, quasi doppia, formata
dalla classica OBI bianca e da una più piccola di colore rosso e bianco, che
riportava solo delle scritte in giapponese: in particolare, queste dicevano che
l'album conteneva il "Butcher's Theme", che sarebbe la canzone di "One
of these days", che in Giappone era usata come sigla di un programma di
wrestling (un po' come da noi per la sigla di "Dribbling"). Si conoscono anche
alcune copie del disco con la stessa OBI doppia, ma separata in due OBI distinte
messe vicino. La OBI diceva:
おせっかい "Meddle".
La scritta bianca nella parte rossa può essere tradotta come "Ovunque Butcher
vada, il vento soffia forte" e nella scritta rossa "include la grande hit
per il wrestling" + il nome della canzone, "Se il vento chiama la
tempesta risponde". Probabilmente, il nome di "One of these days" era
tradotto non letteralmente, ma richiamando il vento dell'inizio del brano.
OBI for Promo Japanese Releases Notes.
E' un caso controverso e molto discusso tra i collezionisti: le edizioni promozionali giapponesi uscirono in origine con la OBI? Siccome lo scopo della OBI era quello di dare al compratore le informazioni del disco, sicuramente la maggior parte delle versioni promozionali uscirono senza OBI; così, in accordo con alcuni altri grandi collezionisti del settore e secondo alcuni collezionisti giapponesi, tutti i primi dischi promozionali della Odeon e della Toshiba con etichetta bianca uscirono in origine senza OBI; dove è presente, è stata senz'altro aggiunta in un secondo momento, magari dai negozianti, prendendola da un disco normale, oppure, ipotesi più verosimile, semplicemente alcuni collezionisti aggiunsero le OBI ai dischi promozionali per farne aumentare il valore. La tesi non è ancora provata, anche i dischi giapponesi di altri gruppi hanno o non hanno la OBI nei loro prodotti, tanto da far aumentare i dubbi. Le copie promozionali in circolazione con la OBI potrebbero perciò essere artefatte, in quanto la OBI potrebbe essere stata aggiunta dopo per aumentarne il valore per la vendita.
Invece, le ristampe dei dischi promozionali della CBS/Sony uscirono con la OBI, poichè questi dischi non erano altro che stampe regolari con l'aggiunta di speciali marchi o loghi promozionali stampati sulle etichette (e non etichette bianche diverse dalle stampe normali).
Testpress Japanese Copies Notes.
Un altro caso che ha fatto discutere è quello delle etichette delle copie testpressing. Ma se analizziamo bene il concetto, non esistono dubbi. Per alcuni dischi della Odeon Records, non solo per i Pink Floyd, uscirono delle copie testpressing, con etichetta bianca diversa da quella classica bianca usata per le copie promozionali. Ma partiamo dalla definizione di "Testpress", ovvero: è la prova di stampa non destinata al commercio, fatta per testare la qualità del master e degli stampi dell'album, prima di dare il via alla stampa vera e propria dell'album (di solito veniva distribuita agli ingegneri del mastering, alla band ed al management); il testpress era di solito stampato prima della stampa delle copie stock; molte copie testpress sono realmente copie di "prima stampa", prodotte in pochissimi esemplari, frequentemente senza artwork, copertina e con etichetta bianca.
Pertanto, una etichetta bianca di una copia testpress non può essere "promozionale", che per definizione è una copia stock del disco, distribuita per aspetti pubblicitari a discografici e stazioni radio. Detto questo, non esiste più dubbio che le copie testpress non erano promozionali, ma uniche. La Odeon Records giapponese usava per i testpress una etichetta bianca, con scritte orsse, il logo rosso a sinistra e le scritte sul rim della Toshiba Musical Industries Ltd., con "LONG PLAYING"; mentre le copie promozionali inizialmente avevano una etichetta bianca uguale a quella nera, ma senza testo nel rim e con il classico logo promozionale a tre ideogrammi. Le ristampe dei dischi giapponesi della EMI/Toshiba Records, invece, usavano anche qui, nelle copie promozionali, la stessa etichetta stock, ma bianca e nera e non rosso/marrone, mentre quelle della CBS/Sony uscirono di solito come copie promozionali con solo il logo promozionale a tre ideogrammi.