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Improvvisazione modale
Un tipico brano modale può essere composto solamente di due o tre accordi, i
quali possono durare anche 8 o 16 battute. Da un lato l'improvvisazione modale
è molto più semplice dell'improvvisazione sui cambi di accordo, dal momento
che non dovete continuamente pensare a quale scala passare. Dall'altro, però,
non potrete limitarvi a cucire insieme pattern collaudati sul ii-V-I, né fare
affidamento su un uso analitico delle scale o di sostituzioni di accordi, e
questo renderà il tutto più complicato.
Certa musica è considerata modale anche se segue progressioni tradizionali
di accordi come il blues. Il concetto di modalità ha molto a che fare con ciò
che si fa con l'armonia. Negli stili derivanti dal Bebop il solista suscita
interesse per la sua scelta delle note sull'armonia, incluse le dissonanze, le
tensioni e le risoluzioni. Per esempio molti boppers finiscono spesso le frasi
suonando una quarta eccedente su un accordo di dominante, solo per l'effetto
provocato da questa nota. Nell'improvvisazione modale si dà meno enfasi alle
scelte armoniche, privilegiando lo sviluppo melodico. La ballad "Blue in
Green" (dall'album "Kind of Blue" di Miles Davis) ha lo stesso
moto armonico di tanti altri brani, e gli accordi sono relativamente complessi
(come Bbmaj7#11 o A7alt). Malgrado ciò gli assoli su questo pezzo non sfruttano
l'armonia, ma si focalizzano sulla melodicità di ogni singola frase. Ancora, in
un assolo Bebop si tende a sottolineare l'estensione accordale, mentre in un
assolo modale l'attenzione è rivolta alle note principali dell'accordo. Nel
Bebop si tende spesso a riempire tutti gli spazi per definire completamente
l'armonia, mentre nella musica modale si fa un uso più frequente delle pause e
dello spazio ritmico come un elemento di struttura melodica. Entrambi gli
approcci sono validi, l'importante è capirne le differenze.
"So What" di Miles Davis, contenuto in "Kind of Blue", è
il classico esempio di brano modale. Ha una struttura di tipo AABA, nella
sezione A è usato il modo di Re dorico, nella sezione B il modo di Mi bemolle
dorico. Ciò produce 16 battute consecutive in Re dorico all'inizio di ogni
chorus; 24 se si contano le ultime 8 del chorus precedente. Usando solo le sette
note di Re dorico è facile esaurire in fretta le idee, ma è proprio qui il
bello. Non potrete sfruttare la spigolosità di un Fa diesis su un accordo di
C7, dovrete usare solo le note che vi sono date.
Tuttavia non siete obbligati a limitarvi alle sole note della scala. Come
nelle progressioni ii-V, ci sono tecniche utilizzabili in ambito modale per
aggiungere tensione. Una delle più frequenti è il cosiddetto "sideslipping".
Muovendovi su Re dorico, provate a suonare frasi costruite sulle scale di Re
bemolle o Mi bemolle per un paio di battute. Questa dissonanza crea tensione,
che potete allentare ritornando alla scala originale. Potete anche utilizzare
note di passaggio (cromatismi): mantenendo l'esempio di Re dorico, potete
suonare Sol, Sol#, La (Sol# nota di passaggio).
E' inoltre possibile usare una scala diversa. Per esempio, invece di Re
dorico provate per alcune battute Re minore naturale, o Re pentatonica minore.
Oppure potete alternare un accordo di tonica con l'accordo di dominante settima
nella stessa tonalità. Se, per esempio, considerate l'accordo di Dm7 (a cui è
associato Re dorico) come primo grado, l'accordo di dominante settima sarà A7,
perciò potrete suonare frasi costruite su qualunque scala associata a A7,
A7b9b5, A7alt (o altri accordi di La dominante settima), per poi tornare alla
scala originaria di Re dorico.
Attenersi strettamente alla filosofia modale significa fare un uso molto
limitato delle tecniche sostitutive appena descritte. Il principio fondamentale
dell'improvvisazione modale è l'ottenimento della massima melodicità
sfruttando solo gli accordi di base e le note della scala. Le scale pentatoniche
sono una scelta particolarmente appropriata in ambito modale, poiche riducono le
vostre possibilità a sole cinque note invece di sette e vi costringono ad un
ulteriore sforzo per suonare melodicamente e sfruttare gli spazi. Questo
risultato può essere ottenuto suonando frasi costruite su intervalli di quarta,
una pratica molto efficace nei brani modali con pochi cambi di accordo (anche se
può risultare altrettanto efficace in altre situazioni).
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