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Improvvisazione non-tonale
I termini pan-tonalità, non-tonalità e atonalità si riferiscono tutti
all'allontanamento dal concetto tradizionale di tonalità. La distinzione tra
questi termini non è sempre chiara, per cui farò uso del più generale dei
tre, non-tonalità, per descrivere quella musica che non ha un centro tonale
specifico, o nella quale le tradizionali relazioni scale/accordi cessano di
valere.
Sebbene la musica non-tonale possa avere una progressione di accordi, i
singoli accordi vengono scelti più per il loro suono che per la loro funzione
armonica. Qualsiasi accordo di qualsiasi tonalità può essere usato se ha il
suono giusto. Per esempio, molti dei brani contenuti negli album di Miles Davis
"E.S.P.", "Nefertiti", "Miles Smiles" e "Sorcerer"
non hanno dei centri tonali specifici, né contengono delle progressioni ii-V
che possano suggerire una qualsivoglia tonalità. Molti degli accordi sono
piuttosto complessi, per esempio Abmaj7#5, e ogni accordo è scelto unicamente
in base al suono, non perché l'accordo precedente risolve naturalmente su
quello, né perché quello risolve sul successivo. Un'analisi funzionale
dell'armonia di tipo tradizionale (cioè l'analisi degli accordi in relazione
alla tonalità) non è l'approccio giusto per questo tipo di musica.
Potreste tentare un approccio di tipo modale a questa musica, lasciando che
siano gli accordi a dettare la scelta delle scale. Dovrete fare tuttavia molta
attenzione, perché gran parte delle relazioni tra scale e accordi vengono
stabilite con delle risoluzioni tradizionali in mente, e se cambiate scala sulla
mera base della progressione degli accordi ciò porterà le vostre frasi a
sembrare sconnesse o casuali. Dovrete esercitarvi a trattare le relazioni
scale/accordi in modo molto meno rigido di quando suonate sui cambi di accordo.
Nella musica tonale le alterazioni di un accordo sono spesso considerate
delle semplici coloriture tonali, che non influenzano la funzione armonica
dell'accordo stesso, perciò l'improvvisatore è libero di apporre le proprie
variazioni all'accordo di base. Per esempio, un G7b9 rimane un accordo di
dominante e risolve su Cmaj7. Qualsiasi altro accordo che svolga questa
funzione, come G7#11 o addirittura una sostituzione di tritono (Db7), può
essere utilizzato senza modificare il modo in cui la frase è percepita. Nella
musica non-tonale, come ho già osservato, un determinato accordo può venir
scelto per il suo suono particolare. Lo stesso G7b9 può venir scelto per la
particolare dissonanza tra Sol e La bemolle, e l'utilizzo di un altro accordo di
dominante (es. G7#11) può cambiare il suono molto più radicalmente di quanto
non faccia un accordo di famiglia diversa, il quale abbia la stessa dissonanza
Sol/La bemolle (es. Abmaj7), o un accordo con una sonorità simile, come E7#9.
Le scale associate a questi accordi saranno una scelta più appropriata di
quelle basata sulla tradizionale funzione di dominante di G7b9.
Il vero scopo della musica non-tonale è di liberare il musicista dai vincoli
imposti dalle relazioni scale/accordi, permettendogli di concentrarsi
esclusivamente sul suono. Se vi troverete a suonare su un accordo di maj7#5,
dovrete comprenderne la sonorità per poi sentirvi liberi di suonare qualsiasi
cosa possa combinarsi con essa. E' qualcosa che ha che fare più con le emozioni
che non con la razionalità. Quell'accordo ha, per me, una sonorità aperta,
sospesa, che io associo a intervalli ampi e all'uso di spazi ritmici, perciò
tenterò di suonare qualcosa che rifletta questo sentimento, a prescindere dalle
note che userò.
E' ovvio che anche nella musica tonale le relazioni scale/accordi possono
essere considerati come semplici "utensili", il cui scopo è sempre
quello di rappresentare i suoni. Tuttavia noterete come i pezzi con molte
progressioni ii-V al loro interno tendano ad avere una sonorità molto simile
tra loro. La musica non-tonale offre invece una varietà di suoni più ampia.
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