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L'uso dei Cromatismi
Una delle caratteristiche principali del Bebop è lo sfruttare a pieno
l'armonia attraverso l'uso di scale ricche di coloriture, mentre nella musica
modale si tende a porre enfasi sulle note principali dell'accordo. Entrambi
questi stili fanno uso delle relazioni scale-accordi nella maniera tradizionale,
cioè scegliendo una scala corrispondente al suono dell'accordo, e suonando
prevalentemente "all'interno" di questa scala. Un tipo diverso di
approccio è quello di mantenere il senso della progressione di accordi, ma
suonare "al di fuori" degli accordi stessi. Eric Dolphy applicò
questo stile nel periodo in cui suonò con Charles Mingus e su alcuni dei suoi
album, come "Live at the Five Spot" e "Last Date". Altri
esponenti di questo stile furono Woody Shaw e Steve Coleman.
Probabilmente vi sarà capitato di suonare delle note estranee ad una scala,
per esempio un La bemolle su un accordo di Cmaj7, e probabilmente lo avrete
fatto per sbaglio. Queste note sono sbagliate solo quando sono suonate in un
contesto melodico interno ad una scala. Suonando una melodia basata sulle sole
note di una scala si stabilirà una sonorità particolare, e una nota esterna
alla scala stessa sembrerà fuori posto. Tuttavia, la stessa nota assumerà
tutt'altro significato se inserita in una melodia esterna alla scala. Questo
vuol dire che le note esterne possono risultare consonanti se usate in modo
melodico.
I musicisti che ho menzionato prima si caratterizzano per l'uso di linee
melodiche "angolari", cioè composte da intervalli ampi e inusuali e
da frequenti cambi di direzione. Questo contribuisce a creare un tessuto sonoro
in cui le note "sbagliate" si inseriscono in modo perfettamente
naturale. E' interessante notare come l'approccio inverso funzioni altrettanto
bene: frasi contenenti molti semitoni (frasi cromatiche) non creano dissonanza,
nonostante siano composte da molte note "sbagliate".
Potete comunque continuare ad applicare le vostre conoscenze sulle relazioni
scale/accordi anche quando suonate in questo modo. Per esempio, sapete che la
scala lidia di Re bemolle non è una scelta appropriata se si suona su un Cmaj7,
e probabilmente ne conoscete anche il motivo. Ma quelle stesse note
"sbagliate", se usate melodicamente su quell'accordo, creeranno un
suono non del tutto dissonante, con una ricchezza armonica dalla sonorità molto
"moderna". Infatti, anche delle semplicissime idee melodiche come
arpeggi o scale possono risultare interessanti in questo contesto.
Potete esercitarvi su queste idee con gli album della collana Aebersold, con
Band-In-A-Box, o con i vostri amici musicisti. In quest'utlimo caso siate pronti
a ricevere qualche occhiata perplessa. E' stato detto che non esistono note
sbagliate, solo risoluzioni sbagliate. Questo spiega perché le note di
passaggio e gli avvicinamenti (vedi la sezione "Suonare sui cambi di
accordo") non creano dissonanza. Ma io credo che anche questo principio dia
un'eccessiva importanza alla corrispondenza tra ciò che si suona e la relazione
scala/accordo. Il mio parere è che le sole note sbagliate sono quelle che si
suonano per errore. Ogni nota suonata è giusta se il contesto in cui è
contenuta ha un senso. E comunque anche l'errore può essre sfruttato, il trucco
è costruirci attorno qualcosa di coerente.
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